TITOLO:
Il gran sole di Hiroshima
AUTORE: Karl Bruckner traduzione di:
Maria Minnellono
EDITORE:
Giunti Marzocco
PAGINE:
180 circa
PREZZO:
€ 9 circa
GENERE:
letteratura per ragazzi, letteratura austriaca, letteratura di guerra
LUOGHI VISITATI:
Giappone 1945 e anni successivi
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Il Gran Sole di Hiroshima è un
libro per ragazzi dello scrittore austriaco Karl Bruckner che si occupa di
narrare alcune vicende legate alla Seconda guerra mondiale in particolare, come
si intuisce dal titolo, si occupa della bomba atomica su Hiroshima.
A mio parare il libro può essere
idealmente suddiviso in tre parti strettamente legate al lancio della prima bomba
atomica: il prima, il giorno del lancio o meglio il lancio e il dopo.
Il prima della bomba: siamo a
luglio 1945 in Giappone precisamente nella città di Hiroshima (che se non ho
capito male doveva essere molto importante nell’ambito della produzione bellica
giapponese e ospitare anche importanti basi militari) e la narrazione procede
parallela su più fronti. Abbiamo
anzitutto la storia dei fratelli Sasaki, Scigheo (dieci anni) e Sadako (due
anni), due bambini che devono prendersi cura l’un l’altra, la mamma lavora in
una fabbrica mentre il papà è soldato lontano, di giorno girano per la città
ingannando il tempo (e la fame). In questa parte emerge la vita nel Giappone in
guerra: un vita fatta di privazioni e limitazioni, deduciamo come tutta la
società fosse “militarizzata” e impiegata nello sforzo bellico, tutti coloro
che sono abili e/o utili vengono impiegati: gli uomini nell’esercito, le donne
nelle fabbriche o in altre attività utili, i ragazzi troppo giovani per
arruolarsi fanno parte dei servizi ausiliari. Solo i bambini piccoli e i
vecchio restano “a casa” e passano il tempo a rammaricarsi di non poter essere
a loro volta utili. Schigheo è un bambino a cui piacciono i soldati e il suo
passatempo preferito è proprio quello di andare ad ammirarli nei vari centri di
formazione, così facciamo la conoscenza di alcuni soldati, dei loro doveri e
obblighi anche morali e degli addestramenti. Ma durante le loro esplorazioni
della città fanno conoscenza anche con gruppo di ragazzi dei Servizi Ausiliari,
impegnati ad abbattere interi quartieri di case di legno per meglio
“sopportare” un eventuale attacco.
“Dopo il colloquio con
Schigheo, Kanjiro ritornò di malumore al suo gruppo. A pensarci bene, questo
ragazzino di dieci anni aveva dato una stoccata a lui, che aveva cinque anni di
più. Per poco non l’aveva denunciato al capo-gruppo, per sospetto di furto! Il
suo zelo l’avrebbe tradito; in conseguenza del suo atto avrebbe ricevuto un
rimprovero. Voler accusare di furto un ragazzo che non poteva ancora essere
arruolato al lavoro, che doveva badare alla sorellina, che aveva i padre
soldato e la madre operaia in un’industria bellica! Che stupidaggine! Il ragazzo
avrebbe detto: ho chiesto allo studente solo un pezzo di carta dipinta per
farne un giocattolo per la mia sorellina. E sarebbe stata la verità. Lui,
Kanjiro, avrebbe certo potuto ribattere: questo ragazze mente, l’ho acciuffato
mentre stava per portar via l’intelaiatura. Ma un Yonekura non mente; lo deve
al proprio onore. Quando incita i suoi compagni a lavorare con maggior
diligenza, questo è il suo dovere di sotto-capogruppo. Se denuncia qualcuno che
batte la fiacca, anche questo è un suo dovere. Ma accusare falsamente qualcuno
per mostrarsi zelante, al proprio superiore, questo non lo farebbe mai. Ha già
raggiunto un posto abbastanza importante e può sperare in un’ulteriore
promozione… nel caso che la guerra duri ancora abbastanza a lungo. Altrimenti dovrà
tornare a studiare e questo non gli piace. Odia lo studio. Non è un bravo
scolare. I maestri non l’hanno mai lodato; il babbo l’ha spesso rimproverato,
ma ora è orgoglioso di suo figlio Kanjiro e racconta a tutti: «Il mio ragazzo è
sotto-capogruppo nel servizio ausiliario; e in seguito vuole diventare
ufficiale, vuole arrivare fino a generale… sì, il mio ragazzo è in gamba».”
Ma la panoramica sui ragazzi coinvolge anche altri del gruppo di Kenjiro e non
tutti sono zelanti e soprattutto “prestati/votati” alla causa come lui, c’è chi
sogna la pace e la normalità…
Poi ci sono gli Americani, un
gruppo vario di soldati americani di stanza alla base sull’isola di Tinian: con
loro partecipiamo a voli di ricognizione e viviamo la quotidianità all’interno
della base militare, dove iniziano i preparativi per qualcosa di grosso e di
nuovo che però è tenuto segreto! Gli uomini che conosciamo sono diversi ma
fondamentalmente sono persone con le stesse aspirazioni di tutti….
“Il capitano Kennan si concesse
un’occhiata in giù. Vide il delta del fiume Otha e le sei isole su cui era
costruita Hiroshima. Il panorama della città lo impressionò molto. Doveva fare
un viaggio in Giappone, in tempo di pace, sarebbe stata certamente una cosa
stupenda. Avrebbe portato con sé Liddy, sua moglie, e i suoi bambini Evelyn e
Bud. E avrebbe visitato con loro tutte le città che aveva sorvolato in guerra,
quand’era pilota di un ricognitore. Quando sarebbe finita la guerra?”
Nella “parte centrale” il romanzo
si occupa della cruciale giornata dello sgancio della bomba: viviamo la
giornata al fianco tutti i personaggi che abbiamo incontrato, quindi i fratelli
Sasaki e i loro vecchi vicini, ma anche i ragazzi del Servizio Ausiliario, i
soldati giapponesi e naturalmente degli uomini a bordo dell’Enola Gay (il
bombardiere che sgancia la bomba).
E poi c’è il dopo. Il “dopo” è interamente
incentrato sulla famiglia Sasaki e sulla vita di Sadako. Miracolosamente la
famiglia si riunisce e il padre rimette in piedi, con tantissimo sforzi, la sua
attività di barbiere. Qui conosciamo la vita nella Hiroshima degli anni
successivi alla bomba: un paese distrutto dalla guerra e dall’uso di una nuova micidiale
arma, un periodo di sacrifici, sofferenza, commemorazioni e piano piano di ritorno
alla normalità. Normalità che ad un certo punto verrà spezzata, perché la bomba
tornerà a fare visita alla famiglia Sasaki.
Ci sono alcuni elementi che
secondo me caratterizzano il libro. Iniziamo con il fatto che la narrazione
procede parallela, soprattutto nelle prime parti abbiamo un continuo cambio di
soggetto/inquadratura e all’inizio non è facilissimo orientarsi, però se ci si
lascia trasportare dalla storia, senza chiedersi troppo (o meglio troppo
presto) i protagonisti, poi ci si abitua, si capisce il meccanismo e si procede
con la lettura. Per me i protagonisti indiscussi sono i fratelli Sasaki però
incontriamo anche altri personaggi e nell’insieme è possibile farsi un quadro
complessivo della situazione. Un aspetto
che personalmente ho apprezzato molto è che per tutti i “personaggi” che
incontriamo sappiamo cosa succede loro dopo lo scoppio della bomba, se
sopravvivono o meno.
Altro aspetto fondamentale è la commistione
giapponesi/americani che nella narrazione si sviluppa in entrambe le parti in
modo diverso: nella prima attraverso i capitoli dedicati ai soldati americani,
nella seconda parlando dei dottori e degli ospedali che gli americani hanno
aperto per curare soprattutto le vittime della bomba, perché la bomba ha degli
effetti anche a lungo termine
È questo un aspetto su cui forse
non si riflette abbastanza e a cui non avevo mai pensato in modo approfondito: la
bomba atomica non si è limitata ad uccidere migliaia di migliaia di persone
all’istante, nel momento in cui è esplosa (ok, è una bomba esplode e uccide
persone) ma i suoi effetti si sono manifestati anche nei decenni successivi!
Chi è miracolosamente scampato all’esplosione, pur trovandosi in città o nelle
sue vicinanze, non può ritenersi (necessariamente) salvo, oltre all’esplosione
ci sono le radiazioni che hanno effetti negativi sul corpo umano e portano
all’insorgere di malattie quali leucemie e simili, che si manifestano col
tempo. Tutto ciò rende quest’arma ancora più micidiale e devastante di quanto
possa apparire.
Infine Bruckner evidenzia il lato
umano sia dei giapponesi (che sono visti in maniera negativa nel senso che sono
i cattivoni responsabili dell’attacco kamikaze a Pearl Harbour, in questo senso
mi sento di avvicinare il libro a Il rogo di Berlino che narra le vicende del
popolo tedesco, altri cattivi del secondo conflitto mondiale) che degli
americani, in questo caso sono i cattivoni che usano la bomba atomica. Soprattutto
nella prima parte viene messo in luce il lato umano dei soldati americani: in
fondo sono uomini come tutti gli altri. Ed è questa una cosa ovvia se vogliamo
ma molto importante da ricordare (senza assolutamente sminuire la gravità di
quanto accaduto e delle scelte fatte, scelte che però non sono state compiute
dai singoli uomini, o meglio dai singoli uomini a bordo dei bombardieri che
hanno sganciato le bombe) e mostrare il lato umano per me significa mostrare
come tutti gli uomini sulla terra siano uguali, abbiano le stesse
preoccupazioni e aspirazioni, e come è stupido farsi la guerra (lo è sempre
stato, lo era nel ‘45 ma a mio parere lo è forse ancor di più oggi, eppure nel mondo
ci sono ancora tante guerre).
Inoltre, anche se è un libro per
ragazzi emergono forti alcune caratteristiche tipiche della cultura giapponese,
che ho avuto modo di comprendere e conoscere leggendo anche altri libri: come
il culto del superiore, della diligenza e della dedizione, del rispetto degli
ordini e delle gerarchie e la deferenza verso gli anziani.
Il libro fondamentalmente
racconta la storia vera di Sadako Sasaki, non so precisamente quali siano i
limiti delle licenze/libertà che si è preso Bruckner ma il nucleo fondamentale
del romanzo si basa su una storia vera. La storia di Sadako è stata narrata
anche in un altro libro “Sadako and the Thousand Paper Cranes” di Eleanor Coerr
che però non è disponibile in italiano.
Ho visto essere il libro più “famoso”
e importante di Bruckner: io l’ho letto per caso perché l’ho trovato in casa, era
stata una lettura estiva ai tempi delle scuole medie di mia mamma o di mio zio,
infatti lo possiedo in un edizione “vintage” che non mi fa impazzire. E l’ho
letto due volte, la prima anni fa quando appunto l’ho trovato e poi adesso
perché volevo parlarvene e mi è sembrato giusto rileggerlo per poterlo fare con
maggior consapevolezza. Avendolo già letto sapevo già cosa sarebbe successo,
cosa aspettarmi ma è stata comunque una lettura molto dolorosa che mi ha
richiesto del tempo. È un libro per ragazzi che tratta di un argomento che si
studia a scuola (alla seconda guerra mondiale ci si arriva, forse non si va
oltre ma fin lì si arriva) eppure nella mia esperienza scolastica non l’ho mai
incontrato, nel senso che non è mai stato consigliato; inoltre non ne ho mai
sentito parlare sui vari social e blog che trattano di libri, è sconosciuto e
non ne capisco la ragione.
Chiusa la polemica. Fatemi sapere
se avete letto questo libro e cosa mi consigliate che si occupano della bomba
atomica su Hiroshima?