AUTORE: Giovannino Guareschi
PREZZO: € 13
GENERE: letteratura italiana
LUOGHI VISITATI: nella Bassa (pianura padana emiliana) nell'immediato dopo guerra
Per me leggere Don Camillo è un po’ come tornare a casa, ho
visto e rivisto infinite volte i film tratti/ispirati ai romanzi di Guareschi
con Gino Cervi e Fernandel. Quindi l’approccio al libro è stato accompagnato da
tantissima curiosità ma anche un po’ di timore e invece sono parimenti belli
anche perché ho letto che lo stesso Guareschi ha collaborato nella
realizzazione/scrittura dei film. Così mentre leggevo mi immaginavo i
personaggi con il “volto” televisivo e mi pareva di udire la voce del Cristo sull’altare.
Un piccolo paese della pianura padana emiliana quella che
viene chiama “la bassa”, siamo nell’immediato dopoguerra, sembrerebbe un
paesino come tanti e sicuramente lo è, ma qui ci sono due figure di riferimento
il prete Don Camillo e il sindaco Peppone, il primo democristiano (la definizione
la metto io ma non potrebbe essere diversa) e il secondo comunista. Due
personaggi forti, presenti, pesanti nella vita del paese che non si fanno
problemi a far sentire la propria voce, forte e chiara. È il periodo della
lotta politica, del ritorno alla democrazia, della stesura della costituzione,
ed è un periodo dove la paura verso il “comunismo” è molto forte.
Abbiamo due protagonisti forti che si scontrano (e non solo
a parole) fanno parte di contrapposte fazioni politiche ma a modo loro sono
molto legati e amici, in fondo condividono gli stessi principi e si scoprirà
una bellissima storia di amicizia che sa andare oltre le divisioni politiche
(emerge già in questo volume anche se la storia della loro amicizia e il loro
primo incontro si troverà nei volumi successivi, io la conosco per i film).
In particolare una delle mie scene preferite è quella in cui
don Camillo e Peppone rinfrescano la pittura delle statuine del presepe, è un
episodio molto bello ed è anche quello che chiude il libro, quasi fosse una
favola a lieto fine, ed è la dimostrazione della profonda amicizia e stima
reciproca che lega i due nonostante le divergenze politiche: la storia di due
nemici (politici) che però in fondo si vogliono molto bene, c’è tanta stima
reciproca e amicizia vera, non potrebbero esistere senza l’altro, si completano
a vicenda.
“La folla mugolò, poi tacque.
Don Camillo gonfiò il torace, si piantò saldo sulle gambe, buttò via il cappello e si segnò. Poi alzò il pugno formidabile e sparò una mazzata sul fungo.
«Mille!» urlò la folla.
«Se a qualcuno interessa, sappia che a quota 1000 tira una brutta aria!» disse don Camillo.
Peppone era diventato pallido e gli uomini del suo stato maggiore lo sbirciavano tra delusi e offesi. Altra gente ghignava contenta. Peppone guardò negli occhi don Camillo, si ritolse la giacca, si piazzò davanti alla macchina e alzò il pugno.
«Gesù» sussurrò in fretta don Camillo.
«Mille!» urlò la folla. E lo stato maggiore di Peppone fece un balzo di gioia.
«A quota mille tira brutta aria per tutti» concluse lo Sghembo. «Meglio rimanere al piano.»
Peppone si allontanò trionfante da una parte e don Camillo trionfante dall’altra.
«Gesù» disse don Camillo quando fu davanti al Cristo. «Ti ringrazio. Ho avuto una paura matta.»
«Di non far mille?»
«No, che non facesse mille anche quel testone là. L’avrei avuto sulla coscienza.»
«Lo sapevo e l’ho aiutato io» rispose sorridendo il Cristo. «Del resto anche Peppone, appena ti ha visto, ha avuto una paura matta che non riuscissi a fare novecentocinquantadue anche tu».”
Infine c’è un terzo personaggio fondamentale che è il Gesù
dell’altare a cui don Camillo si rivolge molto spesso, cui parla e discute
anche delle cose che lo circondano e che gli accadono. È un Gesù saggio, giusto
ma anche molto ironico, praticamente una voce della coscienza se vogliamo.
“«È passato Peppone e mi ha salutato» disse allegramente il Cristo.
«Attento Gesù» rispose don Camillo. «Già altri Vi ha addirittura baciato e poi per trenta lire Vi ha venduto. Quello lì che Vi ha salutato è uno che, tre minuti prima, mi aveva detto che il giorno della riscossa troverà sempre un pezzo da 75 per sparare addosso alla casa di Dio!»
«E tu cosa gli hai risposto?»
«Che troverò sempre un mortaio da 81 per rispondergli sparando addosso alla Casa del Popolo.»
«Capisco, don Camillo: il guaio è che tu, il mortaio da 81, ce l’hai sul serio.»
Don Camillo allargò le braccia.
«Gesù» disse «ci sono delle cianfrusaglie che uno non riesce a buttarle via perché sono dei ricordi. Noi uomini siamo tutti un po’ sentimentali. E poi non è meglio che questa roba sia in casa mia piuttosto che in casa d’altri?»
«Don Camillo ha sempre ragione» rispose sorridendo il Cristo. «Fino a quando non farà qualche sopercheria.»
«Per questo non ho paura; ho il miglior consigliere dell’universo» rispose don Camillo. E così il Cristo non seppe più cosa rispondergli.”
Abbiamo una narrazione per episodi dove pian piano iniziamo
a conoscere e prendere confidenza con i personaggi e le loro caratteristiche. Ho
letto che in realtà l’opera di Guareschi nasce sotto forma di racconti: per la
precisione 347 racconti ambientati nella cittadina inventata di Ponteratto che
hanno per protagonisti Don Camillo e Peppone, il complesso prende il nome di
“Mondo piccolo” e solo successivamente sono stati raccolti in otto libri.
Alla fine del libro c’è una breve biografia di Giovannino
Guareschi, che è stato scrittore, giornalista e caricaturista, è famoso in
tutto il mondo per “Mondo piccolo”. Ha avuto una vita piuttosto intesa e
movimentata e da quello che ho letto io ci vedo molto sia di don Camillo che di
Peppone nel senso che nella sua vita Guareschi ha portato avanti una lotta per
il bene scontrandosi anche con personaggi politici di spicco, una sorta di
scontro con potenti e lui semplice rappresentante del popolo. O meglio ha
trasmesso ai suoi personaggi il suo carattere e il suo modo d’essere.
È sicuramente un libro coccola, una coccola per l’anima e
per il cuore; come dice lo stesso Guareschi nel prologo non sarà grande
letteratura me questo libro appartiene al genere ‘confort’ che fa bene.
Probabilmente recupererò anche gli altri libri.
Fatemi sapere nei commenti se conoscete Don Camillo e
Peppone e se avete letto Guareschi.