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venerdì 18 luglio 2025

IL CALAMARO GIGANTE DI FABIO GENOVESI

TITOLO: Il calamaro gigante
AUTORE: Fabio Genovesi
EDITORE:  Feltrinelli
PAGINE: 144
PREZZO: € 10
GENERE: letteratura italiana
LUOGHI VISITATI: il mare alla ricerca del calamaro gigante o mitologico Kraken





Cercate una lettura fresca, divertente, estiva, leggera ma anche molto interessante e istruttiva? Ho il libro giusto: Il calamaro gigante di Fabio Genovesi.

Una scrittura leggera, ironica, divertente che racconta, attraverso capitoli brevi dove si mescola tutto quanto, le storie legate al calamaro gigante con altre personali, autobiografiche dall’autore o comunque presentate come tali. Senza perdere la sua semplicità e colloquialità ci sono - oltre a tantissime curiosità -importanti spunti di riflessione, diventando a tratti quasi “filosofico” e ci sono anche alcune storie commoventi (almeno per me come quella della nonna Giuseppina).

Protagonista indiscusso è il calamaro gigante di cui ad oggi ancora sappiamo molto poco e che è stato per secoli una sorta di animale mitologico. La comunità scientifica negava la sua esistenza e i pochi studiosi che avevano l’ardire di considerarlo reale venivano emarginati, le notizie degli avvistamenti erano per lo più ritenute fantasie di marinai.  

“Insomma, tutto questo discorso per dire che, quando parliamo di calamari, spesso non abbiamo idea di cosa siano davvero. Li abbiamo visti solo fritti o ripieni, o spiaccicati sul bancone di una pescheria. E quindi non li abbiamo mai visti. Perché loro sono diversi da noi uomini, che da morti non cambiamo mica tanto. Se un tizio muro bene, sembra uno che dorme. Lo metti in piedi, gli apri gli occhi e gli piazzi un telefono in mano, e siamo noi. Appena un calamaro muore invece, sparisce con tutta la sua magia.
quel modo armonioso e ipnotico di spostarsi, la morbida potenza dei tentacoli là in fondo, che possono unirsi a formare un’unica punta che buca l’acqua, o aprirsi in una corolla come i raggi di un sole che accende il mare, danzando ognuno per sé eppure in armonia, perché parte del suo cervello sta proprio lì, e ogni braccio pensa un po’ per conto suo. La capacità fantascientifica di cambiare colore, così immediata che in confronto i camaleonti sono dilettanti a una gara della parrocchia. I calamari, come le seppie e i polpi, sono astronavi aliene che aleggiano là sotto, piene di luci in ricognizione sul nostro pianeta.
E questo stesso miracolo, questa magia ipnotica, è il soffio vitale che anima il calamaro gigante. Solo che è un soffio lungo venti metri.
Il corpo vero e proprio, il mantello là in cima, è la parte più corta, contornata da una pinna trasparente che danza per gli spostamenti minimi e precisi, mentre per viaggiare veloce come un missile usa il getto d’acqua del sifone, da dove schizza pure la sua nuvola di inchiostro nero. Il sangue invece è blu, perché la posto del ferro contiene il rame, e a pomparlo in circolo ci pensano tre cuori. Gli occhi sono due, tondi e scuri, grandissimi anche considerando le sue dimensioni: un capodoglio ha occhi di sei centimetri, quelli del calamaro superano i trenta. Perfetti per vivere nel buio degli abissi, dove la luce è pochissima e va raccolta tutta.
E sotto gli occhi comincia la parte più grande del calamaro, otto lunghe braccia tentacolari, più altri due tentacoli che sono lunghi ancor di più. Schizzano lontano ad afferrare la preda con le ventose che li ricoprono, ognuna orlata da un anello tagliente e dentellato, e la portano alla bocca. Che sta lì in mezzo ai tentacoli, e più che una bocca è un becco, uguale a quello dei pappagalli, con dentro una lingua ruvida che si chiama radula, e come una grattugia consuma il cibo prima di ingoiarlo.
Ecco, questo è grosso modo quel che sappiamo del calamaro gigante, il resto è ancora un misto di teorie, scommesse e fantasia.”pag 105 e 106

È una lettura che mi ha sorpresa positivamente, avevo un po’ di timore a leggerla anche dopo aver letto la quarta di copertina pensavo potesse essere più problematica e avevo letto anche svariate critiche. In realtà io l’ho trovata una bella lettura che scorre molto veloce, è vero che si parla tantissimo del calamaro e che le storie sono un po’ simili ma non potrebbe essere diversamente se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo verso la fine ho avuto l’impressione che la narrazione diventi un pochino ripetitiva (nel senso che lo stesso concetto viene ripetuto più volte negli ultimi capitoli) però niente di insopportabile. Inoltre è un concetto che mi sta molto a cuore, si dice in soldoni che l’uomo si è eretto a capo del mondo ma in realtà è una delle tante creature che lo popolano e non è poi nemmeno la migliore.

La lettura di questo libro mi ha riportato a quella de Il libro del mare di Strøksnes con cui ha diversi punti in comune: entrambi scritti in prima persona con racconti autobiografici (o perlomeno così vengono presentati), sono divertenti ed ironici, raccontano tantissime curiosità ed entrambi si occupano in particolare di un animale (diverso ne Il calamaro gigante si parla appunto di calamaro e invece ne Il libro del mare si parla di squalo della Groenlandia) che però hanno in comune l’essere quasi mitologici oltre che enormi e preistorici.

Fabio Genovesi è un autore italiano contemporaneo che voglio approfondire, sono noti i miei problemi (leggasi pregiudizio) con la letteratura italiana non di genere (anche se negli ultimi anni piano piano la sto scoprendo).

Fatemi sapere se lo avete letto e cos’altro mi consigliate di questo autore.

Vi aspetto nei commenti