giovedì 5 ottobre 2023

LE SETTE MORTI DI EVELYN HARDCASTLE di STUART TURTON

TITOLO: Le sette morti di Evelyn Hardcastle
AUTORE: Stuart Turton
traduzione di: Federica Oddera
EDITORE: Neri Pozza
PAGINE: 526
PREZZO: € 18
GENERE: letteratura inglese, thriller, giallo
LUOGHI VISITATI: Blackheath House, villa di fantasia nella campagna inglese di inizio '900
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“Sbuffo. L’ennesimo segreto in una casa che ne è già piena, e non è quello che sto cercando di scoprire.”

Thriller gotico, creepy, intricato e cervellotico.

“«Sebastian, domani saranno passati esattamente diciannove anni dal giorno dell’assassinio di mio fratello. Non so per quale motivo, ma i miei genitori hanno deciso di celebrare l’occasione riaprendo la casa in cui è stato commesso il delitto, e invitando a Blackheath gli stessi ospiti presenti allora».
Nella sua voce monta la rabbia, un sommesso tremito di dolore che farei di tutto per placare. Evelyn si è girata a guardare il lago, con gli occhi azzurri lucidi di lacrime.
«Stanno camuffando da festa la commemorazione della sua morte, e hanno affidato a me il ruolo di ospite d’onore, il che mi può solo far presumere che stia per succedermi qualcosa di terribile» continua poi. «Questo non è un party, è un castigo, e ci saranno cinquanta persone agghindate di tutto punto ad assistervi».”

Mi sono approcciata alla lettura con aspettative contrastanti: acquistato senza saperne nulla quando si vedeva tantissimo a seguito dell’escape room organizzata dalla casa editrice, ho poi sentito recensioni diverse sia positive che negative; in particolare una ha acceso la mia curiosità e potrei sintetizzarla così: c’è un mistero o meglio un omicidio da risolvere e il protagonista (e voce narrante) ha sette giorni di tempo per riuscirci durante i quali però rivive la giornata fatidica nel corpo di sette persone diverse. Mi aspettavo un investigatore, un poliziotto con delle particolari doti sovrannaturali e se da un lato lo trovavo un espediente interessante e assolutamente nuovo per me dall’altro mi faceva un po’ storcere il naso, preferendo investigatori (e quindi gialli) più classici. La mia supposizione era sbagliata: non è un giallo vero e proprio.

La narrazione si sviluppa seguendo una struttura molto particolare che intreccia una serie di piani narrativi. Il protagonista e voce narrante, che scoprirà chiamarsi Aiden, si sveglia per sette/otto giorni nel corpo di alcuni abitanti della casa e rivive sempre la stessa giornata ma nei panni di persone diverse.

Siamo di fronte a una sorta di gioco macabro per cui il protagonista ma anche altre persone per motivi ignoti al lettore (ignoti inizialmente entro la fine si scopre tutto ma non voglio assolutamente rovinarvi la sorpresa) rivivono la stessa giornata più volte ma nel corpo di persone diverse. A quale scopo? Scoprire il colpevole di un delitto che apparentemente non è tale, per essere liberati e tornare nel proprio corpo liberi e lontani da Blackheath House, ma attenzione solo chi darà la risposta corretta per primo sarà liberato. Aiden in tutto questo conosce almeno due avversari, Daniel e Anna, ma a quanto pare non per tutti il gioco funziona allo stesso modo, solo Aiden si incarna ogni giorno in una persona diversa. Ma oltre alla presenza di avversari c’è anche un nemico, un tale “lacchè” che dà la caccia alle incarnazioni di Aiden per ucciderle andando a limitare, ridurre le possibilità di ricostruire la verità e liberarsi.

“La maschera a becco smette di esplorare la camera per concentrarsi di nuovo su di me.
«Abbiamo del lavoro da fare» risponde lui. «C’è un enigma che va risolto».
«Credo che lei mi abbia scambiato per qualcun altro!» esclamo con rabbia. «Io sono un medico».
«Era un medico» mi corregge. «Poi è stato un maggiordomo, oggi è un playboy e domani sarà un banchiere. Nessuno dei quattro ha il suo vero volto né la sua vera personalità. È stato privato dell’uno e dell’altra quanto è arrivato a Blackheath, e non le verranno restituite finché non se ne andrà».”

 

Tutto il gioco è retto da un misterioso uomo che si presenta con la maschera del medico della peste e sarà lui a fornire ad Aiden una serie di spiegazioni in particolare il gioco e il suo funzionamento, ma non accade subito così agli inizi viviamo l’angoscia e i turbamenti del protagonista che non sa di essere nel corpo di un altro. Questo io narrante vive una prima giornata molto intensa dove pensa di aver perso la memoria, soprattutto perché la notte è stato vittima di un’aggressione e vive così una giornata “traumatica” ma anche piena di eventi. Il giorno dopo l’io narrante si sveglia in un nuovo corpo ma ricordandosi il giorno precedente e scopre, vive il meccanismo delle reincarnazioni; e così il giorno dopo e quello ancora e via di seguito. Le giornate si svolgono in base all’incarnazione ma con la consapevolezza di Aiden di vivere, di abitare un corpo che non è il proprio e che varia di giorno in giorno.

“«Se ha il potere di liberarmi, perché non lo fa e basta, accidenti a lei?» esclamo. «Perché perdere tempo con questi giochetti?».
«Perché l’eternità è noiosa» risponde lui. «O forse perché ciò che conta è giocare. Lascerò a lei il compito di rifletterci sopra. Ma non indugi troppo a lungo, signor Davies. Questa giornata si ripeterà otto volte, e le la vedrà attraverso gli occhi di otto diverse incarnazioni. Bell è stata la prima, il maggiordomo la seconda e il signor Davies la terza. Questo significa che gliene rimangono solo cinque per scoprire la verità. Se fossi in lei, mi affretterei ad agire. Appena avrà una risposta, venga a riferirmela in riva al lago, insieme alle prove che ne confermano l’esattezza, alle undici di sera. Io la aspetterò».
«Non intendo prestarmi a questi giochetti per il suo divertimento» ribatto con stizza, protendendomi verso di lui.
«Allora faccia fiasco per dispetto, ma sappia una cosa: se non risolve l’enigma prima di mezzanotte dopo essere arrivato alla sua ultima incarnazione, le cancelleremo la memoria, la restituiremo al corpo del dottor Bell e tutto ricomincerà da capo».
Controlla l’orologio, lasciandoselo cadere in tasca con un mormorio d’irritazione. «Il tempo vola. Si mostri disposto a collaborare, e io risponderò ad altre domande al nostro prossimo incontro».”

Il personaggio di Aiden è pazzesco, scoperto il gioco, scoperto il motivo per cui si trova a Blackheath House e scoperto anche che cos’è non si limita a trovare la soluzione alla morte di Evelyn Hardcastle che gli permette di liberarsi ma cerca tutta la verità che è più ampia della semplice morte di Evelyn; non solo ma si batte anche per aiutare altri personaggi.

È un libro interessante, perché man mano che procede si scoprono tanti nuovi tasselli, richiede certo un po’ di memoria e di attenzione e sì ci sono dei misteri da risolvere, alla fine si scopre tutto non lascia nulla di irrisolto e ripaga anche la fiducia che il lettore ha posto accettando di andare avanti quando agli inizi non si sapeva molto. C’è una narrazione in prima persona, sappiamo ciò che sa il narratore e quindi poco se vogliamo, scopriamo con lui in chi è incarnato di volta in volta, non abbiamo anticipazioni.

Per quanto riguarda l’ambientazione non ci sono indicazioni precise in fatto di collocazione spazio tempo ma siamo nella campagna inglese (o qualcosa che gli assomiglia, io ho deciso per inglese) nella villa di Blackheath House indicativamente nella prima metà del Novecento poiché si parla di carrozze e primissime automobili nonché di una mega villa con tanto di servitù.

Il finale è davvero sconvolgente quando pensi di aver capito tutto ecco nuovi particolari, nuovi dettagli, ecco che emerge un altro pezzo di verità ancor più forte e sconcertante della precedente.

Se devo definirlo con un solo aggettivo direi geniale, sicuramente molto articolato ma per me vale assolutamente la pena di leggerlo e di faticare perché come detto prima richiede un po’ di attenzione di memoria. Questa romanzo è l’esordio del suo autore Stuart Turton, voglio recuperare anche l’altro suo romanzo “Il diavolo e l’acqua scura” in Italia sempre edito da Neri Pozza.

Fatemi sapere se lo avete letto.

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