venerdì 13 luglio 2018

BOOK TAG ABITUDINI LETTERARIE

Buongiorno lettori oggi un post un po' diverso dal solito: un book tag sulle mie abitudini di lettrice che ho visto in vari canali YouTube e ho deciso di proporlo qui sul blog, sotto forma di post, anche per conoscerci meglio.




Iniziamo…….

1. Hai un posto speciale a casa per leggere?
Ci sono dei posti che preferisco, variano anche in base alla stagione: nel letto, la sera prima di dormire; in terrazza accoccolata al sole; in giardino sulla sdraio all'ombra dove c'è sempre un po' di aria…… comunque leggo ovunque, ogni posto va bene.

2. Segnalibro o pezzo di carta a caso?
 Il mio segnalibro preferito è un pezzo di carta a caso, una mia creazione con il cartoncino del retro di un blocknotes, che è stato il mio segnalibro anche nei volumi dell'università. Lo uso sempre e ci sono affezionata.

3. Puoi smettere di leggere in qualsiasi momento o devi per forza fermarti a una certa pagina, capitolo, frase eccetera?
Dipende! Se sono "costretta" a smettere di leggere mi fermo dove capita. Se invece smetto di mia iniziativa non posso interrompermi in qualsiasi punto: normalmente a fine capitolo; poi dipende da come è strutturato il libro e dalla lunghezza dei capitoli, cerco sempre dei punti di riferimento quindi fine paragrafo o interruzioni o lo spazio bianco (come si chiama lo spazio bianco che stacca i paragrafi??)

4. Mangi o bevi quando leggi?
Non leggo durante i pasti. Detto questo normalmente accompagno la lettura con qualcosa da bere the e tisane soprattutto, di cui sono molto amante e magari mangio qualche snack o dei biscotti…….

5. Riesci a leggere mentre ascolti musica o guardi la tv?
Assolutamente no!! Come si fa? Come fai a leggere e al contempo seguire (nel senso di guardare con interesse) la tv?  Se voglio guardare un programma o un film in tv non leggo e viceversa. Stesso discorso per la musica,  quando leggo mi estraneo (almeno ci provo) dal mondo che mi circonda, sarebbe inutile mettere un sottofondo musicale.

6. Un libro alla volta o più?

Assolutamente uno per volta. Vedo che è diffuso leggere più libri contemporaneamente, non nego che possa essere interessante, ma per me no; io voglio dedicarmi totalmente al libro che sto leggendo. Faccio eccezione per i fumetti, l'unico fumetto che leggo con costanza è Tex di Sergio Bonelli, può capitare che per ragioni di tempo o di luogo mi porto da leggere il Tex anche mentre sto leggendo un altro libro ( ad esempio sto leggendo un libro molto corposo, proprio fisicamente, vado in un posto in cui non devo aspettare tanto per comodità se ho un Tex porto quello). 

7. Leggere ad alta voce o mentalmente?

Mentalmente. Leggo per me non per il vicinato……..

8. Fai skimming o salti le pagine?

Assolutamente non salto le pagine, senza voler essere critica o giudicare gli altri, ma che senso ha? Può esserci una lettura noiosa, lenta, "pesante" ma non capisco il senso di saltare pagine e perdere passaggi della narrazione, se l'autore li ha inseriti è perché comunque li ritiene funzionali e/o utili alla storia. Per quel che riguarda lo skimming o lettura orientativa, leggo su wikipedia essere un processo di lettura molto veloce che consiste nel cercare visivamente all'interno di una pagina degli indizi che aiutano a farsi un idea sommaria dei contenuti; così descritto no, mi sembra una lettura velocissima o rapida del libro stesso. Io faccio un'altra cosa, capita che sfogliando le pagine mi faccio "attrarre" da un nome o un fatto e mi venga una curiosità morbosa e assoluta di andare avanti a leggere. Spero di essermi spiegata non so se questo comportamento abbia un nome proprio.

9. Rompere la costina o no?

Sicuramente non faccio apposta a "rovinare" un libro però leggendolo, soprattutto quelli alti con copertina flessibile, tendono a segnarsi sulla costina, però è conseguenza necessaria della lettura. Così come può capitare che il libro mi cada o si sgualcisca un po' se lo metto in borsa; io tengo moltissimo ai miei libri però li devo usare cioè leggere e vivere. Questa è una delle varie ragioni per cui voglio libri miei, così da poterli leggere senza l'ansia di sciuparlo. 

10. Scrivi sui tuoi libri?

Si. Anzitutto quando inizio a leggerlo metto il mio nome. Poi appunto i personaggi, le cose che mi incuriosiscono e quelle che mi possono servire, inoltre sottolineo le frasi o le parti che mi colpiscono o che mi piacciono.

11. Quando leggi più spesso? Mattina, pomeriggio o sera?

Direi pomeriggio e sera. Dipendo molto da ciò che devo fare, fosse per me passerei il tempo leggendo, ma non si può……..

12. Qual è il tuo posto preferito per leggere?

Ce ne sono tanti, senz'altro preferisco leggere a casa e non "in giro" anche se quando so che dovrò aspettare e fare code un libro lo porto sempre.

13. Guardi prima il film o leggi il libro?

Di proposito nessuno dei due: non scelgo deliberatamente di fare prima uno o l'altra cosa. Ci sono film che amo di cui vorrei leggere il libro (in particolare "Il miglio verde" di Stephen King e "Il colore viola" di Alice Walker). Mentre ci sono libri che ho amato di cui non voglio assolutamente vedere il film o la serie tv, non voglio che gli attori "interferiscano" con l'idea che mi sono fatta del personaggio, soprattutto di come mi sono immaginata il loro aspetto esteriore: ad esempio da Pilastri della terra di Ken Follett hanno tratto film e serie tv che mi rifiuto di guardare.

14. Quale preferisci: audiobook, ebook o libro cartaceo?

Cartaceo, senza dubbio, mi piace tenere in mano un libro, annusarlo, sfogliarlo……..

15. Le tue serie di libri devono matchare?

Non saprei bene, dipende. Io tendo a farmi attirare molto dalle copertine e se c'è da scegliere tra più edizioni (tra case editrici "fidate" o della stessa casa editrice ma pubblicati in anni diversi) scelgo proprio in base alla copertina; senz'altro le saghe mi piace siano "della stessa serie". 

Voi? Quali sono le vostre abitudini? Voglio leggerle nei commenti.




sabato 7 luglio 2018

QUALCUNO CON CUI CORRERE - DAVID GROSSMAN

TITOLO: Qualcuno con cui correre
AUTORE: David Grossman, traduzione di Alessandra Shomroni
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 362
PREZZO: euro 10,00
GENERE: letteratura israelina
LUOGHI VISITATI: Gerusalemme
acquistabile su amazon: qui (link affiliato)



Dalla quarta di copertina la trama: "Assaf è un sedicenne timido e impacciato; inseguendo un cane per le strade di Gerusalemme viene condotto in luoghi impensati, di fronte a inquietanti personaggi. Fino a incontrare Tamar, una ragazza solitaria e ribelle, fuggita da casa per salvare il fratello tossicodipendente. Il mistero e il fascino di Tamar catturano Assaf, che decide di andare fino in fondo, di "correre" con lei......."






Altro libro non mio che stazionava in biblioteca, così di punto in bianco l'ho visto e ho sentito il desiderio di leggerlo. Ho iniziato a leggerlo senza sapere nulla ne aver letto la trama, così c'è più sorpresa e morbosa curiosità di capire il comportamento di Tamar, la protagonista femminile.
La vicenda si svolge in pochi giorni anche se sono presenti molti flashback in tempo passato, circa una mese, rispetto al presente della narrazione. Narrazione che, fino all'incontro dei due protagonisti (perché è ovvio fin dall'inizio che devono incontrarsi), si svolge in modo parallelo: le vicende di Assaf si mescolano con quelle di Tamar, con gli scarti temporali che dicevo prima.


Assaf è un ragazzo timido, impacciato con le ragazze, buono e riflessivo:
"...le piaceva il tono misurato con cui si esprimeva, come se riflettesse su ogni parola, analizzasse con cura ogni frase e si assumesse la totale responsabilità di tutto ciò che gli usciva di bocca….."
Tamar è un ragazza dotata di un coraggio e di una forza che solo un legame speciale può dare, la necessità di aiutare qualcuno a cui vuole bene la porta a rinunciare quasi a se stessa e imbarcarsi in un impresa impossibile
"....nella fantasia il suo coraggio non conosceva limiti. Nella fantasia la sua voce risuonava per tutta la via, ne riempiva ogni angolo vuoto e sommergeva i passanti come un fluido morbido e distillato. Nella fantasia aveva scelto di cantare su toni alti, al punto da rasentare il ridicolo, lasciando tutti di stucco con un acuto mentre lei si abbandonava senza vergogna al lieve narcisismo che le annebbiava la mente quando cantava così, ebbra di piacere per quello slancio travolgente che trasportava la sua voce dall'intimità più profonda ad altezze vertiginose. Alla fine, però, aveva scelto Suzanne perché amava quella canzone e la voce calda, sconfitta e triste di Leonard Cohen. Pensava inoltre che le sarebbe stato più facile, almeno all'inizio, cantare in una lingua straniera……."
Uno dei temi centrali del romanzo è l'amicizia: entrambi i protagonisti hanno degli amici tra i coetanei, ma iniziano a capire che tali non sono, perché egoisti, perché non presenti nel momento del bisogno. E poi c'è l'amica più speciale: Dinka la cagna che Assaf deve riportare a casa e che invece lo porta in giro per Gerusalemme, facendogli scoprire luoghi particolari e piano piano anche Tamar, la sua padrona, attraverso alcuni suoi amici…….
Altro tema è la tossicodipendenza e lo sfruttamento di artisti di strada da parte di un'organizzazione criminale.
"...sentiva che era persino esaltante scoprire come la strada fosse teatro di un'incessante lotta per l'esistenza combattuta ogni secondo dietro un'apparenza di allegria, di vivacità e di civiltà……
"....tutti coloro che si trovavano in quel posto nascondevano delle ferite. Ciascuno fuggiva da una tragedia. E nonostante la volgarità e la sguaiataggine del gruppo venivano mantenute delle regole di riserbo e dignità. Ogni domanda sulla casa da cui provieni, da cui eri scappato o eri stato buttato fuori, risvegliava ondate di dolore e riapriva ferite che forse si erano già un po' rimarginate. Ogni accenno al futuro - dove saresti andato una volta uscito da lì, cosa ti aspettava nella vita - suscitava disperazione e paura. Ben presto Tamar capì che al passato e al futuro era "vietato l'ingresso" nella casa di Pessah. Lì esisteva una sola dimensione: il presente."
I personaggi, anche quelli tra virgolette (e lo scrivo) secondari, sono ben caratterizzati, è un libro che fa riflettere e molto, quanto meno dovrebbe insegnare a chiedersi cosa c'è dietro alle apparenze: mi riferisco agli artisti di strada gli stessi protagonisti prima averci a che fare quasi non li avevano mai notati, eppure quotidianamente questi si guadagnavano da vivere nei luoghi centrali di Gerusalemme e delle altre città; come non accorgersi che seguono uno schema prestabilito?
Un aspetto che mi è piaciuto molto della narrazione è l'introspezione dei protagonisti.
Il finale mi ha lasciato un po' perplessa, è probabile che sia un mio problema, ho sempre difficoltà a finire un libro perché vorrei non finisse, vorrei sapere come continua la vita dei personaggi…….



E' un libro per capire e riflettere sull'amicizia, su cosa sia veramente, su cosa dovrebbe basarsi e su cosa gli amici dovrebbero scambiarsi. Cosa significa essere amico di qualcuno?
Non posso che consigliare di leggere il libro; io leggerò senz'altro altre opere di Grossman. Voi cosa mi consigliate? Cosa ne pensate di questo libro?



martedì 19 giugno 2018

TUTTE LE FAVOLE - LUIS SEPULVEDA

TITOLO: Tutte le favole
AUTORE: Luis Sepùlveda, traduzione di Iride Carmignani, illustrazioni di Simona Mulazzani
EDITORE: Ugo GUANDA Editore
PAGINE: 421
PREZZO:euro 19,90
GENERE: letteratura cilena - raccolta di racconti
LUOGHI VISITATI: vari
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Il libro raccoglie tutte le favole finora scritte dal Sepuveda. Tutte e quattro hanno come protagonisti degli animali e sono accompagnate da una postfazione oppure da una nota introduttiva dell'autore in cui spiega il racconto e le ragioni che lo hanno ispirato.

1. Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
"racconto" pubblicato nel 1996 che ha per protagonista Zorba, "un gatto nero grande e grosso", che vive ad Amburgo e si trova Kengah, una gabianella in moribonda perchè finita nella peste nera, sul terrazzo e gli promette di prendersi cura dell'uovo che depone. Per far mantenere fede alla promesse fatte chiede aiuto alla comunità dei gatti del porto (Colonello, Segretario, Diderot, Sopravento) all'interno della quale c'è solidarietà e aiuto reciproco. Le promesse fatte da Zorba, in quanto membro della comunità impegnano tutta la comunità stessa che darà il meglio per realizzarle. E' un racconto stupendo, in cui emerge la denuncia dei danni ambintali (in primis attraverso la peste nera o maledizione dei mari che altro non è che il petrolio gettato in acqua). Poi emerge un mondo fatto quasi esclusivamente di animali, con le proprie regole, che si rivelano essere migliori di quelle umane, non solo ma gli animali parlano una lingua universale o meglio si capiscono gli uni con gli altri anche se diversi e anche se diversi si impegnano e si aiutano reciprocamente.


2. Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico
"racconto" pubblicato nel 2012 ambientato a Monaco di Baviera con protagonista Mix, il gatto di Max e Max il padrone/amico di Mix, a loro si aggiungerà Mex un topolino messicano che diventa amico di Mix e poi di Max. Questa è la favola sull'amicizia, sulla sua foza e importanza, è un favola molto breve ma anche molto bella, descrive un mondo utopico che però è bello immaginare possa esistere.......
"Per tutto il tempo - lungo o breve, non importa, perchè la vita si misura dall'intensità con cui si vive - che il gatto e il topo trascorsero insieme, Mix vide con gli occhi del suo piccolo amico e Mex fu forte grazie al vigore del suo amico grande. E i due furono felici, perchè sapevano che i veri amici condividono il meglio che hanno."

3. Storia di una lumaca che scorpì l'importanza della lentezza
nella comunità di lumache del Paese del Dente del Leone queste sono tutte lente, silenziose e senza nome; un giorno una lumaca decide che vuole avere un nome per distinguersi dalle altre e che vuole conoscere i motivi per cui sono così lente. Scoprirà che ogni essere è diverso e lo è per delle caratteristiche precise e bisogna imparare ad accettarsi. Racconto pubblicato nel 2013 nel quale viene brevemente spiegata da un punto di vista scientifico la vita delle lumache, viene posto l'accento su quanto è importante accettare se stessi. La perseveranza, la voglia di scoprire il mondo e i perchè, che si nascondo dietro, l'essere solidale e aiutare gli altri animali, anche quelli diversi sono comportamenti che ripagano perchè poi anche gli altri aiuteranno te.

4. Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà
"racconto" pubblicato nel 2015 dedicato ai Mapuche, una popolazione indigena del Cile (cui appartiene Sepulveda) con moltissimi termini in lingua Mapuche. Il protagonista è un cane, voce narrante del racconto, Aufman che appunto significa "leale e fedele". Aufman ripercorre la sua vita dalla infanzia spensierata fino all'arrivo dei "wingka" gli stranieri che lo portano via dal villaggio Mapuche e lo "usano" principalmente per dare la caccia ai fuggitivi e fare la guardia. Aufman dimostrerà di meritare il nome Mapuche che porta. Non voglio aggiungere altro sulla trama se non precisare che i wingka, gli stranieri sono al servizio delle piantagioni di alberi, del business dello sfruttamento intensivo delle foreste che è purtroppo un problema attualissimo per i Mapuche (ho letto che stanno dando fuoco alle foreste nel disperato tentativo di fermare le piantagioni di legname che comportano, non solo il disastro ambientale, anche la "distruzione" culturale degli stessi Mapuche).
Secondo me è il racconto più triste dei quattro, dove di nuovo di dimostra il valore immenso degli animali, la loro lealtà, il loro amore e il loro sacrificio ma pone l'accento anche sui problemi della popolazione Mapuche ( di cui prima di leggere il racconto non ne sapevo nulla.....).


Conclusioni: tutti i racconti insegnano qualcosa, il mio preferito in assoluto è "storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" anche per come sono delineati i personaggi, l'ironicità, le regole della comunità animale, la denuncia dei problemi ambientali e la netta superiorità degli animali rispetto alla razza umana. La raccolta mi ha permesso di approcciarmi ad una autore di cui avevo letto in passato un altro racconto "Diario di un killer sentimentale" che non mi era piaciuto particolarmente e di cui voglio leggere altro, in wish list attendono già "Patagoni express" e " Il vecchio che leggeva romanzi d'amore". Voi avete letto qualcosa di Sepulveda? Cosa mi consigliate?

Infine ogni racconto è accompagnato da stupende illustrazioni!


mercoledì 30 maggio 2018

VA', METTI UNA SENTINELLA - HARPER LEE

TITOLO: Và, metti una sentinella
AUTORE: Harper Lee, traduzione di Vincenzo Mantovani
EDITORE: Universale Economica Feltrinelli
PAGINE: 269
PREZZO:euro 9,50
GENERE: letteratura americana
LUOGHI VISITATI: Maycomb - Alabama
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Trama dalla quarta di copertina: "Il romanzo ritrovato di Harper Lee, ambientato vent'anni dopo il suo amato capolavoro, vincintore del premio Pulizer, Il buio oltre la siepe. Maycom, Alabama. La ventiseienne Jean Louise Finch - "Scout"- torna a casa da New York per visitare l'anziano padre, Atticus. Ambientato sullo sfondo delle tensioni degli anni cinquanta, il ritorno di Jean Louise assume un sapore agrodolce quando la giovane donna viene a sapere verità inquitanti sulla sua famiglia, sulla cittadina e sulle persone che le sono più care. Tornano a galla ricordi dell'infanzia, e i suoi valori e convincimenti sono messi seriamente in discussione. Scritto a metà degli anni cinquanta, Và, metti una sentinella permette una comprensione più completa e più ricca di Harper Lee. E' un romanzo d'indimenticabile saggezza, umanità, passione e umorismo, che pone in luce tutto il talento dell'autrice."

"<sissignora, Miss Scout> disse Albert < come vanno le cose a New York?> <molto bene> disse lei, e si chiese chi altro a Maycomb si ricordasse ancora di Scout Finch, delinquente giovanile, straordinaria casinista e attacca brighe. Nessuno tranne lo zio Jack, forse, che a volte la metteva crudelmente in imbarazzo davanti agli altri con uno squillante recitativo delle sue marachelle infantili. L'avrebbe visto in chiesa l'indomani, e voleva fargli una lunga visita nel pomeriggio. Zio Jack era uno dei piaceri costanti di Maycomb."

Questo è anzitutto un libro di ricordi, ricordi di Scout, della sua infanzia, ma anche i ricordi del lettore che rivive le emozioni e le situazioni de "Il buio oltre la siepe", Maycomb e i suoi abitanti; anche se tante cose sono cambiate.
La figura di Atticus, il padre magnanimo, comprensivo, sempre presente, che non cede alle "convenzioni" e lascia molta libertà alla figlia, libertà di essere se stessa, anche ora che è una donna…..
Oltre ai ricordi, altro tema fondamentale del libro è la segregazione raziale, ci sono svariati riferimenti ad una sentenza della corte suprema (anche se non è citata o indicata direttamente) che di fatto dichiara incostituzionale la segregazione raziale. Per caso Scout scopre suo padre presentare un sostenitore della segregazione razziale e della supremazia bianca al consiglio cittadino. Questo causa un grandissimo stordimento e senso di inquietudine e dolore per Scout, per l'incertezza sulla posizione di Atticus, lei pensava fosse "un amico dei negri" e forse così non è, forse non è l'uomo che lei ricordava, la stessa Maycomb non è la stessa di quando era bambina? Piano piano il tema viene sviluppato ed emerge anzitutto la diversità di veduta di Scout, forse perché abituata a New York dove le cose sono o comunque appaiono diverse. Ma emergono anche le ragioni dietro ai sostenitori della "segregazione": ci sono i fanatici ma accanto a questi c'è la gente comune che per ragioni diverse o meglio per ragioni di forza maggiore si trova a dover sostenere la segregazione. La ragione principale è la netta minoranza della popolazione bianca a Maycomb ( ma, in generale, in tutti gli stati del sud); riconoscere il diritto di voto e il diritto di essere votati agli afroamericani significa, fondamentalmente, una loro invasione negli uffici pubblici, e il problema è la loro arretratezza culturale (vera o presunta) e quindi la loro incapacità di governo delle istituzioni. Si crea una situazione di odio reciproco del bianco verso il nero e  del nero verso il bianco, il bianco ritiene di aver già dato molto al nero e lo ritiene colpevole di irriconoscenza/ingratitudine perché vuole di più…… Su questo quadro emerge la posizione di Scout, una posizione particolare perché pur sostenendo la parità di diritti in qualche modo avvalla alcune delle ragioni che sostengono i segregazionisti, in particolare la presunta arretratezza culturale, in sintesi il suo pensiero è sono arretrati quindi dobbiamo fare in modo che raggiungano il nostro stesso livello; quindi una visione in qualche modo più "moderna" e in qualche modo consona al personaggio di Scout, da sempre un po' ribelle. Non è facile per Scout, ma nemmeno per il lettore, capacitarsi del comportamento di Atticus, perchè ha sempre cresciuto la figlia senza insegnarle l'odio, anzi insegnandole il rispetto per tutti a prescindere dal colore della pelle, poi si trasferisce a New York dove le persono nere sono più libere, mentre al sud non è così e inizia a rendersi conto della diversità delle persone che, come lei, hanno vissuto e sono cresciute a Maycomb e si chiede cosa lei non abbia visto.......
"Sono io che ho qualcosa di sbagliato, c'è qualcosa che non va dentro di me. Dev'essere così, perchè non è possibile che siano cambiati tutti gli altri. Perchè non si sentono accapponare la pelle? Come possono credere devotamente a tutto quello che sentono in chiesa e poi dire le cose che fanno e ascoltare le cose che sentono senza vomitare? Io credevo di essere una cristiana, ma non è vero. Sono un'altra cosa e non so cosa. Tutto ciò che ho sempre accettato come giusto o sbagliato me lo hanno insegnato queste persone. Dunque di tratta di me, non di loro. Dev'essermi successo qualcosa. Stanno tutti cercando di dirmi, in uno strano modo sempre uguale, che è tutta colpa dei negri....ma se è colpa dei negri io sono capace di volare, e Dio sa che potrei proprio volarmene fuori dalla finestra da un momento all'altro, ormai."
 Alla fine Atticus emergerà per quello che è: un uomo; un uomo che fa degli errori, che fa della politica, che deve fare delle scelte e che deve sostenere i suoi interessi e quelli della comunità; quindi non il Dio come aveva creduto Scout ma semplicemente un uomo....... 

La segregazione raziale, la parità dei diritti sono temi estremamente complessi e purtroppo ancora  attuali anche negli Stati Uniti; c'è una riflessione di Scout che mi piace molto e riporto:
Forse la parte del libro che mi è piaciuta di più è il capitolo dedicato alla vita di Scout dalla morte della madre, di cui non ha mai sentito la mancanza perchè non l'ha conosciuta e per la meravigliosa presenza del padre; la vita da adolescente accompagnata dal padre e dallo zio Jack. E' una ricostruzione megistrale davvero bellissima, che da un senso di completezzza alla storia  e completezza della vita del personaggio di Scout, infine fa da collegamento e collante con il "buio oltre la siepe" e in qualche modo va a rendere più completa anche quella storia.

E' un libro meraviglioso che non ha deluso le mie aspettative e non posso fare altro che consigliarlo a tutti, sia chi come me ha già letto "il buio oltre la siepe" ed è un ammiratore di Harper Lee, sia a chi è interessato ad uno scorcio di America anni 50 sia a chi vuole approfondire la tematica della segregazione razziale.
Voi lo avete letto? Cosa ne pensate?

sabato 19 maggio 2018

PULP - CHARLES BUKOWSKI

TITOLO: Pulp, una storia del XX secolo
AUTORE: Charles Bukowski
EDITORE: Feltrinelli
PAGINE: 186
PREZZO: euro 9
GENERE: letteratura americana
LUOGHI VISITATI:
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Trama dalla quarta di copertina: "Depresso, appesantito da una pancia ingombrante, il conto in rosso, i creditori sempre alle porte, tre matrimoni alle spalle, Nick Belane è un detective, "il più dritto detective di Los Angeles". Bukowski gioca con un vecchio stereotipo e vi aggiunge la sua filosofia di lucido beone, il suo esistenzialismo da taverna e un pizzico di cupa, autentica disperazione. I bar, le episodiche considerazioni sul destino, il cinismo, l'ormai sbiadito demone del sesso, il fallimento professionale ed esistenziale, insieme alle mere invenzioni narrative, diventano il pulp ("pasticcio") del titolo. Lontano dalla atmosfere tenebrose delle ordinarie follie, un piccolo capolavoro d'ironia, il testamento spirituale di un grande scrittore che non ha mai esitato a immergersi nel degrado della società contemporanea."

E' un libro che sicuramente esce dalla mia "confort zone". Ho approfittato della sua presenza in libreria per approcciarmi ad un autore di cui non conoscevo nulla, ed anche per parlare qui sul blog di qualcosa di diverso. Inizialmente l'ho odiato, dopo le prime due pagine volevo chiuderlo e leggere altro, non sopportavo il modo di scrivere, il personaggio, tutto. Però non è mia abitudine abbandonare un libro, anzi per me è inconcepibile. Ne è valsa la pena, dopo un po' entri nel mood del protagonista e non riesci più a separarti da lui.
Il libro è scritto in prima persona, a parlare è l'investigatore privato Nick Belane, è un tipo strano che fa incontri molto strani. E' tutto molto surreale. La scrittura è diretta, forte, asciutta, volgare. I personaggi usato le parolacce, certo come tutti noi, però qui i personaggi si esprimono quasi esclusivamente ricorrendo a parolacce e volgarità. Quello che emerge, per molti aspetti, è un mondo assolutamente reale, squallido, tutto è intriso di squallore e volgarità, mi fa pensare ai bassi fondi della società, alle situazioni di degrado sociale e culturale più assolute, con un profondo degrado anche nei rapporti interpersonali dove non c'è nemmeno l'ombra di affetto reciproco tra le persone. E' però anche ironico, è ambientato a Los Angeles (anche se come dicevo non ci sono descrizioni della città) nel 1993.

<Belane, sei fuori di testa?> <Chi può dirlo? La pazzia è relativa chi stabilisce le regole?>”

 Questo è l'ultimo romanzo scritto da Bukoski prima di morire e nelle pagine traspare proprio l'idea di morte incombente, la consapevolezza dell'autore si riflette molto nel suo protagonista. Belane è sempre sul "chi vive", per una ragione o per un'altra, l'affitto non pagato, vecchi rancori, prestiti non saldati per esempio. Anche per questo Belane riflette spesso sulla propria vita, in maniera anche ironica e sempre consolandosi con il suo unico grande amore: l'alcol, qualunque cosa succeda Belane beve!
Molto bella anche la prefazione a inizio libro della traduttrice Simona Viciani che spiega alcune scelte compiute da Bukoski, come ad esempio il nuovo personaggio di Belane.

Nonostante le premesse il libro mi è piaciuto moltissimo e sicuramente recupererò altro della vastissima bibliografia di Bukoski, è uno scritto contemporaneo molto interessante, un po' diverso dal solito, almeno per me.
Voi lo avete letto? Cosa ne pensate? Cosa mi consigliate di Bukoski?

Voglio chiudere la mia recensione citando la riflessione di Belane che mi è piaciuta maggiormente:

"Spesso i momenti migliori della vita erano quando non facevi un bel niente, rimanevi a rimuginare, a meditare. Voglio dire, ammettiamo che capiate che sia tutto privo di senso, in questo caso non può essere totalmente privo di senso perché tu sei cosciente di questa profonda inutilità e questa coscienza di inutilità alla fine quasi restituisce un senso a tutto. Capite cosa voglio dire? Un ottimistico pessimismo." 

martedì 8 maggio 2018

L'ASSASINIO DI SOCRATE - MARCOS CHICOT

TITOLO: L'assasinio di Socrate
AUTORE: Marcos Chicot, traduzione di Andra Carlo Cappi
EDITORE: Salani Editore
PAGINE: 729
PREZZO: euro 19,90
GENERE: letteratura spagnola - thriller storico ambientato nell'antica Grecia
LUOGHI VISITATI: Antica Grecia
acquistabile su amazon: qui (link affiliato)



Dalla quarta di copertina la trama: "Grecia, V secola a.C. Un oscuro oracolo predice l'assasinio di Socrate. Tra lo sconcerto dei suoi amici e seguaci, il filosofo sembra l'unico a non avere paura. In che modo questo terribile vaticinio si interseca con la condanna a morte da parte del suo stesso padre di un neonato spartano, un bambino dagli occhi quasi trasparenti? Mentre la guerra tra Atene e Sparta insanguina la Grecia, i destini di uomini politici, artisti e filosofi si intrecciano a quelli delle persone comuni: soldati che combattono fino allo stremo delle forze, madri che lottano per difendere i propri figli, giovani amanti disposti a tutto per salvare il loro amore.... Da un vero maestro del genere un grande thriller adrenalinico, ricco di storie nella Storia, che dipinge un vivido affresco della civiltà greca mescolando con abilità verità e finzione e ci regala personaggi indimenticabili."


In copertina viene definito "thriller", questo un pò mi aveva "spaventata", ma io lo reputo un romanzo storico a tutti gli effetti, c'è una ricostruzione storica della vita e dei costumi della Grecia Classica eccezionale.
Vengono descitte in modo minuzioso, in quanto vengono riportate proprio da fonti dell'epoca, molte battaglie e guerre in cui si troveranno a combattere i nostri protagonisti; la vita quotidiana, le usanze e le credenze. Due le cose che maggiormente mi hanno colpito: la prima cosa che mi ha sconcertato è che Socrate, il famoso filoso, di cui conoscevo (e tuttora conosco) poco o nulla, va in guerra: ad Atene tutti i cittadini, qualunque fosse il loro mesteriere, veninvano chiamati a combattere; la secona è  la notevole importanza riconosciuta ai vaticini, agli indovini e all'interpretazione di eventi naturali quali segni degli Dei.
Ci sono molti personaggi: Socrate, Cherefonte, Eurimaco, Perseo, Cassandra, Santippe, Callicrate, Aristone, Deianira per citare i principali. C'è un personaggio che ho preferito, e che diventa, anche uno dei miei preferiti in assoluto: Perseo, è coraggioso, un soldato valoroso, eroico, ma anche dolce, sensibile e innamorato, che tratta la donna che ama come una sua pari, spiegandole tutto quello che sa e conosce e tenendola informata sui fatti di politica e ascolta la sua opinione.
La voce narrante è quella di un narratore onniscente che ci racconta i fatti sotto forma di cronostoria/diario: a inizio capitolo c'è l'indicazione del luogo, del mese e dell'anno degli accadimenti. E' un romanzo meraviglioso che consigli a tutti gli appassionati del genere storico come me, ma in generale a chiunque voglia conoscere ed imparare (divertendosi) qualcosa sulla Grecia Classica, io avevo solo sbiaditi ricordi scolastici, ed anche sulla filosofia e su Socrate.
Il libro si apre con una nota che voglio riportare qui: "Molti dei personaggi di questo romanzo sono reali e sono stati ricostruiti in base alla documentazione disponibile sull'Epoca Classica. Quanto alla trama, comprende un filo di finzione i cui elementi sono stati elaborati in accordo con le fonti storiche. Pertanto tutto ciò che si narra è avvenuto o potrebbe essere avvenuto così com'è raccontato". E soprattutto si chiude con una lettera ai lettori da parte dell'autore in cui spiega le fonti ma soprattutto spiega quali personaggi sono reali e quali invenzione. E infine ci invita a visitare il suo sito web: www.marcoschicot.com, dateci un occhiata.......
Lo stesso autore ha scritto anche "L'assasinio di Pitagora" e "Il teorema delle menti" che finiscono nella mia wish list; per quanto pubblicati prima de "L'assasinio di Socrate" storicamente sono collocati in un periodo successivo quindi sono molto contenta di leggerli dopo questo in modo da seguire anche al storia.......
Voglio assolutamente approfondire la figura di Socrate, i suoi insegnamenti......


Non ha alcun senso. Perché il Dio ha affermato che sono il più sapiente? Tanti anni dedicati alla ricerca della conoscenza lo avevano convinto proprio del contrario: ‘ So solo di non sapere niente’. Era quella la sua unica certezza. Non possedeva alcuna conoscenza assoluta. Si considerava un filosofo, colui che cerca la sapienza, non un saggio che già la possiede.”


Voi avete letto il libro? Conoscete Marcos Chicot? Fatemi sapere