AUTORE: Antonia Fraser - traduzione di Paola Mazzarelli
EDITORE: Mondadori - collana Oscar Storia
PAGINE: 538
PREZZO: € 16,00
GENERE: saggio storico
LUOGHI VISITATI: Inghilterra durante il periodo Tudor ( 1485 - 1603)
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Il punto di vista è quello delle singole regine, vengono presentate in
ordine cronologico, loro sono il punto focale e le vere protagoniste, tant’è
che la narrazione comincia con la nascita di Caterina d’Aragona. Per ciascuna
di esse la Fraser compie un accurata ricostruzione dei natali, eventualmente
segnalando anche lontane parentele con la famiglia reale inglese, dell’infanzia
ed educazione, della loro vita adulta fino alla “conoscenza” con il re, la vita
da regina consorte e infine la loro uscita di scena.
Ciascuna delle sei regine verrà ricordata per un tratto che
l’ha contraddistinta, ma sono tutte accomunate dalla loro capacità biologica di
mettere al mondo un maschio che in un modo o nell’altro ne ha determinato la
sorte
“…piace vedere le sei mogli di Enrico VIII come una serie di stereotipi femminili, donne come carte di tarocchi. Caterina d’Aragona è la Donna tradita, Anna Bolena la Tentatrice, Jane Saymour la Donna di buon cuore, Anna di Cleves la Sorella brutta, Caterina Howard l’Avventuriera, Caterina Parr la Figura materna…Ognuna di queste descrizioni contiene un elemento di verità, ma nessuna tiene conto della complessità e del carattere individuale. In modi diversi e per ragioni diverse ognuna di queste donne fu vittima; nessuna vittima volontaria. Al contrario, tutte mostrarono doti di forza e di intelligenza, in un’epoca in cui queste non erano virtù tradizionali delle donne.”
Veniamo alle protagoniste.
Prima moglie è Caterina d’Aragona, figlia di Isabella di Castiglia e
Ferdinando d’Aragona, fidanzata e poi moglie del giovane Arturo Tudor principe
di Galles ed erede al trono inglese, fratello maggiore di Enrico VIII) che però
muore adolescente. Così dopo qualche anno Enrico, alla morte del padre, sposa
Caterina, il loro è un matrimonio molto lungo, più di vent’anni, ma dalla loro
unione sopravviverà solo una figlia femmina Maria. La necessità di un erede
maschio spinge il re a cercare una nuova moglie e contemporaneamente vengono
avviate le “trattative” per una risoluzione consensuale del matrimonio con
Caterina, che però non vanno in porto giungendo così ad una soluzione “legale”:
il divorzio, che comporta anche una rottura con la Chiesa di Roma e la nascita
della Chiesa Anglicana; anche in questo frangente un ruolo importante l’hanno
giocato diplomazia e interessi politici, Caterina d’Aragona era la zia
dell’imperatore Carlo V.
Imposto il divorzio, Enrico si sposa con Anna Bolena, donna bella,
ammaliante, giovane e cresciuta nelle corti europee prima di approdare come
dama alla corte della stessa Caterina. Emerge la volontà delle famiglie a
spingere le proprie figlie nelle braccia del sovrano, sposare il re, ma anche
solo esserne l’amante, comporta molti privilegi e favori. Avranno una figlia
femmina Elisabetta. Il rapporto conflittuale, perché Anna ha un carattere
passionale, forte, fa valere le proprie posizioni (giuste o sbagliate che
siano) con il sovrano, unito alla perdita di un figlio maschio, fanno sì che il
re si convinca dell’incapacità di Anna di generare figli maschi e del fatto che
quel matrimonio sia maledetto, perché inviso a Dio in quanto frutto di un
sortilegio. A ciò si aggiunga che Anna si era fatta molti nemici a corte e la
sua uscita di scena sarà traumatica, accusata di adulterio, stregoneria e alto
tradimento: viene giustiziata.
Anna Bolena viene sostituita da è Jane Seymour, donna pacata, benevola,
amorevole che riesce nell’intento di mettere al mondo un erede maschio, ma
purtroppo la vita non è altrettanto generosa con lei, e dopo poche settimane
muore per febbri puerperali (cosa molto comune per le donne di tutti i ceti
sociali). Si apre così, nuovamente, il bisogno di una nuova consorte e questa
volta lo sguardo si volge all’estero, il quarto matrimonio sarò
politico-diplomatico e la scelta cade su Anna di Cleves, una duchessa tedesca.
Ma la nuova moglie non soddisfa l’esigente Enrico VIII, che vista dal vivo la
donna la sposa esclusivamente per dover di stato, ma non consumerà mai il
matrimonio; ciò gli permette di annullarlo qualche mese dopo. L’uscita di scena
di questa regina Anna è tutto sommato dignitosa e anche vantaggiosa per Anna
cui vengono riconosciute una serie di rendite purché non lasci il paese.
Spinto dalla passione Enrico sposa Caterina Howard, bella, giovane,
civetta, priva di formazione “alla vita di corte”; conquista subito il re. Ma
come dicevo non ha formazione né esperienza sufficiente, i tentativi di
nominare a cariche importanti alcuni suoi amici e una relazione extraconiugale,
uniti alle solite lotte interne alla corte, portano Caterina ad una condanna a
morte per adulterio e alto tradimento.
Infine Enrico sposa Caterina Parr, una vedova senza figli, che gli
starà accanto negli ultimi anni di vita e assumerà quasi un ruolo di
infermiera, anche se non mancheranno episodi di scontro ma prevarrà la sua
obbedienza.
Due parole merita anche Enrico VIII che conosciamo in via solo
incidentale, pur essendo onnipresente perché stiamo parlando delle sue mogli,
la sua figura non è approfondita ma emerge comunque un uomo erudito, dotto
teologo, che fu definito “Defensor Fidei” per la sua opposizione al luteranesimo,
poi fondatore della Chiesa Anglicana, malato, a volte crudele e capriccioso, ma
anche capace di innamorarsi, la maggior parte dei suoi matrimoni sono basati sui
sentimenti (cosa non scontata per un monarca). È una figura interessante mi
piacerebbe sentire anche il suo punto di vista.
E comunque, ritengo, meriti che si spezzi una lancia in suo favore:
alla base dei suoi comportamenti c’è la necessità di un erede maschio (meglio
due visto che lo stesso Enrico è diventato re in seguito alla morte prematura
del fratello maggiore), esigenza sentita a tutti i livelli sociali.
“L’ossessione del maschio non riguardava solo le famiglie regnanti. Tutti gli uomini di tutte le classi sociali proprietarie di beni desideravano figli maschi, poiché solo attraverso i maschi passava la vera linea di discendenza. Alla radice di questo modo di sentire erano le norme che regolavano proprietà e successioni, in base alle quali il marito assumeva non solo le ricchezze ma anche i diritti della moglie.”
Il libro si chiude con un discorso generale quasi fatalista
che si chiede “cosa sarebbe successo se?” perché le cose avrebbero potuto
essere molto diverse se ad esempio il figlio maschio di Caterina d’Aragona
fosse sopravvissuto, oppure se Anna Bolena avesse dato alla luce un maschio.
La scrittura è strutturata, ricca di dettagli e particolari,
ma sa essere anche molto ironica; la ricostruzione storica impeccabile.
È un saggio molto bello, pieno di dettagli, retroscena, aneddoti,
intrighi di corte, vita privata oltre a tantissima Storia, un ottimo strumento
di approfondimento storico. Super consigliato a chi ama la Storia come me, ci
sono altri titoli di Antonia Fraser editi in Italia sempre nella collana Oscar
Storia inutile dire che prima o poi saranno miei in particolare quello su Maria
Antonietta (da cui è stato tratto il film di Sofia Coppola) e quello sugli
amori del re Sole.
Voi avete letto qualcosa della Fraser?