venerdì 22 marzo 2024

KILLERS OF THE FLOWER MOON - FILM

TITOLO: Killers of the Flower Moon
 REGISTA: Martin Scorzese
ATTORI PRINCIPALI: Leonardo Di Caprio, Robert De Niro, Lily Gladstone 
DURATA: 206 min
GENERE: film documentario / western
AMBIENTAZIONE: cittadina di Fairfax Oklahoma USA anni '20


Un film documentario che è l’adattamento cinematografico del saggio Gli assassini della terra rossa di David Grann che si basa su una storia vera.

Agli inizi del Novecento nella riserva indiana degli Osage a Fairfax in Oklahoma viene scoperto il petrolio. Gli indiani riescono a farsi attribuire di diritti e si trovano improvvisamente molto molto ricchi. Ma al tempo stesso anche facili prede e vittime di approfittatori e truffatori di ogni sorta. Verso gli anni ’20 iniziano a susseguirsi una serie di morti – più o meno accidentali – nella comunità indiana e nessuno fa nulla per indagare, dovranno passare anni e il numero di vittime diventare sempre più elevato perché intervenga il governo federale mandando l’FBI, a seguito che una delegazione Osage si è recata a Washington. Emergerà un sistema rodato per eliminare gli indiani o almeno alcuni di essi a tutto vantaggio di chi questo sistema lo gestisce, non è uno spoiler perché si vede subito che gli indiani vengono uccisi da dei bianchi.

Il film si apre con l’arrivo a Fairfax di Ernest Burkhart (interpretato da Leonardo Di Caprio) reduce della prima guerra mondiale che si trasferisce qui a vivere con lo zio, William Hale detto Re. Hale (interpretato da Robert De Niro) si atteggia e professa grandissimo amico e benefattore ed estimatore degli Osage, ma bisognerà vedere nei fatti se è proprio così. Ernest inizia a fare qualche lavoretto e in particolare farà l’autista, durante il suo lavoro conosce una ragazza indiana Mollie Kyle (interpretata da Lily Gladstone) e se ne innamora e i due si sposeranno. Zio Hale approva pienamente il matrimonio non solo perché è un grande amico della famiglia Kyle ma anche perché questa famiglia è titolare di moltissimi diritti petroliferi, e come capiamo da subito Hale è molto interessato ai tornaconti economici al di là della facciata che mostra.

Fin dall’inizio del film vediamo che diversi Osage muoiono, in circostanze tutt’altro che naturali, ma le autorità locali sono corrotte e non indagano, nonostante vari tentativi della comunità Osage le cose non migliorano e si arriva ad un crescendo di paura e violenza che porterà Mollie, ormai gravemente malata, a recarsi a Washington con una delegazione Osage, dove riescono a parlare con il presidente. Le cose iniziano a cambiare con l’arrivo dell’FBI, una squadra guidata dal detective Tom White (interpretato da Jesse Pkemons) che iniziano ad indagare in modo serio e approfondito fino a scoprire la verità.

La verità non è una sorpresa la si capisce praticamente da inizio film e noi vediamo molte cose che succedono, del resto non è un giallo, ma è molto interessante vedere sia i metodi di indagine sia in generale il comportamento delle persone coinvolte, perché le vicende narrate vanno avanti per diversi anni.

A me il film è piaciuto molto, è una sorta di documentario su un fatto vero quindi lo trovo perfetto per chi ama i casi di cronaca ma anche a chi ama la storia. Alla fine viene dato conto di tutto ciò che succede dopo il processo ai vari protagonisti e viene fatto con un espediente che ho trovato curioso: uno show radiofonico dove si raccontano casi di cronaca, con tanto di orchestra per gli effetti sonori, un qualcosa che mi fa molto anni ‘40 o ’50 e che potrebbe a sua volta mostrare un reale format di intrattenimento.

Il film è diretto da Martin Scorzese (che tra l’altro compare anche in una scena), dura oltre le tre ore, vanta un cast stellare (i protagonisti principali sono tutti interpretati da attori famosissimi come Di Caprio e De Niro) e numerose nomination agli Oscar e ai Golden Globe (vinto da Lily Gladstone come miglior attrice in un film drammatico).

Fatemi sapere nei commenti se lo avete visto?


venerdì 15 marzo 2024

LA MEMORIA RENDE LIBERI di LILIANA SEGRE

TITOLO: La memoria rende liberi
AUTORE: Liliana Segre
EDITORE: Rizzoli BUR
PAGINE: 225
PREZZO: € 12,50
GENERE: letteratura italiana, memoria, testimonianza shoa
LUOGHI VISITATI: Italia dagli anni '30 ai giorni nostri
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Trovo sempre difficile parlare dei libri che trattano della Shoa soprattutto quando si tratta di testimonianze vere come nel caso de La memoria rende liberi di Liliana Segre.

Nel libro Liliana Segre ci racconta la sua esperienza della Shoa e lo fa abbracciando un arco temporale molto ampio: dall’emanazione delle leggi razziali fino ai giorni nostri. Quando escono le leggi razziali Liliana è una bambina che da un giorno all’altro non può più andare a scuola, non può più fare la vita di prima. Ma questo è solo uno dei cambiamenti che dovrà affrontare in un crescendo di limiti e paure sempre maggiori. Ci sarà il tentativo di fuga in Svizzera, la cattura, da detenzione a Milano fino al viaggio in treno che la porterà ad Auschwitz, il campo e la liberazione.  Il ritorno a casa e alla vita “normale” dove nessuno vuole sentir parlare di guerra figuriamoci dei campi di sterminio. Ci sono gli anni della depressione e del silenzio fino a che si deciderà a parlare, a raccontare la propria storia, in fondo se è sopravvissuta deve portare la propria testimonianza. Sono davvero molto interessanti le pagine relative alla decisione di raccontare la sua esperienza, per moltissimi anni non ne ha parlato, anche nella sua cerchia di amici e famigliarei pochissimi erano a conoscevano del suo “passato”.

Come detto è una narrazione a tutto tondo, non è incentrata solo sull’esperienza di Auschwitz come accade ad esempio in Se questo è un uomo di Primo Levi, il paragone mi giunge facile sia perché Segre lo cita spesso, sia perché è l’unica altra testimonianza italiana che finora abbia letto.

Non solo ma la parte sul periodo di prigionia (in linea con il resto del testo) è quasi generica nel senso che non è dettagliata e soprattutto non fornisce spiegazioni, racconta l’esperienza vissuta ma non si ferma a spiegare ad esempio parla delle ‘selezioni’ ma non dice cosa sono (si capisce dal contesto e si lo si per propria esperienza).

La lettura scorre veloce nonostante non sia semplice soprattutto da un punto di vista emotivo, a prima vista il libro è un bel mattoncino in realtà vuoi per l’impaginazione vuoi per lo stile si legge in pochissimo tempo.

 Quello di Segre è un racconto lucido, piano, senza rancori che vuole portare il lettore a riflettere. Come dice più volte non è un eroina e non vuole essere definita tale, nel suo racconto non nasconde e non maschera i suoi comportamenti “sbagliati” (ma vorrei ben vedere come biasimarla nelle scelte). È un racconto profondamente sincero e, quindi anche così, umano e vero, non tace nulla e non mitizza nulla.

Ultimo aspetto che trovo davvero molto interessante è l’approccio di Segre ai libri e ai film che trattano dell’argomento Shoa, anche qui è una riflessione molto chiara che porta anche il lettore a interrogarsi, quello che si vede è/era fattibile? In particolare “stronca” alcuni film acclamatissimi a partire dal nostrano “La vita è bella” di Benigni e devo dire che le sue parole mi hanno fatto riflettere e sicuramente avrò un approccio diverso con tutto ciò che è “di finzione” e che tratta l’argomento.

Infine segnalo che il libro si apre con un interessante introduzione curata da Enrico Mentana dove ricostruisce la “situazione ebraica” in Italia verso gli anni ‘30: il numero esiguo degli Ebrei rispetto alla popolazione totale, la loro tendenza ateità e le loro tendenze politiche molti aderirono e furono sostenitori del fascimo prima le leggi razziali li escludessero dalla vita sociale, tra questi ferventi sostenitori c’era ad esempio uno zio di Liliana, Amedeo Segre.

Libro sicuramente da leggere anche nelle scuole, nella mia esperienza non è mai stato consigliato, e francamente non ne capisco il motivo.  Penso che leggere queste pagine è un po’ come ascoltare una conferenza, una testimonianza diretta della senatrice Segre, mi piace interpretare così il libro perché non penso avrò mai occasione di assistere ad una sua testimonainza - non penso di averne il coraggio - ed è poi una testimonianza e un documento prezioso anche per quelli che non potranno ascoltarla in futuro.

Vi aspetto nei commenti per sapere se lo avete letto?


venerdì 1 marzo 2024

IIL PATTO DELL'ABATE NERO di MARCELLO SIMONI

TITOLO: Il patto dell'Abate Nero
AUTORE: Marcello Simoni
EDITORE: Newton Compton Editori
PAGINE: 328
PREZZO: € 9,40
GENERE: letteratura italiana, thriller storico
LUOGHI VISITATI: nel corso del 1400 principalmente Firenze ed Alghero
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 Attenzione possibili spoiler: secondo volume di una trilogia

Il libro è il secondo volume della “Secretum Saga” (al momento composta da tre volumi) che ha come protagonista Tigrinus, un ladro gentiluomo, legato da un particolare rapporto con Cosimo de Medici e con un misterioso personaggio chiamato “Abate Nero” di cui il signore di Firenze è ossessionato.

In questo secondo capitolo le vicende e le avventure ruotano attorno ad un tesoro nascosto in Spagna sulle cui tracce si sono messi già molti uomini, tra cui il padre di Bianca, ma nessuno ha mai fatto ritorno.  Tigrinus, fingendosi un mercante fiorentino si reca ad Alghero per “acquistare” da un mercante ebreo la mappa che gli permetterà di trovare il tesoro.

La narrazione è piuttosto articolata, non mancano intrighi e complotti per mettere le mani su tesori nascosti, quello nascosto in Spagna ma anche altri, e libri di alchimia.

Trattandosi di un serie ritroviamo i personaggi principali che già avevamo conosciuto nel primo volume, a partire dal protagonista Tigrinus sempre accompagnato dal suo amico e “aiutante” Caco, ritroviamo Bianca de Brancacci e suo cugino Angelo Bruni; il capo di birri di Firenze Niccolò Vitelli con il suo inseparabile cane Malacoda; e fa la sua comparsa una nuova figura che muovendosi nell’ombra manovra molti fili della vita sociale e politica di Firenze Fenizia Donati (i Donati sono stati un’importante e influente famiglia fiorentina che si è posta in contrapposizione ai Medici, penso che Fenizia sia un personaggio di invenzione).

Come nel primo volume tra i protagonisti c’è Cosimo de Medici - il signore di Firenze ma anche grande appassionato di alchimia - legato per motivi oscuri e personali al ladruncolo Tigrinus - molti della sua cerchia si chiedono cosa spinga Cosimo a proteggere questo misero ladruncolo senza famiglia (noi lettori lo sappiamo).

C’è una fitta rete di spie al servizio di Cosimo de Medici e rimane l’interesse e l’attaccamento del signore di Firenze verso Tigrinus, che spinge le persone vicine al Signore a chiedersi quale possa essere il rapporto che li lega – chi ha letto il primo volume già lo conosce, chi legge solo questo libro lo scoprirà ugualmente al suo interno - e la sua bramosia per avere un libro “la Tavola di Smeraldo” un libro in possesso proprio del ladro. Emerge così un aspetto molto comune del Tardo Medioevo e di cui lo stesso Cosimo de Medici era molto appassionato: l’alchimia.

Un thriller storico dove la tensione non manca e tiene il lettore incolato alle pagine. L’espediente è quello di narrare le vicende dei vari personaggi alternandoli, alternando così anche i luoghi in cui si svolge la narrazione - Firenze, Alghero, la Francia i principali – interrompendo spesso la narrazione in un momento saliente per passare a riprendere le fila di un'altra parte del racconto che si era interrotto precedentemente.

Il viaggio nella storia è dato anche dall’utilizzo di espressioni e di vocaboli tipici di fine ‘400, usi, costumi e modo di pensare vengono ricostruiti alla perfezione. In questo volume particolare attenzione è riservata alla città di Alghero e al commercio di corallo, alla presenza di una importante e fiorente comunità ebraica nella città che si trova sotto il dominio aragonese; mentre a Firenze emerge la presenza e il notevole potere di congregazioni religiose capaci di influenzare la vita politica e commerciale della città. La contestualizzazione storica è perfetta, sembra di fare un viaggio nel tempo ed essere spettatori delle varie scene.

Anche se questo libro penso possa essere letto da solo, consiglio di recuperare l’intera saga. Si tratta di volumi coinvolgenti, dove è molto forte la parte di suspence ma è impeccabile anche la ricostruzione storica. Tigrinus vive delle avventure rocambolesche, non vedo l’ora di leggere il terzo ed ultimo volume.

Conoscete Marcello Simoni? Cosa avete letto di suo?



venerdì 23 febbraio 2024

THE OFFICE stagione 1

TITOLO: The Office 
Stagione 1
Episodi numero 6 Durata 20'
 AUTORE: ideata da Greg Daniels  
LUOGHI VISITATI: Scranton - Pennsylvania - USA




The Office – Stagione 1 Episodi 6

La classica sit-com americana divertente, piena di ironia e sarcasmo, anche un po’ politcamente scorretta con cui si indaga meglio un particolare ambito sociale: nel caso specifico un ufficio e le dinamiche che lo regolano.

La serie è ambientata nella filiale di Scranton in Pennsylvania di una grande azienda che commercia in carta, la Dunder Mifflin. L’organizzazione interna è articolata in vari settori a partire dal capo Michael Scott che è direttore regionale della filiale e protagonista indiscusso, c’è la receptionist Pam, i settori vendite, contabilità, servizio clienti, risorse umane e i ragazzi del magazzino spedizioni, e infine il superiore di Scott la signora Jan Levinson-Gould.

Il protagonista principale è il capo ufficio Michael Scott (interpretato da Steve Carell) egocentrico, spaccone, politicamente scorretto, sessista, fa il simpatico e l’amicone in ufficio - infatti il clima che si respira è estremamente rilassato. Colleziona tantissime figuracce, gaffe e battute di cattivo gusto sono all’ordine del giorno.

Il suo vice o meglio assistente è uno dei ragazzi addetti alle vendite, Dwight Schrute (interpretato da Rainn Wilson) una sorta “neonazista” che si reputa superiore agli altri (senza esserlo), è maniacale e irritante. Altro addetto alle vendite è Jim Halpert (interpretato da John Krasinski) più simpatico e intelligente ma anche un gran burlone, pare innamorato della receptionist con cui spesso passa il tempo a chiacchierare. Infine la receptionist Pam Beesly (interpretata da Jenna Fischer), piuttosto timida è fidanzata da anni con Roy - uno dei ragazzi del magazzino - sembra quasi soggiogata nel rapporto di coppia, priva di libertà.

La serie è strutturata e girata con la tecnica del “falso documentario” cioè nell’ufficio della Dunder di Scranton c’è una troupe televisiva che sta girando un documentario per cui spesso e volentieri, oltre a riprendere la normale attività lavorativa, i dipenenti/protagonisti si ritirano in un ufficio e parlano di un fatto particolare o spiegano un loro punto di vista, oppure si mettono in mostra oppure ancora e questo lo fa soprauttutto Michael, fanno battute a beneficio della telecamera. Inizialmente, la cosa mi lasciva molto perplessa e basita poi ho scoperto che stata usata questa tecnica, come al solito io inizio le cose senza saperne nulla.

La trovo una serie perfetta per staccare un attimo la spina è ideata da Greg Daniels (è uno dei sceneggiatori de I Simpson) e nasce da un remake di un omonima sitcom inglese. È una serie molto famosa negli Stati Uniti tanto da essere citata anche in altre serie tv e ha vinto svariati premi del settore come diversi premi Emmy e diverse candidature ai Golden Globe. In Italia non ha avuto molto successo almeno quanto era trasmessa da Sky tanto che è stata interrotta alla quarta stagione su nove totali, ora è disponibile sulla piattaforma Prime Video. A livello di genere mi ricorda molto altre serie tv come Friends, Due uomini e mezzo e anche Bing Bang Theory, le accomuno perché sono serie con una durata breve della puntata e centrate su un particolare “ambiente sociale” e relative dinamiche.

Per ora ho visto solo la prima stagione anche se non è scoccata la scintilla è una serie carina, divertente, ne ho sempre sentito parlare bene e penso che qualche altra stagione la guarderò.

Fatemi sapere nei commenti se la conoscete?


venerdì 16 febbraio 2024

LE STORIE D'AMORE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO - GILBERT SINOUÈ

TITOLO: Le storie d'amore che hanno cambiato il mondo
AUTORE: Gilbert Sinoué traduzione di: Roberto Boi e Giuliano Corà
EDITORE: Beat
PAGINE: 432
PREZZO: € 9,90
GENERE: letteratura francese, biografia
LUOGHI VISITATI: giro del mondo e delle epoche
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Le storie d'amore che hanno cambiato il mondo è un libro ibrido tra un saggio e una biografia, meglio una raccolta di biografie, vengono analizzate dodici storie d’amore che hanno segnato la Storia, vuoi perché hanno davvero inciso sul corso degli eventi storici vuoi perché hanno fatto la storia nel loro genere ad esempio hanno fatto la storia nelle cronache mondane (penso soprattutto alle storie d’amore Kahlo-Rivera e Taylor-Burton).

Appena preso in mano il libro la prima impressione è stata di spavento essendo un insieme di biografie - genere che non ricerco ne frequento - mi aspettavo qualcosa di più snello (da leggersi in alternativa più sintetico oppure più storie) invece sono riuscita a portare a termine la lettura senza troppe difficoltà e con molto interesse. È un libro perfetto per essere letto poco alla volta magari inframmezzato con altro, un libro come dico io da leggere a rate.

L’ambito geografico e temporale coperto è piuttosto vasto si va dal XIV secolo fino agli anni ’60 del XX secolo, mi aveva incurisoità la particolarità che la storia più recente narrata è degli anni ’60 pensavo fosse dovuto all’epoca di pubblicazione invece no il libro è del 2016 quindi è una scelta personale dell’autore non trovare altre storie “storiche” più recenti.

Le storie vengono narrate anche attraverso le voci dei protagonisti riportando stralci di lettere e testimonianze di parenti e amici. Per alcune prevale la narrazione romanzata per altri invece quella biografica, nel complesso la lettura è scorrevole

Tra le storie d’amore che hanno cambiato il corso della Storia ci sono quella tra Edoardo VIII e Wallis Simpson, Edoardo VIII per amore abdica a favore del fratello Alberto di York che diventerà re con il nome di Giorgio VI e che era il padre della futura regina Elisabetta II. Altro amore che cambia la Storia è quello tra Lady Hamilton e Lord Nelson, grazie all’intercessione di Lady Hamilton Nelson può rifornire la propria flotta nel Regno di Napoli e muovere verso la battaglia di Abukir contro la flotta di Napoleone. Ci sono le storie che hanno fatto sognare, che hanno fatto la storia del gossip e dei rotocalchi come quella Liz Taylor e Richard Burton, quella tra Frida Kahlo e Diego Rivera e qulla tra Edith Piaf e Marcel Cerdan. E infine alcune storie che hanno per protagonisti artisti e scrittori e non possiamo escludere che proprio le vicende della vita amorosa abbiamo influenzato grandi artisti nella realizzazione delle loro opere e per il tramite di queste hanno in qualche modo influenzato il mondo.

Una menzione speciale alla storia tra Shah Jahan (imperatore indiano) e la moglie Mumtaz, una storia dal sapore motologico e fiabesco che ci ha lasciato in eredità il Taj Mahal. È la mia storia preferita.



“Il lettore potrebbe, giustamente interrogarsi sulla legittimità del titolo di quest’opera, e cercare di capire in che modo l’amore di Edit Piaf per Cerdan, o quello di Lady Hamilton per l’ammiragglio Nelson o quello di Nehru per Lady Mountbatten abbiano potuto giocare un ruolo negli avvenimenti mondiali. E tuttavia… Se Lady Mountbatten e Nehru non fossero stati così appassionatamente innamorati, è probabile che il processo che doveva portare all’indipendenza dell’India sarebbe stato molto più conflittuale di quanto sia poi avvenuto. Se Edith Piaf, tormentata dalla mancanza di Cerdan, non avesse insistito perché egli la raggiungesse al più presto – non in nave, come lui aveva previsto, ma in aereo – il pugile avrebbe affrontato Jake La Motta e magari, chissà, avrebbe riconquistato il titolo di campione del mondo. Se il folle amore di Dom Pedro per Inés de Castro non si fosse concluso con l’assassinio di quest’ultima, Alfonso IV e suo figlio non si sarebbero scontrati in una guerra che fu sul punto di devastare il Regno di Portogallo.
E come ignorare il ruolo determinante che Lady Hamilton giocò al fianco di Maria Carolina, regina del Regno di Napoli e di Sicilia? Se, per amore dell’ammiraglio Nelson, l’ambasciatrice non fosse intervenuta, la flotta inglese si sarebbe trovata in pessime acque e forse non sarebbe stata in grado di affrontare l’ammiraglio Bruyes nella baia di Abukir. Tutti i frammenti che compongono l’universo sono uniti tra loro; basta modificarne uno perché tutti quelli a esso collegati risentano di tale cambiamento. Frida Kahlo e Diego Rivera, Rodin e Claudel, la coppia Burton e Taylor, Hugo e Juliette… Ognuno di loro, ciascuno a proprio modo e con maggiore o minore intensità, ha turbato i disegni del destino.”


Di seguito l’elenco completo delle storie d’amore narrate da Sinoué:

- La regina crocifissa: Dom Pedro e Ines de Castro

- L’elefante e la colomba: Frida Kahlo e Diego Rivera

- La divina Lady: Lady Hamilton e l’ammiraglio Nelson

- La puttana reale: Edoardo VIII e Wallis Simpson

- Crois tu qu’on s’aime:  Edith Piaf e Marcel Cerdan

- I battelli ebbri: Paul Verlaine e Arthur Rimbaud

- La bisbetica domata: Richard Burton e Elizabeth Taylor

- La rosa rossa di bombay: Jawaharlal Nehru e Lady Mountbatten

- Notturni: George Sand e Fryderyk Chopin

- Victore e Juliette: Victore Hugo e Julliette Drouet

- la follia creatrice: Auguste Rodin e Camille Claudel

- per te costruirò l’eterno: Shah Jahan e Mumtaz

Gilbert Sinoué è uno scrittore, sceneggiatore e compositore francese, piuttosto poliedrico con una produzione variegata sia per ambientazione che genere, in Italia è pubblicato da Neri Pozza e spulciando il catalogo ho visto diversi titoli interessanti, molta attenzione ha dedicato al Medio Oriente soprattutto da un punto di vista storico. Sicuramente voglio recuperare altro di suo.

 

Vi aspetto nei commenti per sapere se avete letto questo libro e qual è la vostra storia d’amore preferita.


venerdì 9 febbraio 2024

IL TEMPO DELL'ATTESA - ELIZABETH JANE HOWARD

TITOLO: Il tempo dell'attesa
AUTORE: Elizabeth Jane Howard    traduzione di: Manuela Francescon
EDITORE: Fazi Editore
PAGINE: 638
PREZZO: € 17,58
GENERE: letteratura inglese, saga famigliare
LUOGHI VISITATI: Inghilterra primi anni '40 del '900
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Attenzione possibili spoiler: secondo volume di una pentalogia

 

Di nuovo assieme ai Cazalet questo secondo volume “Il tempo dell’attesa” è ambientato tra la fine del ’39 e la fine del ’41: sono i primi anni della Seconda Guerra Mondiale, avevamo salutato i Cazalet con la speranza che mai ci sarebbero state nuove guerre e invece li ritroviamo ad affrontare, ognuno a modo proprio, i primi anni della seconda guerra mondiale. Sono anni difficili, l’Inghilterra è in guerra, Londra viene bombardata, qualcuno è al fronte, iniziano a intravedersi mutazioni e cambiamenti nella società, tante le paure e le difficoltà.

Vediamo a grandi linee cosa fanno i nostri protagonisti iniziando dai fratelli Cazalet: Hugh manda avanti la ditta di famiglia di import-export di legname, mentre Edward e Rupert sono arruolati il primo nella RAF e il secondo in Marina. La famiglia si è riunita a Home Place, più sicura che Londra (che viene colpita da bombardamenti), dando ospitalità anche a Miss Millment, alla servitù e alla famiglia della sorella di Villy. Le donne di case Cazalet vivono tra la paura per la sorte dei mariti e fratelli e la voglia di aiutare, di contribuire allo sforzo bellico del paese principalmente con il volontariato (purtroppo le donne ancora possono fare poco).

In questo volume la narrazione si concentra sul punto di vista delle tre ragazze di casa Cazalet, pur non dimenticando nessuno – le tre cugine ‘grandi’: Louise, Polly e Clary. Ognuna vive diversamente questo momento così difficile.

Louise ottiene di poter studiare e verrà mandata alla scuola per signorine dove fa nuove amicizie in particolare Stella, con cui condivide la passione per la recitazione e riesce ad ottenere dai genitori di frequentare anche una scuola di recitazione, il suo sogno è fare l’attrice. La conoscenza e l’amicizia con Stella è molto importante perché consente a Louise di approcciarsi a un mondo, a una società, a una visione della vita diversa da quella di casa Cazalet (i Cazalet appartengono all’agiata ricca borghesia).

“Tutto quello che facevano i Cazalet era spostarsi, andare in ufficio e mettere al mondo figli. Non s’interessavano nemmeno lontanamente alla arti, con l’eccezione, dovette ammetterlo della musica. Ma quando era stata l’ultima volta che sua madre aveva letto un dramma di Shakespeare? O di chiunque altro? Suo padre, poi, lui non leggeva affatto. Era incredibile come riuscisse a procedere nella vita senza alcun tipo di nutrimento intellettuale. Forse stava a lei salvare Polly e Clary da quell’arido deserto borghese. L’avrebbe fatto, non appena avesse raggiunto l’età giusta. Gli altri erano troppo piccoli, oppure delle cause perse, come i suoi genitori. Con loro non si poteva avere una conversazione decente su un argomento di qualunque importanza – come lo stato dell’arte teatrale, la poesia o anche la politica -, bastava considerare quante cose sapeva Stella di cui loro non avevano idea! Era pronta a scommettere che non avevano mai riflettuto sulle classi sociali, sulla democrazia e su quello che era giusto per la gente. Ma se le cose fossero andate davvero come pensava Stella, sarebbe stato un duro colpo per loro. Niente più servitù! Come se la sarebbero cavata senza i domestici? Almeno lei sapeva cucinare, cosa che non poteva dirsi di nessuno dei suoi parenti. Se davvero ci fosse stata una rivoluzione dei ruoli sociali con ogni probabilità sarebbero morti di fame. Cominciò a provare per la sua famiglia una strana pena …” 

Clary, che sogna di fare la scrittrice, scrive lunghissime lettere per il padre Rupert, che è in servizio attivo nella Marina, dove racconta la vita ad Home Place in modo che quando tornerà leggendole sarà come aver vissuto almeno in parte quel periodo con la famiglia.

Infine Polly che vive il momento in modo molto drammatico, ha da sempre una grande paura della guerra (suo padre Hugh ha combattuto in Francia durante la Prima Guerra mondiale dove ha perso una mano) e inoltre non riesce a trovare il suo posto nel mondo, non ha le idee chiare su cosa vuole fare da grande come invece hanno Louise e Clary, si arrovella molto.

Essendo il secondo volume di una saga andiamo a conoscere meglio, ad approfondire la conoscenza, la storia e il carattere dei personaggi, ci saranno delle crescite mentre altri si manterranno fedeli a se stessi.

Lo spaccato storico narrato è molto interessante, le vicende dei Cazalet - che tra l’altro incarnano un archetipo sociale preciso e destinato a scomparire - si inseriscono nelle vicende Storiche, vediamo ad esempio cosa possono fare le donne soprattutto quelle sposate o di una certa età, come possono contribuire allo sforzo bellico? Fondamentalmente solo con il volontariato. Vediamo alcuni primi cambiamenti sociali ad esempio Louise un giorno torna a Home Place indossando un paio di pantaloni (!), vediamo com’era la vita in Inghilterra e a Londra durante la Seconda Guerra Mondiale.

Non vedo l’ora di vedere come proseguono le vicende della famiglia Cazalet, io mi sento parte integrante, una vecchia amica di famiglia che conosce tutto e tutti. Ci sono alcuni cliffhanger e alcune situazioni (piuttosto importanti) che rimangono sospese e la voglia di andare avanti è tantissima.

Fatemi sapere nei commenti se conoscete i Cazalet.


venerdì 2 febbraio 2024

PISTA NERA DI ANTONIO MANZINI

TITOLO: Pista Nera
AUTORE: Antonio Manzini
EDITORE: Sellerio
PAGINE: 278
PREZZO: € 13
GENERE: letteratura italiana, giallo, testa di serie vicequestore Rocco Schiavone
LUOGHI VISITATI: Val d'Aosta
acquistabile su amazon: qui (link affiliato) 


Prima avventura del vicequestore Rocco Schiavone. Romano doc è stato traferito ad Aosta non sappiamo perché ma è palesemente una punizione. Questo è il primo romanzo in cui compare ed è il primo romanzo che leggo ma un pochino già lo conoscevo per aver letto alcuni racconti che lo vedono protagonista nelle raccolte tematiche di gialli Sellerio e devo dire per fortuna!

Rocco Schiavone è un bravissimo polizzioto, il suo lavoro lo sa fare e molto bene ma non è ligio al dovere o meglio, il suo dovere di polizzioto di trovare il colpevole lo fa benissimo, non è ligio alle regole e alle procedure, talvolta i suoi metodi sono poco ortodossi. Inoltre è poco “pulito” per essere un polizzioto, non disdegna qualche lavoretto extra che riesce ad ottenere grazie agli amici di infanzia (che tendenzialmente hanno scelto una carriera opposta alla sua) e sfruttando la sua posizione, inoltre adora inziare la giornata con una bella canna che fuma direttamente in ufficio. Comportamenti questi non proprio consoni al suo ruolo, almeno sulla carte, ma nella pratica rendono l’uomo oltre il polizziotto, rendono il personaggio vero e credibile, non voglio dire che non ci siano polizziotti ligi e zelanti ci mancherebbe ma è molto più credibile un uomo imperfetto.

Voglio continuare la sua conoscenza. Come anticipato non è stato un incontro al buio già conoscevo per aver letto alcuni racconti sia il personaggio e le sue carateristiche sia parte della sua storia; sicuramente se si leggono tutti i romanzi e i racconti si scopre tutto sul suo passato sul perché ad esempio è stato trasferito ad Aosta a me pare che venga detto proprio in questo primo volume ma non vorrei sbagliarmi.

Ma veniamo alla trama specifica: è il primo caso di Schiavone ad Aosta sulle piste della vicina Champoluc un gatto delle nevi investe un uomo ma il guidatore giura di non aver visto nessuno sulla pista che a quell’ora della sera è chiusa; per una serie di indizi la pista dell’inidente casuale è esclusa siamo di fronte a un omicidio. La vittima è Leone Miccichè originario della lontantissima sicilia ha sposato una ragazza del luogo, Luisa Pec con cui ha messo in piedi e gestisce una sorta di albergo rifugio piuttosto lussuoso. I possibili moventi sono tanti dalla pista mafiosa a quella della gelosia (Leone ha “rubato” Luisa a un altro uomo) a quella dei debiti e delle vendette di famiglia. Accanto alla trama principale che si occupa di risolvere il giallo, vediamo anche Rocco Schiavone alle prese con una delle sue “attività extra”.

Sicuramente vedremo ancora Rocco Schiavone su questi schermi.

Fatemi sapere se lo conoscete e vi piace.