venerdì 17 luglio 2020

LE MIE FIABE AFRICANE - NELSON MANDELA

TITOLO: Le mie fiabe africane
AUTORE: Nelson Mandela - traduzione di Bianca Lazzaro
EDITORE: Feltrinelli - collana Universale Economica Feltrinelli
PAGINE: 170
PREZZO: € 8,50
GENERE: antologia, raccolta di racconti (fiabe)
LUOGHI VISITATI: continente africano
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le mie fiabe africane di nelson mandela recensione

Una lettura interessante che è un ottimo modo per entrare nel folclore, nella tradizione orale e di storie di un continente tanto grande e variegato come l’Africa; e nonostante ciò è possibile individuare alcune costanti così il ruolo assegnato ad un animale tende ad essere uguale in tutte le fiabe ad esempio la lepre incarna la furbizia e la scaltrezza, il leone è il re.

Non so francamente cosa mi aspettassi di trovare in queste fiabe, ma durante la lettura (soprattutto agli inizi) mi sono stupita di trovare tante somiglianze, tanti elementi in comune con le fiabe che conosciamo, dopo averci riflettuto sono giunta ad una conclusione che mi piace molto: in tutto il mondo le persone inventano delle storie semplici per insegnare o anche solo per intrattenere e alla fine in tutte troviamo molti elementi comuni nonostante l’apparente distanza geografica e “culturale”, siamo tutti uguali anche se viviamo in luoghi diversi e abbiamo tradizioni ed usanze diverse (che poi se analizzate attentamente forse così diverse non sono).

Così anche in queste fiabe troviamo la magia, animali parlanti, streghe e stregoni, metamorfosi e incantesimi, re, principesse; ovviamente ci sono delle differenze di contesto: ad esempio abbiamo la savana e gli animali che la abitano, anziché castelli ci sono palazzi imperiali e i villaggi (chiamati “kraal”).

Le fiabe sono piuttosto brevi, la maggior parte occupa poche pagine, in tutto sono trenta e provengono dalla tradizione di tutto il continente africano e alcune anche dalla tradizione della comunità indo-malese di Città del Capo in Sudafrica.

Ogni fiaba è introdotta da un brevissimo trafiletto corsivo iniziale che dà conto del luogo di provenienza e della tradizione da cui è tratta e della fonte specifica.

Ci sono alcune fiabe che proprio non mi sono piaciute, sarà che non ne ho capito il significato (ammesso che ce ne fosse uno); alcune sono molto simpatiche in particolare ve ne voglio segnalare due che hanno degli animali per protagonisti: “La gatta che venne in casa” dove si racconta come furono addomesticati i gatti  e “I doni del re” dove viene spiegata la ragione di particolari caratteristiche animali ad esempio perché l’elefante ha le zanne e la proboscide? Oppure perché alcuni hanno il corpo maculato e altri le corna?

I temi trattati sono svariati, animali che si trasformano in meravigliosi principi grazie all’amore di una ragazza che rompe un incantesimo, o maleficio (ad esempio “Il serpente a sette teste”, “Il guardiano del lago”; animali “umanizzati”, streghe, re e principesse, bambine disubbidienti (“Mmadipetsane”) e bambini puri (“Mpipidi e l’albero motlopi” che è una fiaba dolcissima e tenera) e non mancano mostri e spiriti maligni (“Asmodeus e l’imbottigliatore di spiriti).

Tra le mie preferite c’è “La madre che divenne polvere” una fiaba che racconta dell’avvento della vita sulla terra, dell’indifferenza, dell’irriconoscenza e dell’egoismo degli uomini, anche se non di tutti; una fiaba molto attuale che evidenzia principalmente i lati “brutti” dell’umanità e invita con parole semplici a riflettere su temi importanti.

“E così la stella, figlia del sole, che aveva regnato nel cielo con brillantezza impareggiabile, divenne la Madre di Tutti i Figlia nati sul pianeta verde e blu. Li amava tutti e si prendeva cura di ognuno di loro. I figli alti e quelli bassi, i figli grassi e quelli magri, quelli scuri, chiari e dalla pelle dorata. Si prendeva cura di tutti, giorno e notte. […] Essi prendevano gli uccelli nei boschi e li mettevano dentro gabbie in cui non c’era lo spazio per volare. Andavano in cerca di pesci nel mare per metterli in vasche senza spazio per nuotare. Uccidevano gli animali solo per svago e ne collezionavano le teste e le pelli. Talvolta intrappolavano le bestie selvatiche e le sbattevano dentro prigioni. Tagliavano gli alberi delle foreste e le lasciavano spoglie. E così, quando la terra si stancò e la Madre di Tutti i Figli diventò vecchia, si ammalò e morì, non furono neppure in grado di preoccuparsi.” (citazione dalla fiaba “La madre che divenne polvere”).

Forse se proprio voglio trovare un difetto al volume (e lo voglio trovare) è la mancanza di una spiegazione, di un corredo di commenti al significato, a ciò che la fiaba vuole insegnare. Come detto ciascuna fiaba è accompagnata da un brevissimo corsivo introduttivo ma per alcune non mi è stato sufficiente e non le ho capite appieno, ma probabilmente sarà un mio limite.

Ovviamente l’opera va guardata e inserita nel suo ruolo che è quello di far conoscere ai bambini di oggi - e anche agli adulti – la tradizione favolistica, così come dice Mandela nell’introduzione:

“Il mio desiderio è che in Africa la voce del cantastorie possa non morire mai, e che tutti i bambini africani abbiano la possibilità di sperimentare la magia dei libri senza smarrire mai la capacità di arricchire la loro dimora terrena con la magia delle storie.”

 Ho scelto di leggere questo libro per il progetto #viaggiatoritralerighe che per il mese di luglio prevede di esplorare il continente Africano.

Una strada piana e dolce per iniziare ad addentrarsi nella cultura e nella tradizione africana e nel suo folclore.

Lo conoscete? Aspetto vostri suggerimenti di libri africani.

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