martedì 22 ottobre 2024

I MIGLIORI LIBRI DEL XXI SECOLO PER IL NEW YORK TIMES


Vi piacciono le liste di libri? A me tantissimo e oggi parliamo della listi dei cento libri migliori del XXI secolo secondo il New York Times. 





La lista è uscita a luglio con tanto “scalpore” perché il primo libro della lista, il vincitore è italiano si tratta de L’amica geniale di Elena Ferrante.

Dopo averla spulciata posso dare qualche numero 😎 : in Italia sono stati pubblicati novantadue libri e di questi ne ho otto in libreria di cui tre letti e venti in wish list. 

Ecco quelli letti: 

L’amica geniale di Elena Ferrante: una storia di formazione e amicizia che inizia nell’immediato dopoguerra in un rione popolare di Napoli, due bambine diverse ma complementari e a modo loro forti e determinate. Recensione completa

Il cardellino di Donna Tartt: romanzo di formazione con al centro la crescita di Theo che conosciamo ragazzino fino all’età adulta, tanti i momenti difficili da superare (una famiglia disfunzionale, trovare la propria strada, l'amore, l’amicizia, le dipendenze) e una presenza costante un piccolo quadro del ‘600 raffigurante un cardellino a cui sono legate una serie di vicende rocambolesche. Recensione completa

La Strada di Cormac McCarthy: un distopico che rappresenta un mondo post apocalittico e un viaggio della speranza tra un padre e un figlio. Devastante e illuminante al tempo stesso.

Trovo la lista piuttosto interessante e affine ai miei gusti e vorrei utilizzarla per prendere qualche spunto di lettura (come se ne avessi già abbastanza). 😂

Qui sotto metto la lista completa, vi aspetto nei commenti per due chiacchere sui libri in lista quali avete già letto e quali avete in wish list.

TITOLO

AUTORE

CE

1

L'Amica Geniale

Elena Ferrante

E/O

2

Al calore di soli lontani

Isabel Wilkerson

Il Saggiatore

3

Wolf Hall

Hilary Mantel

Fazi Editore

4

Il mondo conosciuto

Edward P Jones

Bompiani

5

Le correzioni

Jonathan Franzen

Einaudi

6

2666

Roberto Bolano

Adelphi

7

La ferrovia sotterranea

Colson Whithehead

SUR

8

Austerliz

W. G. Sebald

Adelphi

9

Non lasciarmi

Kazuo Ishiguro

Einaudi

10

Gilead

Marilynne Robinson

Einaudi

11

La breve favolosa vita di Oscar Wao

Junot Diaz

Mondadori

12

L'anno del pensiero magico

Joan Didion

Il Saggiatore

13

La strada

Cormac McCarthy

Einaudi

14

Resoconto

Rachel Cusk

Einaudi

15

Pachinko

Min Jin Lee

Piemme

16

le fantastiche avventure di Kavalier e Clay

Michael Chabon

Rizzoli

17

Lo schiavista

Paul Beatty

Fazi Editore

18

Lincoln nel bardo

George Saunders

Feltrinelli

19

Non dire niente

Patrick Radden Keefe

Mondadori

20

Cancellazione

Percival Everett

La Nave di Teseo

21

Sfrattati

Matthew Desmond

La Nave di Teseo

22

Belle per sempre

Katherine Boo

Piemme

23

Nemico, amante, amante

Alice Munro

Einaudi

24

Il sussurro del mondo

Richard Powers

La Nave di Teseo

25

Rrandom family

Adrian Nicole Leblanc

non in italia

26

Espiazione

Ian McEwan

Einaudi

27

Americanah

Chimamanda Ngozi Adichie

Einaudi

28

Cloud Atlas

David Mitchell

Sperling & Kupfer

29

L'ultimo samurai

Helen Dewitt

Einaudi

30

Canta, spirito canta

Jesmyn Ward

NN Editore

31

Denti bianchi

Zadie Smith

Mondadori

32

La linea della bellezza

Alan Hollinghurst

Mondadori

33

Salvare le ossa

Jesmyn Ward

NN Editore

34

Citizen

Claudia Rankine

66thand2nd

35

Fun home

Alison Bechdel

Rizzoli

36

Tra me e il mondo

Ta-Nehisi Coates

Codice Edizioni

37

Gli anni

Annie Ernaux

L'orma

38

I detective selvaggi

Roberto Bolano

Adelphi

39

Il tempo è un bastardo

Jennifer Egan

Minimun fax

40

Io e Mabel ovvero l'arte della falconeria

Helen Macdonald

Einaudi

41

Piccole cose da nulla

Claire Keegan

Einaudi

42

Breve storia di sette omicidi

Marlon James

Sperling & Kupfer

43

Postwar

Tony Judt

Laterza

44

La qunita stagione

N. K. Jesmin

Mondadori

45

Gli argonauti

Maggie Nelson

Il Saggiatore

46

Il cardellino

Donna Tartt

Rizzoli

47

Il dono

Toni Morrison

Sperling & Kupfer

48

Persepolis

Marjne Satrapi

Rizzoli

49

La vegetariana

Han Kang

Adelphi

50

Trust

Hernan Diaz

Feltrinelli

51

Vita dopo vita

Kate Atkinson

Nord

52

Train dreams

Denis Johnson

Mondadori

53

In fuga

Alice Munro

Einaudi

54

Dieci dicembre

George Saunders

Minimun fax

55

Le altissime torri

Lawrance Wright

Adelphi

56

I lanciafiamme

Rachel Kushner

Tea

57

Una paga da fame

Barbara Ehrenreich

Feltrinelli

58

Stay true

Hua Hsu

NR

59

Middlesex

Jeffrey Eugenides

Mondadori

60

Il giusto peso

Kiese Laymon

Black Coffee

61

Demon Copperhead

Barbara Kingslover

Neri Pozza

62

Nel mondo a venire

Ben Lerner

Sellerio

63

Veronica

Mary Gaitskill

Nutrimenti

64

I grandi sognatori

rebecca makkai

Einaudi

65

Il complotto contro l'America

Philip Roth

Einaudi

66

We the animals

Justin Torres

non in italia

67

Lontano dall'albero

Andrew Solomon

Mondadori

68

L'amico fedele

Sigrid Nunez

Garzanti

69

The new jim crow

Michelle Alexander

non in italia

70

Tutti i figli della zia Agar

Edward P. Jones

Bompiani

71

La trilogia di Copenhagen

Tove Ditlevsen

Fazi Editore

72

Tempo di seconda mano

Svetlana Aleksievic

Bompiani

73

The passage of power

Robert A. Caro

non in italia

74

Olive Kitteridge

Elizabeth Strout

Fazi Editore

75

Exit west

Mohsin Hamid

Einaudi

76

Tomorrow x 3

Gabrielle Zevin

Nord

77

Un matrimonio americano

Tayari Jones

Beat

78

Settologia

Jon Fosse

La Nave di Teseo

79

La donna che scriveva racconti

Lucia Berlin

Bollati Boringhieri

80

La storia della bambina perduta

Elena Ferrante

E/O

81

Americani

Jonh Jeremiah Sulliva

Sellerio

82

Stagione di uragani

Fernanda Melchor

Bompiani

83

Quando abbiamo smesso di capire il mondo

Benjamin Labatut

Adelphi

84

L'imperatore del male

Siddharta Mukherjee

Mondadori

85

Pastoralia

George Saunders

Minimun fax

86

Frederick Douglass

David W. Blight

non in italia

87

Destransition Baby

Torrey Peters

Mondadori

88

La collezione di storie

Lydia Davis

non in italia

89

Il ritorno

Hisham Matar

Einaudi

90

Il simpatizzante

Viet Thanh Nguyen

Neri Pozza

91

La macchia umana

Philip Roth

Einaudi

92

I giorni dell'abbandono

Elena Ferrante

E/O

93

Stazione undici

Emily St. John Mandel

Bompiani

94

Della bellezza

Zadie Smith

Mondadori

95

Anna Bolena

Hilary Mantel

Fazi Editore

96

Wayward lives

Saidiya Hartman

non in italia

97

Sotto la falce

Jesmyn Ward

NN Editore

98

Belcanto

Ann Patchett

Neri Pozza

99

L'una e l'altra

Ali Smith

SUR

100

Tree of smoke

Denis Johnson

non in italia









venerdì 18 ottobre 2024

FRANKENSTEIN di MARY SHELLEY

TITOLO: Frankenstein
AUTORE: Mary Shelley    traduzione di: Giorgio Barroni
EDITORE: Feltrinelli
PAGINE: 320
PREZZO: € 9,00
GENERE: letteratura inglese, classico, gotico, horror, fantascienza
LUOGHI VISITATI: Svizzera nel corso dell'800
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Unpopolar opinion: non mi è piaciuto.

Sicuramente diverso da quello che mi aspettavo, probabilmente avevo delle aspettative sbagliate e questo ha condizionato la mia lettura e il mio giudizio.

La storia non è narrata in modo diretto ma filtrata da una cornice narrativa particolare che fornisce degli indizi sul finale. Sostanzialmente una nave in viaggio al Polo Nord incontra e soccorre un uomo su una slitta e quest’uomo è il dottor Frankenstein il quale ripresosi dall’incidente racconta la sua vita e vicende al capitano Robert Walton, che a sua volta le racconta in lettera all sorella.

Ad essere raccontata è la storia di Frankenstein (che è lo scienziato e non il mostro come spesso si crede) e si narra tutta la sua vita fin dalla nascita compresa la storia dei genitori, sicuramente Shelley ha trasposto nella narrazione anche la sua esperienze di vita e di studi. Il nostro Frankestein è uno scienziato, un ragazzo che va all’università, si appassiona alla filosofia naturale e inizia una serie di studi e ricerche molto particolari che lo portano a creare la vita (lo dico tranquillamente perché non penso proprio sia uno spoiler). Creata la vita iniziano poi una serie di altre avventure/ peripezie poco piacevoli, diciamo che Frankenstein paga a caro prezzo le conseguenze dalla sua scoperta. Praticamente tutta la vicenda è concentrata su Frankenstein e sul suo io interiore, sulle sue esperienze, emozioni e sensazioni. E a me Frankenstein non è piaciuto l’ho trovato una persona pedante, megalomane ed egoista, si reputa bravissimo e infallibile. Ha fatto una scoperta incredibile dai tanti risvolti sai positivi che negativi e lui non se ne fa nulla.

La cosa che mi è piciuta meno è che manca la parte sulla creazione della vita, che io reputavo la parte centrale, più importante e invece è liquidata con un paragrafo. Non vengono spiegate (o inventate) tecniche e modalità e nemmeno teorie scientifiche. Sarà che il mio unico approccio alla storia di Frankenstein è stato tantissimi anni fa con il film Frankenstein junior di Mel Brooks visto alle scuole medie e nemmeno tutto perché non ricordo il finale, film parodia che si ispira, che prende spunto dal libro di Mary Shelley (qui abbiamo uno scienziato che è il nipote del Frankenstein di Shelley che ripropone in chiave tragicomica l’esperimento dello zio).

Io ho empatizzato moltissimo con il mostro che è il cattivo della storia. Il mostro, che rimane senza nome, vive e fa delle cose e a un certo punto le racconta, e ci sono della pagine veramente belle e toccanti. In contrasto con il suo aspetto dimostra anche un animo sensibile, ma il dolore che prova lo traforma tutto in malvagità, è anche un essere cattivo, sadico, vendicativo. Anche se personalmente non mi sento di biasimarlo. Ci sono però degli aspetti che mi lasciano perplessa: il mostro ha imparato da solo a parlare, a leggere e scrivere, e come si esprime? In un modo estremante istruito ed erudito, è possibile? Il mostro si dispiace di non aver provato amore genitoriale, ma come fa a conoscerne l’esistenza? Lo ha osservato? Oppure ha reminescenze del passato? Teoricamente lui è nato da zero già adulto, sono cose che un uomo conosce inconsciamente? Sono tutti aspetti che avrebbero potuto essere affrontati e approfonditi così come la creazione, anche inventando delle soluzioni.

Sono rimasta piuttosto delusa dall’opera io mi aspettavo più un racconto del terrore, sicuremente non è una storia allegra o una commedia, è un opera drammatica ma tutto è centrato sull’io di Frankenstein.

La sensazione che ho avuto è quella di allungare il brodo, magari mi sono fatta condizionare dal fatto di sapere che l’idea nasce come un racconto di Mary Shelley e poi ne fa un romanzo, ho trovato superflue ad esempio la cornice narrativa che va avanti per pagine e pagine con la storia anche del capitano della nave oppure la storia dei genitori di Frankenstein. In generale l’ho trovato un po’ pesante, va tenuto conto che è un libro di inizio ‘800 ambientato nel secolo precedente, con uno stile di scrittura distante e diverso dal nostro; è un romanzo che ha avuto un grandissimo successo e ci sono tantissime chiavi di lettura e interpretative, ovviamente non sono nessuno per negare che possa essere un capolavoro ma mi limito a riportare il mio umile e semplice pensiero di lettrice qualunque.

 

Fatemi sapere se lo avete letto e se vi è piucito o meno.


venerdì 11 ottobre 2024

SE SCAPPI TI SPOSO - FILM

TITOLO: Se scappi ti sposo
REGISTA: Garry Marshall
ATTORI PRINCIPALI: Richard Gere nel ruolo di Ike Graham e Julia Roberts nel ruolo di Maggie Carpenter
DURATA: 116 minuti
GENERE: commedia romantica 
AMBIENTAZIONE: Hale cittadina immaginaria del Maryland USA fine anni '90


Se scappi ti sposo è una commedia romantica con Richard Gere e Julia Roberts uscita nel 1999 e diretta da Garry Marshall: stessi protagonisti e regista di Pretty Woman e come quello è un grande successo.

Non so bene perché ma questo film mi ricorda l’autunno io sono stra convinta che ci siano delle scene con gli alberi tutti colorati d’ arancione, il simbolo della cittadina di Hale sono le zucche. Non lo so ma questo film mi trasmette vibes autunnali.

Iniziamo dalla trama: Ike giornalista newyorkese, misogeno e maschilista è alla ricerca di un pezzo per la sua rubrica e un ubriaco in un bar gli racconta la storia di una ragazza nella sua città: abbandona lo sposo all’altare e Ike ci scrive un pezzo al vetriolo. Maggie, la giovane in questione, che sta per sposarsi di nuovo, non ci sta risponde al giornale che licenzia Ike. Quindi lui si reca a Hale nel Maryland per scoprire la verità e scoprendo che Maggie sta per sposarsi decide di rimanere per vedere che fugge un’altra volta.  Maggie e Ike iniziano male non si sopportano, lui raccoglie materiale per il suo articolo verità, è un giornalista ci sa fare e diventa presto amico di tutti compresa la famiglia e il fidanzato di Maggie. Dopo un po’ Maggie decide che se deve rimanere e deve scrivere la sua storia che almeno sia vera e inizia a raccontargli la sua versione, col tempo tra i due si instaura una sorta di amicizia o forse qualcosa di più?

Non voglio andare oltre anche se penso sappiamo tutti come va avanti la storia.

A me è piaciuto molto ed è tra i miei film preferiti. L’ho visto e rivisto molte volte, le commedie romantiche servono a farci sognare, anche se distorcono un po’ la vita reale dove difficilmente ci sono i lieti fine. Ma va bene così.

I due protagonisti Ike e Maggie molto distanti e diversi, ma che conoscendosi e scontrandosi hanno modo di riflettere, di crescere e di acquisire una maggior consapevolezza di se stessi e delle loro necessità.

C’è un momento in cui parlando Ike dice come dovrebbe essere secondo lui una proposta di matrimonio e la trovo molto bella ma anche molto veritiera e insegna a cogliere l’attimo, a non lasciarci sfuggire delle possibilità o delle occasioni solo perché sappiamo già che sarà faticoso e magari non funzionerà.

“Io credo che il massimo che uno possa dire in tutta onesta è "senti...garantisco che ci saranno tempi duri...garantisco che ad un certo punto uno di noi o tutti e due vorremmo farla finita! ma garantisco anche che se non ti chiedo di essere mia ora lo rimpiangerò per tutta la vita! perchè sento nel mio cuore che sei l'unica per me!”

Fatemi sapere se lo avete visto. Vi aspetto nei commenti

venerdì 4 ottobre 2024

NIENTE MIRACOLI A OTTOBRE di OSWALDO REYNOSO

TITOLO: Niente miracoli a ottobre
AUTORE: Oswaldo Reynoso         traduzione di: Federica Niola
EDITORE: SUR
PAGINE: 280
PREZZO: € 16,00
GENERE: letteratura peruviana
LUOGHI VISITATI: Lima
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Affresco di Lima anni ’60 con le vicende che si svolgono in un'unica giornata quella della processione del Signore dei Miracoli, quando tutto il Perù si veste di viola. Seguiamo le vicende di vari personaggi, e nel corso della narrazione ci sono molti flash back che permettono di ricostruire vita e pensieri dei protagonisti.

“si mise a camminare davanti all’ampia vetrata azzurro chiaro. Dal ventesimo piano del palazzo del suo Banco contemplò Lima: Babilonia della porcheria: ai suoi piedi, case basse e sporche e, ogni tanto, un grattacielo di cemento, vetro e acciaio; pochi parchi; per le strade, strette e lunghe, auto e tram sgangherati, ammucchiati agli angoli; e il cielo grigio, triste, zozzo; discariche pensili, aeree, color terra marcita. Ed eccola, la sua città: enorme, senza confini precisi, cresceva cresceva: i serranos affamati, cenciosi, sporchi, scendevano dalla Ande e la accerchiavano disperati, le case con i tetti di spazzatura si stendevano a perdita d’occhio, interminabili, fino alla lattigninosa striscia blu del mare; le baracche di abode e lamiera ammucchiate, si arrampicavano, come gramigna, sulle colline, allargandosi, senza fine, sulle terre sabbiose, sulle discariche. Qui, al centro della capitale, ammassati, come mosche sulla merda, vivono zambos e criollos in callejones e quintas vecchi, distrutti: è sufficiente dar loro il calcio, i tori, la televisione e le bettole con birra e cacho. Fuori, sulle colline, nelle pampas, i serranos con la loro porcheria. Meno male che a sud abbiamo quartieri belli per la gente come si deve, civilizzata. In centro bisogna costruire grandi palazzi di appartamenti per la classe media: bisogna farla contenta: sta dalla mia parte, mi serve. I serranos bisogna restituirli alle campagne e se sono senza terra bisogna mandarli nella selva”.

Protagonisti principali, le cui storie si intrecciano sono: Don Manuel un ricco e potente banchiere, molto influente nella politica del paese, alle prese con i capricci del suo ultimo giovane amante ma che farà di tutto per assistere alla processione del Signore dal balcone della sua villa. Poi c’è Don Lucho, impiegato di banca che passa l’intera giornata alla ricerca di un abitazione: sono sotto sfratto e ormai non c’è più tempo, deve trovare un alloggio che possano permettersi economicamente e che sia anche dignitoso e in un quartiere per bene, deve pensare anche al futuro dei figli soprattutto di Bety. Bety che attende la processione e soprattutto la sera per incontrarsi con il fidanzato che dovrebbe farle una proposta di fidanzamento ed elevarla dal suo status, il piccolo Carlos che va ancora a scuola e che sta prendendo delle brutte strade e infine il fratello maggiore Miguel impegnato nella lotta politica (è anche il primo personaggio che incontriamo).

“Il portiere del Banco aveva ragione da vendere: la casetta è grande e ha perfino un cortiletto, si potrebbero allevare galline, conigli, non so, il brutto è il quartiere, gli abitanti: sono tutti operai: ci vivono quasi tutti i manovali del Banco e non sta bene per me, impiegato di vecchia data, averli come vicini: è gente brava, servizievole, certo ma si perde un sacco di libertà e se non fai attenzione quando gli dai un dito vogliono il braccio. Certo, l’affitto è basso: è regalata, ma Bety sarebbe la prima ad opporsi. E avrebbe ragione da vendere: neanche a Maria piacerebbe vedere la sua unica figlia che frequenta operaie, bifolche: Bety è diventata una signorina e deve vivere in un altro ambiente”.

Lettura interessante ma sicuramente non semplice, sia per la scrittura che definirei sperimentale che per lo stile narrattivo particolare, ci sono poche spiegazioni e poco contesto il lettore viene catapultato direttamente nella storia. La narrazione è piuttosto frammentaria e frastagliata. Ogni capitolo inizia con l’ora in cui si svolgono le vicende narrate, tendenzialmente ogni capitolo è dedicato ad un personaggio ma non ci viene detto chi e ci sono anche capitoli dove ne compaiono più d’uno anche qui senza troppe specificazioni. Diciamo che Reynoso rende difficile il compito del lettore, gli richiede tanta attenzione e anche partecipazione per capire di chi si sta parlando e non sempre lo capiamo (almeno io).

“Grigioverde, brillante: gli alberi. Cristalino. Splendore bagnato, nero: l’asfalto; a colori: macchine e cartelloni pubbliciatari, Plaza San Martìn: plumbea, luminosa, come una bolla di sapone. Aria che puzza di pesce marcio.”

Viene narrata una storia in qualche modo sospesa, si chiude la giornata e forse non è cambiato nulla o forse si, rimane molto aperto molte cose non vengono dette.

È il mio primo approccio a Oswaldo Reynoso, che così di primo acchito, a pelle mi è venuto da paragonare/accostare a Pedro Lemebel. Reynoso è uno scrittore sperimentale, criptico, perennemente “giovane” e controcorrente, poco conosciuto - soprattutto fuori dal Perù - fornisce una visione particolare, diversa, non canonica, ma assolutamente realistica e veritiera. È una lettura potente e importante che ben sintetizza ipocrisie e ingiustizie, mi viene da dire che sia anche un libro di denuncia sociale (pubblicato nel 1965 è ambientato circa negli stessi anni) i ricchi vogliono solo arricchirsi di più e chi si lamenta viene represso. Utilizza un linguaggio diretto e senza censure ed è stato anche molto criticato dalla “critica” che lo considerava osceno e offensivo è stato invece apprezzato da altri scrittori come Vargas Llosa.

Sicuramente uno stile letterario lontano “dall’ordinario” e dai miei gusti ma ho comunque apprezzato il libro che mi è piaciuto nononstante sia diverso, sia molto particolare e sia molto evanescente per i miei gusti.

Fatemi sapere se avete letto questo o altri libri di Reynoso.


venerdì 26 luglio 2024

LE OSSA DI SAN LORENZO di VICENTE ALFONSO

TITOLO: Le ossa di San Lorenzo
AUTORE: Vicente Alfonso traduzione di: Fabio Cremonesi
EDITORE: NN Editore
PAGINE: 201
PREZZO: € 17,00
GENERE: letterature messicana, giallo/poliziesco, psicologico
LUOGHI VISITATI: Messico
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venerdì 19 luglio 2024

L'UOMO DI CALCUTTA di ABIR MUKHERJEE

TITOLO: L'uomo di Calcutta
AUTORE: Abir Mukherjee   traduzione di: Alfredo Colitto
EDITORE: Sem 
PAGINE: 348
PREZZO: € 17
GENERE: letteratura indiana, giallo storico
LUOGHI VISITATI: Calcutta aprile 1919
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Un giallo storico ambientato nell’India Coloniale siamo a Calcutta nell’aprile del 1919, protagonista il Capitano ispettore Samuel Wyndham un uomo che decide di ricominciare dall’altra parte del mondo nel tentativo di dimenticare la vita passata buttandosi nel lavoro (ha combattuto nella prima guerra mondiale ed è rimasto solo al mondo). Quando lo incontriamo è appena arrivato in India, per lui è tutto nuovo e da scoprire e deve subito dedicarsi a un indagine che è una sorta di battesimo di fuoco.

Infatti il caso da risolvere è piuttosto spinoso: nella città nera, cioè nella parte di Calcutta abitata prevalentemente dai nativi, in un vicolo viene ritrovato cadavere MacAuley un uomo che faceva parte dell’amministrazione coloniale britannica, a capo di un ufficio importante ed era anche il faccendiere del governatore e di alcuni ricchi imprenditori. A complicare ulteriormente il caso la circostanza che, assieme al corpo, viene trovato un biglietto anonimo che intima agli inglesi di andarsene, ci sono i presupposti per un “attacco terroristico” degli indipendentisti e intervengono anche i servizi segreti.

Iniziamo a conoscere il nostro protagonista e il caso che deve risolvere permette di mettere in luce doti e capacità, Sam Wyndham è tutto fuorché perfetto, in particolare ha una dipendenza da oppio, ma è molto bravo nel suo lavoro investigativo e ha un ottimo intuito oltre ad essere una persona che usa molto la testa e il cuore, per questo viene scelto dal capo della polizia che ha bisogno del suo aiuto perché essendo di fuori non deve favori a nessuno.

Altra grande protagonista è Calcutta, una città costruita praticamente da zero dagli inglesi, ci viene raccontato molto della città, della sua costruzione, delle tradizioni e dei nativi.

“Se Calcutta aveva un cuore, si trattava di Dalhousie. Come Trafalgar a Londra, era una piazza troppo grande per essere elegante. Nessuno spazio pubblico ha bisogno di essere enorme. Al centro c’erano una grande piscina rettangolare con acqua del colore delle foglie del banano. Digby mi aveva detto che in passato i nativi la usavano per lavarsi, per nuotare e per riti religiosi. Ma dopo l’ammutinamento del ’57 cose del genere non erano più tollerate. Ora la piscina era deserta e l’acqua verde bottiglia scintillava nel sole pomeridiano. I nativi, almeno quelli approvati da noi, camminavano a testa bassa verso riunioni e appuntamenti, in redingote, camicie abbottonate e colletti inamidati. Intorno alla piscina c’era una ringhiera di ferro e cartelli in inglese e in bengalese li avvertivano delle multe in cui sarebbero incorsi se avessero deciso di cedere ai loro bassi istinti e farsi un tuffo.
Ai lati della piazza sorgevano i palazzi chiave dell’amministrazione britannica: l’ufficio postale, quello del telefono e il massiccio Writers’ Building. Le vite di oltre cento milioni di indiani, dal Bihar fino al confine birmano, erano amministrate da lì, quindi mi sembrava logico che si trattasse dell’edificio più grande forse di tutto l’impero. Ma la parola grande non gli rendeva giustizia. Forse era anche meglio dire grandioso. Il suo scopo era impressionare chiunque lo vedesse, ma soprattutto i nativi. Ed era formidabile. Altro quasi quattro piani, era lungo circa duecento metri, con plinti massicci ed enormi colonne sormontate da statue di dei. Non dei indiani, ovviamente, ma greci o forse romani, non ho mai capito la differenza.
era una caratteristica di Calcutta: tutto ciò che avevamo costruito lì erano in stile classico e più grande del necessario. Era come se i nostri uffici, le nostre ville e monumenti, gridassero: ‘Guardate cosa siamo capaci di fare! Siamo i veri eredi di Roma!’
Era l’architettura dei dominatori, e sembrava un po’ assurda. I palazzi palladiani, con colonne e frontoni, le statue di uomini in toga morti da secoli, le iscrizioni latine ovunque, persino nei bagni pubblici… uno straniero avrebbe pensato che Calcutta fosse stata colonizzata dagli italiani, non dagli inglesi.
La piazza vibrava di attività. Tram e autobus vomitavano un flusso continuo di impiegati bianchi e nativi, in giacca e cravatta malgrado il caldo, che si univano alla folla di gente che entrava e usciva da sotto l’ampio portico del Writers’”

“La città un po’ alla volta cedette il passo alla giungla e il viaggio prese l’aria di una spedizione. Quella era l’India che avevo sognato. La terra selvaggia e misteriosa descritta da Kipling e da Sir Henry Cunningham. La foschia del mattino copriva le rive come un lenzuolo di mussolina, da cui ogni tanto spuntava un banyan o una capanna di nativi. Piccole barche di legno, alcune con una vela, altre poco più che canoe, ci passavano accanto, pilotate da uomini con lunghi pali.
Sulla riva orientale del fiume, dalla nebbia emerse un grande tempio, alto almeno trenta metri e dall’aspetto aliena. Era una costruzione bianca a due livelli, sormontata da una strana struttura a cupola che a sua volta era circondata da almeno una dozzina di guglie. Di fronte al tempio principale c’erano una serie di sacrari, dodici in tutto, come discepoli nell’atto di rendere omaggio. I muri bianchissimi e i tetti rosso sangue risplendevano nella luce del mattino presto.
«Un tempio di Kali» disse l’ufficiale indicandolo. «Ce ne sono parecchi intorno a Calcutta, ma questo è il mio preferito».
Le offerte alla dea si allontanavano galleggiando dalla riva, una miriade di calendule, petali di rosa e lampade votive che trasportavano le preghiere dei devoti. Remnant indicò i gradini che scendevano fino all’acqua. «Quelli sono i ghat per le abluzioni» disse. «Gli indù credono che un bagne in quelle acque possa levare tutti i peccati.»”

E il discorso poi in generale può estendersi anche al resto dell’India sono anni in cui si inizia a parlare di indipendenza. E anche il caso che Sam deve risolvere è legato a questo tema. Molto interessante ad esempio anche il fatto che uno dei sottoposti/collaboratori di Sam, Surrender-not soprannome per il sergente Banerjee un nativo che spiega la sua scelta di entrare a servizio della polizia imperiale che trovo di un pragmatismo degno di nota.

“Banerjee riflettè prima di parlare. «Io ritengo, signore, che un giorno potremmo davvero avere un governo autonomo all’interno dell’impero britannico, o addiruttura la totale indipendenza. Ma a differenza del signor Gandhi, non credo che questo porterà pace universale e collaborazione tra i miei connazionali. Ci saranno ancora degli omicidi in India. E se un giorno voi ve ne andrete davvero, noi indiani dovremmo essere in grado di gestire i posti che abbandonerete. Questo vale per la polizia come per tutto il resto.»”

 

La particolarità è che è narrato in prima persona, voce narrante è lo stesso Sam. La narrazione è piuttosto lineare e semplice anche se è farcita/ricca di espressioni indiane o di inglese coloniale con tantissimi termini specifici per ruoli e cose, che permettono di entrare ancor meglio nell’ambientazione. È sicuramente un libro più di trama che di forma, ma è molto interessante, intrattiene, l’ho trovato un buon giallo dove non mancano i colpi di scena, con il plus dell’ambientazione che permette di volgere lo sguardo su un momento storico preciso (e se vogliamo distante da noi) ma anche molto affasciante seppur con tutte le problematiche conseguenti. È il primo volume di una serie che sicuramente continuerò.

Fatemi sapere se lo conoscete.