“Ci dice che ha viaggiato tanto nella vita, che ha fatto il marinaio per compagnie ittiche per oltre vent’anni: è stato in Indonesia, nelle Filippine, in Australia, in Giappone e ancora nel Mediterraneo. Ma nessun posto è come Kiribati, non c’è alcun luogo in cui vorrebbe vivere al di fuori di questi confini. Spiega come mai. Ovunque è il denaro che detta legge. Devi guadagnare per mangiare, per uscire la sera, per pagare la scuola ai tuoi figli, per vestirti, per permetterti una casa. Qui invece la vita è facile: la cena si trova appesa agli alberi e in fondo al mare, un giaciglio si costruisce in quattro giorni e il materiale te lo dà la natura. È sempre tutto fresco, non c’è bisogno di frigoriferi, si può pescare, raccogliere, costruire giorno per giorno, senza mai preoccuparsi del domani. Solo ad Onea (per contrastare il caldo) hanno sviluppato una particolare tecnica di essicazione per conservare i cibi e contrastare l’eventualità di carestie […] Gli chiediamo se invece a lui è mai capitato di portarsi avanti in modo simile. Ci guarda sbigottito come se avessimo ipotizzato una sciagura. Taglia corto, quasi offeso, e asserisce che spera che non gli capiterà mai di dover pensare al futuro.”
Kiribati. Cronache illustrate da una terra (s)perduta.
Una lettura particolare e piacevole, un modo per entrare in contatto con un popolo e una cultura molto diversa e lontana dalla nostra. Il libro è una sorta di diario di viaggio, un diario delle esperienze che gli autori hanno vissuto durante il loro soggiorno nelle Kiribati. Le esperienze, gli incontri, le avventure e disavventure diventano il pretesto per parlare di un particolare aspetto sulla vita nelle isole di questo paradisiaco atollo; la lettura è estremamente scorrevole.
Il volume è strutturato secondo un’alternanza di parti scritte che trattano un particolare argomento - in modo molto sintetico, una massimo due pagine - con una tavola oppure un’iconografia. Le illustrazioni sono stupende: semplici ma d’imbatto, pulite, lineari, esplicative e caratterizzate dalla predominanza di tre colori, il rosso, il giallo ocra e uno scuro azzurro carta da zucchero, mentre i tratti sono neri. Ma le tavole non sono le uniche parti disegnate, a margine delle pagine di narrazione molto spesso ci sono dei piccoli disegni in bianco e nero che illustrano un particolare trattato nel testo ad esempio un frutto o uno strumento o un abito tipico; illustrazione corredata anche da un breve spiegazione ulteriore. Tra le tavole illustrate che preferisco ci sono quelle di confronto, paragone con il mondo occidentale colorando di rosso le cose presenti a Kiribati e d’azzurro quelle che non ci sono, in particolare sono così strutturate le tavole su frutta e ortaggi presenti negli atolli e quella intitolata “Il paesaggio artificiale” che mette in relazione oggetti pubblici di uso comune così scopriamo che a Kiribati non ci sono i semafori e i lampioni e nemmeno le banchine.
Alla fine del volume ci sono due sezioni speciali. La prima è il glossario, dove, in ordine alfabetico, vengono riportati gli elementi più caratteristici sia di Kiribati, ma anche più in generale quegli aspetti o oggetti che caratterizzano un’etnia, una cultura e permette un raffronto con le altre: così ad esempio ci sono abbigliamento, abitazione, clima, mezzi di trasporto, religione, sanità, strada, a cui si aggiungono tutta una serie di parole autoctone come kava, tarawa. In questa sezione si possono approfondire alcuni elementi, seppur nell’estrema sintesi, come politica e religione.
La seconda è una linea cronologica chiamata “Andirivieni” dove sono indicate le epoche e le date più significative della millenaria storia delle Kiribati, dai primi insediamenti umani, all’indipendenza passando per gli esploratori europei e la Seconda Guerra Mondiale; linea cronologica accompagnata da un breve scritto riassuntivo.
Le Kiribati sono uno stato insulare dell’Oceania, si trovano in mezzo all’oceano Pacifico e si compongono di tre arcipelaghi principali (le Isole Gilbert, le Isole della Fenice e le Isole Sporadi equatoriali, a cui si aggiunge l’isola di Banaba) per un territorio totale di circa 811 km2, sono stato un protettorato britannico, e dal 1979 anno dell’indipendenza sono una Repubblica Presidenziale.
Gli autori Alice Piciocchi e Andrea Angeli (che è il curatore delle illustrazioni) sono degli esploratori del nuovo millennio, alla base del viaggio nelle Kiribati c’è una ragione molto singolare: hanno sentito parlare di un piano di evacuazione, uno spostamento in massa della popolazione nel caso gli atolli venissero sommersi dalle acque- ipotesi purtroppo non remota dato l’innalzamento del livello dei mari dovuto all’inquinamento e ai cambiamenti climatici in corso – in vista di questa evenienza nel 2014 il Presidente della Repubblica di Kiribati ha acquistato una nuova terra alle Fiji dove trasferire la propria nazione in caso di necessità. E cosa hanno trovato? Persone che vivono tranquillamente la loro vita; la popolazione delle Kiribati, almeno la stragrande maggioranza, ignora il piano di evacuazione e tutte le problematiche legate ai cambiamenti climatici; tant’è che loro stessi continuano a mettere in atto comportamenti in qualche modo rischiosi per la sopravvivenza delle isole stesse.
Irrinunciabile, pur nella sua semplicità ed essenzialità. È un po' come guardare un filmato di viaggio negli atolli, come spesso se ne vedono in televisione, penso al programma Alle Falde del Kilimangiaro per citarne uno oppure a quelli di Turisti per caso; quei filmati che non sono un documentario ma si avvicinano, l’esplorazione non è possibile senza un contatto diretto e con la partecipazione dei locali, che molto spesso sono ospitali e generosi, e mostrano la propria cultura e le proprie tradizioni.
Davvero una bella esperienza. Un modo per viaggiare lontano con la fantasia stando comodamente in poltrona, questo libro è proprio un’esperienza di viaggio, un’esperienza molto diversa dalla lettura di un romanzo (o di un saggio) che è comunque un modo per conoscere il mondo, ma attraverso un romanzo lo conosciamo in via mediata attraverso l’ambientazione, il modo di pensare dei personaggi, il sistema culturale e sociale in cui sono inseriti.
A voi piacciono questi viaggi attraverso le pagine?