martedì 13 maggio 2025

DON CAMILLO di GIOVANNINO GUARESCHI

TITOLO: Don Camillo
AUTORE: Giovannino Guareschi
EDITORE: Bur Rizzoli
PAGINE: 291
PREZZO: € 13
GENERE: letteratura italiana
LUOGHI VISITATI: nella Bassa (pianura padana emiliana) nell'immediato dopo guerra



Per me leggere Don Camillo è un po’ come tornare a casa, ho visto e rivisto infinite volte i film tratti/ispirati ai romanzi di Guareschi con Gino Cervi e Fernandel. Quindi l’approccio al libro è stato accompagnato da tantissima curiosità ma anche un po’ di timore e invece sono parimenti belli anche perché ho letto che lo stesso Guareschi ha collaborato nella realizzazione/scrittura dei film. Così mentre leggevo mi immaginavo i personaggi con il “volto” televisivo e mi pareva di udire la voce del Cristo sull’altare.

Un piccolo paese della pianura padana emiliana quella che viene chiama “la bassa”, siamo nell’immediato dopoguerra, sembrerebbe un paesino come tanti e sicuramente lo è, ma qui ci sono due figure di riferimento il prete Don Camillo e il sindaco Peppone, il primo democristiano (la definizione la metto io ma non potrebbe essere diversa) e il secondo comunista. Due personaggi forti, presenti, pesanti nella vita del paese che non si fanno problemi a far sentire la propria voce, forte e chiara. È il periodo della lotta politica, del ritorno alla democrazia, della stesura della costituzione, ed è un periodo dove la paura verso il “comunismo” è molto forte.

Abbiamo due protagonisti forti che si scontrano (e non solo a parole) fanno parte di contrapposte fazioni politiche ma a modo loro sono molto legati e amici, in fondo condividono gli stessi principi e si scoprirà una bellissima storia di amicizia che sa andare oltre le divisioni politiche (emerge già in questo volume anche se la storia della loro amicizia e il loro primo incontro si troverà nei volumi successivi, io la conosco per i film).

In particolare una delle mie scene preferite è quella in cui don Camillo e Peppone rinfrescano la pittura delle statuine del presepe, è un episodio molto bello ed è anche quello che chiude il libro, quasi fosse una favola a lieto fine, ed è la dimostrazione della profonda amicizia e stima reciproca che lega i due nonostante le divergenze politiche: la storia di due nemici (politici) che però in fondo si vogliono molto bene, c’è tanta stima reciproca e amicizia vera, non potrebbero esistere senza l’altro, si completano a vicenda.

“La folla mugolò, poi tacque.
Don Camillo gonfiò il torace, si piantò saldo sulle gambe, buttò via il cappello e si segnò. Poi alzò il pugno formidabile e sparò una mazzata sul fungo.
«Mille!» urlò la folla.
«Se a  qualcuno interessa, sappia che a quota 1000 tira una brutta aria!» disse don Camillo.
Peppone era diventato pallido e gli uomini del suo stato maggiore lo sbirciavano tra delusi e offesi. Altra gente ghignava contenta. Peppone guardò negli occhi don Camillo, si ritolse la giacca, si piazzò davanti alla macchina e alzò il pugno.
«Gesù» sussurrò in fretta don Camillo.
«Mille!» urlò la folla. E lo stato maggiore di Peppone fece un balzo di gioia.
«A quota mille tira brutta aria per tutti» concluse lo Sghembo. «Meglio rimanere al piano.»
Peppone si allontanò trionfante da una parte e don Camillo trionfante dall’altra.
«Gesù» disse don Camillo quando fu davanti al Cristo. «Ti ringrazio. Ho avuto una paura matta.»
«Di non far mille?»
«No, che non facesse mille anche quel testone là. L’avrei avuto sulla coscienza.»
«Lo sapevo e l’ho aiutato io» rispose sorridendo il Cristo. «Del resto anche Peppone, appena ti ha visto, ha avuto una paura matta che non riuscissi a fare novecentocinquantadue anche tu».” 

Infine c’è un terzo personaggio fondamentale che è il Gesù dell’altare a cui don Camillo si rivolge molto spesso, cui parla e discute anche delle cose che lo circondano e che gli accadono. È un Gesù saggio, giusto ma anche molto ironico, praticamente una voce della coscienza se vogliamo.

“«È passato Peppone e mi ha salutato» disse allegramente il Cristo.
«Attento Gesù» rispose don Camillo. «Già altri Vi ha addirittura baciato e poi per trenta lire Vi ha venduto. Quello lì che Vi ha salutato è uno che, tre minuti prima, mi aveva detto che il giorno della riscossa troverà sempre un pezzo da 75 per sparare addosso alla casa di Dio!»
«E tu cosa gli hai risposto?»
«Che troverò sempre un mortaio da 81 per rispondergli sparando addosso alla Casa del Popolo.»
«Capisco, don Camillo: il guaio è che tu, il mortaio da 81, ce l’hai sul serio.»
Don Camillo allargò le braccia.
«Gesù» disse «ci sono delle cianfrusaglie che uno non riesce a buttarle via perché sono dei ricordi. Noi uomini siamo tutti un po’ sentimentali. E poi non è meglio che questa roba sia in casa mia piuttosto che in casa d’altri?»
«Don Camillo ha sempre ragione» rispose sorridendo il Cristo. «Fino a quando non farà qualche sopercheria.»
«Per questo non ho paura; ho il miglior consigliere dell’universo» rispose don Camillo. E così il Cristo non seppe più cosa rispondergli.”

Abbiamo una narrazione per episodi dove pian piano iniziamo a conoscere e prendere confidenza con i personaggi e le loro caratteristiche. Ho letto che in realtà l’opera di Guareschi nasce sotto forma di racconti: per la precisione 347 racconti ambientati nella cittadina inventata di Ponteratto che hanno per protagonisti Don Camillo e Peppone, il complesso prende il nome di “Mondo piccolo” e solo successivamente sono stati raccolti in otto libri.

Alla fine del libro c’è una breve biografia di Giovannino Guareschi, che è stato scrittore, giornalista e caricaturista, è famoso in tutto il mondo per “Mondo piccolo”. Ha avuto una vita piuttosto intesa e movimentata e da quello che ho letto io ci vedo molto sia di don Camillo che di Peppone nel senso che nella sua vita Guareschi ha portato avanti una lotta per il bene scontrandosi anche con personaggi politici di spicco, una sorta di scontro con potenti e lui semplice rappresentante del popolo. O meglio ha trasmesso ai suoi personaggi il suo carattere e il suo modo d’essere.

È sicuramente un libro coccola, una coccola per l’anima e per il cuore; come dice lo stesso Guareschi nel prologo non sarà grande letteratura me questo libro appartiene al genere ‘confort’ che fa bene. Probabilmente recupererò anche gli altri libri.

Fatemi sapere nei commenti se conoscete Don Camillo e Peppone e se avete letto Guareschi.


venerdì 9 maggio 2025

LE CITTÀ INVISIBILI di ITALO CALVINO

TITOLO: Le città invisibili
AUTORE: Italo Calvino
EDITORE: Mondadori
PAGINE: 166
PREZZO: € 12,50
GENERE: letteratura italiana



Le città invisibili di Calvino è un libro estremamente difficile da raccontare, almeno per me.

È un insieme di frammenti che raccontano di città, che si inseriscono Anzitutto abbiamo una cornice narrativa che vede Marco Polo raccontare a Kublai Kahn delle città che ha visto durante i suoi viaggi. Ogni capitolo si apre e si chiude con questa sovrastruttura, che si differenzia del resto del testo per essere in corsivo. Sono parti molto riflessive e ‘filosofeggianti’ perché poi i due si interrogano sul senso della vita e delle città.

I capitoli sono rappresentatati da un insieme di frammenti, di brevissimi racconti, poche pagine i più lunghi, solo pochi paragrafi la maggior parte, in cui vengono narrate delle città. Città immaginarie e immaginifiche, sognate e sognanti, città assolutamente fantasiose; ciascun frammento ci racconta di una città facendo perno su un suo aspetto peculiare che maggiormente la caratterizza. Un insieme di pezzetti di sogni, di immagini di città che non esistono ma che al tempo stesso contengono una e tutte le città del mondo.

 

“La città e la memoria.
All’uomo che cavalca lungamente per terreni selvatici viene desiderio d’una città. Finalmente giunge a Isidora, città dove i palazzi hanno scale a chiocciola incrostate di chiocciole marine, dove si fabbricano a regola d’arte cannocchiali e violini, dove quando il forestiero è incerto tra due donne ne incontra sempre una terza, dove le lotte dei galli degenerano in risse sanguinose tra gli scommettitori. A tutte queste cose egli pensava quando desiderava una città. Isidora è dunque la città dei suoi sogni: con una differenza. La città sognata conteneva lui giovane; a Isidora arriva in tarda età. Nella piazza c’è il muretto dei vecchi che guardano passare la gioventù; lui è seduto in fila con loro. I desideri sono già ricordi.”

 Il tutto è estremamente fantasioso e metaforico, la narrazione è praticamente priva di trama, è quasi una sorta di esperimento o esercizio di scrittura. Se da un lato però tutto è astratto e generico oltre che frutto della fantasia dall’altro ci permette in qualche modo di vedere in noi stessi, le città e la cornice narrativa ci porta a riflettere. È un libro in questo senso filosofico.

Devo dire che nonostante io preferisca di gran lunga i libri di trama (in generale) Calvino mi piace – è un pilastro della letteratura italiana del Novecento e devo certo dirlo io che merita di essere letto – nonostante almeno sulla carta le sue opere sono un po’ diverse dai miei gusti abituali. Questo è il secondo libro che leggo dopo Se una notte d’inverno un viaggiatore… anche questo un libro particolarissimo, quasi un ibrido tra un romanzo e una raccolta di racconti (un po’ come Città invisibili) però i racconti sono “lunghi” idealmente rappresentano degli incipit di altrettanti romanzi.

Il libro si apre con una fantastica presentazione della storia da parte dello stesso Calvino (tratta da un intervento che fece in un’università americana, inutile dire che voglio assolutamente recuperare Lezione Americane) che ci racconta sia come è nato questo libro sia più in generale il suo metodo di scrittura (argomenti che mi affascinano sempre tantissimo).

“Il libro è nato un pezzetto per volta, a intervalli anche lunghi, come poesie che mettevo sulla carta, seguendo le più varie ispirazioni. Io nello scrivere vado a serie: tengo tante cartelle dove metto le pagine che mi capita di scrivere, secondo le idee che mi girano per la testa, oppure soltanto appunti di cose che vorrei scrivere. Ho una cartella per gli oggetti, una cartella per gli animali, una per le persone, una cartella per i personaggi storici e un’altra per gli eroi della mitologia; ho una cartella sulle quattro stagioni e una sui cinque sensi; in una ho raccolto pagine sulle città e sui paesaggi della mia vita e in un’altra città immaginarie, fuori dallo spazio e dal tempo. Quando una cartella comincia a riempirsi di fogli, comincio a pensare al libro che ne posso tirar fuori.”

Infine in questa edizione Mondadori è presente anche una nota biografica intitolata “cronologia” caratterizzata dall’accompagnare i vari dati biografici con testo, con delle parole di Calvino stesso relativo a quel dato.

Sicuramente voglio approfondire la conoscenza, come dicevo prima Italo Calvino è un importantissimo autore italiano che nonostante io non sia una grande appassionata di letteratura italiana e nonostante i libri che ho letto finora siano piuttosto particolare, a me piace.

Fatemi sapere se lo conoscete e quali titoli mi consigliate di leggere.