TITOLO: Anna Karenina
AUTORE: Lev Tolstoj traduzione di Claudia Zonghetti
EDITORE: Einaudi
PAGINE: 912
PREZZO: € 13,00
GENERE: letteratura russa - classico
LUOGHI VISITATI:Russia dell'Ottocento (Mosca e San Pietroburgo e campagna)
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Anna Karenina è un romanzo corale che fornisce un quadro dettagliato della
Russia dell'800 in particolar modo di società e convenzioni sociali esistenti
nell'alta borghesia e nella nobiltà.
Una società abituata a vivere una "bella vita" fatta di eventi
mondani, feste, balli e tantissimi agi (le principali occupazioni maschili di
questa fetta di società sono incarichi pubblici oppure una carriera
militare oppure gestire/vivere di rendita dei possedimenti fondiari), uno stile
di vita molto costoso, per mantenere il quale non si esita ad indebitarsi,
anche fortemente. Un aspetto che mi ha colpito subito è la notevole importanza
data alle lingue straniere in particolar modo al francese: queste classi
sociali ricorrono spesso al francese per esprimersi tra loro come segno
distintivo (e per non farsi capire) dal volgo e dalla servitù. E dicevo è un
aspetto che mi ha colpito subito perché alcuni protagonisti hanno soprannomi
occidentali ad esempio Dolly, che se inizialmente mi faceva un po' strano che
una donna russa dell'800 potesse chiamarsi Dolly, è in realtà un espediente che
risulta utile al lettore perché Dolly è più facile di Dar'ja Aleksandrovna.
Attraverso questo romanzo si scopre la società russa del XIX secolo e lo si
fa attraverso le vicende dei protagonisti, per il loro tramite, seguendoli
nelle loro vicissitudini.
Tema fondamentale e filo conduttore è l'amore e i diversi modi di viverlo
e le scelte che si possono compiere. L'amore viene descritto e raccontato
attraverso la vita di tre coppie, molto diverse tra loro perché diversi sono i
caratteri dei personaggi che li compongono.
- l’Idilio di Levin e Kitty: l'amore romantico e puro, quello dei sogni o
delle fiabe, giovani e perdutamente innamorati l'uno dell'altro
- il sacrificio e la famiglia di Stiva e Dolly: coppia sposata da anni con
numerosi figli che rimane unita grazie alla passione e alla dedizione di
Dolly
- rispetto e stabilità di Anna e Karenin: una coppia solida, apparentemente
"perfetta"
- passione di Anna e Vronskij: la passione travolgente di un amore proibito,
una coppia di amanti che si trasformerà in una coppia di fatto.
(E si Anna forma due coppie molto diverse).
Anna Karenina, la protagonista che dà il titolo al romanzo, è una donna
forte e coraggiosa, probabilmente troppo impulsiva e passionale, compie alcune
scelte "ante litteram" e futuristiche. È una donna bellissima,
carismatica, rispettata e considerata un’ottima consigliera. Lascia la noia e
la rigidità per la passione ma ciò non necessariamente significherà
felicità e soddisfazione. È un personaggio verso il quale ho provato sentimenti
contrastanti, ci sono stati momenti in cui l'ho odiata.
Vronskij è un uomo "viscido", impulsivo, spavaldo, si certo anche
passionale, ma sarà la boria e la vanita a guidarlo nel corteggiare e cercare
di conquistare una donna sposata e con una posizione sociale di rilievo
oltre che bellissima; (sarà vero amore il suo?) è un personaggio che non ho mai
sopportato.
Due parole le merita anche Karenin: funzionario statale di notevole
prestigio, è un uomo estremamente "gessato" e rigido, meticoloso ed
organizzato, che prova una sorta di repulsione verso emozioni e sentimenti,
algido, ma non è una cattiva persona.
Dolly è una madre amorevole e devota alla famiglia e anche al marito
(Stiva), sacrifica tutto e rinuncia a tutto per il bene della sua famiglia, di
cui è il collante, ma sotto sotto è comunque felice della sua vita.
Stiva è un donnaiolo e viveur incallito, indebitato fino al collo, scarsamente
presente per moglie e figli, non è "cattivo" ma non è il genere di
uomo con cui vorremmo vedere sposata nostra figlia.
Kitty è una ragazza giovane, bella, ingenua, suggestionabile.
Levin come uomo/compagno di vita è dolcissimo, da sempre prova un amore
sincero e puro verso Kitty; sul piano personale è molto riflessivo e anche un
po' logorroico, di cuore e spontaneo. È considerato l'alter ego di Tolstoj
infatti è il personaggio che affronta i temi sociali e teologici.
Oltre ai personaggi delle coppie ce ne sono anche molti altri tutti ben
descritti.
La narrazione è ricchissima di descrizioni spettacolari sia paesaggistiche
che introspettive dei personaggi, la penna di Tolstoj merita molto. È un
libro molto lungo (considerato un "mattone") ci sono parti
scorrevoli, parti in cui non vuoi staccarti dal libro, ma ci sono anche
parti un po' più noiose e pesanti. Queste ultime hanno spesso per protagonista
Levin, che come dicevo prima è considerato l'alter ego di Tolstoj proprio perché
si occupa e si preoccupa della condizione dei contadini, che si chiede quali
effetti hanno e potranno avere sull'economia e sulla società alcuni
"ritrovati tecnologici" come ferrovia e banche; infine di interroga
sul senso della vita e sul senso di essere credenti o meno ponendosi. Capisco
benissimo la necessità di Tolstoj di introdurre nel romanzo anche tematiche
importanti come le "questioni tecnologiche", le condizioni dei
contadini e la disputa teologica tra ateismo e fede: forse queste parti pur
importanti, perché danno modo all'autore di prendere posizione su temi importi
per il suo tempo, risultano noiose perché spesso si inseriscono nel testo in
momenti in cui il lettore è interessato agli sviluppi delle vicende, penso
soprattutto alla parte ottava che mi ha profondamente deluso, e non alle
elucubrazioni di Levin.
Io ho letto romanzo nell'edizione Einaudi ET CLASSICI del 2017 con
traduzione di Claudia Zonghetti e prefazione di Natalia Ginzburg (sconsiglio di
leggerla prima del romanzo perché contiene alcuni spoiler): a fine volume sono
riportate la traduzione di tutte le frasi in lingua straniera usate dai
personaggi e anche un piccolo glossario dei termini russi, entrambi molto utili
peccato che io li abbia scoperti oltre meta lettura (grrr....).
Infine devo dire che questo romanzo l'ho letto con un gruppo di lettura
#caffekarenina ideato da Serena de
@ilcaffegatto (qui invece il
link al blog): è stata
un'esperienza magnifica, vedere come alle stesse parole abbiamo dato
interpretazioni e sfumature diverse, per non parlare del diverso modo in cui ci
siamo approcciati ai personaggi, in particolare lo "scontro" tra i
team "prolevin" e "provronskij"; inutile dire che io faccio
parte del team "prolevin".
È un libro da leggere! Certo non è di facile lettura per le parti più noiose
di cui abbiamo detto sopra, ma ci sono parti che sono dei veri capolavori e
anche i personaggi, nel bene o nel male, sono molto reali e restano. Voglio
leggere altro di Tolstoj in particolare sto puntando Guerra e pace, altro
volumetto leggero leggero......
Voglio conoscere le vostre esperienze con Anna Karenina.