mercoledì 29 gennaio 2020

SE UNA NOTTE D'INVERNO UN VIAGGIATORE - ITALO CALVINO

TITOLO: Se una notte d'inverno un viaggiatore
AUTORE: Italo Calvino
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 305
PREZZO: € 14,00
GENERE: letteratura italiana del '900
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Questo libro l’ho spesso visto descritto come un libro che parla di libri, in parte forse è vero, ma non nel senso che normalmente io do a questa espressione (parlare di libri significa fare riferimento a libri ed autori che esistono, libri, che esistono realmente e che possiamo andare in libreria acquistare e leggere). Qui invece forse è più corretto dire che è un libro che parla e sviscera quel particolare (e aggiungerei meraviglioso) rapporto che si crea tra un libro e la persona che lo legge, fatto di emozioni, impressioni bisogni, sensazioni; nel libro si parla di autori e libri ma sono frutto dell’invenzione di Calvino che ha scritto dei libri all’interno del libro. 

Il protagonista è un Lettore (appunto) che inizia un nuovo romanzo di Italo Calvino, ma questo si interrompe dopo poche pagine, tornato in libreria a chiedere spiegazioni viene informato che ci sono stati degli errori alla casa editrice e quello che ha iniziato a leggere è in realtà un altro romanzo che può acquistare, cosa che il Lettore fa immediatamente, ma il libro acquistato non c’entra assolutamente nulla con quello che aveva iniziato a leggere, si tratta di una storia completamente diversa. Il Lettore non riesce a leggere un libro per intero, ma solo le pagine iniziali, sembrerebbe per degli errori in cui è incorsa la casa editrice, e per cercare di venire a capo dell’enigma, e tentare di capire come va avanti la storia (meglio le storie perché per proseguire con una lettura si trova ad iniziarne un’altra) che ha iniziato a leggere si mette sulle tracce di tale Manara un traduttore truffaldino che sembra essere alla base del disastro tipografico e dell'enorme pasticcio dei libri mischiati e si trova a viaggiare in paesi lontani. E' un viaggio quasi fantastico, surreale quello che compie il nostro lettore, di quelli che si possono compiere solo dentro (e attraverso i libri). Tutti i luoghi citati, dove vengono citati dei luoghi, ma anche i romanzi iniziati e i loro autori sono di fantasia.

La narrazione si svolge su due piani diversi: il primo è quello del Lettore, il protagonista che si chiama semplicemente Lettore che come dicevo si trova a dover risolvere una serie di "misteri" chiamiamoli così; il secondo sono gli incipit (le prime pagine) dei romanzi che il Lettore si trova a leggere e che per mille motivi non può continuare. Le "storie" sono tutte diverse, non hanno legami tra loro, e differiscono per tematiche trattate e possibile genere di appartenenza. Io vedo in questo romanzo una sorta di esperimento di scrittura, gli incipit potrebbero essere dei racconti, anche se non hanno una conclusione ma forse non la necessitano nemmeno. Non voglio dire nulla sulle singole storie ma se si uniscono i titoli dei romanzi interrotti esce qualcosa di molto interessante (come suggerisce un altro lettore al nostro protagonista):
"Se una notte d'inverno un viaggiatore, fuori dall'abitato di Malbork, sporgendosi dalla costa scoscesa senza temere il vento e la vertigine, guarda in basso dove l'ombra s'addensa in una rete di linee che s'allacciano, in una rete di linee che s'intersecano sul tappeto di foglie illuminate dalla luna intorno a una fossa vuota, quale storia laggiù attende la fine?"
Lo sviluppo e l'analisi psicologica dei personaggi, in primis del Lettore, non è molto approfondita, anzi direi proprio che la trattazione dei personaggi è superficiale, i personaggi non vengono approfonditi e di loro sappiamo davvero pochissimo. Invece ciò che viene analizzato è il rapporto libro – lettore o se vogliamo libro-lettura; in molte situazioni è il libro/narratore a spronare, a indicare al lettore un possibile comportamento. Ciò non è un difetto, perché il focus del romanzo è proprio il rapporto che i lettori instaurano o possono instaurare con un libro. Il romanzo ha come fine quello di analizzare, interrogare, chiedere e chiedersi quale sia il ruolo dei romanzi, a cosa servono? A senso leggere?

Come detto lo ritengo anche e soprattutto un esperimento letterario che permette una lettura piacevole, stimolante, molto variegata per tematiche, ambientazioni e argomenti. E che pone degli interrogativi, penso a quest’opera come ad una sfida, per lo scrittore, per il lettore ma anche soprattutto per la critica e la cultura. Lo trovo un romanzo adatto anche ai non lettori, perché coinvolgente, perché permette di sperimentare la lettura di generi e situazioni molto diverse tutto all’interno di un unico libro, inoltre, essendo abbastanza indefinito, stimola la curiosità sulle avventure del Lettore e sul finale.

Voglio approfondire Calvino, che è considerato uno dei maggiori esponenti della letteratura italiana del '900. Sono molto curiosa di leggere altre sue opere, cosa mi consigliate?

Voi lo conoscete o come per me è nella lista delle lacune da colmare?
Voto 4stelline su 5.


giovedì 23 gennaio 2020

LE SEI MOGLI DI ENRICO VIII - ANTONIA FRASER

TITOLO: Le sei mogli di Enrico VIII
AUTORE: Antonia Fraser  - traduzione di Paola Mazzarelli
EDITORE: Mondadori - collana Oscar Storia
PAGINE: 538
PREZZO: € 16,00
GENERE: saggio storico
LUOGHI VISITATI: Inghilterra durante il periodo Tudor ( 1485 - 1603)
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Il punto di vista è quello delle singole regine, vengono presentate in ordine cronologico, loro sono il punto focale e le vere protagoniste, tant’è che la narrazione comincia con la nascita di Caterina d’Aragona. Per ciascuna di esse la Fraser compie un accurata ricostruzione dei natali, eventualmente segnalando anche lontane parentele con la famiglia reale inglese, dell’infanzia ed educazione, della loro vita adulta fino alla “conoscenza” con il re, la vita da regina consorte e infine la loro uscita di scena.
Ciascuna delle sei regine verrà ricordata per un tratto che l’ha contraddistinta, ma sono tutte accomunate dalla loro capacità biologica di mettere al mondo un maschio che in un modo o nell’altro ne ha determinato la sorte

“…piace vedere le sei mogli di Enrico VIII come una serie di stereotipi femminili, donne come carte di tarocchi. Caterina d’Aragona è la Donna tradita, Anna Bolena la Tentatrice, Jane Saymour la Donna di buon cuore, Anna di Cleves la Sorella brutta, Caterina Howard l’Avventuriera, Caterina Parr la Figura materna…Ognuna di queste descrizioni contiene un elemento di verità, ma nessuna tiene conto della complessità e del carattere individuale. In modi diversi e per ragioni diverse ognuna di queste donne fu vittima; nessuna vittima volontaria. Al contrario, tutte mostrarono doti di forza e di intelligenza, in un’epoca in cui queste non erano virtù tradizionali delle donne.”


Veniamo alle protagoniste.
Prima moglie è Caterina d’Aragona, figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, fidanzata e poi moglie del giovane Arturo Tudor principe di Galles ed erede al trono inglese, fratello maggiore di Enrico VIII) che però muore adolescente. Così dopo qualche anno Enrico, alla morte del padre, sposa Caterina, il loro è un matrimonio molto lungo, più di vent’anni, ma dalla loro unione sopravviverà solo una figlia femmina Maria. La necessità di un erede maschio spinge il re a cercare una nuova moglie e contemporaneamente vengono avviate le “trattative” per una risoluzione consensuale del matrimonio con Caterina, che però non vanno in porto giungendo così ad una soluzione “legale”: il divorzio, che comporta anche una rottura con la Chiesa di Roma e la nascita della Chiesa Anglicana; anche in questo frangente un ruolo importante l’hanno giocato diplomazia e interessi politici, Caterina d’Aragona era la zia dell’imperatore Carlo V.
Imposto il divorzio, Enrico si sposa con Anna Bolena, donna bella, ammaliante, giovane e cresciuta nelle corti europee prima di approdare come dama alla corte della stessa Caterina. Emerge la volontà delle famiglie a spingere le proprie figlie nelle braccia del sovrano, sposare il re, ma anche solo esserne l’amante, comporta molti privilegi e favori. Avranno una figlia femmina Elisabetta. Il rapporto conflittuale, perché Anna ha un carattere passionale, forte, fa valere le proprie posizioni (giuste o sbagliate che siano) con il sovrano, unito alla perdita di un figlio maschio, fanno sì che il re si convinca dell’incapacità di Anna di generare figli maschi e del fatto che quel matrimonio sia maledetto, perché inviso a Dio in quanto frutto di un sortilegio. A ciò si aggiunga che Anna si era fatta molti nemici a corte e la sua uscita di scena sarà traumatica, accusata di adulterio, stregoneria e alto tradimento: viene giustiziata.
Anna Bolena viene sostituita da è Jane Seymour, donna pacata, benevola, amorevole che riesce nell’intento di mettere al mondo un erede maschio, ma purtroppo la vita non è altrettanto generosa con lei, e dopo poche settimane muore per febbri puerperali (cosa molto comune per le donne di tutti i ceti sociali). Si apre così, nuovamente, il bisogno di una nuova consorte e questa volta lo sguardo si volge all’estero, il quarto matrimonio sarò politico-diplomatico e la scelta cade su Anna di Cleves, una duchessa tedesca. Ma la nuova moglie non soddisfa l’esigente Enrico VIII, che vista dal vivo la donna la sposa esclusivamente per dover di stato, ma non consumerà mai il matrimonio; ciò gli permette di annullarlo qualche mese dopo. L’uscita di scena di questa regina Anna è tutto sommato dignitosa e anche vantaggiosa per Anna cui vengono riconosciute una serie di rendite purché non lasci il paese.
Spinto dalla passione Enrico sposa Caterina Howard, bella, giovane, civetta, priva di formazione “alla vita di corte”; conquista subito il re. Ma come dicevo non ha formazione né esperienza sufficiente, i tentativi di nominare a cariche importanti alcuni suoi amici e una relazione extraconiugale, uniti alle solite lotte interne alla corte, portano Caterina ad una condanna a morte per adulterio e alto tradimento.
Infine Enrico sposa Caterina Parr, una vedova senza figli, che gli starà accanto negli ultimi anni di vita e assumerà quasi un ruolo di infermiera, anche se non mancheranno episodi di scontro ma prevarrà la sua obbedienza.

Due parole merita anche Enrico VIII che conosciamo in via solo incidentale, pur essendo onnipresente perché stiamo parlando delle sue mogli, la sua figura non è approfondita ma emerge comunque un uomo erudito, dotto teologo, che fu definito “Defensor Fidei” per la sua opposizione al luteranesimo, poi fondatore della Chiesa Anglicana, malato, a volte crudele e capriccioso, ma anche capace di innamorarsi, la maggior parte dei suoi matrimoni sono basati sui sentimenti (cosa non scontata per un monarca). È una figura interessante mi piacerebbe sentire anche il suo punto di vista.
E comunque, ritengo, meriti che si spezzi una lancia in suo favore: alla base dei suoi comportamenti c’è la necessità di un erede maschio (meglio due visto che lo stesso Enrico è diventato re in seguito alla morte prematura del fratello maggiore), esigenza sentita a tutti i livelli sociali.

“L’ossessione del maschio non riguardava solo le famiglie regnanti. Tutti gli uomini di tutte le classi sociali proprietarie di beni desideravano figli maschi, poiché solo attraverso i maschi passava la vera linea di discendenza. Alla radice di questo modo di sentire erano le norme che regolavano proprietà e successioni, in base alle quali il marito assumeva non solo le ricchezze ma anche i diritti della moglie.”



Il libro si chiude con un discorso generale quasi fatalista che si chiede “cosa sarebbe successo se?” perché le cose avrebbero potuto essere molto diverse se ad esempio il figlio maschio di Caterina d’Aragona fosse sopravvissuto, oppure se Anna Bolena avesse dato alla luce un maschio.

La scrittura è strutturata, ricca di dettagli e particolari, ma sa essere anche molto ironica; la ricostruzione storica impeccabile. 

È un saggio molto bello, pieno di dettagli, retroscena, aneddoti, intrighi di corte, vita privata oltre a tantissima Storia, un ottimo strumento di approfondimento storico. Super consigliato a chi ama la Storia come me, ci sono altri titoli di Antonia Fraser editi in Italia sempre nella collana Oscar Storia inutile dire che prima o poi saranno miei in particolare quello su Maria Antonietta (da cui è stato tratto il film di Sofia Coppola) e quello sugli amori del re Sole.
Voi avete letto qualcosa della Fraser?