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venerdì 7 febbraio 2025

SCOMPARTIMENTO N. 6 di ROSA LIKSOM

TITOLO: Scompartimento n. 6
AUTORE: Rosa Liksom       traduzione di: Delfina Sessa
EDITORE: Iperborea
PAGINE: 240
PREZZO: € 16,50
GENERE: letteratura finlandese
LUOGHI VISITATI: Mosca anni '80 e viaggio sulla transiberiana

Scompartimento n. 6 ci porta alla scoperta di un impero in decadenza orami prossimo alla fine (l’Unione Sovietica negli anni ’80) attraverso un viaggio in treno sulla Transiberiana da Mosca ad Ulan Bator.

Protagonisti i due occupanti dello scompartimento n. 6 che volenti o nolenti dovranno farsi tutto il viaggio assieme e non potrebbero essere più diversi e distanti. Abbiamo un uomo -Vadim Nikolaevič Ivanov – russo di mezza età, fa periodicamente il viaggio perché lavora come carpentiere nella capitale mongola. È figlio dell’URSS e della sua indottrinatura, è l’emblema dell’uomo russo, quasi uno stereotipo, un tipo modello, una sorta di condensato della società russa. È un grandissimo chiacchierone, non fa altro che parlare e raccontare della sua vita e delle sue esperienze.

E poi c’è una ragazza, finlandese che si trova a fare il viaggio in solitaria forse per rincorrere un sogno o per trovare la propria via o per scappare da una realtà che la mette alla prova o forse tutte le cose assieme; di lei non sappiamo nemmeno il nome.

Nel corso della narrazione conosceremo la storia di entrambi, o tramite le chiacchere o tramite pensieri e l’intervento del narratore. Seppur così diversi alla fine nascerà un intesa o un amicizia? Io ci ho spero…

La scrittura è magnifica, a tratti brutale, dura, cruda ma al tempo stesso lirica e poetica, molto descrittiva che fa immergere il lettore in quello spazio/tempo. Il paesaggio che incontriamo durante il viaggio di per sé è bucolico ma l’intervento e la presenza umana è devastante, e ci viene riportata descrizioni non edulcorate, quasi violente. Fondamentalmente ci vengono raccontati i bassifondi, non la criminalità vera e propria, ma gli strati più bassi della scala sociale e molti ci sono finiti quasi per caso, lo stesso Vadim per esempio è praticamente un miracolo che sia ancora vivo. In generale i rapporti umani e famigliari (le famiglie che incontriamo sono disfunzionali, in primis quelle dei protagonisti) sono degradati: povertà, abbandono e tanto “fare da sé, arrangiarsi”.

“La locomotiva ululò due volte e il treno si mise in moto a sobbalzi. La settima sinfonia di Šostakovič irruppe dall’altoparlante di plastica, e così si allontana Novosibirsk, il frastuono dei suoi sobborghi in costruzione, il suo cielo levigato e soleggiato. Si allontana Novosibirsk, l’odore di acciaio marcio che penetra dal finestrino del vagone. Si allontanano il vago profumo di garofani chiari, l’aroma intenso dell’aglio e l’acre tanfo del sudore spremuto dai lavori forzati. Si allontanano Novosibirsk, gli installatori, i minatori, la città industriale dei sogni passati, cui fan la guardia moderne periferie annerite dal fumo, massacrate dalle intemperie e le tristi carcasse di migliaia di caseggiati prefabbricati. Si allontanano le luci cieche delle fabbriche che sudano a quaranta gradi sotto zero, i loro cancelli miagolanti, i grandi magazzini centrali, le carogne di gatti torturati agli angoli degli alberghi, le babbucce di feltro e i pantaloni di lana marroni, le botteghe delle cooperative di consumo, la terra stanca, Novosibirsk. Già la zona industriale cede il posto a un sobborgo corroso dall’inquinamento. Luce, luce abbagliante, e a un sobborgo segue un altro, luce e penombra, e sfreccia in direzione opposta un treno merci lungo come una notte di veglia, e ancora luce, la luce abbagliante del cielo siberiano, e sobborghi, periferie, sobborghi, agglomerati di case senza fine. Questa è ancora Novosibirsk: autocarri su una strada che non è una strada, un cavallo e una gabbia per fieno, una taiga siberiana, su cui fluttua una nebbia rossa. I boschi filano via a pazza velocità, un caseggiato di diciotto piani solitario in mezzo a campi devastanti sepolti sotto la neve. La foresta dilaga, questa non è più Novosibirsk: una collina, una valle, sottobosco. Il treno precipita verso la tundra ignota e Novosibirsk non è che un mucchio di pietre che vengono risucchiate lontano. Il treno si immerge nella natura, avanza pulsando attraverso il paese innevato, deserto.” Pag 89 e 90

Il libro ha avuto un grandissimo successo, inaspettato data la tematica (semplificando al massimo la Finlandia non ha un buon rapporto con la Russia), è in parte autobiografico nel senso che Rosa Liksom ha davvero fatto un viaggio sulla transiberiana da Mosca a Ulan Bator negli anni ’80 ed era quindi una giovane ragazza finlandese, e quindi penso si sia ispirata per le descrizioni alla sua esperienza non credo che abbia fatto il viaggio con un Vadim. Inoltre il libro è una sorta di omaggio allo scrittore russo Cechov e al suo racconto “La corsia n. 6” in entrambi, pur avendo un ambientazione molto diversa, si respira decadenza e nostalgia. Infine ho visto che da questo libro è stato tratto un film “Scompartimento n. 6 – In viaggio con il destino” anche se leggendo la trama online è piuttosto diversa da quella del libro, ciononostante in futuro potrei farci un pensierino.

Fatemi sapere se lo avete letto e se conoscete questa autrice.




giovedì 14 gennaio 2021

L'ANNO DELLA LEPRE - ARTO PAASILINNA

TITOLO: L'anno della lepre
AUTORE: Arto Paasilinna traduzione di Ernesto Boella
EDITORE: Iperborea
PAGINE: 212
PREZZO: € 14,00
GENERE: letterarura finlandese
LUOGHI VISITATI: Finlandia anni '70

acquistabile su amazon: qui (link affiliato)


“«E così siamo rimasti qui», disse alla lepre.
Ecco in che situazione si era messo: solo, in mezzo a una foresta, in giacca, una sera d’estate. Abbandonato al suo destino”.

Nonostante avessi letto recensioni e pareri - anche di persone che spesso mi sono d’ispirazione -  non avevo mai avuto voglia di leggere questo libro, non mi chiamava. Mi sembrava insipido, noioso, senza nulla da dirmi, un uomo lascia tutto per girare i boschi con una lepre? Sarà un libro di una noia mortale cosa potrà mai accadere? Di tutto! E quindi come mi succede spesso mi sbagliavo, mai giudicare un libro senza averlo letto.  

Kaarlo Vatanen è un giornalista cinquantenne che vive una vita sull’orlo della depressione a Helsinki. Durante un viaggio di lavoro, il collega alla guida investe accidentalmente una lepre, Vatanen scende a soccorre l’animale e sparisce con lei nella foresta. Abbandona tutto e gira la Finlandia con una lepre.

Vatanen intraprende una nuova vita, è un continuo spostarsi in vari luoghi, fa qualche lavoretto e poi riparte, e durante questi suoi giri incontra una serie di personaggi bislacchi e vive mille avventure, sempre in compagnia della sua inseparabile lepre. Le avventure di Vatanen hanno del surreale, del comico, sono particolari e assurde per quanto possibili, e spesso strappano delle risate.

“Vatanen si gettò il vitello sulle spalle, gli zoccoli gli solleticavano la nuca al ritmo dei suoi passi. La lepre non sapeva bene cosa fare, gli saltellava nervosamente tra i piedi, ma finì per abituarsi all’andatura lenta della marcia. Vatanen camminava in testa, attraverso la foresta, con il vitello sulle spalle, la mucca lo seguiva in silenzio, pensierosa, leccando ogni tanto la testa del vitello, la lepre saltellava in coda al corteo.”

Vatanen cerca di tornare “nella civiltà” a Helsinki ma si deve scontrare con una società che non gli piace, ormai ha trovato la sua strada ed è nella natura incontaminata e selvaggia del nord, della Lapponia dove i rapporti tra persone sono ancora autentici.

“Un uomo ridotto allo stremo delle forze ispirava un certo timore, ma anche fiducia: al nord quest’uomo ha dei diritti che un istinto pieno di tatto gli riconosce. Il padrone di casa gli indicò la sedia accanto alla sua e lo invitò a mangiare.
Vatanen mangiò. Era così sfinito che il cucchiaio gli tremava nelle mani al ritmo dei battiti del cuore. Il berretto se l’era dimenticato in testa. Lo stufato di renna era gustoso e nutriente. Vatanen mangiò tutto.”

È un libro scorrevole con uno stile molto asciutto e conciso, con poche parole mirate Paasilinna descrive persone e luoghi in modo magistrale; è ricco anche di ironia, voglia di libertà e dalla natura selvaggia.  Non manca una velata critica alla moderna società conformista e benpensante.

Anche se sulla carta lo stile di Paasinilnna non è tra i miei preferiti mi ha conquistata.

Il protagonista Vatanen presenta delle somiglianze con l’autore, non solo ne condivide l’anno di nascita e la professione, ma anche la passione e l’amore per la natura e una sorta d’insofferenza verso la società moderna.

“Nel cielo splendeva una pallida falce di luna, le stelle brillavano di una luce opaca nella gelida sera. Questo era il suo mondo, qui poteva vivere in pace. La lepre saltellava silenziosa sulla pista, davanti allo sciatore, come una guida. Vatanen canterellava per lei.”

È una lettura breve, sono duecento pagine, ma bisogna tener conto del particolare formato dei libri Iperborea, se avesse le pagine normali sarebbe più corto, quindi più che un romanzo è un racconto lungo o meglio una novella, come ho letto che Paasilinna amava chiamare le sue opere.

Sempre di Paasilinna avevo letto Piccoli suicidi tra amici e vorrò leggere altre sue opere, mi piace la sua capacità di mescolare tanto humor con una malinconia tipica dei paesi nordici e far vivere ai suoi personaggi delle avventure incredibili ma per quanto particolari e strane non impossibili; inoltre lasciano molto al lettore, tanti episodi divertenti e curiosi su cui ridere, ma anche spunti su cui riflettere, la scrittura ironica diventa anche un mezzo di critica e denuncia sociale.

Avete letto qualcosa di suo? Vi aspetto nei commenti

venerdì 24 maggio 2019

PICCOLI SUICIDI TRA AMICI - ARTO PAASILINNA

TITOLO: Piccoli suicidi tra amici
AUTORE: Arto Paasilinna - traduzione di Maria Antonietta Ianella e Nicola Rainò
EDITORE: Iperborea
PAGINE: 272
PREZZO: € 17,00
GENERE: letteratura finnlandese
LUOGHI VISITATI: (principalmente) Finlandia
acquistabile su amazon: qui (link affiliato)



Ci sono momenti in cui i ripetuti insuccessi, un matrimonio a rotoli, lo stress, la solitudine sembrano davvero troppo per conservare la voglia di vivere: non è meglio farla finita e andarsene da questo mondo che pare sempre meno “un luogo adatto all’uomo”? Seduto sui gradini di casa con una bottiglia di birra in mano, il direttore Onni Rellonen, imprenditore fallito, decide di dire basta a “quel suo vivacchiare privo di senso”. Ma cosa succede se il fienile scelto per “il botto finale” è già occupato da un colonnello a riposo risoluto a mettere fine ai suoi giorni? Non ci saranno anche molti altri nelle stesse condizioni, con cui varrebbe la pena di spartire timori, rischi e spese, per un dignitoso suicidio collettivo? E così, caricati sulla Saetta della Morte, lussuoso pullman dotato dei più desiderabili comfort, trentatré selezionati aspiranti suicidi partono per un viaggio che li porterà da un capo all’altro dell’Europa alla ricerca del migliore strapiombo da cui lanciarsi nel vuoto. Sotto il comando del colonnello Kemppainen, frustrato da un’epoca “così profondamente pacifica”, con l’assistenza di Rellonen e della fidata vicepreside Helena Puusaari, conturbante trentacinquenne dai capelli rossi con l’hobby di struggenti passeggiate nei cimiteri, la Libera Associazione Morituri Anonimi raccoglie i più disparati e folli personaggi, decisi, come il Vatanen dell’Anno della Lepre, a tagliare tutti i legami di un’esistenza che li ha delusi e maltrattati, per la libera avventura di un fatale Grand Tour, che diventerà presto il più gioioso manifesto della voglia di vivere. Dalle falesie di Capo Nord ai burroni del Furka, fino all’estrema punta dell’Algarve, tra spericolate avventure, amicizie, solidarietà e nuovi amori, la banda degli apprendisti suicidi sarà immancabilmente raggiunta dall’irriducibile nemico da cui ha tentato di fuggire: la vita.

 Il romanzo è tutto nella quarta di copertina:  è un libro con una trama "semplice", non ci sono colpi scena, fin dall'inizio, sempre che leggiate (come ho fatto io, almeno in questo caso) la trama, sapete cosa accadrà e che ci sarà un "lieto fine". 
Ai primi protagonisti Onni Rellonen e il colonello Kemppainen e, aggiungerei subito, la loro aiutante  Helena Puusaari,  ognuno mosso dalle proprie disgrazie desidera farla decidono di cercare altri sventurati con un annuncio sul giornale; così man mano si aggiungono nuovi aspiranti suicidi; ognuno con un vissuto pesante che li spinge verso la morte come unica possibile soluzione. Fallimenti, economici e sentimentali, solitudine, debiti, depressione (ma anche semplice curiosità) i fattori che spingono questo gruppo di persone a riunirsi ed organizzarsi per tentare un suicidio collettivo.

Surreale e tragicomico, Paasilinna affronta  un argomento forte e importante con ironia, spesso un sorriso lo strappa.
"... Un caso banale aveva salvato la vita a quei due pezzi d'uomo. Fallire un suicidio non è poi la cosa più tragica al mondo: non si può riuscire sempre in tutto."
La sua scrittura mi è piaciuta molto e voglio assolutamente approfondire la sua conoscenza; ho acquistato il libro senza sapere nulla né della trama né dell'autore, lasciandomi ammaliare solo dal titolo:  soddisfatta. 
Si incontrano delle difficoltà nella lettura dovute ai nomi sia di persona che di luoghi (ho avuto alcuni problemi anche ad orientarmi nello spazio data la mia scarsissima conoscenza della geografia Finlandese e in generale dei Paesi Nordici) perché correttamente sono stati mantenuti in lingua originale. Da sottolineare le bellissime descrizioni della natura fredda e selvaggia di questi paesi.

Questo libro insegna che assieme i problemi sembrano meno gravi e grandi e le cose possono risolversi o quantomeno migliorarsi; alcune situazioni sono davvero tragiche ma la maggior parte sono risolvibili tanto più con un po' di incoraggiamento e di sostegno reciproco da parte di chi condivide gli stessi problemi e le stesse paure e pensa alla stessa, definitiva, soluzione.
A conclusione del romanzo c'è una postfazione di Diego Marani (scrittore e linguista presso la Comunità Europea, dove si occupa di cultura e multilinguismo) dove troviamo brevi riepiloghi del romanzo ma anche approfondimenti (o meglio spiegazioni e spunti di approfondimento) di Paasilinna in generale come autore e di altri suoi scritti, ma anche sulla cultura finlandese.

E' stata una bellissima scoperta che non posso che consigliarvi.
Voi cosa mi consigliate di questo autore?