martedì 26 maggio 2020

LA DONNA COL VESTITO VERDE - STEPHANIE COWELL

TITOLO: La donna col vestito verde
AUTORE: Stephanie Cowell traduzione di Chiara Brovelli
EDITORE: BEAT (edizione originale Neri Pozza)
PAGINE: 380
PREZZO: € 10
GENERE: romanzo storico
LUOGHI VISITATI: Francia seconda metà dell'Ottocento
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“Quando riaprì gli occhi vide il quadro sullo scrittoio. La cosa strana fu che, mentre lo fissava ancor mezzo addormentato, il dipinto sembrò guardalo a sua volta. Si alzò e si avvicinò esitante. Non c’era niente su quella tela! Era tutto morto. Eppure, adesso i rami di quell’albero sembravano vivi. C’era anche una statica nuvola di cotone, e pensò che forse avrebbe potuto migliorarla un po’, per renderla viva. Già, forse.”
Una biografia romanzata di Claude Monet, seguendo due filoni gli albori della carriera di pittore e del movimento che poi verrà chiamato degli “Impressionisti” e la storia d’amore con Camille Doncieux.
Quello narrato è il Monet giovane, squattrinato e talentuoso, che si trova a dover combattere quotidianamente per fare della sua passione - e del suo particolare stile di pittura - un mestiere. Una vita non facile, nella seconda metà dell’Ottocento quella dell’artista è una carriera “mal vista”, non garantisce stabilità economica ma soprattutto lo stile di Monet non piace…
“Erano tutte scene di parchi e giardini parigini. Clément si accarezzò i baffi grigi e per qualche istante non disse nulla. «Il vostro modo di dipingere somiglia al canto di un uccello» disse. «Sapete come canta un uccello, Monet? Anche se nessun altro lo sente, spera che qualcuno lo ascolti. Oppure non gl’importa. Ma questi dipinti sembrano incompiuti. Non volete lavorarci ancora?»
«Sono perfettamente compiuti» ribatté Claude, rigido.
«Non è quello che dice la gente dei vostri quadri, o di quelli devi vostri amici! Schizzi: così li chiamano. E non vogliono vederli in casa loro».”
Anche se il protagonista è Monet per buona parte del romanzo non mancano altri pittori come Renoir, Cézanne, Pissarro, Manet, Bazille, Sisley; sono tutti amici tra loro e si aiutano e sostengono a vicenda, formando una sorta di grande famiglia accomunati da uno stile diverso da quello “canonico” – anche se gli stili di ciascuno sono poi diversi tra loro-  che verrà definito “Impressionismo” termine ricavato dal commento negativo di un critico d’arte quando il gruppo riesce ad esporre per la prima volta in una propria mostra. 
Il focus principale è però la storia d’amore tra Claude e la Camille, è stata la sua modella, la sua musa e compagna di vita, al primo ritratto “La donna col vestito verde” (famosissimo e che dà anche il titolo al romanzo) ne seguiranno moltissimi altri. Camille è una donna sfaccettata, poliedrica diversa da come appare, con tanti sogni e ambizioni. L’amore che li lega è fortissimo.
La ricostruzione storica è presente sullo sfondo, come contorno alle vicissitudini di Claude e Camille, si scoprono così la Francia e soprattutto la Parigi della seconda metà dell’Ottocento con i suoi cafè e con la scarsa considerazione che la società ha degli artisti. Si assaporano le innovazioni tecnologiche presenti come le lampade a gas e gli omnibus, ma l’attenzione si concentra sugli aspetti sociali, su due stili di vita enormemente diversi che finiranno per fondersi nella storia d’amore tra Monet e Camille, quello degli artisti squattrinati che vivono alla giornata e quello dell’alta borghesia fatto di lussi e comodità.
“Fu l’immensità della capitale a lasciarlo sconcertato. Parigi, dove l’imperatore e la sua consorte giravano per le strade in carrozza, dove magioni e palazzi sorgevano accanto a baracche e tuguri. Migliaia di caffè, sulle cui vetrine campeggiavano le réclame dei vini; migliaia di vicoli, i cui muri di mattoni erano ricoperti da manifesti. In un quartiere le strade erano ingombre di sporcizia, mentre in altri venivano lavate quotidianamente; nei parchi verdi e maestosi la luce del sole danzava tra gli alberi per andare a posarsi sugli abiti eleganti delle signore, sulle piume e suoi fiori di seta dei cappelli. Bimbi lindi e vivaci saltellavano spingendo i loro cerchi. Claude non aveva mai visto così tanta gente in tutta la sua vita”.

“Il Café des Ambassadeurs era il più grande dei nuovi café-concerts di Parigi. I due amici varcarono la soglia a fatica, passando davanti a un gruppo di ubriachi che fumavano il sigaro, e lasciarono le giacche al guardaroba prima di accedere all’enorme salone centrale illuminato dalle lampade a gas. Centinaia di persone erano sedute ai tavoli e parlavano tutte insieme, mentre un soprano cercava di sovrastare l’orchestra; le cameriere gli passavano accanto urlando le ordinazioni. E poi c’era moltissima gente che festeggiava ai tavoli sulla balconata, e si sporgeva dalla balaustra per chiamare gli amici di sotto”.

La struttura dell’opera non è lineare: si apre con un preludio, ai capitoli di narrazione si frammezzano capitoli di interludio e infine un epilogo. La particolarità sta nel fatto che in questi il protagonista è sempre Monet, però anziano alle prese con l’esposizione delle sue ninfee e ad intrattenere uno scambio epistolare con Annette, la sorella della sua amata Camille. Per ogni capitolo di narrazione vengono indicati gli anni in cui si svolgono le vicende narrate e una citazione (di un artista o di un critico d’arte contemporanei a Monet).
Leggere il libro aiuta a conoscere l’artista Monet e i suoi dipinti, dopo la lettura ho fatto un giro su Google alla scoperta delle sue opere, e vedere i quadri di cui si è conosciuta la gestazione o comunque la vita quotidiana mentre li dipingeva e le difficoltà incontrate, è stato molto bello. Va sottolineato che non si tratta di un saggio ma un romanzo che si base sulla biografia di Monet e cerca/fornisce spiegazioni plausibili però di fantasia a molti aspetti, momenti o fatti che non trovano riscontro nelle cronache.
È stata una lettura piacevole che permette una minima infarinatura, una scoperta di Monet in modo estremamente leggero, con la piacevolezza di un romanzo; per me è stata una “scoperta” che voglio approfondire. Allo stesso modo – a grandi linee - permette di farsi un’idea della vita in Francia nella seconda metà dell’Ottocento.

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