AUTORE: Mo Yan - traduzioni di Daniele Turc-Crisà, Lara Marconi, Giorgio Trentin
EDITORE: Einaudi
PAGINE: 260
PREZZO: € 10,80
GENERE: letteratura cinese
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Ho scelto questo libro per partecipare alla challenge #viaggiatoritralerighe
organizzata da @giridiparole_2.0 e da @a.ma.books, la prima tappa prevede di esplorare la Cina, ho deciso di
affrontare il viaggio con questa raccolta di racconti dello scrittore cinese Mo
Yan.
La raccolta si compone di nove racconti con una lunghezza,
seppur variabile, in media dalle venti alle trenta pagine ciascuno. Emergono le
tematiche del figlio unico, del rapporto e rispetto che si deve ai genitori, le
ambientazioni sono sempre rurali, povertà (più o meno acuta marcata) e disagio;
soprusi e prepotenze aleggiano in generale in ogni racconto anche dove non vengono
narrate direttamente, rapporti uomo-donna e marito-moglie improntanti prevalentemente
alla violenza sia verbale che fisica (la violenza come normale mezzo di comunicazione)
e in generale i rapporti umani sono sempre improntati alla violenza e alla
prevaricazione del più forte verso il più debole. Tendenzialmente non c’è una
definizione temporale precisa e spesso nemmeno geografica; i racconti sono
narrati prevalentemente in prima persona e sono tutti ricchi di descrizioni
soprattutto del contesto naturale/ ambientale che fa da sfondo alle vicende.
1° racconto – Il vecchio fucile: un fucile maledetto, un
personaggio poco intelligente e disperato dalla fame.
2° racconto – Il fiume inaridito: un pugno allo stomaco;
quello dove maggiormente emergono le pecche del sistema comunista. Il più forte
se la prende col più debole, ma quello che è più forte e ha sua volta più
debole rispetto a qualcun altro. I rapporti umani definitivi unicamente in base
alla gerarchia politica, alla classe di appartenenza e al ruolo che si va a
ricoprire. La narrazione è costruita sulla sovrapposizione di diversi flash
back, si parte con un bambino che esce di casa e il mattino seguente viene
trovato morto nel letto del fiume arido, e attraverso plurimi e continui
flashback si ricostruisce come il bambino sia finito lì, però le varie fasi
temporali evocate si sovrappongono continuamente. c'è molta crudezza e violenza,
violenza che viene usata anche a livello comunicativo, trasmessa sulla carta con
un linguaggio pieno di parolacce. Questo è il racconto in cui ho trovato
maggiori somiglianze con “Brothers”, dove la violenza, le parolacce, l’assenza
di empatia, specie verso i bambini, la forza dirompente della gerarchia”
sociale e politica in cui la popolazione è divisa, devo ecco vorrei capire se è
una particolare corrente narrativa, (non so magari paragonabile al Verismo di
fine Ottocento di Verga) oppure è proprio la rappresentazione della società
cinese, in entrambi i casi prevalentemente rurale.
3° racconto – Il cane e l’altalena: particolare, qui
incontriamo una donna con tanta forza di volontà e coraggio, davvero caparbia
che oppone resistenza ad una vita che è stata disonesta e capricciosa con lei.
4° racconto – Esplosioni: è il racconto più lungo, il tema
che emerge con maggior forza è l'aborto, la necessità di abortire quale conseguenza
della politica del figlio unico ed emerge anche l'avanguardia e la
disponibilità nelle strutture pubbliche di metodi contraccettivi femminili
quali pillola e spirale a disposizione di tutti. Il tema dell’aborto è anche
affrontato nel romanzo “Le rane” che non vedo l’ora di leggere. Ma accanto emergono
anche molti elementi della tradizione popolare: il ruolo della volpe, ritenuto
un animale dotato di poteri magici e alcune usanze della campagna e la
descrizione dei lavori degli agricoltori.
5° racconto – Il neonato abbandonato: in questo racconto si
tratta sempre il tema della politica del figlio unico, politica che possiamo
immaginare quasi come una medaglia a due facce: da un lato c'è la
"campagna"/ pratica degli aborti e degli anticoncezionali; dall'altro
lato ci sono gli abbandoni e/o infanticidi oppure nelle ipotesi migliori le
multe per le famiglie che non rispettano la regola. È un racconto per certi
aspetti crudo perché mette in dubbio ciò che la coscienza/l'umanità insita
nella persona umana ti spinge a fare: c'è un neonato abbandonato che fai? la
tua indole di essere umano, ti impone di salvarlo, ma poi chi salverà te? - non ci saranno delle risposte concrete.
6° racconto - Il tornado: dolce nella sua tristezza, una
meravigliosa rievocazione di ricordi d’infanzia.
7° racconto - La colpa: indescrivibile e particolare; questo
racconto può essere scisso in due parte che si compenetrano. Da un lato c'è uno
spaccato interessante delle credenze popolari e tradizionali sulle tartarughe;
dall’altro narra una storia drammatica (fin dall'inizio della lettura sono
stata accompagnata da un senso di inquietudine), c’è la narrazione del
protagonista, che probabilmente da adulto, narra un particolare evento della
sua infanzia: il giorno della "gita" al fiume col fratellino Fuzi.
8° racconto - Musica popolare: racconto con narratore
esterno dove si narrano le vicende della piccola cittadina di Masang e dei suoi
quattro principali commercianti, di come la vita della comunità venga cambiata
e travolta dall’arrivo di un giovane musicista cieco.
9° racconto – L’uomo che allevava i gatti: ultimo racconto
quello che dà titolo alla raccolta – lo sviluppo della narrazione utilizza
“idee” senz’altro non originali - narra le vicende di un giovane un po' strambo
di nome Daxiang che, per l’appunto come dice il titolo mette in piedi un
allevamento di gatti e con questi gira i villaggi per dare la caccia ai topi.
Gli ultimi due racconti sono un po’ più leggeri, sono quelli
meno drammatici e assieme a Il Tornado, i miei preferiti; anche se in tutti in
sottofondo emergono comunque le problematiche di fame e povertà soprattutto dei
villaggi più remoti.
È la seconda volta che mi approccio alla letteratura cinese
e mi piace moltissimo, è una cultura che voglio approfondire, una realtà molto
lontana e diversa dalla nostra, ma ricchissima di tradizioni.
Mo Yan (che è il nome d'arte/pseudonimo di Guan Moye) ha
vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 2012 e la motivazione la trovo
calzante "che con un realismo allucinatorio fonde racconti popolari,
storia e contemporaneità"; l’ho ritrovata nei racconti che ho letto e li
descrivono alla perfezione.
Conoscete Mo Yan? E la letteratatura cinese?
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