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venerdì 18 ottobre 2024

FRANKENSTEIN di MARY SHELLEY

TITOLO: Frankenstein
AUTORE: Mary Shelley    traduzione di: Giorgio Barroni
EDITORE: Feltrinelli
PAGINE: 320
PREZZO: € 9,00
GENERE: letteratura inglese, classico, gotico, horror, fantascienza
LUOGHI VISITATI: Svizzera nel corso dell'800
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Unpopolar opinion: non mi è piaciuto.

Sicuramente diverso da quello che mi aspettavo, probabilmente avevo delle aspettative sbagliate e questo ha condizionato la mia lettura e il mio giudizio.

La storia non è narrata in modo diretto ma filtrata da una cornice narrativa particolare che fornisce degli indizi sul finale. Sostanzialmente una nave in viaggio al Polo Nord incontra e soccorre un uomo su una slitta e quest’uomo è il dottor Frankenstein il quale ripresosi dall’incidente racconta la sua vita e vicende al capitano Robert Walton, che a sua volta le racconta in lettera all sorella.

Ad essere raccontata è la storia di Frankenstein (che è lo scienziato e non il mostro come spesso si crede) e si narra tutta la sua vita fin dalla nascita compresa la storia dei genitori, sicuramente Shelley ha trasposto nella narrazione anche la sua esperienze di vita e di studi. Il nostro Frankestein è uno scienziato, un ragazzo che va all’università, si appassiona alla filosofia naturale e inizia una serie di studi e ricerche molto particolari che lo portano a creare la vita (lo dico tranquillamente perché non penso proprio sia uno spoiler). Creata la vita iniziano poi una serie di altre avventure/ peripezie poco piacevoli, diciamo che Frankenstein paga a caro prezzo le conseguenze dalla sua scoperta. Praticamente tutta la vicenda è concentrata su Frankenstein e sul suo io interiore, sulle sue esperienze, emozioni e sensazioni. E a me Frankenstein non è piaciuto l’ho trovato una persona pedante, megalomane ed egoista, si reputa bravissimo e infallibile. Ha fatto una scoperta incredibile dai tanti risvolti sai positivi che negativi e lui non se ne fa nulla.

La cosa che mi è piciuta meno è che manca la parte sulla creazione della vita, che io reputavo la parte centrale, più importante e invece è liquidata con un paragrafo. Non vengono spiegate (o inventate) tecniche e modalità e nemmeno teorie scientifiche. Sarà che il mio unico approccio alla storia di Frankenstein è stato tantissimi anni fa con il film Frankenstein junior di Mel Brooks visto alle scuole medie e nemmeno tutto perché non ricordo il finale, film parodia che si ispira, che prende spunto dal libro di Mary Shelley (qui abbiamo uno scienziato che è il nipote del Frankenstein di Shelley che ripropone in chiave tragicomica l’esperimento dello zio).

Io ho empatizzato moltissimo con il mostro che è il cattivo della storia. Il mostro, che rimane senza nome, vive e fa delle cose e a un certo punto le racconta, e ci sono della pagine veramente belle e toccanti. In contrasto con il suo aspetto dimostra anche un animo sensibile, ma il dolore che prova lo traforma tutto in malvagità, è anche un essere cattivo, sadico, vendicativo. Anche se personalmente non mi sento di biasimarlo. Ci sono però degli aspetti che mi lasciano perplessa: il mostro ha imparato da solo a parlare, a leggere e scrivere, e come si esprime? In un modo estremante istruito ed erudito, è possibile? Il mostro si dispiace di non aver provato amore genitoriale, ma come fa a conoscerne l’esistenza? Lo ha osservato? Oppure ha reminescenze del passato? Teoricamente lui è nato da zero già adulto, sono cose che un uomo conosce inconsciamente? Sono tutti aspetti che avrebbero potuto essere affrontati e approfonditi così come la creazione, anche inventando delle soluzioni.

Sono rimasta piuttosto delusa dall’opera io mi aspettavo più un racconto del terrore, sicuremente non è una storia allegra o una commedia, è un opera drammatica ma tutto è centrato sull’io di Frankenstein.

La sensazione che ho avuto è quella di allungare il brodo, magari mi sono fatta condizionare dal fatto di sapere che l’idea nasce come un racconto di Mary Shelley e poi ne fa un romanzo, ho trovato superflue ad esempio la cornice narrativa che va avanti per pagine e pagine con la storia anche del capitano della nave oppure la storia dei genitori di Frankenstein. In generale l’ho trovato un po’ pesante, va tenuto conto che è un libro di inizio ‘800 ambientato nel secolo precedente, con uno stile di scrittura distante e diverso dal nostro; è un romanzo che ha avuto un grandissimo successo e ci sono tantissime chiavi di lettura e interpretative, ovviamente non sono nessuno per negare che possa essere un capolavoro ma mi limito a riportare il mio umile e semplice pensiero di lettrice qualunque.

 

Fatemi sapere se lo avete letto e se vi è piucito o meno.


venerdì 5 luglio 2024

CONFUSIONE di ELIZABETH JANE HOWARD

TITOLO: Confusione (volume 3 saga Cazalet)
AUTORE: Elizabeth Jane Howard         traduzione di: Manuela Francescon
EDITORE: Fazi
PAGINE: 526
PREZZO: € 18,50
GENERE: letteratura inglese, saga famigliare, saga dei Cazalet 
LUOGHI VISITATI: Inghilterra e Londra primi anni '40
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Confusione è il 3° volume della saga famigliare dei Cazalet, attenzione possibili spoiler sui volumi precedenti!

Continuiamo a leggere delle vicende dei Cazalet questo volume è ambientato tra il marzo del 1942 e il 1945. Siamo nel pieno della Seconda Guerra Mondiale ed Elizabeth Jane Howard, attraverso le vicende dei Cazalet, ci racconta la vita in Inghilterra e a Londra durante quegli anni. Anche se non si è mai combattutto sul suolo inglese la guerra c’è e si fa sentire con tutta la sua devastante presenza: i bombardamenti su Londra, il richiamo alla armi, i bombardamenti su Londra, la tessera annonaria, il razionamento e le difficoltà a reperire oggetti e materiali ma anche il cibo, gli impieghi nel sistema guerra e le attività di volontariato. Ma ci racconta anche della vita normale che continua, dei locali aperti, dell’andare al cinema e a ballare e al ristorante; e poi ci si sposa, si muore, si conoscono nuove persone, nascono amicizie e amori...

La narrazione è concentrata sulle cugine Louise, Polly e Clary ma senza dimenticarsi degli altri, in particolare si alternano capitoli dedicati ad una delle cugine con capitoli dedicati all’intera famiglia.

In questo terzo volume succedono tante cose, senza svelare troppo, anche Polly e Clary lasciano Home Place per trasferirsi a Londra dove seguono un corso di dattilografia e iniziano a fare dei lavoretti; Louise ottiene il matrimonio che vuole ma la vita quotidiana sarà molto diversa da quello che si aspettava. In generale la vita continua, con i limiti del periodo, continua per tutti con i soliti problemi, preoccupazioni e tradimenti, la guerra non cambia il modo d’essere dei nostri personaggi. Tutti sperano e attendono la fine della guerra e il ritorno alla normalità.

“Dopo la guerra. Quante volte si sentiva pronunciare quella frase! Erano anni che tutti vagheggiavano quel momento: il momento in cui sarebbe iniziata una vita nuova, le famiglie si sarebbero ricongiunte, la democrazia avrebbe prevalso e le ingiustizie sociali sarebbero state sanate in blocco.

Come negli altri romanzi c’è una magnifica interpolazione tra la Storia e le vicende personali dei Cazalet, offrendo un interessante spaccato storico e culturale; inoltre la Howard per scrivere la storia delal famiglia Cazelet si è ispirata a fatti ed esperienze che ha vissuto realmente. Mi dispiace sempre salutare i Cazalet mi sento una di famiglia, gioisco e soffro con loro, ma al contempo non vedo l’ora di vedere come va avanti.

Consiglio assolutamente di leggere la saga nella sua interezza.

Vi aspetto nei commenti per sapere se lo avete letto.


giovedì 9 novembre 2023

LE ARMI DELLA LUCE di KEN FOLLETT

TITOLO: Le armi della luce
AUTORE: Ken Follett traduzione di: Annamaria Raffo
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 712
PREZZO: € 27
GENERE: letteratura inglese, romanzo storico
LUOGHI VISITATI: Inghilterra fine '700 primi '800
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Le armi della luce è il nuovo capitolo della saga di Kingsbridge di Ken Follett: una nuovo tassello questa volta ambientato tra la fine del ‘700 e i primi anni dell’800. Siamo agli inizi della Rivoluzione industriale e iniziano a fare la propria comparsa le macchine che sostituiscono il lavoro dell’uomo, in particolare vediamo le macchine per la creazione di filato e tessuti, Kingsbridge è un centro produttivo importante fin dal Medioevo; ma sono anche gli anni delle guerre napoleoniche che incidono sulla vita delle persone dalla chiamata (più o meno volontaria) nell’esercito alle fortissime ripercussioni che le tasse hanno sul prezzo dei generi di prima necessità, su tutti il pane.

Mi è difficile dire di cosa parla, perché non voglio fare spoiler e rovinare l’effetto della scoperta,  i personaggi sono tanti e ognuno ha la sua storia personale più o meno travagliata, ma le vicende si riconducono a grandissime linee in una lotta per la sopravvivenza tra la parte povera della popolazione - per lo più operai - e i ricchi nobili, possidenti terrieri e produttori (potremmo dire gli imprenditori di oggi) che cercano di guadagnare il più possibile e soprattutto non vogliono perdere/abbandonare i privilegi di status di cui godono.

“«Non mi piace» disse il vescovo con fermezza.
Elsie se l’aspettava, ma rimase sgomenta per il tono risoluto. Non era una sorpresa che lui non fosse d’accordo, e lei aveva un piano per convincerlo. Tuttavia gli chiese: «Perché mai non vi piace?».
«Vedi, mia cara, non è un bene che le classi lavoratrici imparino a leggere e a scrivere» rispose lui, assumendo il tono paterno dell’uomo più anziano che dispensa perle di saggezza a una giovane utopista. «I libri e i giornali gli riempiono la testa di concetti che non capiscono. Li rendono insoddisfatti della posizione sociale che Dio ha disposto per loro. Si fanno delle idee assurde sull’eguaglianza e la democrazia.»
«Ma dovrebbero leggere la Bibbia.»
«Ancora peggio! Interpretano male le Scritture e accusano la Chiesa di Stato di diffondere una falsa dottrina. Diventano protestanti e dissidenti e poi vogliono fondare le loro chiese, come i presbiteriani e i congregazionalisti. E i metodisti.»”

Ognuno a suo modo cerca di sopravvivere come meglio può. Ci sono le crisi legate agli scioperi ma ci sono anche le crisi dovute alle tasse elevatissime che portano ad un aumento intollerabile del prezzo dei beni di prima necessità. Fondamentalmente ci muoviamo tra gli operai da un lato e i produttori dall’altro ognuno cerca di sopravvivere e di adattarsi meglio che può al periodo storico; c’è chi ci riesce e chi no, ci sono pagine davvero drammatiche. Abbiamo modo di vedere in più occasioni che le decisioni sia politiche che giudiziarie vengono prese o per diritto di nascita (la nobiltà) oppure per diritto che si acquisisce al raggiungimento di un certa ricchezza. Espressione di questi indirizzi sono alcune leggi che vengono citate come il Framework Act, il Combination Act e il Treason Act che vanno a limitare se non vessare i lavoratori e il popolo che non ha rappresentanza in parlamento nonostante sia la fetta più consistente di popolazione.

“Tutti i giurati erano cittadini di Kingsbridge di età compresa tra i ventuno e i settant’anni, proprietari di beni immobili che fruttavano almeno quaranta scellini d’affitto all’anno. Gli uomini appartenenti a questo gruppo avevano anche il diritto di votare, in base alla regola chiamata suffragio dei quaranta scellini. Costituivano la classe governante della città e, in linea di massima, erano sempre pronti a condannare gli operai.
Lo sceriffo aveva il compito di nominare la giuria scegliendo uomini a caso. Tuttavia, secondo Hornbeam, alcune delle persone idonee non erano affidabili, quindi aveva scambiato qualche parola con Doye per dirgli di escludere i metodisti e altri nonconformisti che avrebbero potuto simpatizzare con chi cercava di tenere un gruppo di discussione. Doye aveva acconsentito senza esitazione.”
 

Inoltre siamo a fine ‘700 e c’è stata da pochissimo la Rivoluzione Francese che ha portato all’abbattimento della monarchia e l’istaurazione di un governo democratico (almeno sulla carta e/o nelle intenzioni): sono argomenti scottanti, importanti, c’è sicuramente la paura che anche negli altri paesi e quindi anche in Inghilterra possa succedere qualcosa di simile e dall’altro c’è la voglia del popolo, degli operai, dei contadini di informarsi, di migliorarsi (perché lo vediamo dai nostri personaggi lavorare tutto il giorno tutti i giorni non è abbastanza), la ventata di novità gira per l’Europa anche solo sotto forma di desiderio di potersi esprimere.

“Era quello che pensava Amos. Era la sera dedicata allo studio della Bibbia, e l’argomento era la storia di Caino e Abele, ma appena fu sollevato il tema dell’assassinio tutti si misero a discutere dell’esecuzione del re di Francia. Il vescovo di Kingsbridge aveva pronunciato un’omelia in cui affermava che i rivoluzionari francesi avevano commesso un omicidio.
Quella era l’opinione della nobiltà, del clero e di quasi tutta la classe politica britannica. Il primo ministro William Pitt era ferocemente ostile ai rivoluzionari francesi, mentre l’opposizione Whig era divisa: la maggior parte stava dalla parte di Pitt, ma una nutrita minoranza vedeva quanto di positivo c’era nella rivoluzione. Anche il popolo era diviso: c’era chi chiedeva riforme democratiche sulla linea di quelle francesi, mentre i più, cautamente, proclamavano la propria fedeltà a re Giorgio III e si opponevano alla rivoluzione.” 

C’è anche un capitolo (circa quaranta pagine) interamente dedicato alla battaglia di Waterloo, è la prima volta che leggo di questo evento e storicamente ne so poco (so che è la battaglia decisiva per la sconfitta di Napoleone ma non conosco i dettagli tecnici): sono pagine piene di emozioni, sappiamo già chi vincerà ma i nostri, gli uomini di Kingsbridge presenti ce la faranno? E si rimane tutto il tempo col fiato sospeso, sono pagine forti emotivamente. Non è un libro su Napoleone ma comunque seppur con altre millemila cose parla anche degli effetti che ha avuto la guerra che l’Inghilterra ha combattuto per decenni contro Napoleone.

“Rupe sospirò. «Questa maledetta guerra. Ventidue anni e non è ancora del tutto finita. Ha interferito con i nostri affari per gran parte della nostra vita adulta. E poi le rivolte per il pane, la distruzione delle macchine e le leggi che puniscono chi critica il governo. Cosa ci abbiamo guadagnato?»
«Suppongo che il governo direbbe che abbiamo impedito che l’Europa venisse annessa all’impero francese.»” 

Come dicevo prima i personaggi sono tanti, ben caratterizzati e molto interessanti.

La prima che incontriamo è Sal Clitheroe, una donna forte sia livello fisico che soprattutto caratteriale, molto determinata e risoluta, le cui scelte la porteranno a Kingsbridge dove continuerà a lavorare per Amos garantendo un futuro a se stessa e al figlio Kit. Sicuramente una figura femminile forte, non comune dati i tempi ma non per questo meno realistica.

Kit Clitheroe è un ragazzino molto sveglio e ingegnoso, interessato al mondo che lo circonda e al suo funzionamento, dovrà crescere in fretta e iniziare a lavorare ancora prima di compiere i sette anni, età in cui si iniziava a lavorare! A Kingsbridge Sal e Kit divideranno la casa con altri operai in particolare i fratelli Box, Jarge e Joanie.

Non tutti i produttori sono egoisti e prepotenti ce ne sono anche di “buoni” come Amos e Spade.

Amos Barrowfield, che conosciamo intento a fare la gavetta nell’azienda paterna, è un uomo integerrimo, come si conviene ai metodisti, ligio ai doveri anche morali, ha a cuore non solo la propria attività ma anche le persone che lavorano per lui.

“Ad Amos tutto questo non interessava granché. Per lui la religione era come vivevi la tua vita. Era per questo che si arrabbiava quando suo padre diceva: «Io non sono nel commercio per dar da mangiare ai figli degli altri.» Obadiah lo definiva uno sciocco idealista. “E forse lo sono” pensò lui. “Forse lo era anche Gesù”.
Gli piacevano le animate discussioni durante lo studio della Bibbia nella sala metodista, perché lì poteva esprimere la sua opinione ed essere ascoltato con cortesia e rispetto, anziché sentirsi dire di stare zitto e uniformarsi a quello che affermava il clero o gli anziani o suo padre. Inoltre c’era un altro vantaggio: agli incontri partecipavano molte persone della sua età, per cui la sala metodista era diventata, senza volere, una specie di luogo di ritrovo per giovani rispettabili. E poi c’erano un sacco di ragazze carine.”

David Shoveller detto Spade è un artigiano specializzato, un vero amico, uomo leale, sempre aggiornato e informato sulla realtà che lo circonda, con un passato sfortunato e un presente tormentato.

Non può non essere tra i protagonisti la famiglia del vescovo di Kingsbridge Stephen Latimer, seguiamo soprattutto sua moglie Arabella e la figlia Elsie che, nonostante il suo status sociale, si impegna alacremente per aiutare il prossimo in particolare i bambini poveri creando e gestendo una scuola domenicale con Amos.

Il consigliere Joseph Hornbeam: produttore di tessuti e imprenditore, giudice e consigliere cittadino, è un uomo influente e potente, che mira a diventare quantomeno sindaco di Kingsbridge e magari anche deputato in parlamento. È un uomo avido, senza scrupoli, manipolatore, un prepotente che sfrutta ogni occasione per arricchirsi anche e soprattutto a discapito dei più deboli, è senza cuore. Ma nasconde un passato davvero particolare per un uomo del suo status.

Meritano di essere ricordati anche i Riddick, i signori di Badford, il villaggio vicino a Kingsbridge di cui è originaria Sal, in particolare Will e Roger sono quelli che seguiremo di più.

È un romanzo che offre tantissimi spunti di riflessione e approfondimento sia da un punto di vista storico ad esempio le leggi che limitano le libertà della popolazione, la politica del Primo ministro Pitt, le nuove macchine che vengono introdotte ma sono anche molto attualizzabili. Il lettore può domandarsi qual è la situazione oggi, quanti passi avanti e tutele abbiamo guadagnato? Al contempo ricordarsi che purtroppo ci sono molte parti del mondo dove la situazione non è poi cambiata tanto: dove lo sfruttamento del lavoro e il lavoro minorile sono la regola, dove la giustizia è amministrata in modo non imparziale ma per raggiungere i propri fini personali. Personalmente ho visto anche problematiche attuali che sono presenti oggi nel nostro paese, sarà per una mia particolare sensibilità sul tema, ma quando il consigliere Hornbean dice che gli operai che si lamentano è perché non hanno voglia di lavorare mi è sembrato di sentire quella mentalità retrograda e sfruttatrice di chi oggi dice che i giovani non vogliono lavorare perché sono pigri ecc quando invece giustamente non vogliono essere degli schiavi vanificando anche tutti i sacrifici e le lotte combattute negli ultimi secoli.

Romanzo storico coinvolgente e appassionante, che tiene il lettore incollato alle pagine anche grazie alle vicende dei personaggi di fantasia che ben si intersecano con la Storia, offrendo un quadro, una ricostruzione della vita dell’epoca. La storia inglese di un periodo molto interessante e di cui francamente conosco pochissimo in generale.

“Quel pomeriggio Sal fu convocata da sua signoria.
Aveva infranto la legge. Aveva commesso un crimine. Peggio, era una donna del popolo che aveva osato aggredire un gentiluomo. Era nei guai fino al collo.
Il rispetto della legge e il mantenimento dell’ordine erano responsabilità dei giudici di pace, chiamati anche magistrati. Venivano nominati dal lord luogotenente, il rappresentante del re nella contea. Non erano uomini di legge bensì proprietari terrieri. In una città come Kingsbridge c’erano diversi giudici, ma nei villaggi di solito ce n’era solo uno, e a Badford era sua signoria, il signor Riddick.
I crimini gravi venivano giudicati da due o più magistrati, e le accuse che comportavano la pena di morte dovevano essere discusse davanti a un giudice della corte d’assise, mentre i reati minori come l’ubriachezza, il vagabondaggio e le violenze lievi potevano essere valutate da un unico giudice, solitamente nella sua casa.
Il signor Riddick sarebbe stato per Sal giudice e giuria.
Non c’erano dubbi sul verdetto di colpevolezza, ovviamente, ma quale sarebbe stata la punizione? Un giudice poteva condannare un colpevole a passare un giorno alla berlina, seduto a terra con le gambe bloccate dai ferri, una pena che era, più che altro, un’umiliazione.
La sentenza che Sal temeva di più era la fustigazione, una condanna frequente, un evento quotidiano nell’esercito e in marina. Solitamente era pubblica. Il condannato veniva legato a un palo nudo o seminudo, tanto gli indumenti sarebbero stati fatti a brandelli durante l’esecuzione della pena. La frustra usata di norma era il temutissimo gatto a nove code, con nove listelle di cuoio tempestate di pietre e chiodi per infliggere ferite più profonde.
L’ubriachezza poteva essere punita con sei frustrate, una rissa con dodici. Per aver aggredito un signore Sal avrebbe potuto beccarsene ventiquattro, un vero supplizio. Nell’esercito spesso gli uomini erano condannati a cento frustate, e talvolta morivano, ma le pene per i civili, per quanto violente, non era mai così feroci.”


“Hornbeam non era mai stato in battaglia, però immaginava che il rumore fosse simile a quello di una sala piena di telai a vapore. Per tutta la giornata le macchine sbattevano e sferragliavano così forte che era impossibile sostenere una conversazione. Gli operai che lavoravano ai telai per anni spesso finivano col diventare sordi.
Il compito principale degli operai era quello di cercare i difetti nella stoffa: grumo e filo teso o allentato erano i principali. Riparavano i fili strappati con il piccolo nodo piatto del tessitore, e dovevano farlo in fretta per ridurre al minimo il calo di produzione. Altro compito importante era cambiare le spolette ogni pochi minuti, perché il filato si esauriva in fretta a causa del ritmo veloce della macchina. Una persona riusciva a gestire due o tre telai alla volta.
Gli incidenti erano frequenti, causati dall’imprudenza dei lavoratori secondo Hornbeam. Aveva visto la manica penzolante di un operaio restare impigliata in una cinghia di trasmissione e strappargli il braccio dalla spalla.
La spoletta volante era la causa della maggior parte degli incidenti. Si muoveva molto rapidamente, attraversando il passo duo o tre volte al secondo. Era fatta di legno ma doveva avere le estremità metalliche per evitare che si danneggiasse quando andava a sbattere contro l’alloggiamento. Se l’operaio azionava il telaio troppo velocemente, la spoletta colpiva l’alloggiamento con eccessiva violenza e volva fuori ferendo chiunque si trovasse sulla sua traiettoria.”

 

È un volume godibilissimo e scorrevole nonostante la mole (del resto come tutti gli altri libri) che può essere letto anche se non si conosce la saga o se non si è letto l’intera saga perché non ci sono spoiler dei volumi precedenti e non è necessario conoscerli. Ci sono alcuni riferimenti “superficiali” ad esempio viene citato il ponte di Mertin ma in questo modo, un personaggio esce da Kingsbridge passando sul ponte di Mertin, oppure altro personaggio passando sulla strada vede sull’isola dei lebbrosi l’ospitale fondato da Caris oppure si dice che nel cimitero di fianco alla cattedrale c’è la tomba di priore Philip (figura importantissima per la cattedrale e la città): si tratta di accenni che portano alla mente fatti e personaggi della saga e io lettore mi fermo a ripensare a quei personaggi e alle loro storie, ma il lettore nuovo non perde nulla né del presente romanzo né degli altri.

Come in tutti i volumi non mancano storie d’amore tormentante e impossibili, una sorta di lotta tra il bene e il male, tra personaggi buoni e cattivi e lo scontro religioso (che è un elemento che ha caratterizzato la storia inglese nel corso dei secoli) che in questo capitolo è più ideale che materiale e vede contrapposta la chiesa Anglicana ufficiale e il movimento metodista che sta iniziando a prendere avvio. Cit

Veniamo ora ai difetti perché sì ho trovato dei difetti: si tratta più che altro di mancanze che non incidono sulla lettura, in particolare dato il prezzo (ben 27 euro) avrei apprezzato molto la presenza dell’indice e dell’elenco personaggi (che erano presenti in altri volumi della saga) e poi ho trovato magari un po’ tirato il fatto che praticamente tutti i protagonisti hanno a che fare con la battaglia di Waterloo (anche se sono pagine meravigliose e molto importanti nel senso della storia).

Follett è uno di quegli autori main stream, un autore di best seller, di libri con una prosa scorrevole, libri di trama anche e soprattutto come Joel Dicker e Stephen King per fare alcuni esempi. Di suo ho letto solo i libri della saga di Kingsbridge, e mi piacerebbe leggere anche qualcosa d’altro possiedo già la trilogia del secolo, e i primi due volumi della war trilogy più un libro singolo, prima o poi mi deciderò a leggere altro.

Fatemi sapere se avete letto la saga di Kingsbridge e/o altro di Follett.

giovedì 21 settembre 2023

ASSASSINIO ALLO SPECCHIO - AGATHA CHRISTIE

TITOLO: Assassinio allo speccio
AUTORE: Agatha Christie  traduzione di: Lidia Ballanti
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 224
PREZZO: € 12
GENERE: giallo, letteratura inglese
LUOGHI VISITATI: Inghilterra primi anni '60
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Assassinio allo specchio è il mio primo approccio con Miss Marple libro, però un pochino conoscevo già il personaggio per averlo visto in vari sceneggiati televisivi (non li ho mai seguiti con costanza ma mi è capitato di vederne qualcuno o qualche spezzone) e per averne sentito parlare. Miss Marple è una vecchietta simpatica, curiosa e direi anche un po’ impicciona, del genere di “investigatrice per caso” cioè non professionale che si trova suo malgrado immischiata in omicidi e ovviamente non si tira indietro dallo svolgere le sue personalissime indagini che portano allo svelamento del mistero, talvolta (come in questo caso) può essere che la polizia chieda il suo aiuto oppure indagando parallelamente.

 

“«Vuoi dire un caso d’assassinio?»
Miss Marple parve indignata. «Non so cosa ti faccia credere che io pensi sempre e soltanto a disgrazie del genere.»
«Non dire sciocchezze, Jane. Perché non affermi apertamente di essere un’esperta criminologa?»
«Perché non lo sono affatto» ribatté vivacemente Missa Marple. «Ho soltanto una certa conoscenza della natura umana: il che è più che naturale avendo trascorso tutta la vita in un villaggio come questo.»
«Forse hai ragione, benché non creda che la gente sia d’accordo con te, naturalmente.»”

Agatha Christie è stata una scrittrice molto prolifica (da un lato direi per fortuna, perché me ne sono innamorata, dall’altro un po’ meno perché sono tanti i libri che voglio recuperare) e ha creato alcuni tra i più famosi investigatori, tra cui appunto Miss Marple. I romanzi con protagonista Miss Marple sono tredici e io ho iniziato dal primo? Ovviamente no; ho iniziato dal nono però penso che in generale nelle storie degli investigatori della Christie l’ordine non è poi così stringente e vincolante, non è una serie vera e propria o una saga strettamente legata, i singoli volumi possono tranquillamente essere letti anche in ordine sparso. La scelta è caduta su questo semplicemente perché l’avevo in casa acquistato con una delle promozioni “due libri a 9,90” del gruppo Mondadori dove spesso ci sono gialli di Agatha Christie ed è un ottimo modo per recuperare o meglio arricchire la collezione.

Devo dire che appena capita la storia, appena capito di cosa parlasse il libro, già sapevo tutto: sapevo il colpevole e il movente, ho indovinato l’ucciso, l’assassino e la ragione del delitto già alla presentazione dei personaggi. Non sono un genio semplicemente l’espediente, il movente del delitto l’ho visto altrove (sicuramente nella serie tv ispirata ai delitti di Agatha Christie e quasi sicuramente anche in un episodio di Jessica Fletcher, la signora in giallo). Tutto ciò non toglie e non mi ha tolto il piacere della lettura, della scoperta e del metodo di Miss Marple, probabilmente sarà uno dei pochi, se non l’unico caso in cui anch’io individuo il colpevole nei gialli della Christie senza aspettare il disvelamento dell’investigatore protagonista.

Voglio assolutamente continuare la conoscenza di questa simpatica investigatrice e in generale la lettura dei gialli di Agatha Christie, che sono un po’ dei gialli cozy, sì ci sono degli omicidi, dei delitti ma non sono truculenti ne spaventosi o inquietanti. Almeno in quelli letti finora ho individuato uno schema: si inizia scoprendo l’ambientazione, l’atmosfera, il luogo e il contesto, poi c’è il delitto e infine la parte di indagine e disvelamento del mistero da parte del nostro investigatore, e il lettore segue tutto passo passo, la Christie fornisce tutti gli elementi e gli indizi per risolvere il caso. Questa tipologia di giallo mi piace davvero molto e ne ho diversi sia in libreria che in wish list, è qualcosa che si vedrà ancora su questi schermi.

Ma di cosa parla Assassinio allo specchio?

Siamo nella cittadina di St. Mary Maed agli inizi degli anni ’60, il villaggio di Miss Marple, come il resto dell’Inghilterra, sta vivendo i cambiamenti legati alla modernità e la progresso: nuovi negozi super scintillanti come i supermercati e nuovi quartieri fatti palazzi e non singole casette e quindi tanti nuovi abitanti. Jane Marple, data la sua curiosità, si lancia alla scoperta del nuovo quartiere dove casualmente conosce la signora Budcock una simpatica chiacchierona. Ma a scombussolare la vita nel piccolo villaggio è un’altra novità Marina Gregg, una famosa diva del cinema, ha comperato casa (da Dolly Bantry, cara amica di Miss Marple) e tutto il paese è in subbuglio perché verrà data una magnifica festa a cui nessun vuol mancare. E proprio durante la festa si consuma il delitto, ma si tratta di un delitto particolare: è chiaro a tutti che c’è stato un errore, la vittima designata era Marina Gregg che per un caso fortuito si salva, l’attrice gentilmente cede il suo cocktail a un invitato che ha rovesciato il suo e l’invitato muore poco dopo aver bevuto. Marina Gregg cade nello sconforto, inoltre si susseguono una serie di altri incidenti, più o meno gravi tutti tesi ad attentare alla vita dell’attrice. Chi è che vuole la morte di Marina Gregg? Quale il movente? Quali le ragioni che muovono l’assassino? Oppure la vittima doveva essere davvero l’invitato?

Sulla vicenda indaga sia la polizia che la nostra Miss Marple e inutile dirlo sarà proprio lei con la sua arguzia, con le sue abilità a ricomporre un puzzle intricato ed evanescente.

 

Avete letto Assassinio allo specchio? Vi aspetto nei commenti per sapere cosa ne pensate e per vostri suggerimenti su quali altre indagini di Miss Marple devo leggere.