TITOLO:
La mia famiglia e altri animali
AUTORE:
Gerald Durrel - traduzione di Adriana Motti
EDITORE:
Adelphi
PAGINE:
354
PREZZO:
€ 12,00
GENERE: letteratura inglese, memoir, letteratura scientifica
LUOGHI VISITATI: Corfù, Grecia metà anni '30
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Un libro divertente.
Gerald Durrell, naturalista e
scrittore inglese, in questo libro ci racconta la sua esperienza di vita
sull’isola greca di Corfù dove ha passato parte della sua infanzia e
adolescenza, assieme alla madre e ai fratelli nel mezzo degli anni ’30 del
secolo scorso.
Gerry, come lo chiamavano in
famiglia, è un ragazzino appassionato di scienze naturalistiche, passa il tempo
immerso nella natura a osservare e studiare piante ed animali, anche per questo
la famigli gli riserva un’intera stanza, il suo primo studio:
“Dopo la sfortunata faccenda
dello scorpione, la famiglia mi aveva dato una grande stanza al primo piano per
alloggiarvi le mie bestiole, nella vaga speranza che così sarebbero rimaste
relegate in una determinata parte della casa. Questa stanza – che io chiamavo
il mio studio e che il resto della famiglia chiamava il Cimiciaio – aveva un
gradevole odoro di etere di alcool denaturato. Là dentro tenevo i miei libri di
storia naturale, il mio diario, il microscopio, gli strumenti per sezionare, i
retini, i vascoli e altri oggetti importanti. Grandi scatole di cartone
contenevano le mie uova di uccello, le mie collezioni di scarabei, farfalle e
libellule, mentre sugli scaffali c’era una bella serie di bottiglie piene di
alcool denaturato nelle quali erano conversate cose di grande interesse come un
pulcino a quattro zampe (regalo del marito di Lugaretzia), lucertole e serpenti
vari, uova di rana in diversi stadi di sviluppo, un polipo neonato, tre topi
bruni ancora piccolini (omaggio di Roger),
e una minuscola tartaruga, appena uscita dall’uovo, che non aveva
resistito all’inverno. Sulle pareti, in modo sparso ma pieno di gusto, facevano
bella mostra di sé una lastra di ardesia con i resti fossilizzati di un pesce,
una fotografia che mi ritraeva mentre stringevo la mano a uno scimpanzé, e un
pipistrello impagliato. L’avevo impagliato io stesso, senza nessun aiuto, ed
ero molto orgoglioso del risultato. Visto che le mie nozioni di tassidermia
erano estremamente limitate, a me sembrava che somigliasse parecchio a un
pipistrello, specie se uno stava dall’altra parte della stanza. Con le ali
spalancate, guardava il mondo con aria torva dalla sua tavoletta di sughero
attaccata alla parete.”
Nella vita di Durrell però si
deve pensare anche alla sua istruzione, non frequenta delle scuole come le conosciamo
noi oggi ma va a lezione da diversi precettori che gli insegnano le basi di
tutte le materie dalla matematica alle lettere passando per la storia e la
geografia e le lingue straniere, in particolare studierà il francese con il
console belga a Corfù. La particolarità è che questi insegnanti sono uno più
bizzarro dell’altro da chi alleva uccelli in soffitta a chi si fa carico del
problema dei gatti randagi.
Protagonisti indiscussi del libro
sono le piante e soprattutto gli animali che Gerry ha avuto modo di “conoscere”
e studiare sull’isola e le sue avventure di scoperta. Non mancano però le
vicende legate alla sua famiglia e agli amici che si è fatto, soprattutto tra i
contadini dell’isola e due menzioni d’onore vanno a Spiro Hakiaoupulos il
taxista personale dei Durrell e a Theodore Stephanides medico e scienziato
amico di tutta la famiglia ma che strinse con Gerry un legame particolarmente
forte data la comune passione per le scienze naturalistiche tanto che
organizzavano assieme spedizioni esplorative settimanali.
Le vicende non sono raccontate in
modo scrupolosamente cronologico ma piuttosto in relazione ai vari eventi cui
sono legate. La narrazione è piana, piuttosto lenta, è una lettura molto
interessante anche dal punto di vista scientifico, in alcune parti si avvicina
molto al saggio ma è divertente e alternata le nozioni scientifiche con le
avventure della famiglia Durrell, senz’altro Gerry ci mette del suo nel creare
queste “avventure” con tutti gli animali che si porta a casa, ma anche gli
altri membri della famiglia sono interessanti ed eccentrici. Vengono narrate
molte avventure ma non è un libro pieno d’azione. La godibilità del testo sta
secondo me anche e soprattutto nel taglio ironico e divertente che Durrell è
riuscito a dare alla ricostruzione di questi anni di vita. È un opera che viene
presentata come autobiografica, ed è vero ma nella ricostruzione Durrell si è
preso diverse licenze poetiche. Emerge
tutta la passione per il mondo naturale circostante, che Durrell aveva già da
piccolissimo e che poi è diventato non solo il suo lavoro ma la sua ragione di
vita.
Dalla lettura è possibile anche
farsi un quadro generale della vita a Corfù - che sembra piuttosto oziosa
almeno nella campagna - e dei suoi abitanti “umani” oltre che del meraviglioso
paesaggio e degli aspetti naturalistici. Inoltre in quegli anni l’isola era
meta di artisti alla ricerca di tranquillità e ispirazione ed è proprio questo
il motivo del trasferimento a Corfù della famiglia Durrell, il fratello
maggiore Lawrence (Larry) infatti è uno scrittore.
“«Sei straniero?» domandò,
aspirando profondamente e con immensa soddisfazione.
Dissi che ero inglese, e che vivevo con la mia famiglia in una villa sulle
colline. Poi aspettai le inevitabili domande sul sesso, il numero e l’età dei
miei parenti, il loro lavoro e le loro aspirazioni, seguite da un abile
interrogatorio per appurare il perché vivevamo a Corfù. Questa era la solita
prassi dei contadini; lo facevano in modo non antipatico, ed erano spinti
soltanto da un amichevole interesse. Loro ti raccontavano tutte le loro
faccende personali con la massima semplicità e franchezza, e si sarebbero
offesi se tu non avessi fatto altrettanto.”
“L’isola sonnecchiava sotto di noi,
scintillante come un acquarello appena dipinto, nella foschia dell’afa: ulivi
grigioverdi, cipressi neri, rocce multicolori lungo la costa, e il mare
levigato e opalescente d’un azzurro martin pescatore, verde giada, con qualche
lieve increspatura sulla sua superficie liscia dove si incurvava intorno a un
promontorio roccioso e fitto di ulivi. Proprio sotto di noi c’era una piccola
baia lunata col suo bordo di sabbia bianca, una baia così bassa e con un fondo
di sabbia così abbagliante che l’acqua era di un azzurro pallido, quasi
bianco.”
“Sotto la villa, tra una fila di
colline su cui essa si ergeva e il mare, si stendevano i Campi a Scacchiera. Il
mare si insinuava nella costa formando una grande baia quasi del tutto chiusa,
poco profonda e vivida, e sul terreno piatto lungo i suoi bordi si stendeva
l’intricato disegno dei canali che una volta, ai tempi di Venezia, erano state
delle saline. Ognuno di quei simmetrici pezzetti di terra incorniciati dai
canali era intensamente coltivato e tutto rigoglioso di vegetazione, dalle
messi del granoturco alle patate, ai fichi, alle vigne. Questi campi, minuscoli
e vividi riquadri contornati dalle acque scintillanti, si stendevano come una
vasta scacchiera multicolore sulla quale si muovevano da un punto all’altro le
colorate figure dei contadini.
Era una delle aree che preferivo per le mie esplorazioni, perché i piccoli
canali e il sottobosco lussureggiante albergavano di una moltitudine di
creature.”
Questo libro mi ricorda molto “Il
libro del mare” di Morten A. Stroksnes e forse anche “L’arte di collezionare
mosche” di Fredrik Sjöberg entrambi libri che possiedo e aspettano di essere
letti, vi farò sapere se ho visto giusto.
Voglio terminare la mai
recensione riportando – un po’ come fa il libro che si chiude con un messaggio
del Durrell Wildlife Conservation Trust, un ente caritatevole che si occupa
della salvaguardia dalla natura fondato dallo stesso Gerald assieme ad uno zoo
sull’isola di Jersey – una frase scritta da Gerald Durrell che trovo bella ma
soprattutto importantissima: “Gli animali sono la grande maggioranza senza voto
e senza voce che può sopravvivere solo col nostro aiuto”.
È un libro molto divertente che
consiglio di leggere soprattutto a chi è appassionato della natura che ci
circonda, permette di scoprire molte curiosità sul mondo animale senza essere
pesante o noioso, non conoscevo molti nomi (soprattutto di piante e di animali
e li ho cercarmi sono cercata su google moltissimi nomi (soprattutto) di piante
e di animali che non conoscevo, è quasi un documentario su carta che
intrattiene e diverte e intermezza le spiegazioni con le vicende personali. E
infine, ma non per importanza, permette di scoprire un’importante figura del
panorama scientifico (che sembra piuttosto simpatico).
Conoscete questo libro? Avete
letto qualcosa di Gerald Durrell? Fatemi sapere nei commenti.