giovedì 21 settembre 2023

ASSASSINIO ALLO SPECCHIO - AGATHA CHRISTIE

TITOLO: Assassinio allo speccio
AUTORE: Agatha Christie  traduzione di: Lidia Ballanti
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 224
PREZZO: € 12
GENERE: giallo, letteratura inglese
LUOGHI VISITATI: Inghilterra primi anni '60
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Assassinio allo specchio è il mio primo approccio con Miss Marple libro, però un pochino conoscevo già il personaggio per averlo visto in vari sceneggiati televisivi (non li ho mai seguiti con costanza ma mi è capitato di vederne qualcuno o qualche spezzone) e per averne sentito parlare. Miss Marple è una vecchietta simpatica, curiosa e direi anche un po’ impicciona, del genere di “investigatrice per caso” cioè non professionale che si trova suo malgrado immischiata in omicidi e ovviamente non si tira indietro dallo svolgere le sue personalissime indagini che portano allo svelamento del mistero, talvolta (come in questo caso) può essere che la polizia chieda il suo aiuto oppure indagando parallelamente.

 

“«Vuoi dire un caso d’assassinio?»
Miss Marple parve indignata. «Non so cosa ti faccia credere che io pensi sempre e soltanto a disgrazie del genere.»
«Non dire sciocchezze, Jane. Perché non affermi apertamente di essere un’esperta criminologa?»
«Perché non lo sono affatto» ribatté vivacemente Missa Marple. «Ho soltanto una certa conoscenza della natura umana: il che è più che naturale avendo trascorso tutta la vita in un villaggio come questo.»
«Forse hai ragione, benché non creda che la gente sia d’accordo con te, naturalmente.»”

Agatha Christie è stata una scrittrice molto prolifica (da un lato direi per fortuna, perché me ne sono innamorata, dall’altro un po’ meno perché sono tanti i libri che voglio recuperare) e ha creato alcuni tra i più famosi investigatori, tra cui appunto Miss Marple. I romanzi con protagonista Miss Marple sono tredici e io ho iniziato dal primo? Ovviamente no; ho iniziato dal nono però penso che in generale nelle storie degli investigatori della Christie l’ordine non è poi così stringente e vincolante, non è una serie vera e propria o una saga strettamente legata, i singoli volumi possono tranquillamente essere letti anche in ordine sparso. La scelta è caduta su questo semplicemente perché l’avevo in casa acquistato con una delle promozioni “due libri a 9,90” del gruppo Mondadori dove spesso ci sono gialli di Agatha Christie ed è un ottimo modo per recuperare o meglio arricchire la collezione.

Devo dire che appena capita la storia, appena capito di cosa parlasse il libro, già sapevo tutto: sapevo il colpevole e il movente, ho indovinato l’ucciso, l’assassino e la ragione del delitto già alla presentazione dei personaggi. Non sono un genio semplicemente l’espediente, il movente del delitto l’ho visto altrove (sicuramente nella serie tv ispirata ai delitti di Agatha Christie e quasi sicuramente anche in un episodio di Jessica Fletcher, la signora in giallo). Tutto ciò non toglie e non mi ha tolto il piacere della lettura, della scoperta e del metodo di Miss Marple, probabilmente sarà uno dei pochi, se non l’unico caso in cui anch’io individuo il colpevole nei gialli della Christie senza aspettare il disvelamento dell’investigatore protagonista.

Voglio assolutamente continuare la conoscenza di questa simpatica investigatrice e in generale la lettura dei gialli di Agatha Christie, che sono un po’ dei gialli cozy, sì ci sono degli omicidi, dei delitti ma non sono truculenti ne spaventosi o inquietanti. Almeno in quelli letti finora ho individuato uno schema: si inizia scoprendo l’ambientazione, l’atmosfera, il luogo e il contesto, poi c’è il delitto e infine la parte di indagine e disvelamento del mistero da parte del nostro investigatore, e il lettore segue tutto passo passo, la Christie fornisce tutti gli elementi e gli indizi per risolvere il caso. Questa tipologia di giallo mi piace davvero molto e ne ho diversi sia in libreria che in wish list, è qualcosa che si vedrà ancora su questi schermi.

Ma di cosa parla Assassinio allo specchio?

Siamo nella cittadina di St. Mary Maed agli inizi degli anni ’60, il villaggio di Miss Marple, come il resto dell’Inghilterra, sta vivendo i cambiamenti legati alla modernità e la progresso: nuovi negozi super scintillanti come i supermercati e nuovi quartieri fatti palazzi e non singole casette e quindi tanti nuovi abitanti. Jane Marple, data la sua curiosità, si lancia alla scoperta del nuovo quartiere dove casualmente conosce la signora Budcock una simpatica chiacchierona. Ma a scombussolare la vita nel piccolo villaggio è un’altra novità Marina Gregg, una famosa diva del cinema, ha comperato casa (da Dolly Bantry, cara amica di Miss Marple) e tutto il paese è in subbuglio perché verrà data una magnifica festa a cui nessun vuol mancare. E proprio durante la festa si consuma il delitto, ma si tratta di un delitto particolare: è chiaro a tutti che c’è stato un errore, la vittima designata era Marina Gregg che per un caso fortuito si salva, l’attrice gentilmente cede il suo cocktail a un invitato che ha rovesciato il suo e l’invitato muore poco dopo aver bevuto. Marina Gregg cade nello sconforto, inoltre si susseguono una serie di altri incidenti, più o meno gravi tutti tesi ad attentare alla vita dell’attrice. Chi è che vuole la morte di Marina Gregg? Quale il movente? Quali le ragioni che muovono l’assassino? Oppure la vittima doveva essere davvero l’invitato?

Sulla vicenda indaga sia la polizia che la nostra Miss Marple e inutile dirlo sarà proprio lei con la sua arguzia, con le sue abilità a ricomporre un puzzle intricato ed evanescente.

 

Avete letto Assassinio allo specchio? Vi aspetto nei commenti per sapere cosa ne pensate e per vostri suggerimenti su quali altre indagini di Miss Marple devo leggere.

giovedì 14 settembre 2023

PREMIATA DITTA SORELLE FICCADENTI - ANDREA VITALI

TITOLO: Premiata ditta sorelle Ficcadenti
AUTORE: Andrea Vitali
EDITORE: Rizzoli
PAGINE: 447
PREZZO: € 10 circa
GENERE: letteratura italiana
LUOGHI VISITATI: Bellano tra il 1915 e il 1916
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Tra la fine del 1915 e gli inizi del 1916 mentre in Europa imperversa la Prima Guerra Mondiale anche la piccola Bellano è scossa da una battaglia e un grande mistero che vede coinvolta la famiglia della Stampina e le sorelle Ficcadenti, appena giunte in paese.

La Stampina è la prima tra le pie donne del paese, donna estremamente devota ma anche sfortunata, con un marito paralitico per l’artrite e un figlio, il Geremia, a cui manca qualche giovedì, un gran bravo ragazzo e un gran lavoratore che solitamente divide il suo tempo tra il lavoro in fabbrica e aiutare in casa a badare al padre che bisogna spostarlo di peso. Ma a creare problemi è proprio il Geremia che si fissa di volersi sposare entro Natale oppure di suicidarsi. Così la Stampina si rivolge al prete del paese Don Primo Pastore il quale cerca in tutti i modi di aiutarla e dissuadere il giovane dall’intento anche con l’aiuto della perpetua, la Rebecca.  Problema non indifferente è anche la “sposa” scelta dal Geremia: la bellissima (e inarrivabile, tanto meno per un “matocchino” come il Geremia) Giovenca Ficcadenti.

Ed ecco che entrano in scena le sorelle Ficcadenti appena giunte a Bellano dove hanno aperto una nuova merceria, non le conosce nessuno e non hanno nessun legame con il paese; le due sorelle non potrebbero essere più diverse: Giovenca è bellissima mentre Zemia è una specie di scheletro orribile, questa diversità è uno degli elementi che alimentano i pettegolezzi in paese.  Quella delle Ficcadenti diventa la terza merceria del paese e gli altri due merciai non sono per niente contenti di avere un nuovo concorrente, oltretutto foresto, e iniziano a darsi da fare al Comune per scoprire se hanno davvero le carte in regola e se davvero possono fregiarsi del titolo “premiata ditta”.

Il piano di Don Pastore è tanto semplice quanto efficace, almeno sulla carta, incontrare la Giovenca, spiegarle la situazione, chiederle di incontrare il Geremia per dissuaderlo dal suo intento; la Giovenca accetta però anche lei ha un suo piano decisamente diverso dal quello di Don Pastore. E le cose non vanno come ipotizzato.

Nel corso della narrazione scopriamo e conosciamo meglio queste Ficcadenti e forse ha ragione la Rebecca a dire che sono ‘ l’incarnazione del diaul!’

È un libro di intrattenimento, che tiene il lettore incollato alle pagine c’è un mistero (o forse più d’uno) che pian piano viene svelato e procedendo con la lettura conosciamo meglio la storia dei vari personaggi. La narrazione procede su più livelli, intrecciando il presente che è l’inverno a cavallo tra il 1915 e il 1916 e il passato dei vari protagonisti, in particolare conosciamo la storia (e i segreti) delle Ficcadenti, ma non solo. Tendenzialmente quando si parla di un personaggio o di una situazione, nel capitolo successivo si ripercorre la sua storia personale, per poi tornare al presente e così di seguito (seppur non in maniera assoluta e matematica). Il presente è risolvere la temporanea pazzia del Geremia nonché indagare sulle Ficcadenti e in queste “indagini” ci mettono del loro anche don Pastore e la Rebecca. Mentre il passato è la storia dei personaggi e le vicende della vita di Giovenca e Zemia Ficcadenti fino al loro arrivo a Bellano.

Il linguaggio è doppio nel senso che abbiamo un alternanza tra uno stile ricercato e aulico, ricordiamoci che il periodo di ambientazione è inizio ‘900, che trova contrappeso nel dialetto parlato soprattutto dalla perpetua.

Le storie di Vitali mi piacciono molto e lo considero un mio autore del cuore e un autore confort zone: Vitali è un autore molto prolifico e io ho letto pochissimi dei suoi romanzi (per ora tre in tutto che sono forse un decimo o anche meno della sua produzione) ma ho sentito subito un assonanza con le sue storie, con la sua scrittura, mi fanno sentire a casa e coccolata. Solitamente ci sono dei misteri o dei veri e propri delitti ma è tutto molto “cozy”, molto soft e delicato (niente violenza, niente sangue etc.): le sue storie sono praticamente tutte ambientate a Bellano che è il suo paese natale e dove vive tutt’ora e hanno un ambientazione che potrei definire quasi storica nel senso che sono ambientati massimo verso gli anni sessanta e settanta almeno per quello che ho capito io, forse ci sono delle eccezioni ma le linee narrative generali e prevalenti sono queste. È quasi come sedersi con gli anziani del paese e ascoltare le storie che raccontano sul tempo passato e le vicende di qualche paesano in particolare…

Avete letto questo romanzo? Conoscete Vitali? Vi aspetto nei commenti

giovedì 7 settembre 2023

DIRTY DANCING - FILM

TITOLO: Dirty Dancing

GENERE: commedia romantica
AMBIENTAZIONE: USA anni '60



È uno dei miei film preferiti che ho visto e rivisto svariate volte. Mi ricorda moltissimo settembre sarà che la scena finale del film è lo spettacolo di fine vacanze e per me fine vacanza significa settembre.

È una sorta di favola moderna con lieto fine e dolcissima: durante la vacanza estiva con la famiglia la giovane Baby si innamora dell’insegnante di ballo e metterà tutta se stessa per aiutarlo nel momento in cui è necessario dare una mano.

La trama si base su alcuni cliché: un amore estivo sbocciato in vacanza dove la ragazza “bruttina” si innamora del ragazzo più bello, lei di ottima famiglia e lui uno che tira a campare. Ma in realtà c’è molto di più perché gli stessi personaggi sono molto altro, sono sfaccettati e tridimensionali, non semplici caricature, è a mio parere un modo anche per affrontare temi importanti e per spronare lo spettatore a riflettere.

Andiamo con ordine è l’estate del 1963 e la famiglia Houseman va in vacanza in un villaggio turistico tra le montagne, il padre è un rinomato medico, c’è poi la madre e le due figlie: “Baby” la nostra protagonista e la sorella maggiore Lisa. Le due ragazze non potrebbero essere più diverse Lisa è vanitosa e civettuola, bada molto alle apparenze e non disdegna affatto le attenzioni del loro cameriere personale Roby, un giovane studente di Yale. Invece Baby, o meglio Francis detta Baby, non è vanitosa ma nemmeno infantile, ha tanti interessi, in particolare i libri ed è impegnata a livello politico e sociale, vorrebbe cambiare il mondo e da grande sogna di lavorare dove ciò è possibile, vorrebbe entrare a fare parte dei Peace Corps (un’associazione di volontariato che si occupa soprattutto di aiutare i paesi sottosviluppati); ma anche lei ha un corteggiatore, Neil, il nipote del proprietario del villaggio, sicuramente un ottimo partito ma a Baby non interessa. Quando la conosciamo è così giovane, inesperta anche, e presa dai suoi interessi che ancora non riesce a concepire che nella sua vita possa trovare posto un uomo che non sia suo padre, con cui ha un rapporto meraviglioso (di fiducia, rispetto, condivisione reciproci). Baby è un personaggio molto interessante che nel corso della trama si evolve, matura pur mantenendosi fedele a se stesso.

Mentre passeggia per il villaggio Baby casualmente si ritrova ad una festa “privata” dove si ballano i “balli proibiti”: dopo il lavoro il personale si scatena con balli improvvisati e molto accattivanti e sensuali; alla festa ritrova Billy (il fattorino con cui ha fatto amicizia appena arrivati) che le presenta suo cugino Johnny, il bellissimo maestro di ballo, di cui tutte sono innamorate. Baby rimane affascinata da Johnny ma anche del mondo dei balli e inizia a frequentare la compagnia.

Johnny fa spesso coppia con Penny, la maestra di ballo, ma a differenza di quello che pensano tutti non fanno coppia nella vita sono solo grandi amici; i due maestri di ballo si devono esibire in albergo lì vicino ma quando Penny non potrà partecipare per motivi di salute sarà Baby a prendere il suo posto: Baby che non ha mai praticamente ballato in vita sua e il tempo per imparare è pochissimo. Tra i due scatta la scintilla…

Per me la scena più iconica del film è quella dove durante gli insegnamenti privati Johnny dice a Baby “Questo è il mio spazio, questo è il tuo. Tu non entri nel mio e io non entro nel tuo” è una frase che seppure con qualche adattamento io utilizzo anche nella vita quotidiana per rimarcare i miei spazi e ripenso sempre al film con molta simpatia.

Le vicende sono ben caratterizzate e rientrano negli schemi/archetipi sociali dell’epoca: abbiamo la famiglia Houseman che potremmo definire alto borghese e benestante e fondamentalmente ci si aspetta che le ragazze (Francis/Baby e Lisa) frequentino e poi sposino qualcuno della loro “classe”. Infatti il villaggio dove vanno in vacanza – di proprietà del signor Keller che deve la vita al dottor Houseman –  ha come clienti proprio l’alta borghesia, la creme della società e assume come camerieri per la stagione estiva ragazzi di ottime famiglie che studiano in prestigiose università e che lavorano le estati per arrotondare, fare conoscenze e divertirsi, uno dei loro compiti è intrattenere gli ospiti (e magari le figlie degli ospiti) e proprio per queste ragioni i camerieri personali vengono appositamente scelti tra i ragazzi di buona famiglia. Baby assisterà ad una scena dove emerge tutto il classismo: il proprietario ricorda ai camerieri di buona famiglia che devono intrattenere, parlare, flirtare anche con le ospiti ma proibisce categoricamente ai ballerini di fare altrettanto e loro sono tutti appartenenti alla classe operaia.

È un film dove emergono forti le contraddizioni sociali, le discriminazioni non tanto di razza ma piuttosto di classe e di status e come dicevo prima ben rappresenta la società e le relative aspettative dei primi anni ’60.

Nessuno può mettere Baby in un angolo e tutti noi siamo Baby! Un film che va oltre la commedia romantica, una protagonista che crede nell’amicizia e nell’altruismo, nella necessità di aiutare il prossimo solo perché se ne ha la possibilità! È sicuramente ingenua e inesperta per certi aspetti ma dannatamente determinata e leale. Baby può insegnare molto a tutti noi.   

Il film è uscito nel 1987 ed ha avuto un successo strepitoso ma paradossalmente non ha giovato alla carriera degli attori protagonisti che in qualche modo sono rimasti impantanati in questi personaggi e hanno poi faticato a trovare altre parti importanti. È una notizia curiosa, paradossale e anche spiacevole.

Infine ulteriore punto forte del film è la colonna sonora e le musiche che accompagnano la visione, la musica gioca un ruolo importante trattandosi di un film dove si balla, “(I’ve had) The Time of my live” il brano della scena finale ha vinto l’Oscar come miglior canzone.  

Ho visto che esiste un Dirty Dancing 2 che però non ho mai visto anche perché ero indecisa se guardarlo o meno spesso i sequel “rovinano” il film originale. Ma ho scoperto che in realtà è qualcosa di diverso ma anche uguale cioè abbiamo una trama similare ma con ambientazione e personaggi diversi: nel secondo siamo a Cuba alla fine degli anni ’50 quindi è molto probabile che se dovessi trovarlo su qualche piattaforma streaming lo guarderò.

Vi aspetto nei commenti per sapere se avete visto Dirty Dancing e cosa ne pensate.