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domenica 21 ottobre 2018

IL NOME DELLA ROSA - UMBERTO ECO

TITOLO: Il nome della rosa
AUTORE: Umberto Eco
EDITORE: Bompiani
PAGINE: 533
PREZZO: 15 euro
GENERE: letteratura italiana - classico moderno - giallo storico
LUOGHI VISITATI: Italia del '300
PREMI: vincitore del Premio Stregha nel 1981
acquistabile su amazon: qui (link affiliato)





Un legame speciale mi lega a questo libro: è il primo libro usato che ho comperato su internet, saranno quattro anni fa, quando ancora non conoscevo nulla di libri….. ora sto molto attenta anche alle edizioni, sono molto critica e selettiva….. Questo libro ha ancora il prezzo in lire, stampato nel 1994, puzza anche di vecchio, però ha una dote favolosa: terminato il romanzo troviamo le postille a "Il nome della rosa", scritte dallo stesso Eco (non so se sono presenti anche nelle edizioni più recenti, la prima volta che vado in libreria provo a controllare). Nelle postille Eco racconta il romanzo, la sua genesi, la scelta del titolo, la particolarità del primo centinaio di pagine. Rappresentano una sorta di brevissimo saggio sulla narrativa anche generale (valevole per qualsiasi romanzo) pur contenendo moltissimi aneddoti su "Il nome della rosa"  e di tutte le scelte che un autore deve compiere. Per me hanno rappresentato una piacevolissima sorpresa, un assaggio di Eco saggista, che mi ha fatto venir voglia di leggere altro di suo oltre ai romanzi, penso soprattutto a "Storia delle terre e dei luoghi leggendari".
Una premessa è d'obbligo, avevo "sentito dire" e poi anche riscontrato che il primo centinaio di pagine è piuttosto "pesante", la narrazione è molto lenta; è vero io avrei comunque consigliato di leggerlo perchè merita davvero tanto, ma alla fine del libro, nelle postille ho letto questo, un invito, una sfida lanciata dall'autore, come non raccoglierla??
"....dopo aver letto il manoscritto, gli amici della casa editrice mi suggerirono di accorciare le prime cento pagine, che trovavano molto impegnative e faticose. Non ebbi dubbi, rifiutai, perchè, sostenevo, se qualcuno voleva entrare nell'abbazia e viverci sette giorni, doveva accettarne il ritmo. Se non ci riusciva, non sarebbe mai riuscito a leggere tutto il libro. Quindi, funzione penitenziale, iniziatoria, delle prime cento pagine, e a chi non piace peggio per lui, rimane alle falde della collina......"

Veniamo al romanzo…… un romanzo storico, ambientato nel medioevo, con due monaci come protagonisti, un mistero da risolvere, un libro maledetto e una biblioteca; solo ciò basterebbe a farmi adorare il libro, ma c'è anche molto altro.
C'è moltissima storia, quella dell'Italia del Trecento, con le lotte tra Papato e Impero, tra Papa ed Antipapa, è il periodo della "cattività avignonese", delle lotte tra Guelfi e Ghibellini; è il periodo delle lotte intestine alla Chiesa Cattolica sulla "questione della povertà", povertà di Cristo come modello anche per i religiosi, tesi sostenute dai Francescani e da altri ordini, definiti "minoriti", contro il clero, il Papà e altri ordini monastici molto ricchi. C'è una bellissima e interessante ricostruzione dei "movimenti eretici" dai Valdesi ai Catari ai Fraticelli ai Minoriti ai Francescani, con spiegazione dei meccanismi e delle ragioni che si celano dietro questi "movimenti" e del perché vengano bollati come eretici. L'abbazia teatro delle vicende appartiene all'ordine Benedettino, e il suo abate, Abbone, si è proposto come mediatore in un incontro tra la delegazione pontificia, i rappresentanti degli "ordini minori" e il delegato imperiale (Guglielmo da Baskerville). Dietro le questioni religiose e apparentemente teologiche c'è della (moltissima) politica: l'imperatore appoggia i Francescani per affievolire il potere del Papa; il Papa cerca di "eliminare" i Francescani perché mettono in dubbio la ricchezza della Chiesa e in generale dei seguaci di Cristi; gli ordini religiosi più ricchi, come i Benedettini cercano di mediate per ritagliarsi degli spazi e contrastare lo strapotere del clero e dei vescovi cittadini e delle Città come istituzione; è il periodo in cui iniziano a "nascere" le città e le corporazioni a discapito dei monasteri.  Questa la giustificazione della presenza di Guglielmo e Adso all'abbazia, e il  pretesto per narrare dei movimenti ereticali ma anche delle lotte interne alla Chiesa, sia per l'incontro con vecchi amici sia per la necessità di fornire delle spiegazioni al giovane Adso.
L'Abbazia di Abbone è molto ricca ed è rinomata per la sua biblioteca, quasi fosse uno degli ultimi baluardi della conoscenza della cristianità, ci sono monaci copisti che vengono da tutta l'Europa; anche in contrasto con lo sviluppo delle città dove ormai si parla e si scrivono opere in volgare.
Uno degli aspetti cardine del romanzo è la disputa sul "riso" sull'opportunità o meno di ridere sia fuori che dentro il monastero; la posizione più dura è tenuta da Jorge, un vecchio monaco ceco, che conosce a memoria tutti i libri della biblioteca; la disputa si presenta fin dal primo giorno in cui i protagonisti arrivano all'abbazia e visitano lo scriptorium, che si ripresenta ad ogni incontro tra Guglielmo e Jorge; alla fine della lettura un'attenta riflessione fa capire al lettore il senso e anche le conseguenze di certi ideali…….. Emerge forte il disprezzo e l'odio per tutto ciò che non è cristiano, verso i pagani e gli eretici e anche verso ciò che sono la loro conoscenza e le loro scoperte scientifiche (ricordiamoci che molto del sapere è dovuto anche agli arabi e all'epoca classica).
Tutto ciò lo sfondo delle vicende dei personaggi e dei protagonisti. Iniziamo dai protagonisti: Adso da Melk, all'epoca dei fatti (novembre 1327) un giovane novizio benedettino che, per volere del  padre, gira l'Italia come "segretario" di Guglielmo da Baskerville. Guglielmo da Baskerville è un frate francescano, al servizio dell'Imperatore, ex inquisitore, devoto ma anche molto "scientifico", un ottimo investigatore "deduttivo" (alla Sherlock Holmes, per intenderci, magari nella versione della serie tv The Elementary, la conoscete?), tutto si risolve con la logica, e ovviamente basata sulla conoscenza, è un frate molto dotto allievo di Ockam e di Bacone.  Mentre Adso è giovane di ottima famiglia, desideroso di apprendere, ammira molto Guglielmo, però ben rappresenta la maniera "medievale-religiosa" di vedere e spiegare tutto solo alla luce delle Sacre Scritture e delle dottrine elaborate nel tempo.
Quanto ai personaggi sono i monaci che vivono e lavorano all'abbazia, i monaci degli ordini minori che arrivano l'incontro sulla questione della povertà, la delegazione pontificia guidata dal grande inquisitore Bernardo Gui, che avrà modo di esercitare la sua professione……. (non dico altro).
All'abbazia succedono cose strane, sembra esistere un abbazia di giorno e una diversa abbazia di notte, e si susseguono "strane" morti che sembrano rifarsi alle trombe che annunciano la venuta dell'Anticristo come descritta nell'Apocalisse. Su questi fatti indagano sia Guglielmo sia Bernardo Gui, ma solo Guglielmo giungerà alla vera verità……..
Altra grande protagonista del romanzo è la biblioteca, attorno al quale sembrano girare anche gli omicidi; una biblioteca molto ricca però è stata progettata per proteggere i libri che custodisce: costruita come un labirinto, cui si aggiungono ulteriori stratagemmi, come erbe magiche, specchi, spifferi d'aria, per difenderla da visitatori inopportuni.
Altro aspetto che mi fa apprezzare ulteriormente il romanzo è la grandissima opera di citazione di studiosi e di opere teologiche/dottrinali ma anche di scienza, di medicina, di astrologia, di matematica di ottica e molto altro. Leggere questo libro è come entrare nella biblioteca di un abbazia medievale e sbirciare i testi che conteneva.
La scrittura è molto ricercata ed è strutturata per quello che si presenta un manoscritto di un monaco (Adso) che racconta gli avvenimenti di cui è stato protagonisti nel novembre 1327 in una, non definita, abbazia italiana; è ricchissimo di espressioni  latine oltre che delle citazioni di cui ho già detto prima. Infine un elemento che caratterizza le opere (quelle che ho letto finora, almeno) di Eco è l'umorismo, qui rappresentato spesso dalle affermazioni di Guglielmo da Baskerville; il riuscire a far riflettere attraverso affermazioni quasi ironiche, che rimangono in mente e ti costringono a pensare, ad esempio:
≪"……. e tu non t'incantare troppo su queste teche. Di frammenti della croce  ne ho visti molti altri, in altre chiese. Se tutti fossero autentici, Nostro Signore non sarebbe stato suppliziato su due assi incrociate, ma su di una intera foresta." "Maestro!" dissi scandalizzato. "E' cosi Adso. E ci sono dei tesori ancora più ricchi. Tempo fa, nella cattedrale di Colonia vidi il cranio di Giovanni Battista all'età di dodici anni." "Davvero?" esclamai ammirato. Poi, colto da un dubbio: "Ma il Battista fu ucciso in età più avanzata!" "L'altro cranio dev'essere in un altro tesoro", disse Guglielmo con viso serio. Non capivo mai quando celiasse.≫ 
Citazione questa che riassume molto sia del carattere dei personaggi sia delle "credenze" medievali soprattutto in fatto di reliquie, dell'enorme potere loro riconosciuto, e anche della denuncia portata avanti dai sostenitori della povertà, perché oro, argento, gemme preziose per glorificare Gesù che aveva vissuto praticamente senza nulla e della carità altrui? (Tema attuale ancora oggi).
Come tutti i romanzi di Eco permette un ripasso e un approfondimento della storia, anche con molte curiosità. Purtroppo a scuola viene insegnato solo il succo del succo del succo superconcentrato della storia.
"Il nome della rosa" è il primo romanzo di Eco, pubblicato nel 1980 e vincitore del premio Strega.
Non posso che consigliarlo agli amanti della storia e dei romanzi storici come me; di Eco ho letto "Il cimitero di Praga" di cui ho già parlato qui sul blog e "Baudolino" che invece lessi diversi anni fa, entrambi stupendi, perfetti per un ripasso e un approfondimento storico. Inutile dire che voglio assolutamente leggere anche gli altri suoi romanzi. Penso senz'altro al "Pendolo di Foucault" che ho letto avere templari e ricerca del Graal come protagonisti.........
Voi cosa avete letto? Pareri? Cosa mi consigliate?

martedì 12 dicembre 2017

LA PERLA - JOHN STEINBECK

  • TITOLO: LA PERLA
  • AUTORE: John Steinbeck
  • EDITORE: Bompiani
  • PAGINE: 100
  • PREZZO: 10,00 euro circa
  • GENERE: letteratura america
  • LUOGHI VISITATI: Messico primi del '900
  • acquistabile su amazon: qui (link affiliato)



Questo libro è parcheggiato nella mia libreria da secoli, anche se non pensavo così tanti, ho scoperto averlo comprato in prima media (che, se i miei calcoli sono esatti, correva l'anno 2000) e non l'ho mai letto, so di averci provato varie volte ma non ci sono mai riuscita, complice, probabilmente l'imposizione scolastica. Comunque tutte le volte che mi capita di vedere un documentario in cui si parla di perle mi ricordo di questo libro, così mi sono decisa a leggerlo.
Lo guardo, leggo l'autore "John Steinbeck" e penso mi dice qualcosa...... leggo la "mini" biografia presente sulla quarta di copertina e scopro che è autore di due libri che desidero leggere, "Uomini e topi" e "Furore". Rimango sconcertata di aver avuto fra le mani un racconto di Steinbeck, autore che oggi mi interessa molto, e non averlo mai letto.
Passiamo al libro in sè.........

Si tratta di un romanzo breve, la cui particolarità, per me, è l'indefinitezza. Mancano indicazioni precise sul luogo, sul tempo e soprattutto sui protagonisti.
Il romanzo narra le vicende di una famiglia indigena, composta da Kino, sua moglie Juana e il loro figlioletto Coyotito. Kino è un "pescatore" di perle, e un giorno trova una perla enorme che il villaggio ribattezza "la perla del mondo". Il giorno del ritrovamento è un giorno particolare, perchè al mattino Coyotito viene punto da uno scorpione e Juana decide di portarlo in città dal dottore; la famiglia di Kino arriva alla casa del dottore seguita da un corteo, composto dagli altri indios e da alcune persone che vivono nella città di pietra e gesso, tutti erano curiosi di vedere se il dottore, che non si sarebbe mai recato alle capanne di stoppie del villaggio dei pescatori indios, avrebbe acconsentito a curare il piccolo Coyotito. Come tutti si aspettavano il dottore si fece negare, infondo è solo un piccolo indiano e lui non è un "veterinario".
La notizia della fortunata pesca di Kino si sparse in tutta la città e tutti iniziarono a fare progetti....., il prete, gli accattoni fuori dalla chiesa, i mercanti, il dottore, i mercanti di perle, gli indios e ovviamente Kino.
Kino pensa di sposarsi, di comprare attrezzi nuovi e soprattutto desidera che Coyotito vada a scuola, impari a leggere e scrivere, così da spiegare alla propria gente cosa c'è nei libri. Inizia però ad aleggiare anche una "musica cattiva", prima di andare a vendere la perla Kino si trova a dover difendere la perla e la sua vita più volte, in molti desiderano rubare la perla.
I guai non finiscono qui, quando Kino, con tutta la propria gente, si reca in città per vendere la perla i mercanti offrono un prezzo irrisorio e Kino decide di andare a vendere la propria perla alla capitale anche se molto distante. Ma prima che ciò accada ci sarà un nuovo tentativo di furto, in cui Kino per difendersi uccide un uomo, mentre la sua casa viene distrutta da un incendio. Si dà alla fuga con Juana e Coyotito, ma sono inseguiti, riesce a rifugiarsi sulle montagne, la sua unica speranza è attaccare gli inseguitori, ma qualcosa andrà storto. Tornano al villaggio e buttano in mare la perla che si perderà per sempre.

Come dicevo all'inizio mancano dettagli. Anzitutto non è chiaro dove sia ambientata la vicenda, viene citata La Paz, e da una ricerca online, oltre alla capitale della Bolivia, c'è una cittadina con questo nome nella Bassa California, in Messico, e penso sia questa la "città" in cui vive Kino, perchè viene spiegato che per andare alla capitale è necessario prima attraversare il mare  poi le montagne......



Inoltre non dice nulla dell'etnia cui appartine Kino, anche se nel corso della narrazione emergono alcuni aspetti, quello che mi ha maggiormente colpito (anche se riflettendoci non mi stupisce affatto), è l'ingenuità, in senso buono, il credere molto a ciò che è scritto nei libri e nel "potere" degli strumenti, emerge quando il dottore si reca alla casa di Kino, dopo che ha trovato la perla, e mostra la sua valigetta piena di strumenti e medicine, che hanno quasi un potere ipnotico sugli indios; il problema è che non possono far altro che credere vero quello che altri, a loro dire  più istruiti di loro, dicono essere scritto nei libri.
Infine non è indicato nemmeno l'epoca in cui si svolge la vicenda.
Nonostante tutte queste "incognite" che un pò mi infastidiscono, perchè rimane la curiosità, il libro mi è piaciuto; è particolare, forte, crudele e in fondo non ha fatto altro che mettermi ulteriore voglia di leggere altro di Steinbeck. Nella mia edizione, alla fine del libro c'è una piccola appendice in cui viene fatto un breve riassunto dell'attività di Steinbeck come scrittore; e qui ho trovato conferma (pare) della particolarità di questo romanzo, che sembra, secondo quanto lì riportato, non aver riscosso molto successo; direi di aver trovato conferma della stranezza dell'opera, che però come ho detto mi è piaciuta e consiglio.  

venerdì 20 ottobre 2017

LA MIA LOTTA PER LA LIBERTA' - YEONMI PARK

  • TITOLO: la mia lotta per la libertà
  • AUTORE: Yeonmi Park
  • EDITORE: BOMPIANI OVERLOOK
  • PAGINE: 297
  • PREZZO: 18,00 euro
    GENERE: letteratura coreana - memoir
  • acquistabile su amazon: qui (link affiliato)


"La mia lotta per la libertà" è un libro toccante, crudo, un libro che fa riflettere ed indignare.
L'autobiografia di Yeonmi Park, dove racconta la sua vita e la sua fuga della Corea del Nord, attraverso la Cina per poi arrivare in Corea del sud; è poco più di una bambina e deve crescere in fretta, affrontare un mondo difficile, fatto di fame, povertà e crudeltà, sopravivvere, ricongiungere la propria famiglia e infine diventare una speranza per chi ancora vive in Corea del Nord.


Yeonmi nasce nel 1993 e vive Hyesan, cittadina settentrionale della Corea del nord, sul fiume Yalu che segna il confine naturale con la Cina. Racconta le origini della sua famiglia, dell'agiatezza della sua famiglia nonostante la grave crisi alimentare, grazie alle attività illecite dei suoi genitori: diventano contrabbandieri e operano sul mercato nero; dell'arresto del padre e della sua malattia.
La Corea del Nord è uno stato socialista con economia pianificata, isolato dal resto del mondo, vigono regole ferree accompagnate da punizioni severe per i trasgressori, ma anche da tantissima corruzzione. E' lo stato che decide della vita di ogni singolo cittadino, cui spettano solo doveri, il cittadino nordcoreano è una macchina al servizio dello stato e della famiglia Kim.
 ".... gli unici libri disponibili in Corea del Nord venivano pubblicati dal governo ed erano a sfondo politico. Al posto di fiabe di paura, avevamo dei racconti ambientati in un posto turpe e disgustoso chiamato Corea del Sud, dove bambini senza casa giravano a piedi scalzi a chiedere l'elemosina. Non avevo mai realizzato, prima di arrivare a Seul, che in realtà quei libri descrivevano la vita in Corea del Nord. Ma era impossibile per noi vedere oltre la propaganda"
La fuga in Cina. Yeonmi e sua madre scappano in Cina alla ricerca della sorella di Yeonmi, Eunmi. Da tempo a Hyesan corrono voci sulla possibilità di scappare in Cina in cerca di un vita migliore fatta di lavoro ma soprattutto di tantissimo cibo, questa prospettiva fà si che molti nordcoreani tentino la fuga senza sapere realmente cosa li aspetta oltre il confine. Ci sono persone che ti aiutano gratuitamente ad oltrepassare il confine, corrompono le guardie di confine e ti trovano una sistemazione. Ma non sono persone gentili, sono trafficanti di esseri umani che ti vendono poi ad altri trafficanti cinesi, che dopo vari passaggi ti venderanno come schiavo perlopiù a contadini cinesi, in particolare le donne nordcoreane vengono vendute come spose. I disertori nordcoreani (così vengono chiamati coloro che fuggono dalla Corea del Nord) in Cina si trovano in una situazione quasi peggiore di quella che hanno lasciato. La Cina non accoglie i cittadini nordcoreani in ragione degli interessi politici ed economico commerciali che la legano alla Corea del Nord. I nordcoreani sono clandestini e se scoperti dalla polizia cinese vengono rispediti in patria dove puoi essere condannato a morte oppure mandato in un campo di rieducazione (dove svolgi lavori massacranti, praticamente senza cibo e sei comunque destinato a morire), per cui sono "schiavi perfetti" perchè non si ribellano, hanno troppa paura di essere rimandati a casa.

".... avevo pensato  soltanto a me stessa per gran parte della mia vita, ora invece mi era data la possibilità di scegliere la mia famiglia al posto del mio orgoglio personale. Ero disposta a morire per evitare la vergogna di uno stupro. Adesso però avevo davanti un'altrernativa diversa: ammazzarmi egoisticamente o salvare la mia famiglia"
La sorte di Yeonmi è tragica, per sopravvivere diventa amante e braccio destro di un trafficante cinese di nome Hongwei, che però non è una persona totalmente malvagia (nonostante faccia affari perlopiù vendendo esseri umani come schiavi, io ho provato molta simpatia per lui, per come a modo suo ama Yeonmi e per come la aiuterà).
In Cina, infine, la scoperta di missionari cristiani che aiutano i fuggiaschi nordcoreani a raggiungere la Corea del Sud attraverso la Mongolia.

La Corea del Sud, dopo qualche mese in Mongolia vengono imbarcate su un aereo diretto a Incheon, Corea del Sud. Questo paese accoglie i "disertori" nordcoreani come fossero propri cittadini, con un programma di inserimento sociale. Qui Yeonmi può studiare, può scoprire il mondo che la circonda, anche se non sarà facile, emergono delle difficoltà di tipo culturale.
".... non è facile rinunciare a una visione del mondo che ti è penetrata nelle ossa ed è impressa nel tuo cervello come la voce del suo stesso padre. Inoltre, se tutto ciò che mi avevano sempre insegnato era una bugia, come potevo essere sicura che anche queste persone non stessero mentendo? Era impossibile fidarsi di chiunque fosse al potere"
 Però Yeonmi è forte, è una combattente, non si lascia scoraggiare, nonostante avesse perso molti anni di scuola, in poco tempo si mette in pari e verrà ammessa all'università di Dongguk a Seoul, che dà accesso alle più alte sfere della polizia.
".... i poliziotti non mi avevano mai protetta da nulla nella mia vita..... in Corea del Sud il loro lavoro era proprio quello di proteggerti: così decisi di affrontare la mia più grande paura e provare a diventare una di loro"
E quasi senza accorgersene diventa una paladina dei diritti umani, racconta al mondo la sua esperienza di vita.
"....l'università non solo mi aveva aperto la mente, ma aveva anche accresciuto il mio senso di giustizia e ora pensavo che avrei studiato legge. Ciò che non potevo prevedere, però era che entro un anno sarei diventata una paladina dei diritti dei nordcoreani che non avevano nè voce nè speranza, come ero stata io un tempo"

"...... avrei scritto la mia storia in modo esaustivo e completo, non omettendo nulla che riguardasse il fatto di essere stata venduta dai trafficanti. Se la mia esistenza doveva avere un qualche significato, non avevo altra scelta. Appena presa la decisione di raccontare il mio segreto, per la prima volta mi sentii libera"


La cosa che mi ha fatto male di questo libro è che racconta la realtà, una realtà fatta di crudeltà, malvagità e fame, ma soprattutto una realtà attuale del ventunesimo secolo, e purtroppo è una realtà che non riguarda solo la Corea del Nord.
E' un libro che consiglio perchè fa riflettere, è una lettura "educativa" anche se non facile, volevo leggere questo libro per conoscere un pò la Corea del Nord di cui tanto si parla in tv.......
Ho conosciuto una persona straordinaria, com'è Yeonmi Park, che lotta e non si lascia scoraggiare, è sicuramente un "personaggio" che resterà nel mio cuore, mi permetto di considerarla come una mia amica, forte e coraggiosa che si batte per i diritti del suo popolo. Non posso far altro che consigliare il suo libro e condividere il suo sogno: vedere un giorno una Corea di nuovo unita.