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martedì 10 marzo 2020

IL ROSSO E IL NERO - STENDHAL

TITOLO: Il rosso e il nero. Cronaca del 1830
AUTORE: Stendhal - traduzione di Luigi Maria Sponzilli
EDITORE: Feltrinelli - collana universale economica
PAGINE: 568
PREZZO: € 11,00
GENERE: letteratura francese - classico
LUOGHI VISITATI: Francia di metà XIX secolo
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“Il rosso e il nero. Cronaca del 1830” è un romanzo della letteratura francese del XIX secolo scritto da Stendhal (pseudonimo di Marie-Henri Beyle) e pubblicato nel 1830.
Vengono narrate le vicende di Julien Sorel, che grazie alla sua ambizione e alle sue capacità riesce nella scalata alla gerarchia sociale. Da figlio di un carpentiere di campagna riesce a diventare segretario di un importante uomo politico di Parigi. Julien è appassionato di letteratura, conosce il latino e conosce a memoria la Bibbia; grazie all’amicizia con il parroco Chélan diventa precettore dei figli del sindaco di Verrières (il paese di cui è originario nella regione della Borgogna-Franca Contea ai confini con la Svizzera); successivamente entrerà in seminario e poi diventerà, come dicevo, segretario di un importante uomo politico a Parigi: il marchese De La Mole. 

Stendhl ha preso spunto da un fatto di cronaca realmente avvenuto (ha poi mutato nomi di luoghi e persone ed ha arricchito la vicenda fino a scriverne un romanzo lunghissimo) per analizzare e scandagliare l’animo umano e le passioni che lo guidano.
Stendhal tratteggia un quadro della società francese all’epoca della Restaurazione anche da un punto di vista politico - l’aspetto della politica emerge fortissima, con tutti i “partiti” in lotta per il potere ad esempio liberali, giacobini, ultra, monarchici, a cui si aggiungono le fazioni politiche interne al potere religioso che vede contrapporsi Gesuiti e Giansenisti, in lotta per prevalere e influenzare la vita politica della Francia. Un aspetto che emerge prepotentemente è la volontà di alcuni partiti di riportare la situazione sociale ai tempi dell’ “Ancien Regime”.
L’altro aspetto che spicca è quello delle tresche amorose di Julien, che saranno in qualche modo la sua rovina, e sono i mezzi attraverso cui Stendhal approfondisce posizioni e psicologia dei personaggi -  l’analisi introspettiva/psicologica dei protagonisti è molto dettagliata – sia la società francese del XIX secolo sotto l’aspetto delle relazioni sociali.
La narrazione si caratterizza per un narratore onnisciente, utile per portare avanti l’introspezione. Però ho trovato la narrazione pedante, lenta, noiosa; solo verso la fine penso di aver visto uno slancio, una maggior rapidità. 

Il titolo è simbolico, il rosso e il nero rappresentano i colori di due carriere che permettono, o hanno permesso, ai giovani di farsi una posizione: il rosso delle divise militari dell’esercito (che rappresenta la possibilità di farsi una posizione grazie alla carriera militare, possibilità presente negli anni di Napoleone) e il nero delle “divise” degli ecclesiastici cattolici (che rappresenta la possibilità di farsi una posizione e di esercitare un influenza politica nella Francia post Restaurazione).

Capisco e apprezzo le ragioni che stanno alla base del romanzo, ciò che Stendhal voleva narrare, e sono molto contenta di quello che ho appreso sulla società francese nel ‘800 post Restaurazione, ma non mi ha convito o meglio non mi è piaciuto lo stile; devo dire che ci può stare perché ragionandoci è un libro scritto e stampato nel 1830 quindi è plausibile che la narrazione fosse diversa da quella odierna. Il mio voto è 2 stelline su 5, ma voglio dare almeno una altra possibilità a Stendhal e prima o poi leggerò la Certosa di Parma. 

Erano anni che volevo leggere questo libro, penso dalle superiori ma non ne ricordo il motivo; ho approfittato dell’iniziativa lanciata da @rubrica_spazio_libri per leggerlo. Mi sono approcciata senza saperne nulla a parte la mia convinzione che fosse ambientato durante la rivoluzione francese chissà poi perché?!
Voi lo avete letto? E cosa ne pensate? Non vedo l’ora di confrontarmi con voi