Un film documentario che è
l’adattamento cinematografico del saggio Gli assassini della terra rossa di
David Grann che si basa su una storia vera.
Agli inizi del Novecento nella
riserva indiana degli Osage a Fairfax in Oklahoma viene scoperto il petrolio.
Gli indiani riescono a farsi attribuire di diritti e si trovano improvvisamente
molto molto ricchi. Ma al tempo stesso anche facili prede e vittime di
approfittatori e truffatori di ogni sorta. Verso gli anni ’20 iniziano a
susseguirsi una serie di morti – più o meno accidentali – nella comunità
indiana e nessuno fa nulla per indagare, dovranno passare anni e il numero di
vittime diventare sempre più elevato perché intervenga il governo federale
mandando l’FBI, a seguito che una delegazione Osage si è recata a Washington. Emergerà
un sistema rodato per eliminare gli indiani o almeno alcuni di essi a tutto
vantaggio di chi questo sistema lo gestisce, non è uno spoiler perché si vede
subito che gli indiani vengono uccisi da dei bianchi.
Il film si apre con l’arrivo a
Fairfax di Ernest Burkhart (interpretato da Leonardo Di Caprio) reduce della
prima guerra mondiale che si trasferisce qui a vivere con lo zio, William Hale
detto Re. Hale (interpretato da Robert De Niro) si atteggia e professa
grandissimo amico e benefattore ed estimatore degli Osage, ma bisognerà vedere
nei fatti se è proprio così. Ernest inizia a fare qualche lavoretto e in
particolare farà l’autista, durante il suo lavoro conosce una ragazza indiana
Mollie Kyle (interpretata da Lily Gladstone) e se ne innamora e i due si sposeranno.
Zio Hale approva pienamente il matrimonio non solo perché è un grande amico
della famiglia Kyle ma anche perché questa famiglia è titolare di moltissimi
diritti petroliferi, e come capiamo da subito Hale è molto interessato ai
tornaconti economici al di là della facciata che mostra.
Fin dall’inizio del film vediamo
che diversi Osage muoiono, in circostanze tutt’altro che naturali, ma le autorità
locali sono corrotte e non indagano, nonostante vari tentativi della comunità
Osage le cose non migliorano e si arriva ad un crescendo di paura e violenza
che porterà Mollie, ormai gravemente malata, a recarsi a Washington con una
delegazione Osage, dove riescono a parlare con il presidente. Le cose iniziano
a cambiare con l’arrivo dell’FBI, una squadra guidata dal detective Tom White
(interpretato da Jesse Pkemons) che iniziano ad indagare in modo serio e
approfondito fino a scoprire la verità.
La verità non è una sorpresa la
si capisce praticamente da inizio film e noi vediamo molte cose che succedono,
del resto non è un giallo, ma è molto interessante vedere sia i metodi di indagine
sia in generale il comportamento delle persone coinvolte, perché le vicende
narrate vanno avanti per diversi anni.
A me il film è piaciuto molto, è
una sorta di documentario su un fatto vero quindi lo trovo perfetto per chi ama
i casi di cronaca ma anche a chi ama la storia. Alla fine viene dato conto di
tutto ciò che succede dopo il processo ai vari protagonisti e viene fatto con
un espediente che ho trovato curioso: uno show radiofonico dove si raccontano
casi di cronaca, con tanto di orchestra per gli effetti sonori, un qualcosa che
mi fa molto anni ‘40 o ’50 e che potrebbe a sua volta mostrare un reale format
di intrattenimento.
Il film è diretto da Martin
Scorzese (che tra l’altro compare anche in una scena), dura oltre le tre ore,
vanta un cast stellare (i protagonisti principali sono tutti interpretati da
attori famosissimi come Di Caprio e De Niro) e numerose nomination agli Oscar e
ai Golden Globe (vinto da Lily Gladstone come miglior attrice in un film
drammatico).
Fatemi sapere nei commenti se lo
avete visto?
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