TITOLO:
Come cerchi nell'acqua
AUTORE:
William McIlvanney traduzione di Alfredo Colitto
EDITORE:
Feltrinelli (collana Universale Economica/noir)
PAGINE:
266
PREZZO:
€ 8,50
GENERE:
letteratura scozzese, romanzo giallo/poliziesco
LUOGHI VISITATI: Glasgow
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“«Allora, qui termina la prima lezione. Hai chiesto come possiamo entrare in contatto con l’assassino. Questo è il modo, Milligan e i suoi uomini possono ricostruire il delitto, se preferiscono. Noi faremo una cosa molto semplice. Cercheremo il colpevole. Nelle vite intorno a lui, quello che ha fatto produrrà un movimento, come cerchi nell’acqua. È quello che dobbiamo cercare. E lo faremo parlando con alcune persone.»”
“Cerchi nell’acqua” non è il classico giallo dove seguiamo l’investigatore protagonista e pian piano scopriamo con lui – perché man mano anche noi raccogliamo indizi e prove - chi è il colpevole. Qui non solo l’omicidio è già stato compiuto ma conosciamo già l’assassino. Il punto focale non è sapere chi è il colpevole ma come farà Laidlaw a scoprirlo.
Si tratta di un romanzo scorrevole e piacevole da leggere dove non manca l’elemento di tensione. Infatti la polizia non è l’unica sulle tracce del colpevole, sono tante le persone che gli danno la caccia, oltre ai poliziotti (Laidlaw e Milligan con le rispettive squadre e metodi), c’è il padre della vittima e ci sono due organizzazioni malavitose, tutti lo cercano e per motivi diversi: il cerchio si stringe, chi arriverà prima?
Nella parte finale il ritmo è incalzate e il finale stesso, oserei dire, sorprendente.
La narrazione si caratterizza per dar voce e seguire i vari personaggi che si muovono sulla scena -come l’ispettore Laidlaw, il suo collega Harkness, Bud Lawson (padre della vittima), l’assassino, i vari mafiosi – a capitoli alterni e attraverso questa rotazione si ricostruisce poi l’intero quadro della vicenda.
Elemento preponderante e prepotente è l’analisi psicologica e introspettiva. In parte è dovuto al carattere e il modo di essere del protagonista l’ispettore Jack Laidlaw (una sorta di mentalist), di analista del comportamento, spacca il capello in quattro si chiede sempre il perché di ogni cosa.
Il personaggio dell’ispettore Jack Laidlaw è interessante: è un poliziotto diverso dagli altri, usa metodi diversi e in contrasto con quelli dei colleghi – molto più propensi all’uso della violenza e delle minacce – e queste diversità di metodi e di vedute sono fonte di attriti e antipatie, in modo particolare non corre buon sangue con il collega Milligan:
“«Milligan è privo di dubbi».
«Che significa?»
«Significa che se tutti potessero svegliarsi domani e avere il coraggio dei loro dubbi, il nuovo millennio sarebbe cominciato. Credo che ciò che distrugge siano le false certezze. E Milligan ne è pieno. È un assoluto ambulante. Che cos’è l’omicidio se non un assoluto della volontà, una certezza inventata? Un fallimento esistenziale del coraggio. Quello che non dobbiamo fare è aggravare il crimine a causa della reazione che provoca in noi. Ma è quello che tutti continuiamo a fare. Davanti a un’enormità, perdono il senno e invece di vedere un uomo costruiscono un mostro. È un’industria sociale. E Milligan è uno degli imprenditori che la sostengono. Ce ne sono tanti, ma lui è quello che continua a passarmi davanti agli occhi, come un grosso bruscolino.»”
La filosofia di indagine di Laidlaw è interessante, quasi uno studio sociologico, lui non si limita “a fare il poliziotto e cercare un colpevole e basta”:
“«Per via del mio modo di ragionare, immagino. Non riesco a smettere di pensare che ci sono sempre dei collegamenti. L’idea che le cose brutte accadano per conto loro, in isolamento, senza che abbiano radici dentro tutti noi… Penso sia solo ipocrisia. Siamo tutti coinvolti, secondo me. Solo che in certi casi alcuni sono più coinvolti di altri. Ora, se accettiamo questo, ci cono persone in città che sanno cosa è successo, anche se non sanno di saperlo. »”
Oltre al poliziotto c’è l’uomo, con un vita privata tutt’altro che semplice; in generale Laidlaw non è sempre un mostro di simpatia, tende ad essere strafottente, antipatico, ma al tempo stesso anche gentile e premuroso.
“Harkness mantenne il silenzio. Malgrado lo conoscesse da poco, aveva già identificato un lato del carattere dell’ispettore che cominciava a infastidirlo. In alcune circostanze, gli dicevi ‘Ciao’ e lui doveva analizzare il saluto prima di rispondere. Poteva diventare stancante.”
Non mancano alcuni riferimenti alla città di Glasgow che è il fondale dove si svolgono tutte le vicende e in qualche modo è una protagonista del romanzo, perché la città influenza ed influisce sulla vita dei personaggi e sul loro comportamento.
“«Bel posticino,» disse Laidlaw.
«Già. Devono viverci persone terribili.»
«Non era quello che intendevo,» ribatté Laidlaw. «Le persone sono notevoli, è il posto che è terribile. A ciascuno dei quattro angoli di Glasgow c’è questo schema: il Drum, Easterhouse, Pollok e Castelmilk. È il più grande progetto di quartieri popolari d’Europa. E di cosa si tratta? Case, e solo case. Discariche architettoniche dove gettare le persone come malta. Architettura penale. Quelli che ci abitano devono essere per forza brave persone, altrimenti avrebbero incendiato questi posti da anni.»”
“Si sentiva urtato dalla contraddizioni. Il posto in cui si trovava ora era una presa in giro del posto in cui era stato prima. Eppure entrambi erano Glasgow. La città gli era sempre piaciuta, ma non ne era mai stato consapevole come quella sera. La sua forza lo colpiva sotto forma di contraddizioni. Glasgow era biscotti allo zenzero fatti in casa e Jennifer Lawson morta nel parco. Era la gentilezza sentenziosa del comandante e la rudezza minacciata di Laidlaw. Era Milligan, insensibile come una lastra di cemento, e la signora Lawson, fuori di sé dal dolore. Era la mano destra che ti gettava a terra, e la sinistra che ti aiutava ad alzarti, mentre sulle labbra si alternavano scuse e minacce.”
Dovrebbe essere ambientato negli anni ’70. Questo non è l’unico romanzo con protagonista Jack Laidlaw, ce ne sono altri due che saranno miei.
L’ambientazione scozzese è il motivo per cui ho scelto questo libro, con lui partecipo alla tappa di novembre della challenge #viaggiatoritralerighe che appunto prevede di fare tappa in Scozia.
Un poliziesco interessante, che permette di scoprire la città di Glasgow e le sue dinamiche, un investigatore singolare, diverso dagli altri e fiero di esserlo. Super consigliato.