AUTORE: Truman Capote - traduzione di Vincenzo Mantovani
EDITORE: Garzanti
PAGINE: 108
PREZZO: € 16,00
GENERE: letteratura americana
LUOGHI VISITATI: la città di New York
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È la prima opera di Capote che leggo e non sarà l'unica, mi sono avvicinata
a questo autore perché sapevo essere amico di Harper Lee e la cosa mi
incuriosiva.
Colazione da Tiffany è un romanzo breve, ambientato a New York nel 1943, in cui il protagonista, uno scrittore (di cui non sappiamo il nome) racconta della sua amicizia con la signorina Holly Golightly.
“…abitavo lì da circa una settimana quando notai che sulla casella postale dell'appartamento numero due, nello spazio riservato al nome, c'era un curioso biglietto da visita. Stampato con eleganza degna di Cartier, diceva: Signorina Holiday Golightly; e sotto, in un angolo: In viaggio. Questo biglietto cominciò a perseguitarmi come il motivo di una canzonetta: Signorina Holiday Golightly, In viaggio."
“…naturalmente non ci eravamo mai incontrati. Anche se in realtà, sulle scale, in strada, ci trovavamo spesso faccia a faccia; ma sembrava che non mi vedesse, nel modo più assoluto. Non usciva mai senza gli occhiali neri, era sempre perfettamente in ordine e mostrava un ottimo gusto nella scelta del suo semplice abbigliamento, dei blu e dei grigi, uno sfondo opaco sul quale lei brillava come una pietra preziosa. Si sarebbe potuto pensare che fosse una fotomodella, o forse una giovane attrice, sennonché era ovvio, a giudicare da suoi orari, che non aveva il tempo di essere né l'una né l'altra cosa…"
Holly Golightly è una ragazza strampalata, logorroica, bella e
giovanissima, ingenua e un po' pazza; una ragazza dal passato difficile e
doloroso che si è reinventata e si diverte un sacco, sembra una svampita, ma in
realtà dietro alle apparenze che c'è una donna meravigliosa che si è inventata
una maschera per sopravvivere.
“…come vide la lettera, socchiuse gli occhi e atteggiò le labbra a un sorrisetto duro che la fece invecchiare a dismisura. «Caro», mi istruì, «ti spiace guardare in quel cassetto e darmi la borsetta? Una ragazza non può leggere una cosa come questa senza rossetto.» Guidata dallo specchietto del portacipria, si incipriò e si tolse dal visto, con il trucco, ogni vestigio della dodicenne. Si disegnò le labbra con un tubetto, si colorì le guance con un altro. Si passò la matita sull'orlo degli occhi, tinse di azzurro le palpebre, si asperse il collo di acqua di colonia 4711; si attaccò delle perle alle orecchie e inforcò gli occhiali neri; così corazzata, e dopo aver guardato con aria di disapprovazione lo stato pietoso delle proprie unghie, lacerò la busta e fece correre lo sguardo.........".
È un romanzo dolce e triste, è ironico e divertente ma anche molto doloroso,
è la "leggerezza" con cui Holly sembra affrontare la vita che rende
tutto così allegro. A fine lettura ero giunta alla conclusione che si trattasse
di una storia d'amore e ora mentre scrivo la recensione, come sempre faccio un
giro sul sito dalla Casa Editrice e, sorprendentemente ho trovato conferma di
questa mia impressione.
Holly è un personaggio stupendo, vorrei avere un'amica così; è diventata
un'icona dei personaggi femminili, grazie anche, forse, al film che dal romanzo
è stato tratto in cui Holly è interpretata dalla magnifica Audrey Hepburn.
Voi avete letto il libro oppure avete visto il film?
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