AUTORE: Larry McMurtry traduzione di: Margherita Emo
EDITORE: Einaudi
PAGINE: 992
PREZZO: € 17
GENERE: letteratura americana, letteratura western
LUOGHI VISITATI: Texas metà '800
Un libro meraviglioso che si legge in un soffio nonostante
la mola.
Un viaggio epico spostare una mandria di bovini dal Texas al
Montana per fondare un nuovo ranch nelle verdeggianti praterie a nord dello
Yellowstone dove non è ancora arrivato nessuno. Questa sarebbe già una
bellissima storia, ma è solo la principale a cui se ne aggiungono molte altre
rendendo impossibile appoggiare il libro.
“Quando la mandria e la squadra della Hat Creek abbandonarono l’arida pianura del Wyoming per addentrarsi a poco a poco nel Montana, ebbero tutti l’impressione di lasciarsi alle spalle non solo il caldo e la siccità, ma anche la bruttezza e i pericoli. Invece di essere gessose e coperte di artemisia, le pianure erano coperte d’erba alta e punteggiate di fiori gialli. Le ondulazioni del terreno si allungarono, i riflessi del caldo che avevano avuto negli occhi per tutta l’estate lasciarono il posto all’aria fresca, pungente del mattino e fredda della sera. Cavalcarono per giorni di fianco ai Monti Bighorn, le cui cime sparivano a volte tra le nuvole.
La freschezza dell’aria parve migliorare la vista degli uomini, che si misero a congetturare su quante miglia riuscivano a vedere. Le pianure si stendevano verso nord a perdita d’occhia. Avvistarono molta selvaggina, soprattutto cervi e antilocapre. Una volta videro una grossa mandria di alci e due volte un piccolo branco di bisonti. Non videro altri orsi, ma ci pensavano spesso.
I cowboy vivevano da mesi sotto l’immensa cupola del cielo, eppure il cielo del Montana sembrava più profondo di quello del Texas e del Nebraska. Era così profondo e così azzurro da privare perfino il sole della sua ferocia: appariva più piccolo, in quella vastità, e a mezzogiorno il cielo non diventava mai tutto bianco come aveva fatto più a sud. A nord restava sempre una fascia azzurra, dove nubi bianche galleggiavano come petali in uno stagno.”
Qualsiasi aspetto del western che vi viene in mente in
questo libro c’è ed è tutto amalgamato alla perfezione: ranger, ranch, cowboys,
mandrie, sceriffi, ladri di cavalli, saloon, indiani, esercito, cercatori
d’oro, cacciatori di pellicce, prostitute.
Protagonisti principali sono Gus e Call due Texas Ranger “in
pensione” che gestiscono la Hat Creek un ranch/rivendita di bestiame a Lonesome
Dove in Texas sul confine con il Messico. Alla base c’è la storia di amicizia e
lealtà tra questi due uomini che non potrebbero essere più diversi ma che
assieme si completano meravigliosamente e che rappresentano anche la famiglia
l’uno dell’altro. Gus sembra fuori luogo nel west, scrive in latino, adora
tutti i piaceri della vita e si prende cura di sé, è un gran chiacchierone,
giocatore incallito e grandissimo amatore, ma come il suo socio è molto
coraggioso e affidabile. Call è l’esatto opposto, burbero, taciturno,
infaticabile lavoratore, si ferma solo quando strettamente necessario e i
piaceri della vita praticamente non sa cosa sono. Con loro alla Hat Creek ci
sono Pea Eye un vecchio compagno nei ranger, il Deets un ex schiavo
collaboratore di Call (tra loro c’è un rapporto di reciproca fiducia perché
consci del valore dell’altro, non si può parlare davvero di amicizia per le
differenze di estrazione sociale diciamo ma è qualcosa che si avvicina molto) e
il giovane Newt che aspira a diventare un cowboy e il cuoco messicano Bolivar. La
vita procede come sempre quando un giorno arriva Jack Spoon un loro compagno e
amico nei ranger che lancia un’idea: traferirsi con una mandria nel Montana e
fondare un ranch dove nessuno l’ha ancora fatto. E (inaspettatamente) l’idea
prende piede, gli uomini della Hat Creek si organizzano e si parte (la faccio
facile, ma non è affatto così già la preparazione è un susseguirsi di
avventure).
Ma come detto questa è solo la storia principale (che già di
per sé non è poco) ma si affiancano nel corso della narrazione altre storie e
altri personaggi, man mano che leggiamo scopriamo e conosciamo meglio tutti i
personaggi e il loro vissuto, ad esempio quello di Lorena la ragazza del
saloon, ma anche la storia di Newt che viene cresciuto quasi come un figlio da
Call e Gus, e poi Spoon che si rivelerà essere un soggetto diverso dagli amici.
Ci sono poi le storie dell’indiano Blue Duck e dello sceriffo July Johnson. E
poi Clara Allen, una vecchia amica di Gus che gestisce una rivendita di cavalli
nel Nebraska e sarà punto di riferimento per i nostri eroi.
Va detto che Lonesome Dove è ambientato nel west, è
sicuramente un romanzo western ma non solo questo è anche molto altro, troviamo
amicizia, lealtà, avventura, giustizia, amore, Storia e anche una sorta di
autocritica verso il sistema su cui si reggeva il west, l’avvento dei bianchi,
la colonizzazione dei territori indiani, la troviamo molto nelle parole di Gus.
“Quando si alzarono, Tobe riprese diligente il suo giro di ronda. Augustus attaccò i muli nuovi al carro nuovo. Le strade di San Antonio erano deserte e silenziose. La luna era alta e un paio di capre randagie sfregavano il muso contro le mura del vecchio Alamo, in cerca di un ciuffo d’erba. Quando erano arrivati nel Texas negli anni Quaranta, la gente non parlava d’altro che di Travis e dei prodi che avevano perso la battaglia, ma adesso la battaglia era stata dimenticata e l’edificio abbandonato.
-Call, si sono dimenticati di noi, come dell’Alamo – disse Augustus.
-Perché non dovrebbero? Non siamo rimasti qui.
-Non è per quello, è perché non siamo morti. Travis ha perso la battaglia e finirà nei libri di storia, quando qualcuno scriverà di questo posto. Se un migliaio di Comanche ci avesse intrappolato in una valle e sterminato tutti, come hanno appena fatto i Sioux con Custer, avrebbero composto canzoni su di noi per cent’anni.
A Call parve un’osservazione sciocca. – Non ci sono mai stati mille Comanche in un posto solo. Se c’erano, prendevano Washngton DC
Ma più Augustus pensava agli insulti che avevano ricevuto nel saloon – un saloon dove in passato erano stati accolti come eroi – più s’indispettiva.
- Avrei dovuto dare un paio di botte in testa a quello sbarbatello di Mobile.
-Era solo spaventato. Sono sicuro che Tobe gli farà la predica la prossima volta che lo vede.
-Non è quello il punto, Woodrow. Non afferri mail il punto.
-E qual è, maledizione?
-Se viviamo altri vent’anni, saremo noi gli indiani. A giudicare da come si sta popolando questo posto, tra poco ci saranno solo chiese e mercerie. E prima che non ce ne rendiamo conto, raduneranno noi vecchi turbolenti e ci rinchiuderanno in una riserva perché le signore non si spaventino.
-Mi sembra improbabile.
-È maledettamente probabile, invece. Se trovo una squaw che mi piace, me la sposo. Se devo essere trattato come un indiano, tanto vale che mi comporti come tale. Abbiamo passato i nostri anni migliori a combattere dalla parte sbagliata.
Call non voleva discutere di simili sciocchezze. Avevano quasi raggiunto i margini della città e passarono accanto ad alcuni tuguri di adobe dove vivevano i messicani più poveri. In uno di loro piangeva un bambino. Call era sollevato all’idea di andarsene. Quando Gus era così riottoso, poteva succedere di tutto. In campagna, se si fosse arrabbiato e avesse sparato a qualcosa, avrebbe sparato a un serpente, non a un barista incivile.
-Non abbiamo combattuto dalla parte sbagliata. Il miracolo è che tu sia rimasto così a lungo dalla parte giusta della legge. Jake è troppo vigliacco per essere un gran fuorilegge, ma tu non lo sei.
-Non è detto che non lo diventi. Sempre meglio che catturare gli ubriaconi per vivere, come Tobe Walker. Che diavolo, si è quasi messo a piangere dalla voglia di venire con noi, quando siamo partiti. Tobe era veloce una volta e, guardalo adesso, è grasso come un castoro.
-È vero che è ingrassato, ma Tobe è sempre stato robusto – disse Call. Su un punto, però Gus aveva probabilmente ragione. Tobe aveva lo sguardo molto triste quando se n’erano andati.”
Quella di McMurtry è una scrittura magnetica, essenziale e
lineare ma al tempo stesso molto descrittiva che immerge il lettore nel contesto,
nel paesaggio e nei personaggi, è anche molto realistica e cruda, non mancano
momenti drammatici - McMurtry non è clemente con i propri personaggi (cosa in
realtà che rende la storia ancor più veritiera, perché la vita – purtroppo –
non è una favola) quindi se siete sensibili (leggasi piagnoni come me)
preparate i fazzoletti perché le lacrime non mancano. E poi c’è tantissima
introspezione, analisi dell’animo umano e il materiale (i personaggi) non
manca.
Lonesome Dove è stato pubblicato nel 1985 (ha vinto il
premio Pulitzer l’anno successivo) e nel corso dei decenni successivi Mc Murtry
ci racconta altre avventure di Gus e Call con dei prequel e dei sequel che
francamente non vedo l’ora di leggere (Per le strade di Laredo (sequel), Il
cammino del morto e Luna Comanche (prequel)).
Fatemi sapere nei commenti se lo avete letto, se conoscete
Call e Gus.