AUTORE: Stendhal - traduzione di Luigi Maria Sponzilli
EDITORE: Feltrinelli - collana universale economica
PAGINE: 568
PREZZO: € 11,00
GENERE: letteratura francese - classico
LUOGHI VISITATI: Francia di metà XIX secolo
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“Il rosso e il nero. Cronaca del 1830” è un romanzo della
letteratura francese del XIX secolo scritto da Stendhal (pseudonimo di
Marie-Henri Beyle) e pubblicato nel 1830.
Vengono narrate le vicende di Julien Sorel, che grazie alla
sua ambizione e alle sue capacità riesce nella scalata alla gerarchia sociale.
Da figlio di un carpentiere di campagna riesce a diventare segretario di un
importante uomo politico di Parigi. Julien è appassionato di letteratura,
conosce il latino e conosce a memoria la Bibbia; grazie all’amicizia con il
parroco Chélan diventa precettore dei figli del sindaco di Verrières (il paese
di cui è originario nella regione della Borgogna-Franca Contea ai confini con
la Svizzera); successivamente entrerà in seminario e poi diventerà, come dicevo,
segretario di un importante uomo politico a Parigi: il marchese De La Mole.
Stendhl ha preso spunto da un fatto di cronaca
realmente avvenuto (ha poi mutato nomi di luoghi e persone ed ha arricchito
la vicenda fino a scriverne un romanzo lunghissimo) per analizzare e
scandagliare l’animo umano e le passioni che lo guidano.
Stendhal tratteggia un quadro
della società francese all’epoca della Restaurazione anche da un punto di
vista politico - l’aspetto della politica emerge fortissima, con tutti i
“partiti” in lotta per il potere ad esempio liberali, giacobini, ultra,
monarchici, a cui si aggiungono le fazioni politiche interne al potere
religioso che vede contrapporsi Gesuiti e Giansenisti, in lotta per prevalere e
influenzare la vita politica della Francia. Un aspetto che emerge
prepotentemente è la volontà di alcuni partiti di riportare la situazione
sociale ai tempi dell’ “Ancien Regime”.
L’altro aspetto che spicca è quello delle tresche amorose di
Julien, che saranno in qualche modo la sua rovina, e sono i mezzi attraverso cui
Stendhal approfondisce posizioni e psicologia dei personaggi - l’analisi
introspettiva/psicologica dei protagonisti è molto dettagliata – sia la
società francese del XIX secolo sotto l’aspetto delle relazioni sociali.
La narrazione si caratterizza per un narratore onnisciente,
utile per portare avanti l’introspezione. Però ho trovato la narrazione
pedante, lenta, noiosa; solo verso la fine penso di aver visto uno slancio, una
maggior rapidità.
Il titolo è simbolico, il rosso e il nero rappresentano i
colori di due carriere che permettono, o hanno permesso, ai giovani di farsi
una posizione: il rosso delle divise militari dell’esercito (che rappresenta la
possibilità di farsi una posizione grazie alla carriera militare, possibilità
presente negli anni di Napoleone) e il nero delle “divise” degli ecclesiastici
cattolici (che rappresenta la possibilità di farsi una posizione e di
esercitare un influenza politica nella Francia post Restaurazione).
Capisco e apprezzo le ragioni che stanno alla base del
romanzo, ciò che Stendhal voleva narrare, e sono molto contenta di quello che
ho appreso sulla società francese nel ‘800 post Restaurazione, ma non mi ha
convito o meglio non mi è piaciuto lo stile; devo dire che ci può stare perché ragionandoci
è un libro scritto e stampato nel 1830 quindi è plausibile che la narrazione
fosse diversa da quella odierna. Il mio voto è 2 stelline su 5, ma voglio dare
almeno una altra possibilità a Stendhal e prima o poi leggerò la Certosa di
Parma.
Erano anni che volevo leggere questo libro, penso dalle
superiori ma non ne ricordo il motivo; ho approfittato dell’iniziativa lanciata da @rubrica_spazio_libri per
leggerlo. Mi sono approcciata senza saperne nulla a parte la mia convinzione
che fosse ambientato durante la rivoluzione francese chissà poi perché?!
Voi lo avete letto? E cosa ne pensate? Non vedo l’ora di
confrontarmi con voi
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