AUTORE: Mary Shelley traduzione di: Giorgio Barroni
EDITORE: Feltrinelli
PAGINE: 320
PREZZO: € 9,00
GENERE: letteratura inglese, classico, gotico, horror, fantascienza
LUOGHI VISITATI: Svizzera nel corso dell'800
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Unpopolar opinion: non mi è piaciuto.
Sicuramente diverso da quello che mi aspettavo,
probabilmente avevo delle aspettative sbagliate e questo ha condizionato la mia
lettura e il mio giudizio.
La storia non è narrata in modo diretto ma filtrata da una
cornice narrativa particolare che fornisce degli indizi sul finale.
Sostanzialmente una nave in viaggio al Polo Nord incontra e soccorre un uomo su
una slitta e quest’uomo è il dottor Frankenstein il quale ripresosi
dall’incidente racconta la sua vita e vicende al capitano Robert Walton, che a
sua volta le racconta in lettera all sorella.
Ad essere raccontata è la storia di Frankenstein (che è lo
scienziato e non il mostro come spesso si crede) e si narra tutta la sua vita
fin dalla nascita compresa la storia dei genitori, sicuramente Shelley ha
trasposto nella narrazione anche la sua esperienze di vita e di studi. Il
nostro Frankestein è uno scienziato, un ragazzo che va all’università, si
appassiona alla filosofia naturale e inizia una serie di studi e ricerche molto
particolari che lo portano a creare la vita (lo dico tranquillamente perché non
penso proprio sia uno spoiler). Creata la vita iniziano poi una serie di altre
avventure/ peripezie poco piacevoli, diciamo che Frankenstein paga a caro
prezzo le conseguenze dalla sua scoperta. Praticamente tutta la vicenda è
concentrata su Frankenstein e sul suo io interiore, sulle sue esperienze,
emozioni e sensazioni. E a me Frankenstein non è piaciuto l’ho trovato una
persona pedante, megalomane ed egoista, si reputa bravissimo e infallibile. Ha
fatto una scoperta incredibile dai tanti risvolti sai positivi che negativi e
lui non se ne fa nulla.
La cosa che mi è piciuta meno è che manca la parte sulla
creazione della vita, che io reputavo la parte centrale, più importante e
invece è liquidata con un paragrafo. Non vengono spiegate (o inventate)
tecniche e modalità e nemmeno teorie scientifiche. Sarà che il mio unico
approccio alla storia di Frankenstein è stato tantissimi anni fa con il film
Frankenstein junior di Mel Brooks visto alle scuole medie e nemmeno tutto
perché non ricordo il finale, film parodia che si ispira, che prende spunto dal
libro di Mary Shelley (qui abbiamo uno scienziato che è il nipote del
Frankenstein di Shelley che ripropone in chiave tragicomica l’esperimento dello
zio).
Io ho empatizzato moltissimo con il mostro che è il cattivo
della storia. Il mostro, che rimane senza nome, vive e fa delle cose e a un
certo punto le racconta, e ci sono della pagine veramente belle e toccanti. In
contrasto con il suo aspetto dimostra anche un animo sensibile, ma il dolore
che prova lo traforma tutto in malvagità, è anche un essere cattivo, sadico,
vendicativo. Anche se personalmente non mi sento di biasimarlo. Ci sono però
degli aspetti che mi lasciano perplessa: il mostro ha imparato da solo a parlare,
a leggere e scrivere, e come si esprime? In un modo estremante istruito ed
erudito, è possibile? Il mostro si dispiace di non aver provato amore
genitoriale, ma come fa a conoscerne l’esistenza? Lo ha osservato? Oppure ha
reminescenze del passato? Teoricamente lui è nato da zero già adulto, sono cose
che un uomo conosce inconsciamente? Sono tutti aspetti che avrebbero potuto
essere affrontati e approfonditi così come la creazione, anche inventando delle
soluzioni.
Sono rimasta piuttosto delusa dall’opera io mi aspettavo più
un racconto del terrore, sicuremente non è una storia allegra o una commedia, è
un opera drammatica ma tutto è centrato sull’io di Frankenstein.
La sensazione che ho avuto è quella di allungare il brodo,
magari mi sono fatta condizionare dal fatto di sapere che l’idea nasce come un
racconto di Mary Shelley e poi ne fa un romanzo, ho trovato superflue ad
esempio la cornice narrativa che va avanti per pagine e pagine con la storia
anche del capitano della nave oppure la storia dei genitori di Frankenstein. In
generale l’ho trovato un po’ pesante, va tenuto conto che è un libro di inizio
‘800 ambientato nel secolo precedente, con uno stile di scrittura distante e
diverso dal nostro; è un romanzo che ha avuto un grandissimo successo e ci sono
tantissime chiavi di lettura e interpretative, ovviamente non sono nessuno per
negare che possa essere un capolavoro ma mi limito a riportare il mio umile e
semplice pensiero di lettrice qualunque.
Fatemi sapere se lo avete letto e se vi è piucito o meno.
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