giovedì 19 ottobre 2023

LA LOTTERIA DI SHIRLEY JACKSON

TITOLO: La lotteria
AUTORE: Shirley Jackson  traduzione di: Franco Salvatorelli
EDITORE: Adelphi
PAGINE: 82
PREZZO: € 10
GENERE: letteratura americana, letteratura gotica, creepy
LUOGHI VISITATI: indefiniti
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La lotteria di Shirley Jackson è una raccolta di quattro racconti curata dalla casa editrice Adelphi e contiene La lotteria che dà anche il titolo alla raccolta che è uno dei più famosi racconti della scrittrice americana. Per me si tratta del primo approccio alla Jackson ma anche, uno dei primi approcci se non il primo a libri del genere horror, creepy, gotico e misterioso. Shirley Jackson è una regina del brivido e mi ha colpito moltissimo, voglio assolutamente leggere altro di suo, sicuramente Abbiamo sempre vissuto nel castello. La caratteristica principale che ho riscontrato è che riesce a instillare una tensione e un ansia nel lettore raccontando, tutto sommato, fatti “normali”: non servono mostri e fantasmi a spaventare ma è sufficiente il semplice comportamento umano, la paura è dentro gli uomini e deriva spesso dagli uomini. Shirley Jackson è stata riscoperta in Italia, e non solo, grazie a Stephen King che l’ha definita la sua maestra e la sua musa, King che è il re (battuta) indiscusso del genere horror e che voglio prima o poi affrontare tanto più alla luce di questa curiosità perché, come detto prima, i racconti di Jackson mi sono piaciuti davvero tanto.

In generale è una lettura molto veloce, il libro si divora, tiene incollato il lettore alle pagine, con un crescendo di tensione e ansia. Sinceramente non so se mi sono lasciata condizionare, ma io ho provato ansia fin dalla prima riga di ciascun racconto, ho sentito spesso parlare di questa capacità di inquietare il lettore che ha Shirley Jackson e con mio enorme stupore ne sono rimasta piacevolmente colpita.

La trovo una lettura perfetta per il periodo autunnale e di Halloween quando si ricercano atmosfere più creepy, io l’ho letto o meglio divorato il 31 ottobre 2022 e a distanza di quasi un anno ho ancora un ricordo vivido e lucido delle sensazioni da brivido che ho provato.

La raccolta di compone di quattro racconti: La lotteria, Lo sposo, Il colloquio e Il fantoccio; i miei preferiti sono Lo sposo e La lotteria.

Di seguito parlo dei singoli racconti, senza spoiler ma si tratta comunque di racconti piuttosto brevi quindi non andate avanti se volete mantenere la sorpresa…

Inizio da Il colloquio: è molto breve e sicuramente non l’ho capito, lascia molti punti interrogativi e non ci sono grandi appigli, come dice il titolo si tratta del colloquio, del dialogo tra una donna e il medico del marito vertente sulla salute mentale del marito. Dicendo che non l’ho capito dico anche che non mi piace o meglio è quello della raccolta che mi è piaciuto meno.

Il fantoccio: Probabilmente la tensione che provo leggendo è tutta una mia suggestione, mi aspetto qualcosa solo perché so o penso debba accadere. Il racconto verte su due donne che pranzano in un locale dove si esibisce un ventriloquo, ed assistono ad una litigata tra il ventriloquo e la sua ragazza con la particolarità che nel litigio partecipa anche il pupazzo. È intrinseco nello spettacolo del ventriloquo far parlare il pupazzo come se avesse vita propria, però il dubbio che il fantoccio abbia una vita propria a me è venuto sicuramente instillato dalla Jackson, ma c’è…

La lotteria: è un racconto famosissimo di cui sapevo già quasi tutto (in particolare sapevo cos’è, in cosa consiste questa lotteria) ma è stata comunque una lettura sorprendente. C’è questa lotteria, una sorta di gioco rituale propiziatorio che si ripete da tempo immemore, tutto appare come una specie di festa anche se tutti sanno come andrà a finire, qualcuno verrà sacrificato, tutto è bello, utile e importante fino a che non tocca a te… Devo dire che c’è un passaggio durante la pesca che non ho capito, se qualcuno lo ha letto e ne vuole parlare mi confronterei volentieri. Questo racconto viene pubblicato per la prima volta sul New Yorker il 26 giugno 1948 e scatena delle reazioni davvero forti: anzitutto sono molti quelli che pensavano si trattasse di una storia vera o comunque ispirata a una storia vera e quindi parte l’indignazione; altri criticano fortemente Jackson come persona perversa per poter arrivare a immaginare, ideare una cosa tanto macabra (che poi se pensiamo a cosa ha fatto l’uomo ai propri simili nella Storia La lotteria non è poi neanche male) e infine c’è stato anche chi voleva assistere… 

Lo sposo: è il mio preferito, in questo racconto (come negli altri a parte forse La lotteria) non c’è assolutamente nulla di inquietante se prendiamo i fatti, la vicenda narrata in se e per se ma comunque la Jackson mette addosso al lettore un ansia incredibile, almeno a me, crea una tensione che non riesci a staccarti dalle parole. La storia è molto semplice: la protagonista è una donna il giorno del suo matrimonio la seguiamo da quando si sveglia e inizia a prepararsi per il grande giorno fino alla ricerca spasmodica del suo amato che le ha dato buca, in due parole sedotta e abbandonata, nulla di inquietante, nulla di misterioso se non un semplice inganno, un uomo approfittatore, ma il modo in cui questa storia tanto semplice e se vogliamo banale viene raccontata è qualcosa di incredibile.

Sono molto contenta di aver scoperto Shirley Jackson e voglio assolutamente approfondire la conoscenza; ho detto più volte che il genere horror o creepy non è il mio ma per Jackson valgono tutte le eccezioni, se non la conoscete fatevi un regalo e leggetela!

Fatemi sapere nei commenti se avete letto qualcosa di suo e cosa mi consigliate.

giovedì 12 ottobre 2023

LA MASCHERA DI CERA - FILM

TITOLO: La maschera di cera

GENERE: horror, thriller
AMBIENTAZIONE: USA anni 2000



Inizio con una premessa (a mio parere) fondamentale non sono un amante dei film horror, non sono un’appassionata e penso che questo sia uno dei pochissimi del genere che ho visto. L’horror come genere non mi piace, o meglio mi spaventa motivo per cui non mi ci avvicino. Vi chiederete perché l’hai guardato? Perché alla mia dolce metà (uguale marito Ale) piacciono tutti quei film con mostri, vampiri, horror e simili, solitamente se li guarda da solo al computer ma nei primi mesi con Giulia lì poteva guardare anche in tv e così è capitato che mentre facevo le coccole alla bambina e l’addormentavo ho buttato l’occhio e alla fine l’ho guardato per curiosità. Cosa che succede praticamente sempre quando guardo un film con Ale, lui si addormenta a una pubblicità mentre io lo finisco e quando andiamo a dormire mi tocca pure raccontarglielo…

La cosa che più mi ha colpito e che mi ha portato a guardare all’inizio il film è la presenza di Paris Hilton, la ricchissima ereditiera famosa verso gli anni 2000 che mai avrei pensato facesse un film horror

Un film che definirei splatter e young adult (ribadisco che non sono né appassionata né esperta). La prima cosa che salta all’occhio è che i protagonisti sono quasi tutti ragazzi giovani e sono interpretati da giovani attori, ho letto che ha vinto svariati premi e riconoscimenti proprio in questo settore. Inoltre è stato anche il primo film per il regista Juam Collet-Serra. Nel cast spicca (per notorietà) Paris Hilton e questa cosa mi ha incuriosito, all’inizio l’ho guardato solo per questa ragione e poi perché volevo vedere come andava a finire la storia. Non sapevo che la Hilton avesse partecipato a dei film e mai mi sarei aspettata un horror, invece, maledetti i pregiudizi ha recitato in svariati film anche di registi importanti. Una delle principali critiche mosse a “La maschera di cera” è proprio la presenza dell’ereditiera, purtroppo è facile e diffuso che quando personaggi famosi, ma non attori professionisti, recitano ci siano una valanga di critiche e di detrattori, tra l’altro erano gli anni della massima notorietà, il film è del 2005 e - non vorrei dire cavolate ma - intorno agli anni 2000 la Hilton era famosissima nel senso che la si vedeva e si leggeva di lei ovunque, io ero poco più di una bambina e me lo ricordo, mentre ora non se ne sente più parlare (da dire che non sono una frequentatrice di programmi gossip e simili). Le critiche mosse a Paris Hilton sono perlopiù ingiuste nel senso che ha interpretato il ruolo assegnatogli punto. Per quanto riguarda gli altri attori all’epoca del film erano tutti giovani attori a inizio carriera e che recitavano in ruoli adatti alla loro età anagrafica in film e serie tv e sit com; in generale non sono una grande fan di tutto ciò che è “young adult”, cioè incentrati sugli adolescenti o sui giovanissimi. Facendo delle ricerche ho letto che poi praticamente tutti hanno sviluppato delle carriere interessanti e alcuni hanno ricoperto ruoli iconici così ad esempio Jared Padalecki che interpreta Wade che è poi diventato famossissimo grazie alla serie tv Supernatural e infine Elisha Cuthbert che interpreta Carly è conosciuta in tutto il mondo per la serie tv 24.

Veniamo ora alla trama: un gruppo di giovani ragazzi (Wade, Carly, suo fratello Nick, Dalton, Blake e Paige) sta andando a vedere una partita di football in trasferta, durante il viaggio si fermano a dormire all’aperto perché una delle macchine (quella di Wade) ha avuto un guasto. La mattina successiva mentre alcuni ripartono, Wade e la fidanzata Carly vanno nella cittadina vicina – Ambrose -   per acquistare il pezzo di ricambio. Ci sono parecchie stranezze: la cittadina è minuscola, direi quasi fantasma, e mentre aspettano il meccanico, gironzolando per il paese i due fidanzati scoprono un museo delle cere, qualcosa di bellissimo, una casa piena di statue di cera a grandezza naturale che raffigurano delle persone intente a fare delle azioni. Ben presto scopriranno che quelle statue sono ispirate ad altri visitatori, non molto fortunati. Alla fine nessuno dei ragazzi va alla partita e si ritrovano tutti nella cittadina e incappano nel (o meglio nei) serial killer; del gruppo di amici non tutti sopravvivono, ma non voglio svelare di più.

 È un film che viene definito horror ma io ho individuato i classici segnali da “s.i.” come dicono quelli di Criminal Mind, una serie di comportamenti deviati e disturbati che fanno drizzare le orecchie (o almeno dovrebbero). Fondamentalmente è un film su un serial killer con una serie di manie e non c’è nulla di soprannaturale (poi magari neanche deve esserci in un horror) ma il brutto, il marcio, il pericoloso deriva solo dalla cattiveria e della malvagità umana.

Vi aspetto nei commenti per sapere se lo avete visto.

giovedì 5 ottobre 2023

LE SETTE MORTI DI EVELYN HARDCASTLE di STUART TURTON

TITOLO: Le sette morti di Evelyn Hardcastle
AUTORE: Stuart Turton
traduzione di: Federica Oddera
EDITORE: Neri Pozza
PAGINE: 526
PREZZO: € 18
GENERE: letteratura inglese, thriller, giallo
LUOGHI VISITATI: Blackheath House, villa di fantasia nella campagna inglese di inizio '900
acquistabile su amazon: qui (link affiliato)  

 

“Sbuffo. L’ennesimo segreto in una casa che ne è già piena, e non è quello che sto cercando di scoprire.”

Thriller gotico, creepy, intricato e cervellotico.

“«Sebastian, domani saranno passati esattamente diciannove anni dal giorno dell’assassinio di mio fratello. Non so per quale motivo, ma i miei genitori hanno deciso di celebrare l’occasione riaprendo la casa in cui è stato commesso il delitto, e invitando a Blackheath gli stessi ospiti presenti allora».
Nella sua voce monta la rabbia, un sommesso tremito di dolore che farei di tutto per placare. Evelyn si è girata a guardare il lago, con gli occhi azzurri lucidi di lacrime.
«Stanno camuffando da festa la commemorazione della sua morte, e hanno affidato a me il ruolo di ospite d’onore, il che mi può solo far presumere che stia per succedermi qualcosa di terribile» continua poi. «Questo non è un party, è un castigo, e ci saranno cinquanta persone agghindate di tutto punto ad assistervi».”

Mi sono approcciata alla lettura con aspettative contrastanti: acquistato senza saperne nulla quando si vedeva tantissimo a seguito dell’escape room organizzata dalla casa editrice, ho poi sentito recensioni diverse sia positive che negative; in particolare una ha acceso la mia curiosità e potrei sintetizzarla così: c’è un mistero o meglio un omicidio da risolvere e il protagonista (e voce narrante) ha sette giorni di tempo per riuscirci durante i quali però rivive la giornata fatidica nel corpo di sette persone diverse. Mi aspettavo un investigatore, un poliziotto con delle particolari doti sovrannaturali e se da un lato lo trovavo un espediente interessante e assolutamente nuovo per me dall’altro mi faceva un po’ storcere il naso, preferendo investigatori (e quindi gialli) più classici. La mia supposizione era sbagliata: non è un giallo vero e proprio.

La narrazione si sviluppa seguendo una struttura molto particolare che intreccia una serie di piani narrativi. Il protagonista e voce narrante, che scoprirà chiamarsi Aiden, si sveglia per sette/otto giorni nel corpo di alcuni abitanti della casa e rivive sempre la stessa giornata ma nei panni di persone diverse.

Siamo di fronte a una sorta di gioco macabro per cui il protagonista ma anche altre persone per motivi ignoti al lettore (ignoti inizialmente entro la fine si scopre tutto ma non voglio assolutamente rovinarvi la sorpresa) rivivono la stessa giornata più volte ma nel corpo di persone diverse. A quale scopo? Scoprire il colpevole di un delitto che apparentemente non è tale, per essere liberati e tornare nel proprio corpo liberi e lontani da Blackheath House, ma attenzione solo chi darà la risposta corretta per primo sarà liberato. Aiden in tutto questo conosce almeno due avversari, Daniel e Anna, ma a quanto pare non per tutti il gioco funziona allo stesso modo, solo Aiden si incarna ogni giorno in una persona diversa. Ma oltre alla presenza di avversari c’è anche un nemico, un tale “lacchè” che dà la caccia alle incarnazioni di Aiden per ucciderle andando a limitare, ridurre le possibilità di ricostruire la verità e liberarsi.

“La maschera a becco smette di esplorare la camera per concentrarsi di nuovo su di me.
«Abbiamo del lavoro da fare» risponde lui. «C’è un enigma che va risolto».
«Credo che lei mi abbia scambiato per qualcun altro!» esclamo con rabbia. «Io sono un medico».
«Era un medico» mi corregge. «Poi è stato un maggiordomo, oggi è un playboy e domani sarà un banchiere. Nessuno dei quattro ha il suo vero volto né la sua vera personalità. È stato privato dell’uno e dell’altra quanto è arrivato a Blackheath, e non le verranno restituite finché non se ne andrà».”

 

Tutto il gioco è retto da un misterioso uomo che si presenta con la maschera del medico della peste e sarà lui a fornire ad Aiden una serie di spiegazioni in particolare il gioco e il suo funzionamento, ma non accade subito così agli inizi viviamo l’angoscia e i turbamenti del protagonista che non sa di essere nel corpo di un altro. Questo io narrante vive una prima giornata molto intensa dove pensa di aver perso la memoria, soprattutto perché la notte è stato vittima di un’aggressione e vive così una giornata “traumatica” ma anche piena di eventi. Il giorno dopo l’io narrante si sveglia in un nuovo corpo ma ricordandosi il giorno precedente e scopre, vive il meccanismo delle reincarnazioni; e così il giorno dopo e quello ancora e via di seguito. Le giornate si svolgono in base all’incarnazione ma con la consapevolezza di Aiden di vivere, di abitare un corpo che non è il proprio e che varia di giorno in giorno.

“«Se ha il potere di liberarmi, perché non lo fa e basta, accidenti a lei?» esclamo. «Perché perdere tempo con questi giochetti?».
«Perché l’eternità è noiosa» risponde lui. «O forse perché ciò che conta è giocare. Lascerò a lei il compito di rifletterci sopra. Ma non indugi troppo a lungo, signor Davies. Questa giornata si ripeterà otto volte, e le la vedrà attraverso gli occhi di otto diverse incarnazioni. Bell è stata la prima, il maggiordomo la seconda e il signor Davies la terza. Questo significa che gliene rimangono solo cinque per scoprire la verità. Se fossi in lei, mi affretterei ad agire. Appena avrà una risposta, venga a riferirmela in riva al lago, insieme alle prove che ne confermano l’esattezza, alle undici di sera. Io la aspetterò».
«Non intendo prestarmi a questi giochetti per il suo divertimento» ribatto con stizza, protendendomi verso di lui.
«Allora faccia fiasco per dispetto, ma sappia una cosa: se non risolve l’enigma prima di mezzanotte dopo essere arrivato alla sua ultima incarnazione, le cancelleremo la memoria, la restituiremo al corpo del dottor Bell e tutto ricomincerà da capo».
Controlla l’orologio, lasciandoselo cadere in tasca con un mormorio d’irritazione. «Il tempo vola. Si mostri disposto a collaborare, e io risponderò ad altre domande al nostro prossimo incontro».”

Il personaggio di Aiden è pazzesco, scoperto il gioco, scoperto il motivo per cui si trova a Blackheath House e scoperto anche che cos’è non si limita a trovare la soluzione alla morte di Evelyn Hardcastle che gli permette di liberarsi ma cerca tutta la verità che è più ampia della semplice morte di Evelyn; non solo ma si batte anche per aiutare altri personaggi.

È un libro interessante, perché man mano che procede si scoprono tanti nuovi tasselli, richiede certo un po’ di memoria e di attenzione e sì ci sono dei misteri da risolvere, alla fine si scopre tutto non lascia nulla di irrisolto e ripaga anche la fiducia che il lettore ha posto accettando di andare avanti quando agli inizi non si sapeva molto. C’è una narrazione in prima persona, sappiamo ciò che sa il narratore e quindi poco se vogliamo, scopriamo con lui in chi è incarnato di volta in volta, non abbiamo anticipazioni.

Per quanto riguarda l’ambientazione non ci sono indicazioni precise in fatto di collocazione spazio tempo ma siamo nella campagna inglese (o qualcosa che gli assomiglia, io ho deciso per inglese) nella villa di Blackheath House indicativamente nella prima metà del Novecento poiché si parla di carrozze e primissime automobili nonché di una mega villa con tanto di servitù.

Il finale è davvero sconvolgente quando pensi di aver capito tutto ecco nuovi particolari, nuovi dettagli, ecco che emerge un altro pezzo di verità ancor più forte e sconcertante della precedente.

Se devo definirlo con un solo aggettivo direi geniale, sicuramente molto articolato ma per me vale assolutamente la pena di leggerlo e di faticare perché come detto prima richiede un po’ di attenzione di memoria. Questa romanzo è l’esordio del suo autore Stuart Turton, voglio recuperare anche l’altro suo romanzo “Il diavolo e l’acqua scura” in Italia sempre edito da Neri Pozza.

Fatemi sapere se lo avete letto.