TITOLO:
Il libro del mare
AUTORE: Morten A. Strøksnes
traduzione di:
Francesco Felici
EDITORE:
Iperborea (io collana in collaborazione con il Corriere della Sera)
PAGINE:
330
PREZZO: € 17,50
GENERE: letteratura norvegese, letteratura nordica, avventura e reportage
LUOGHI VISITATI:
Mare del Nord, isole Lofoten
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Il libro del mare o come andare a pesca di uno squalo gigante con un piccolo gommone sul vasto mare: è un libro che promette avventure mirabolanti, due amici, due appassionati di mare si mettono in testa di pescare uno squalo della Groenlandia e per questo battono il mare del Nord a bordo di un gommone. Mi aspettavo un libro divertente e tragicomico.
Avevo aspettative altissime, perché quando ne ho sentito parlare ho sentito solo lodi (preciso che non ho fatto una ricerca specifica, ma mi è capitato di sentirne parlare) inoltre dal sottotitolo mi aspettavo qualcosa di divertente, tragicomico e pieno di avventure. E sicuramente di avventure tragicomiche i nostri protagonisti, che cercano di catturare uno squalo della Groenlandia muovendosi su un minuscolo gommone, ne vivono ma c’è anche molto altro.
“Erano storie che accendevano la fantasia di Hugo, e per quarant’anni erano rimaste a fermentargli dentro. Quando parlava dello squalo della Groenlandia, il suo sguardo aveva una luce speciale e la sua voce cambiava: le storie sentite da bambino non avevano mai smesso di far presa su di lui. E aveva visto la maggior parte dei pesci e degli animali che popolano il mare, ma non aveva mai visto uno squalo della Groenlandia.
E io neppure. Non dovette sforzarsi molto per convincermi, abboccai all’amo, per così dire, d’istinto: anch’io sono cresciuto vicino al mare e ho sempre pescato, fin da ragazzino. Sentir la lenza tirare mi ha sempre dato quella sensazione che dal profondo potesse venire su qualunque cosa. C’era tutto un mondo là sotto che ospitava innumerevoli creature di cui non sapevo nulla. Sui libri vedevo le figure delle specie marine conosciute ed era già più che sufficiente: la vita in mare appariva più ricca e affascinante di quella sulla terraferma. Strane creature nuotavano ovunque, quasi sotto il nostro naso, ma noi non potevamo vederle né individuarle, solo intuire quello che avveniva laggiù.” Pag 17 e 18
“In effetti avevo un sacco di altre cose da fare, quando risposi senza esitazione: Sì, andiamo per mare a caccia dello squalo della Groenlandia.” Pag 18
Quella che viene raccontata è un’esperienza reale: Strøksnes e il suo amico Hugo davvero si sono cimentanti in questa impresa particolare e assurda. Ma la narrazione delle avventure, delle spedizioni in mare “a caccia” dello squalo sono intervallate o meglio interrotte da continue e lunghe digressioni.
Le digressioni sono l’elemento caratteristico e determinante del libro, della sua narrazione e della sua struttura: ogni cosa che il nostro narratore vede è occasione per raccontare e divagare. Ad esempio in mare vede una balena? Ecco che ci sono pagine e pagine e pagine dove si parla delle balene, della caccia alle balene e anche delle balene nella letteratura con citazioni di Melville e del suo celeberrimo Moby Dick.
Queste digressioni sono, secondo me, sia un punto di forza che un punto di debolezza del libro. Punto di forza perché sono una fonte di curiosità e approfondimenti pazzeschi e molto interessanti; è un libro documentario, è quasi come leggere un documentario storico e naturalistico. Punto di debolezza perché rendono la lettura lenta, faticosa, talvolta anche noiosa (non tutti gli approfondimenti li ho trovati interessanti, ma ovviamente sono gusti personali).
Tra i protagonisti del libro c’è il Mare del Nord, in particolare quello che lambisce le isole Lofoten in Norvegia. Anche se io lo associo sempre all’estate dato il titolo, quello qui protagonista è un mare molto diverso da quello a cui siamo abituati noi “mediterranei” o almeno io (che se penso al mare immagino spiaggia, ombrellone, sole e caldo), qui il mare è freddo anche d’estate, è fonte di sostentamento (principalmente per la pesca e non per la villeggiatura), un mare che dà molto ma che richiede anche sacrifici; vengono descritti in una sorta di excursus anche come si viveva e pescava in quelle zone nel corso dei secoli. Altro protagonista è un particolare abitante del Mare del Nord: lo squalo della Groenlandia che è una specie di reperto archeologico vivente, uno squalo molto grande ma soprattutto molto longevo si parla addirittura di centinaia d’anni di età.
“Lo squalo della Groenlandia è un essere ancestrale che nuota negli abissi dei fiordi norvegesi, fina quasi al Polo Nord. Gli squali abissali normalmente sono molto più piccoli di quelli che vivono in acque più basse. Lo squalo della Groenlandia è la grande eccezione. Può essere più grosso dello squalo bianco, ed è quindi il più grosso squalo carnivoro del mondo (lo squalo elefante e lo squalo balena sono più grossi, ma si nutrono di plancton). I biologi marini hanno recentemente scoperto che può raggiungere forse i quattro o addirittura i cinquecento anni di età. Il che lo rende di gran lunga il vertebrato più longevo del pianeta. Quello che dovremmo catturare magari se ne andava già placidamente in giro per i bui abissi dell’oceano prima che il Mayflower salpasse verso la nuova colonia della Virginia del Nord, o che Nicolò Copernico scoprisse che era terra a girare intorno al sole.”
Ho faticato a portarlo a termine, è un libro che mi sono trascinata per più di un mese (nonostante avessi tempo per leggere) probabilmente, mi rendo conto a distanza di tempo che avrei quantomeno dovuto intervallare la lettura con altro invece di intestardirmi. È un libro di cui conservo ricordi piacevoli, il problema principale non è tanto o solo la lentezza ma il fatto che io mi aspettassi qualcosa di diverso e il fatto che sia diverso da quello che io (erroneamente) mi aspettavo me lo fa piacere meno, una sorta di rapporto di amore/odio. Ne consiglio la lettura anche e soprattutto a chi come me è una persona curiosa però con la consapevolezza della massiccia presenza di digressioni che rendono più lenta (e se vogliamo difficoltosa) la lettura.
Strøksnes mi incuriosisce e mi piacerebbe leggere altro di suo, aspetto vostri consigli in merito.
Fun fact: mentre butto giù i miei pensieri non ho il libro sotto mano, allora vado su Google perché volevo scrivere già corretto il sottotitolo e il nome dell’autore (proprio due dati da nulla) e cosa scopro? che viene classificato come saggio! Sicuramente non è una classificazione universale ma l’ho vista, ecco che capisco tante cose….
Fatemi sapere nei commenti se lo avete letto e cosa ne pensate.