AUTORE: Chimamanda Ngozi Adichie traduzione di: Francesca Spinelli
EDITORE: Einaudi
PAGINE: 56
PREZZO: € 9
GENERE: saggio, femminismo
Un libricino piccolo ma tanto prezioso che tutt* noi
dovremmo leggere e rileggere.
Chimamanda Ngozie Adichie fornisce una propria definizione
di femminismo ed è da qui che voglio partire: “La mia definizione di
‘femminista’ è questa: un uomo o una donna che dice sì, esiste un problema con
il genere così com’è concepito oggi e dobbiamo risolverlo, dobbiamo fare
meglio. Tutti noi, donne e uomini, dobbiamo fare meglio.”
Esiste un problema con il genere e tutti possiamo fare
qualcosa per risolverlo, anche nel nostro piccolo e nel quotidiano. Ed è un
problema che riguarda tutti, non solo le donne (per quanto ne siano le
principali vittime) ma anche gli uomini ne escono “penalizzati” ad esempio
devono sempre apparire forti, duri e non devono mostrare le loro emozioni e i
loro sentimenti, è un aspetto questo che mi sembra bene sottolineare
soprattutto perché, come diremo poi, al femminismo si guarda spesso in modo
negativo.
“Il problema del genere è che prescrive come dovremmo essere
invece di riconoscere come siamo. Immaginate quanto saremmo più felici, quanto
ci sentiremmo più liberi di essere chi siamo veramente, senza il peso delle
aspettative legate al genere.”
Affronta moltissimi aspetti della questione di genere e
moltissimi pregiudizi e stereotipi che accompagnano, ancora oggi, la tematica.
Il femminismo è spesso (o prevalentemente direi) visto in un accezione
negativa, qualcosa di petulante e pretestuoso invece non è così, è un argomento
che dovrebbe infiammare tutti! Tutti dovrebbero battersi per un mondo più equo
e giusto, perché il problema del genere riguarda tutti indistintamente, perché
anche se magari non ci tocca personalmente tutti abbiamo - non dico una o più
figure femminili a cui siamo legati (moglie, figlia, sorella, amica) – una
madre!
Un aspetto molto importante che sottolinea Adichie, che può
magari sembrare banale ma che sta alla base di molte idee e abitudini, è che a
furia di vedere e sentire qualcosa si finisce non solo a farci l’abitudine ma
anche a somatizzare quello come verità assoluta.
“Se facciamo di
continuo una cosa, diventa normale. Se vediamo di continuo una cosa, diventa
normale. Se solo i maschi diventano capoclasse, a un certo punto finiamo per
pensare, anche se inconsciamente, che il capoclasse debba per forza essere un
maschio. Se continuiamo a vedere solo uomini a capo delle grandi aziende,
comincia a sembrarci ‘naturale’ che sono gli uomini possano guidare le grandi aziende.”
Pag 9
Il linguaggio e l’approccio col lettore è semplice, diretto,
colloquiale, ma al contempo anche intimo e personale è perfetto per farci
capire di cosa stiamo parlando, per far immedesimare il lettore e farlo
riflettere. Trovo che questo libro sia adatto a tutti, un ottimo primo
approccio al tema oppure l’ascolto di una voce importante.
Riporta tantissime esperienze di vita dell’autrice che però
ben si adattano a tutto il mondo.
Sicuramente voglio leggere altro di questa autrice, avevo
già in wish list “Metà di un sole giallo” ma sicuramente recupererò “Ibisco
viola” che viene citato nel testo e in generale voglio approfondire la sua
produzione, è una voce che mi piace per come e cosa esprime.
Vi aspetto nei commenti per sapere se avete letto questo
saggio e/o altre opere di Chimamanda Ngozi Adichie e per farmi consigliare
altri testi femministi.