Un film che racconta il dietro le quinte di uno dei romanzi
più celebri di tutti i tempi che ha avuto infiniti adattamenti, è conosciuto da
tutti ed ha contribuito in maniera significativa a creare in Natale come lo
conosciamo oggi: Canto di Natale di Charles Dickens.
Ho letto e amato Canto di Natale che è una sorta di favola a
lieto fine che spinge ad essere tutti più buoni come è proprio dello spirtio
natalizio; il Natale di oggi deriva in buona parte dell’epoca vittoriana e
l’opera di Dickens ha dato un contributo significativo perché come vedremo ha
riscosso un grandissimo successo. È un libro che contiene alcuni dei temi più
cari a Dickens, come molte delle sue opere vuole essere anche una denuncia alla
società vittoriana e alle sue piaghe più evidenti come lo sfruttamento del
lavoro minorile, l’analfabetismo e la povertà dilagante.
Purtroppo per il momento è l’unica opera di Dickens che
abbia letto, voglio assolutamente approfondire la sua conoscenza anche perché è
uno degli scrittori di epoca vittoriana più importanti e le cui opere sono
giunte sino a noi come un classico da leggere, era apprezzatissimo già dai
contemporanei soprattutto dalla popolazione perché utilizzava le sue opere come
mezzo per combattere le ingiustizie della sua epoca. Non conosco la sua
biografia così dettagliatamente da poter sapere cosa è vero e cosa è inventato,
ma trovo che non sia affatto importante conoscere con precisione i confini tra
ricostruzione e libertà che si è preso il regista, è una storia bella di per
se.
Siamo nell’ottobre 1843 e Dickens deve scrivere qualcosa
anche per ragioni economiche, ha bisogno di soldi e purtroppo le cose non gli vanno
particolarmente bene. Trova l’idea per una storia natalizia (e nel film
scopriamo come) però i suoi editori non sono molto convinti sia perché il
romanzo a puntate che stanno pubblicando non sta dando i risultati sperati sia
perché non sono convinti dell’argomento Natale. Infatti all’epoca il Natale non
è come lo conosciamo oggi, i suoi editori lo vedono come una rottura di
scatole, una scusa per non lavorare (!!!) e questo pensiero è condiviso da
molti soprattutto dai proprietari di attività, dalla classe dirigiente. Dickens
comunque non demorde e lavora febbrilmente alla sua storia, è deciso a farla
uscire prima di Natale e il tempo è pochissimo. Quello che viene dato alle
stampe è un piccolo gioiello con le illustrazioni dell’artista più rinomato
dell’epoca (John Leech) e avrà un successo incredibile.
Seguiamo Dickens che inventa, mette su carta la storia di
Scrooge un vecchio finanziere avaro che però cambierà radicalmente dopo la
notte della vigilia di Natale durante la quale riceve la visita di tre spiriti che
lo portano a ragionare e a cambiare. Bellissima la rappresentazione del
processo creativo: la presenza di Scrooge che interagisce con Dickens (ma anche
di tutti gli altri personaggi, che poi lui si ritrova a vedere anche per
strada) che parlano, decidono lo sviluppo e discutono anche. È questo l’aspetto
che mi è piaciuto di più.
Guardare il film mi ha messo una grandissima voglia di
rileggere Canto di Natale ma anche una biografia di Dickens.
Fatemi sapere nei commenti se lo avete visto.