AUTORE: Jodi Taylor - traduzione di Elisabetta De Medio
EDITORE: Corbaccio Editore
PAGINE: 384
PREZZO: € 18,60
GENERE: letteratura contemporanea / fantascienza
LUOGHI VISITATI: letteratura inglese
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Un libro totalmente diverso da quello che mi aspettavo. Non
posso fare altro che un mea culpa grandissimo, perché come al solito ho
acquistato il libro esclusivamente sulla base del titolo senza leggerne la
trama, semplicemente l’ho visto, mi ha incuriosito il titolo e l’ho acquistato
d’impulso. Ma se è diverso da ciò che mi aspettavo e bastava leggere la quarta
di copertina per capirlo, in ogni caso non mi è piaciuto nemmeno per quello che
è.
È un libro che mescola generi diversi: avventura, thriller,
romance e fantascienza.
È tutto estremamente superficiale per i miei gusti. Ci sono
di fondo delle idee molto interessanti ma non mi convince il modo in cui sono
state sviluppate.
Il Saint Mary è un istituto di ricerche storiche molto
particolare perché qui gli storici fanno ricerche “sul campo”. Attraverso avanzate
strumentazioni tecnologiche riescono a viaggiare nel tempo così da poter
studiare un dato evento storico in contemporanea, assistendovi in prima
persona, confondendosi con i contemporanei (allo scopo in istituto c’è un
settore costumi che fornisce l’abbigliamento adeguato e anche un settore “di
falsificazione” per riprodurre anche documenti se servono). Ogni missione di
scoperta prevede un’ampia preparazione di studio e di organizzazione della
stessa, sul campo bisogna essere “invisibili” nel senso di confondersi
perfettamente con i contemporanei, osservare e raccogliere dati, e tornare alla
base senza lasciare tracce del proprio passaggio. Elemento fondamentale e
diciamo morale insito in questi viaggi è la necessità di non alterare il corso
degli eventi storici, quindi non sono permessi interventi in nessun caso, lo
scopo è solo quello di osservare. Alla stessa stregua sembra non sia possibile
riportare oggetti, ma su questo punto non è chiaro se non sia possibile solo da
un punto di vista deontologico oppure proprio non sia possibile fisicamente nel
senso che una volta tornati al presente questi si (auto)distruggano, in questo
senso ci sono dei riferimenti alla Storia quasi fosse un’identità o un essere
che permette alcune cose e altre no. Ma proprio su questa possibilità apparente
di spostare nel tempo/spazio gli oggetti o meglio alcune particolari categorie
di oggetti storici sembra aprirsi un nuovo tipo di missione per il Saint Mary.
Il tempo di narrazione dedicato alle missioni nel tempo è
esiguo e anche quel poco è concentrato prevalentemente sui personaggi, le
descrizioni storiche dei luoghi e dei fatti è minimale; non ci sono
approfondimenti storici particolari.
Gli storici del Saint Mary viaggiano nel tempo, ma non sono
gli unici, nel quadro narrativo si inseriscono anche persone che vengono dal
futuro, e soprattutto gli storici si trovano a dover combattere contro “dei
cattivi” che vogliono usare la Storia (e i viaggi nel tempo creando una sorta
di turismo storico) a scopo di lucro dove non c’è il minimo rispetto per la Storia
e per mantenerla inalterata. Queste parti mi hanno ricordato molto Indiana
Jones (io ho visto solo i film con Harrison Ford, ma l’atmosfera è un po’
quella).
Come dicevo prima ci sono spunti interessanti che però non
vengono sviluppati. Per poter diventare uno storico viaggiatore è necessario
frequentare un corso e superare degli esami molto selettivi, questo è
praticamente tutto ciò che il lettore sa: il lettore sa di questi corsi,
vengono presentanti velocemente e brevemente gli insegnanti (per lo più sotto
il loro aspetto fisico e caratteriale) ma non il contenuto dei corsi (cosa si
studia, a cosa serve). Lo stesso discorso vale per la tecnologia, onnipresente
nella narrazione, un esempio su tutto le capsule con cui si viaggia nel tempo
ma non ci sono spiegazioni di sorta sul loro funzionamento o su come sono state
create. E non ci sono indicazioni nemmeno sull’istituto di ricerca.
Le vicende sono narrate in prima persona dalla protagonista
la dottoressa Maxwell Madeleine. Non c’è analisi introspettiva, e indagine psicologica,
se escludiamo frasi del tipo “come al solito parlo troppo”, “come al solito
sono inopportuna” o “la mai solita fortuna” questa in sintesi l’analisi
psicologica.
Lo stile è colloquiale, utilizza un linguaggio tipico del
parlato, ci sono molti dialoghi e la narrazione è veloce.
Un aspetto a mio avviso negativo della narrazione è il fatto
che spesso gli stessi personaggi siamo identificati o chiamati in modo diverso,
talvolta per nome altre per cognome e altre ancora per soprannome, scelta che
nella maggior parte dei casi non mi sembra giustificata dal contesto (più volte
si sono chiesta e questo chi è? dovendo tornare indietro per capire chi fosse, all’inizio
del romanzo è fornito un elenco dei personaggi principali).
Invece un aspetto della narrazione che ho apprezzato è il
“ragionamento storico”. La protagonista e voce narrante è una storica e un’appassionata
di Storia, ho apprezzato che nei suoi ragionamenti si rifaccia ad eventi
storici oppure alla vita di qualche importante Re anche per analizzare e
ragionare sulla situazione in cui si trova; anche se non è un aspetto
prevalente della narrazione, compare ogni tanto qua e là ma l’ho comunque
apprezzato.
L’insieme l’ho trovato caotico c’è di tutto un po’:
avventura, thriller, fantascienza e romance. Troppo romance per i miei gusti, o
meglio nulla da dire sulla componente amorosa che ci sta (alla fin fine le
storie d’amore si trovano praticamente ovunque, e mi tornano alla mente romanzi
dove ho pianto proprio per gli aspetti più sentimentali della vicenda), non mi
è piaciuta la componente erotica spinta, alcuni episodi li ho trovati
sgradevoli e insignificanti, inutili ai fini della narrazione e si potevano
trovare espedienti (motivazioni) non sessuali/erotici per far fare determinate cose
ai personaggi.
Ho portato a termine la lettura perché è una mia regola
personale, se inizio un libro lo voglio finire, anche perché non posso sapere
davvero dove andrà a parare se non lo leggo (ognuno è libero di stabilire le
proprie regole) e quindi è un modo per dargli una possibilità.
Il finale del libro è aperto, mi ha dato la sensazione che
possa esserci un seguito, che sicuramente non recupero.
Mi piacerebbe molto confrontarmi con qualcuno di voi che
l’ha letto e a cui è piaciuto, per vedere gli aspetti che ha apprezzato e le
motivazioni. La diversità di gusti è qualcosa che ci rende unici e mi piacerebbe
confrontarmi partendo dal presupposto che nessuno ha ragione e nessuno a torto.
Qualcuno di voi l’ha letto?
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