mercoledì 18 settembre 2019

FREAKS (Miti e immagini dell'Io segreto) - LESLIE FIEDLER

TITOLO: Freaks - Miti e immagini dell'Io segreto
AUTORE: Leslie Fiedler - traduzione di Ettore Capriolo
EDITORE: Il Saggiatore
PAGINE: 470
PREZZO:  € 27
GENERE: letteratura americana - saggio
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"...Non tutti però, anche in questo morente XX secolo, decidono di dedicarsi a questi giochi pericolosi. La maggior parte degli affetti da malformazioni congenite cercano anzi, con gli ormoni, gli interventi chirurgici e la psicoendocrinologia, di diventare per gli altri quei normali che sospettano di essere. E la maggior parte di noi ritiene per la maggior parte del tempo che questa sia la sorte migliore......tranne quando, in un baraccone, senza sapere bene se dormiamo o siamo svegli, cogliamo per un attimo fuori del tempo la normalità dei freaks, la mostruosità dei normali, la precarietà e l'assurdità di essere, comunque vogliamo definirlo, pienamente umani."

Il saggio, che indaga le bizzarrie umane per l'appunto dettei "freaks" ma anche l'evoluzione del termine, si divide in due parti.

Nella prima parte vengono spiegate le varie figure di freaks (nani, giganti, grassi e magri, "brutti",  selvaggi, ermafroditi, fratelli siamesi); per ciascuna categoria viene ricostruita la storia dalla preistoria ai primi del '900, passando anche per la mitologia (dove presente, cioè dove ci sono figure mitologiche riconducibili a quella particolare tipologia di freaks scandagliando la mitologia classica, quella nordica e quella orientale); delle varie epoche ci viene narrato come venivano visti ed accettati dalla società, ed anche usati, per giungere ai fenomeni da baraccone e poi a partire dalla seconda metà dell'800 una maggior consapevolezza dei freaks e della loro voglia di "normalizzarsi" (anche grazie ai passati avanti fatti dalla medicina e dalla scienza in generale).  Ci viene raccontata la vita dei freaks più noti/famosi e di se e come compaiono nelle opere d'arte e nella letteratura. Si scoprono tantissime curiosità ad esempio i nani sono stati i giocattoli delle corti europee dal rinascimento in avanti, tanto che i monarchi se li regalavano.

Nella seconda parte viene analizzata il fenomeno dei freaks in modo più generale a partire dalle spiegazioni e interpretazioni che nel corso della Storia vengono date al fenomeno in particolare da teologia e teratologia (disciplina che studia le malformazioni e le anomalie in piante ed animali, e quindi anche l'uomo). Viene analizzata l'evoluzione della stessa parola freks, così scopriamo che all'accezione classica con cui venivano indicavano i fenomeni da baraccone, i mostri-scherzi della natura, se ne aggiunge un altra, più moderna, diversa e "rivoluzionaria", a partire dagli anni '60-'70 freak diventano anche coloro che rifiutano le regole della società, che quindi sono, appunto diversi perché anticonformisti; anche di questa accezione viene tracciata l'evoluzione; fino a giungere alla creazione di nuovi e ulteriori freaks attraverso la fantascienza e i mutanti.
Ci sono due aspetti che vengono trattati in modo trasversale in entrambe le parti del saggio: il rapporto freaks- letteratura (come, con quali ruoli e perché compaiono nei romanzi) e il rapporto freaks- esibizione, cioè la messa in mostra - l'uso e/o sfruttamento dei freaks attraverso quelli che potrebbero essere assimilabili a spettacoli circensi con particolare attenzione al fenomeno dei cosiddetti baracconi.  Il tutto approfondendo il perché il "normale" è così attratto dalle bizzarrie e la risposta, spesso, viene ricerca/trovata all'interno dell'Io (segreto) del normale (è, questo, l'aspetto più filosofico dell'opera).

"....Ancora oggi, se l'imbonimento funziona, se siamo fortunati, o intontiti dalla droga o ubriachi o beatamente semplici, noi vediamo ciò che ci aspettiamo di vedere; non un povero disgraziato che incarna approssimativamente il mito dal quale prende nome la propria afflizione, ma il mito stesso - l'ibrido animale che striscia sul limitare della giungla, il gigante più dell'orco al quale Jack ruba l'arpa e la gallina, il nano più piccolo di un granello di senape. Se invece l'imbonimento non funziona o s'interrompe, ci accorgiamo dell'odor di muffa della vecchia tela e della poltiglia di segatura sporca sotto i nostri piedi. E alzando gli occhi, vediamo ostilità e noia negli sguardi di coloro che che credevano stessero lì per farsi guardare, non per guardarci. E' a questo punto che, dietro la maschera delle parole e della musica, udiamo il silenzio dei freaks. E gridiamo "imbroglio" o "trucco", anche se intendiamo dire che sono sin troppo reali; o ridiamo di noi stessi, come facciamo ogni volta che una magia ci vien meno, per aver osato crederci."

Il linguaggio è quello di un saggio, con una forte presenza di termini scientifici e un'impostazione piuttosto rigorosa, la narrazione è comunque scorrevole e corredata da moltissime illustrazioni (molto varie dai quadri alle illustrazioni tecnico-scientifiche), non è affatto pesante, considerando anche che è stato scritto negli anni '70, nonostante l'evoluzione scientifica è comunque ancora valido dal punto di vista contenutistico.

E' un saggio molto interessante e curioso, ricco di spunti sia di riflessione sia di approfondimento storico, letterario e artistico, ma anche scientifico.
Penso che la cosa che mi ha maggiormente colpito sono le curiosità che si scoprono, ad esempio sapevate che il pittore Goya era fissato con il dipingere nani? E che in generale tra i principali "nemici" dei nani c'erano proprio i pittori?
E' stato il mio primo approccio ad un saggio, perlomeno di dimensioni "corrette" (quest'anno ho letto il "piccolo libro sui colori" di cui trovate la recensione sempre qui sul blog, super interessante ma anche super "leggero" sia per il numero di pagine sia per l'impostazione a dialogo che lo rende particolare e "agevole") ed è stato positivo, non nego che i saggi rispetto alla narrativa presentino (o possano presentare) delle difficoltà (maggiori) ad esempio il linguaggio è, tendenzialmente,  formale la struttura più severa, probabilmente richiedono anche una maggior attenzione, capisco che possano non piacere. Io sto scoprendo i saggi e saranno ancora oggetto di discussione qui sul blog.


lunedì 2 settembre 2019

EREDITA' CARAVAGGIO - ALEX CONNOR

TITOLO: Eredità Caravaggio
AUTORE:  Alex Connor - traduzione di Tessa Bernardi
EDITORE: Newton Compton Editori
PAGINE: 333
PREZZO: € 12,00
GENERE: letteratura inglese - thriller storico
LUOGHI VISITATI: Italia seicentesca - Londra
acquistabile su amazon: qui (link affiliato)



Trama: una signora inglese, Cornelia Stein, eredita dal suocero Massimo Luca, commerciate d'arte italiano, dei taccuini risalenti al '600 scritti da Edwar Petersham che trattano della vita di Artemisia Gentileschi. Inizia a leggerli e noi lettori veniamo catapultati nella storia di vita di Artemisia Gentileschi partendo dall'episodio forse più famoso, il suo stupro. Per poi narrarci dell'arrivo a Napoli di Edwar Petersham, del suo offrirsi e diventare "biografo" di Artemisia; da qui ci vengono poi raccontate le giornate e le avventure dei due amici, dove la pittrice racconta all'inglese la storia della sua vita, anche quella "attuale", il suo procacciarsi le commesse e i problemi con gli apprendisti. Frammezzate alle parti sulla vita di Artemisia Gentileschi la Connor sviluppa, sotto forma di thriller le vicende di Cornelia Stein, perché una volta che si diffonde la notizia del ritrovamento dei taccuini, viene contattata da commercianti d'arte disposti a tutto pur di ottenerli. Le due parti quelle su Artemisia e quelle su Cornelia si intervallano ripetutamente.
Il libro non mi è piaciuto. La cosa che non ho sopportato è il narratore onnisciente, che secondo me non c'entra nulla; posso capirne la scelta, perché in questo modo può sviluppare maggiormente la figura di Astemisia e i suoi pensieri. Però poiché la vicenda si sviluppa così: Cornelia ritrova i taccuini - inizia a leggerli - noi lettori incontriamo Artemisia; il fulcro dovrebbero essere i taccuini (che lo sono nella parte di narrazione relativa a Cornelia) la narrazione della vita della pittrice dovrebbe avvenire sotto forma di "trasposizione" dei taccuini scritti da Edwar Petersham, e lui essere il solo e unico narratore delle vicende di Artemisia Gentileschi. Un narratore onnisciente lo avrei accettato se il romanzo fosse stato strutturato solo come romanzo storico, cioè narrazione delle vicende di Astemisiaa Gentileschi (in questo non caso non si pongono limiti nelle scelte su come strutture la narrazione); invece così come strutturato non mi ha convinto, non ne trovo il senso logico.
Oltre al narratore onnisciente non mi è piaciuto nemmeno la scelta di iniziare la storia di Artemisia con lo stupro e solo successivamente introdurre Edwar Petersham, il suo arrivo a Napoli, l'incontro con Artemisia e la scelta di redigere questi famosi taccuini.
Infine le parti su Cornelia Stein le ho trovate per alcuni aspetti molto "tirate": casualmente pochi giorni prima del ritrovamento dei taccuini Cornelia ha parlato con il suo amico Michael propria di Artemisia Gentileschi. Tutto l'insieme non mi ha convinto.
Ho fatto molta molta fatica a portare a termine la lettura.
Questo libro ci permette un'infarinatura di Artemisia Gentileschi, anche se le sue vicende non vengono narrate secondo un ordine cronologico ma in modo sparso e questo non aiuta.
L'unico punto di forza del romanzo è raccontare le vicissitudini di una grandissima pittrice del '600 sottolineando le difficoltà di una donna ad affermarsi nel mondo dell'arte nonostante la sua bravura, considerata già all'epoca una degna erede di Caravaggio, ma anche le difficoltà che una donna incontrava per il semplice fatto di essere donna, a partire dalla ignobile vicenda dello stupro e di ciò che ha dovuto sopportare per aver avuto il coraggio di denunciare.


Voi avete letto il libro? O altri romanzi di questa autrice?