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venerdì 10 ottobre 2025

IL DOTTOR JEKYLL E MR. HYDE di ROBERT LOUIS STEVENSON

TITOLO: Il dottor Jekyll e Mr. Hyde
AUTORE: Robert Louis Stevenson    traduzione di: Barbara Lanati
EDITORE: Feltrinelli
PAGINE: 128
PREZZO: € 8,50
GENERE: letteratura inglese, classico
LUOGHI VISITATI: Londra fine '800



Il dottor Jekyll e Mr Hyde è un classico della letteratura che si presta a molte interpretazioni e letture. E come spesso mi accade in questi casi faccio fatica a parlarne.

Mi sono approcciata alla lettura senza saperne nulla se non la proverbiale dicotomia dott. Jeckyll e Mr Hyde come modo per indicare una doppia faccia di una medaglia.

Si tratta di un racconto lungo con un crescendo continuo di tensione - quasi un’ansia - man mano che si procede nella lettura e tantissima curiosità di vedere il mistero che si cela dietro.

Perché alla base della storia c’è una sorta di mistero. Protagonista è l’avvocato Mr Utterson che non riesce a capacitarsi, a capire le ragioni che hanno spinto il suo caro amico dott. Jeckyll a fare testamento/dettare disposizioni molto favorevoli verso Mr Hyde. Un uomo molto oscuro, ambiguo e da quello che Utterson sente in giro anche molto crudele, malvagio che da qualche tempo è comparso sulla scena ed è stato preso da Jeckyll sotto la propria ala protettrice. A rendere ancor più misteriosa la cosa è la reticenza di Jeckyll verso l’amico Utterson. Alla fine tutto viene svelato ed è molto inquietante.

Perché come dicevo all’inizio, ormai è proverbiale utilizzare la dicotomia Dott. Jeckyll e Mr Hyde per riferirsi a qualcosa di doppio, e la storia narrata in questo libro offre uno spunto di riflessione molto interessante per cui i critici e gli studiosi hanno scritto pagine e pagine di riflessioni. La mia edizione, che è Feltrinelli, offre un apparato introduttivo dettagliato che penso possa essere molto interessante ma che io ho saltato dopo poche pagine perché avevo voglia di leggere e basta.

È una lettura perfetta per la spooky season trattandosi di un racconto lungo dalla vibes gotiche e horror; inoltre è estremamente godibile e si legge con facilità. La curiosità è che ambientato a Londra a fine ‘800 che è lo stesso periodo in cui la capitale inglese era terrorizzata dai delitti di Jack Lo Squartatore.

È il primo libro di Stevenson che leggo e mi è piaciuto molto, sono molto curiosa di approfondire questo autore anche se da quello che ho capito questo racconto così gotico e horror sia un po’ un’eccezione rispetto alla sua produzione. Di suo voglio assolutamente recuperare L’isola del tesoro per la presenza del personaggio di Long John Silver di cui ho letto nei retelling di Larsson. Stevenson inoltre mi affascina come autore e come persona perché ho letto essere un po’ la pecora nera della famiglia, tutti ingegneri e architetti che costruivano fari in giro per il mondo e lui invece fa lo scrittore.

Vi aspetto nei commenti.


venerdì 18 ottobre 2024

FRANKENSTEIN di MARY SHELLEY

TITOLO: Frankenstein
AUTORE: Mary Shelley    traduzione di: Giorgio Barroni
EDITORE: Feltrinelli
PAGINE: 320
PREZZO: € 9,00
GENERE: letteratura inglese, classico, gotico, horror, fantascienza
LUOGHI VISITATI: Svizzera nel corso dell'800
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Unpopolar opinion: non mi è piaciuto.

Sicuramente diverso da quello che mi aspettavo, probabilmente avevo delle aspettative sbagliate e questo ha condizionato la mia lettura e il mio giudizio.

La storia non è narrata in modo diretto ma filtrata da una cornice narrativa particolare che fornisce degli indizi sul finale. Sostanzialmente una nave in viaggio al Polo Nord incontra e soccorre un uomo su una slitta e quest’uomo è il dottor Frankenstein il quale ripresosi dall’incidente racconta la sua vita e vicende al capitano Robert Walton, che a sua volta le racconta in lettera all sorella.

Ad essere raccontata è la storia di Frankenstein (che è lo scienziato e non il mostro come spesso si crede) e si narra tutta la sua vita fin dalla nascita compresa la storia dei genitori, sicuramente Shelley ha trasposto nella narrazione anche la sua esperienze di vita e di studi. Il nostro Frankestein è uno scienziato, un ragazzo che va all’università, si appassiona alla filosofia naturale e inizia una serie di studi e ricerche molto particolari che lo portano a creare la vita (lo dico tranquillamente perché non penso proprio sia uno spoiler). Creata la vita iniziano poi una serie di altre avventure/ peripezie poco piacevoli, diciamo che Frankenstein paga a caro prezzo le conseguenze dalla sua scoperta. Praticamente tutta la vicenda è concentrata su Frankenstein e sul suo io interiore, sulle sue esperienze, emozioni e sensazioni. E a me Frankenstein non è piaciuto l’ho trovato una persona pedante, megalomane ed egoista, si reputa bravissimo e infallibile. Ha fatto una scoperta incredibile dai tanti risvolti sai positivi che negativi e lui non se ne fa nulla.

La cosa che mi è piciuta meno è che manca la parte sulla creazione della vita, che io reputavo la parte centrale, più importante e invece è liquidata con un paragrafo. Non vengono spiegate (o inventate) tecniche e modalità e nemmeno teorie scientifiche. Sarà che il mio unico approccio alla storia di Frankenstein è stato tantissimi anni fa con il film Frankenstein junior di Mel Brooks visto alle scuole medie e nemmeno tutto perché non ricordo il finale, film parodia che si ispira, che prende spunto dal libro di Mary Shelley (qui abbiamo uno scienziato che è il nipote del Frankenstein di Shelley che ripropone in chiave tragicomica l’esperimento dello zio).

Io ho empatizzato moltissimo con il mostro che è il cattivo della storia. Il mostro, che rimane senza nome, vive e fa delle cose e a un certo punto le racconta, e ci sono della pagine veramente belle e toccanti. In contrasto con il suo aspetto dimostra anche un animo sensibile, ma il dolore che prova lo traforma tutto in malvagità, è anche un essere cattivo, sadico, vendicativo. Anche se personalmente non mi sento di biasimarlo. Ci sono però degli aspetti che mi lasciano perplessa: il mostro ha imparato da solo a parlare, a leggere e scrivere, e come si esprime? In un modo estremante istruito ed erudito, è possibile? Il mostro si dispiace di non aver provato amore genitoriale, ma come fa a conoscerne l’esistenza? Lo ha osservato? Oppure ha reminescenze del passato? Teoricamente lui è nato da zero già adulto, sono cose che un uomo conosce inconsciamente? Sono tutti aspetti che avrebbero potuto essere affrontati e approfonditi così come la creazione, anche inventando delle soluzioni.

Sono rimasta piuttosto delusa dall’opera io mi aspettavo più un racconto del terrore, sicuremente non è una storia allegra o una commedia, è un opera drammatica ma tutto è centrato sull’io di Frankenstein.

La sensazione che ho avuto è quella di allungare il brodo, magari mi sono fatta condizionare dal fatto di sapere che l’idea nasce come un racconto di Mary Shelley e poi ne fa un romanzo, ho trovato superflue ad esempio la cornice narrativa che va avanti per pagine e pagine con la storia anche del capitano della nave oppure la storia dei genitori di Frankenstein. In generale l’ho trovato un po’ pesante, va tenuto conto che è un libro di inizio ‘800 ambientato nel secolo precedente, con uno stile di scrittura distante e diverso dal nostro; è un romanzo che ha avuto un grandissimo successo e ci sono tantissime chiavi di lettura e interpretative, ovviamente non sono nessuno per negare che possa essere un capolavoro ma mi limito a riportare il mio umile e semplice pensiero di lettrice qualunque.

 

Fatemi sapere se lo avete letto e se vi è piucito o meno.


mercoledì 23 dicembre 2020

POIROT A STYLES COURT - AGATHA CHRISTIE

TITOLO: Poirot a Styles Court
AUTORE: Agatha Christie traduzione di Diana Fonticoli
EDITORE: Mondadori - collana Oscar moderni Cult
PAGINE: 226
PREZZO: € 13
GENERE: giallo
LUOGHI VISITATI: Essex - Inghilterra anno 1917

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Questo è il primo romanzo scritto da Agatha Christie ed è anche il primo romanzo in cui compare l’iconico investigatore Hercule Poirot. Piccoletto, iper preciso e puntiglioso, maniaco dell’ordine, intelligente, astuto e assolutamente molto preparato. In una parola geniale. Io avevo in mente solo l’interpretazione televisiva di David Suchet e così me lo sono immaginato anche durante la lettura del libro.

“Poirot mi sorrideva comprensivo.
«Ha un po’ le idee confuse, vero? Calma, mon ami. È abbastanza naturale essere eccitati. Fra poco sistemeremo con ordine i fatti, ognuno al proprio posto. Passeremo in esame i vari elementi, e scarteremo quelli che non c’entrano. Terremo da parte quelli importanti. Quelli inutili, invece, puf!,» sbuffò in modo decisamente comico «li soffieremo via.»
«In teoria va benissimo,» gli dissi «ma come si fa a distinguere i fattori importanti dagli altri? Non mi sembra per niente facile.»
Poirot scosse energicamente la testa. Si stava aggiustando i baffi con molto cura.
«Ma no. Voyons! Un fatto ne prova un altro, e via di seguito. Il secondo collima col primo? A meraveille! Bene. Si può procedere. E quest’altro particolare? Ah, guarda che strano! Manca un anello della catena. Passiamo in rassegna i fatti, e aggiungiamo quel piccolo particolare, l’anello mancante della catena.» Fece un gesto vago. «Quel particolare era importante, forse vitale.»
«Sì» balbettai.
«Ah!» Mi agitò l’indice sotto il naso con tanta veemenza, che quasi mi intimorì. «Attenzione! Rischia grosso l’investigatore che dice ‘È un particolare tanto piccolo che non serve a niente. Dimentichiamolo!’ In questo modo si genera confusione. Ogni dettaglio ha la sua importanza.»
«Lo so. Me l’ha ripetuto cento volte. È per questo che non ho tralasciato nessun particolare, che mi sembrasse importante o no.»”

Siamo nel 1917 e in Europa imperversa la prima guerra mondiale. Arthur Hastings è un ufficiale inglese in concedo che passa la sua convalescenza nell’Essex, a Styles Court presso la residenza dei Cavendish invitato dal suo vecchio amico John. Si tratta di una famiglia importante e molto ricca, tutto il patrimonio è gestito dalla matrigna la sig.ra Emily Inglethorp che si prodiga in opere di beneficenza e di sostegno dei militari al fronte. Ma la signora Emily si è recentemente sposata con Alfred Inglethorp il suo segretario, molto più giovane di lei, e apparentemente interessato al patrimonio più che alla vecchia signora, o almeno questo è quello che sospettano i figliastri John e Lawrence Cavendish e in generale tutte le persone che conoscono la famiglia.

La signora Emily viene avvelenata e i sospetti ricadono subito (e ovviamente) sul giovane marito anche perché sembrano esserci delle prove schiaccianti della sua colpevolezza. Per fortuna Hercule Poirot - ex investigatore della polizia belga, conosciuto anche a Scotland Yard con cui ha risolto importanti casi in passato – si trova in paese assieme ad altri profughi belgi ed è amico del signor Hastings il quale gli chiederà di indagare sul caso e risolvere il mistero.

Chi sarà il colpevole? Quale il movente? Nei giorni antecedenti la morte non sono mancati litigi furibondi e anche la redazione di nuovi testamenti; gli interessi economici in gioco sono molto forti, tutti o quasi gli abitanti della casa possono essere dei sospetti, abbiamo il marito, ma anche i figliastri John e Lawrence, la moglie di John Mary per fare degli esempi.

La voce narrante è quella di Arthur Hastings che all’epoca del delitto era ospite nella residenza di Styles Court ed ha assistito al processo. Dato il grande clamore del caso ha deciso di raccontare una volta per tutte come sono andate le cose realmente.

La narrazione è scorrevole, intrigante, tiene incollato il lettore alle pagine attraverso la ricostruzione dei fatti e delle indagini fornendo tutti gli elementi perché possa partecipare attivamente alla scoperta del colpevole; non mancano intrighi, spionaggio e tresche amorose clandestine.

Questo romanzo presenta una curiosità: troviamo la classica forma di svelamento del colpevole dove tutti gli interessati e/o i sospetti riuniti in un salotto dove Poirot spiega la risoluzione del caso. Questa modalità di svelamento è stata la seconda scelta della Christie, originariamente Poirot svelava il colpevole in tribunale al banco dei testimoni, ma l’editore ha ritenuto poco plausibile la scena e ha chiesto alla scrittrice di modificarla; dando probabilmente il là per una delle scene classiche e ricorrenti nei suoi gialli (anche se forse è solo quella che ricordiamo o che colpisce maggiormente perché in realtà in molti gialli della zia Agatha il colpevole viene svelato altrove senza la riunione in salotto). Nella nuova edizione Mondadori del 2020 (quella che vedete in foto) a fine libro è riportato anche il capitolo originario ritrovato negli archivi dell’autrice.

Parlare dei gialli per me è sempre molto complicato perché non voglio assolutamente rovinare la sorpresa.

Quelli di Agatha Christie sono i gialli per eccellenza, nella loro concezione più classica e tradizionale di delitto e investigatore che ricostruisce la vicenda e il movente e alla fine svela il colpevole, permettendo la partecipazione del lettore nella ricerca della verità fornendo tutti gli elementi per tentare di risolvere il caso anche in autonomia.

Il giallo/investigativo è un genere che mi piace molto, un genere di intrattenimento che però a me richiede particolare attenzione e coinvolgimento nella lettura perché voglio farmi un quadro chiaro e tentare di scoprire il colpevole, quindi leggo con la massima concentrazione, e torno indietro a rileggere alcuni passaggi e mi ripeto ad alta voce oppure faccio uno schemino riepilogativo con possibili moventi ed alibi e indizi e prove. Lo fate anche voi o sono l’unica pazza?