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venerdì 20 novembre 2020

MENDEL DEI LIBRI DI STEFAN ZWEIG

TITOLO: Mendel dei libri
AUTORE: Stefan Zweig traduzione di Nicoletta Giacon
EDITORE: Garzanti (collana i piccoli grandi libri)
PAGINE: 61
PREZZO: € 4,90
GENERE: letteratura austriaca
LUOGHI VISITATI:Vienna primi del Novecento

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Un racconto strepitoso.

Siamo nella Vienna della prima metà del ‘900 e il narratore entra nella prima caffetteria che trova per ripararsi da un acquazzone. È una caffetteria come tante, almeno in apparenza, ma dopo qualche momento il narratore si accorge di essere già stato in questo posto e finalmente si ricorda: è entrato al caffè Gluck quello dove lavorava “Mendel dei Libri”, sono passati tanti anni dal loro primo incontro e il narratore riuscirà a ricostruire la sua storia.

“… mio Dio, ma quello era il posto di Mendel, di Jakob Mendel, Mendel dei libri, e io dopo vent’anni ero capitato di nuovo nel suo quartier generale, al caffè Gluck nella Obere Alserstrasse. Jakob Mendel, come avevo potuto dimenticarmi di lui per così tanto tempo, una delle persone più singolari, uomo leggendario, questa isolata meraviglia del mondo, celebre all’università e in una ristretta ossequiosa cerchia? Come mi era potuto uscire dalla memoria, proprio lui, il mago e il sensale dei libri, che se ne stava seduto lì, tutti i giorni, ininterrottamente, dalla mattina alla sera, simbolo del sapere, gloria e onore del caffè Gluck?”

Il protagonista del racconto è Jackob Mendel detto Mendel dei libri, un semplice rivenditore di libri ma dotato di una memoria incredibile, era in grado di elencare tutti i libri disponibili sul mercato per qualsiasi argomento si stesse cercando, una specie di catalogo vivente e una fonte d’informazioni preziosissima per studenti, ricercatori e appassionati. Un uomo semplice che vive nel suo mondo fatto di libri, o meglio di titoli, edizioni, anni di pubblicazione – più che di contenuto - completamente avulso dal mondo esterno, reale, tanto da non accorgersi che è scoppiata la Prima Guerra Mondiale. La sua è una storia dolce amara.  

Emerge chiaramente un tema molto caro a Zweig: il degrado sociale dopo la prima guerra mondiale.

Zweig è stato soprattutto uno scrittore di racconti, anche se questa è la sua prima opera che leggo già ne avevo sentito parlare e voglio approfondire la sua conoscenza e quasi mi dispiace di non possedere già altre sue opere, io ho acquistato questo racconto singolo nella simpatica edizione di garzanti che è veramente minuscola, forse dalla foto non si capisce bene. Ha la capacità di sintetizzare in poche pagine personaggi straordinari, Storia e denuncia sociale; si tratta di un racconto scritto nel 1929 ma è assolutamente godibile e scorrevole.

 Non posso dire altro per non fare spoiler, è – almeno nel mio caso – un libricino che si legge in un soffio, ma è una storia che resterà a lungo, consiglio assolutamente di leggerlo, e pensare che io normalmente ho un rapporto conflittuale con i racconti.

Conoscete Zweig? Cosa mi consigliate di leggere?

martedì 23 giugno 2020

ARIA DI FAMIGLIA - MICHAEL ONDAATJE

TITOLO: Aria di Famiglia
AUTORE: Michael Ondaatje
EDITORE: Garzanti - collana Gli Elefanti
PAGINE: 176
PREZZO: € 7,23
GENERE: letteratura singalese, storia di famiglia
LUOGHI VISITATI: Sri Lanka (dagli anni '20 agli anni '80 del ventesimo secolo)
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“Un quaderno per appunti. Seduto alla scrivania in calamandra, scrivo questo guardando dalla finestra la notte asciutta e scura: Thanikama. ‘Solitudine’. Senza uccelli. Il fruscio di un animale che attraversa il giardino. Mezzanotte e mezzogiorno e alba e crepuscolo sono le ore del pericolo, dei grahayas – spiriti vaganti dal carattere maligno. Guardati dal mangiare certi cibi in luoghi solitari, i demoni di snidano fiutandone l’odore. Porta con te del metallo. Un cuore di ferro. Non calpestare ossa o capelli o ceneri umane. […] Sul giardino a pochi metri di distanza incombe d’improvviso come un pugno un temporale. In un attimo, la quiete notte asciutta si riempie dei rumori della pioggia contro latta, cemento e terra – svegliando a poco a poco anche gli altri che dormono. Ma io l’ho visto, guardando fuori nell’oscurità, ho visto il temporale bianco (riflesso dalla luce della stanza) cadere come un oggetto oltre la finestra. E la polvere che si solleva dalla terra, dove è stata per mesi, riversa ora il suo odore nella stanza. Mi alzo, mi incammino verso la notte e la respiro – la polvere, l’odore palpabile dell’umidità, l’ossigeno piantato al suolo, che si fa fatica a respirare.”

Un libro strano, un viaggio alla ricerca delle proprie origini, in una terra selvaggia e interessante come lo Sri Lanka, alla scoperta di tradizioni, usi e costumi, flora e fauna locali ma soprattutto una storia di famiglia, quella dello scrittore Michael Ondaatje.

Alla base della narrazione ci sono le ricerche personali, “sul campo” condotte da Ondaatje in alcuni viaggi fatti sull’isola: ricostruisce la giovinezza, gli anni di matrimonio dei genitori e la vita del padre dopo il divorzio grazie al contributo di parenti, amici e conoscenti che condividono i loro ricordi e che si aggiungono a quelli personali. 

Attraverso i ricordi di famiglia e la loro ricostruzione si scopre la vita di Ceylon (il vecchio nome dell’attuale Sri Lanka) negli anni ’20 e ’30; non mancano accenni alla vita ai tempi della seconda guerra mondiale ma soprattutto è ricco di riferimenti al passato coloniale dell’isola (possedimento portoghese, poi olandese e infine inglese).

“Quest’isola era un paradiso da saccheggiare. Tutto il possibile veniva raccolto e trasportato in Europa: cardamomo, pepe, seta, zenzero, sandalo, olio di senape, radici di borasso, tamarindo, baptisia, corna di cervo, zanne di elefante, strutto di maiale, calamandra, corallo, sette varietà di cannella, perle e cocciniglia. Un mare profumato”

“Gli appunti si deliziano degli incanti e dei veleni. Egli inventa ‘carta’ fatta con piante indigene, sperimenta veleni e medicine locali su cani e topi. ‘A Jaffna, un uomo si è suicidato mangiando un bulbo di neagala… pare che un infuso di piombaggione provochi l’aborto’. Elenca senza un ordine preciso tutte le potenziali armi che gli stanno intorno. I karapothas vi strisciano sopra e ne ammirano la bellezza. L’isola celava la propria civiltà. Arti occulte e costumi e cerimonie religiose si ritiravano nell’entroterra, lontano dalle nuove città. Solo Robert Knox, prigioniero di un re kandyano per vent’anni, scrisse dell’isola accuratamente, imparandone le tradizioni. Il suo memoriale, Una relazione storica, fu utilizzato da Defoe come riferimento psicologico per il suo eternamente curioso Robinson Crusoe. ‘Se si scruta nei tratti di Crusoe, si scoprirà un uomo che non era il disperato abitante di un’isola deserta, bensì un individuo su una terra aliena circondato da stranieri, strappato alla sua gente… che si batteva non solo per ritornare, ma anche per impiegare convenientemente l’unico talento che gli era stato concesso’. A parte Knox e, più tardi, Leonard Woolf nel suo romanzo Il villaggio nella giungla, pochissimi altri stranieri ebbero piena cognizione di dove si trovavano.”

Si tratta di uno scritto sperimentale che unisce l’autobiografico alla fantasia e nella narrazione vengono miscelati realtà, finzione e realismo magico. Un elemento davvero singolare è la struttura della narrazione: a capitoli di normale prosa si alternano capitoli in versi; ma in generale i capitoli risultano quasi slegati tra loro, e spesso l’autore si limita a riportare ricordi, oppure dialoghi senza tante spiegazioni. Il risultato è testo piuttosto confuso, varie persone vengono citate senza essere approfondite o meglio spiegate al lettore. Ci vuole attenzione nella lettura, non è facile proprio perché non presenta la “struttura classica” del romanzo è più un insieme di appunti sulla vita di famiglia. Però nonostante la fatica merita di essere letto perché oltre a scoprire una Ceylon ormai scomparsa, si conosce una famiglia.

Ho letto il libro nell’ambito del progetto #ilgirodelmondoin12letture che seguo sulla piattaforma Instagram che per il mese di giugno prevede di fare tappa nel subcontinente indiano. Ho trovato questo libro per caso e ne sono rimasta rapita, si è rivelato più ostico del previsto ma ne è valsa la pena.

Avete mai letto qualcosa di questo autore singalese?


mercoledì 19 dicembre 2018

LA VITA SEGRETA DELLE MUCCHE - ROSAMUND YOUNG

TITOLO: La vita segreta delle mucche
AUTORE: Rosamund Young
EDITORE: Garzanti
PAGINE: 140
PREZZO:15,00 Euro
GENERE: letteratura inglese - memoir
LUOGHI VISITATI: fattoria bio Kite's Nest nello Worcestershire in Inghilterra
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"Di mucche, come di persone, ce ne sono di tutti i tipi. Possono essere molto intelligenti, oppure un po' dure di comprendonio; amichevoli, premurose, litigiose, docili, creative, un po' tonte, orgogliose o timide. In una mandria abbastanza grande sono presenti tutte queste caratteristiche, e da molti anni siamo fermamente convinti che è giusto trattare i nostri animali come individui."

"La vita segreta delle mucche" è un libricino molto interessante, scorrevole, divertente; ma non solo.
Rosamund Young, l'autrice, è un titolare assieme, al fratello Richiard, di una fattoria la Kite's Nest in Inghilterra. Portano avanti con tantissimo amore per gli animali e la natura l'attività iniziata dai genitori, da sempre improntata al biologico, quando questa tipologia di allevamento, o forse è meglio dire stile di vita, se seguito con determinazione e convinzione, ancora non era nata.
Vorrei iniziare il mio commento al libro dalla parte di intrattenimento quella dove Rosamund Young racconta le mille peripezie che nella sua vita di allevatrice ha visto: tutte le curiosità, le vicende delle famiglie "storiche" di mucche, aneddoti relativi a particolari situazioni, parti, piccoli incidenti, amicizie, preferenze in fatto di alimentazione, i modi di comunicare degli animali. Nel libro si parla principalmente di mucche, ma c'è spazio anche per altri animali da fattoria come galline, maiali e pecore; con storie di amicizie anche tra specie diverse.
Ma nel libro c'è anche altro: c'è la denuncia agli allevamenti intensi, all'uso massicio e massivo di farmaci, soprattutto antibiotici (spesso dati in modo generalizzato a tutti gli animali a mo' di prevenzione e non di cura mirata all'occorenza), all'alimentazione "artificiale". Tutto questo crea moltissimo stress per gli animali, che vengono privati della loro esistenza, ma non solo tutto ciò si ripercuote anche sulla salute degli uomini: su ciò che mangia e sull'ambiente in cui vive.
Le due tematiche sono ben mescolate all'interno del libro, non c'è una separazione netta, anche perchè il raccontare un particolare anedotto diventa il punto di partenza per sostenere, anche con esempi concreti, la lotta agli allevamenti intensivi.
"....Eppure, nel corso del tempo, tutta questa saggezza ce la siamo dimenticata o l'abbiamo ignorata. Nutrire gli animali è, o dovrebbe essere, di una semplicità immediata: i merli hanno bisogno di vermi, i leoni di carne, le pecore e le mucche di erba. Ma ecco che una pressione intollerabile a tagliare i costi fa sì che molti allevatori setaccino i mercati internazionali alla ricerca di mangimi più a buon mercato, e spesso meno adeguati. Se facciamo il pieno alla nostra auto con il carburante indadatto, i motore funzionerà male o si fermerà. Certo: accorgersi dell'effetto che ha un'alimentazione errata sulle persone o sugli animali richiede più tempo, ma le conseguenze sono ugualmente negative e permanenti. Più di due terzi delle campagne del Regno Unito sono adibiti a pascolo. Del resto, la maggior parte dei terreni è inadatta alla coltivazione, e quindi allevare bovini e ovini è l'unico modo per ottenere il cibo. Noi non possiamo mangiare erba, ma il bestiame è progettato proprio per questo scopo. Al momento, però, ampie aree di terra arabile sono utilizzate per produrre piante che poi serviranno come alimento per il bestiame: l'opzione di gran lunga meno sostenibile. I pascoli "sequestrano" il carbonio, mentre l'aratura lo diffonde nell'atmosfera. Le mandrie e le greggi sono molto criticate per le loro emissioni di metano. Non sono un'esperta in materia, ma noto che nessuno sembra accorgersi che, quando il prato viene convertito in campo arabile, le siepi si rimpiccioliscono gradualmente fino a scomparire, spesso causando la perdita di moltissime alberi da siepe. Gli alberi e le siepi hanno un ruolo ben noto nella conservazione dell'ambiente naturale, ma sono altresì essenziali per la "cattura" del carbonio che, almeno in parte, compesa le emissioni di metano. ...... Una produzione alimentare più sostenibile e sistemi di allevamento più attenti al benessere degli animali potranno diffondersi solo se questi costi saranno compresi e riconosciuti dalla società e dei governi." (pagine 120-121-122)
E' un libro che deve far riflettere anche sulle scelte che come consumatori facciamo e dell'enorme potere che possiamo esercitare perchè il mondo dell'agricoltura cambi, purtroppo le persone come Rosamund Young sono pochissime.

Consiglio a tutti la lettura di questo libro anzittutto perchè cambia il modo in cui guardiamo agli animali, facendoci scoprire tante particolarità, oltre a infinite somiglianze con gli esseri umani (io sono una super fan degli animali e da sempre li reputo superiori agli umani). Però è molto importante anche l'aspetto di denuncia agli attuali sistemi di agricotura e di testimonianza degli effetti benefici del biologico; voglio sottolineare che i toni sono sempre delicati e basati sul buonsenso e sull'osservazione del mondo reale, senza cedere al fanatismo.
Il libro è corredato anche da meravigliose illustrazioni di Anna Koska; e presenta un interessante introduzione di Alan Bennett (non c'è bisogno che dica altro........).
Voi lo avete letto? Avete libri che trattano queste tematiche da consigliarmi?