venerdì 26 luglio 2024

LE OSSA DI SAN LORENZO di VICENTE ALFONSO

TITOLO: Le ossa di San Lorenzo
AUTORE: Vicente Alfonso traduzione di: Fabio Cremonesi
EDITORE: NN Editore
PAGINE: 201
PREZZO: € 17,00
GENERE: letterature messicana, giallo/poliziesco, psicologico
LUOGHI VISITATI: Messico
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venerdì 19 luglio 2024

L'UOMO DI CALCUTTA di ABIR MUKHERJEE

TITOLO: L'uomo di Calcutta
AUTORE: Abir Mukherjee   traduzione di: Alfredo Colitto
EDITORE: Sem 
PAGINE: 348
PREZZO: € 17
GENERE: letteratura indiana, giallo storico
LUOGHI VISITATI: Calcutta aprile 1919
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Un giallo storico ambientato nell’India Coloniale siamo a Calcutta nell’aprile del 1919, protagonista il Capitano ispettore Samuel Wyndham un uomo che decide di ricominciare dall’altra parte del mondo nel tentativo di dimenticare la vita passata buttandosi nel lavoro (ha combattuto nella prima guerra mondiale ed è rimasto solo al mondo). Quando lo incontriamo è appena arrivato in India, per lui è tutto nuovo e da scoprire e deve subito dedicarsi a un indagine che è una sorta di battesimo di fuoco.

Infatti il caso da risolvere è piuttosto spinoso: nella città nera, cioè nella parte di Calcutta abitata prevalentemente dai nativi, in un vicolo viene ritrovato cadavere MacAuley un uomo che faceva parte dell’amministrazione coloniale britannica, a capo di un ufficio importante ed era anche il faccendiere del governatore e di alcuni ricchi imprenditori. A complicare ulteriormente il caso la circostanza che, assieme al corpo, viene trovato un biglietto anonimo che intima agli inglesi di andarsene, ci sono i presupposti per un “attacco terroristico” degli indipendentisti e intervengono anche i servizi segreti.

Iniziamo a conoscere il nostro protagonista e il caso che deve risolvere permette di mettere in luce doti e capacità, Sam Wyndham è tutto fuorché perfetto, in particolare ha una dipendenza da oppio, ma è molto bravo nel suo lavoro investigativo e ha un ottimo intuito oltre ad essere una persona che usa molto la testa e il cuore, per questo viene scelto dal capo della polizia che ha bisogno del suo aiuto perché essendo di fuori non deve favori a nessuno.

Altra grande protagonista è Calcutta, una città costruita praticamente da zero dagli inglesi, ci viene raccontato molto della città, della sua costruzione, delle tradizioni e dei nativi.

“Se Calcutta aveva un cuore, si trattava di Dalhousie. Come Trafalgar a Londra, era una piazza troppo grande per essere elegante. Nessuno spazio pubblico ha bisogno di essere enorme. Al centro c’erano una grande piscina rettangolare con acqua del colore delle foglie del banano. Digby mi aveva detto che in passato i nativi la usavano per lavarsi, per nuotare e per riti religiosi. Ma dopo l’ammutinamento del ’57 cose del genere non erano più tollerate. Ora la piscina era deserta e l’acqua verde bottiglia scintillava nel sole pomeridiano. I nativi, almeno quelli approvati da noi, camminavano a testa bassa verso riunioni e appuntamenti, in redingote, camicie abbottonate e colletti inamidati. Intorno alla piscina c’era una ringhiera di ferro e cartelli in inglese e in bengalese li avvertivano delle multe in cui sarebbero incorsi se avessero deciso di cedere ai loro bassi istinti e farsi un tuffo.
Ai lati della piazza sorgevano i palazzi chiave dell’amministrazione britannica: l’ufficio postale, quello del telefono e il massiccio Writers’ Building. Le vite di oltre cento milioni di indiani, dal Bihar fino al confine birmano, erano amministrate da lì, quindi mi sembrava logico che si trattasse dell’edificio più grande forse di tutto l’impero. Ma la parola grande non gli rendeva giustizia. Forse era anche meglio dire grandioso. Il suo scopo era impressionare chiunque lo vedesse, ma soprattutto i nativi. Ed era formidabile. Altro quasi quattro piani, era lungo circa duecento metri, con plinti massicci ed enormi colonne sormontate da statue di dei. Non dei indiani, ovviamente, ma greci o forse romani, non ho mai capito la differenza.
era una caratteristica di Calcutta: tutto ciò che avevamo costruito lì erano in stile classico e più grande del necessario. Era come se i nostri uffici, le nostre ville e monumenti, gridassero: ‘Guardate cosa siamo capaci di fare! Siamo i veri eredi di Roma!’
Era l’architettura dei dominatori, e sembrava un po’ assurda. I palazzi palladiani, con colonne e frontoni, le statue di uomini in toga morti da secoli, le iscrizioni latine ovunque, persino nei bagni pubblici… uno straniero avrebbe pensato che Calcutta fosse stata colonizzata dagli italiani, non dagli inglesi.
La piazza vibrava di attività. Tram e autobus vomitavano un flusso continuo di impiegati bianchi e nativi, in giacca e cravatta malgrado il caldo, che si univano alla folla di gente che entrava e usciva da sotto l’ampio portico del Writers’”

“La città un po’ alla volta cedette il passo alla giungla e il viaggio prese l’aria di una spedizione. Quella era l’India che avevo sognato. La terra selvaggia e misteriosa descritta da Kipling e da Sir Henry Cunningham. La foschia del mattino copriva le rive come un lenzuolo di mussolina, da cui ogni tanto spuntava un banyan o una capanna di nativi. Piccole barche di legno, alcune con una vela, altre poco più che canoe, ci passavano accanto, pilotate da uomini con lunghi pali.
Sulla riva orientale del fiume, dalla nebbia emerse un grande tempio, alto almeno trenta metri e dall’aspetto aliena. Era una costruzione bianca a due livelli, sormontata da una strana struttura a cupola che a sua volta era circondata da almeno una dozzina di guglie. Di fronte al tempio principale c’erano una serie di sacrari, dodici in tutto, come discepoli nell’atto di rendere omaggio. I muri bianchissimi e i tetti rosso sangue risplendevano nella luce del mattino presto.
«Un tempio di Kali» disse l’ufficiale indicandolo. «Ce ne sono parecchi intorno a Calcutta, ma questo è il mio preferito».
Le offerte alla dea si allontanavano galleggiando dalla riva, una miriade di calendule, petali di rosa e lampade votive che trasportavano le preghiere dei devoti. Remnant indicò i gradini che scendevano fino all’acqua. «Quelli sono i ghat per le abluzioni» disse. «Gli indù credono che un bagne in quelle acque possa levare tutti i peccati.»”

E il discorso poi in generale può estendersi anche al resto dell’India sono anni in cui si inizia a parlare di indipendenza. E anche il caso che Sam deve risolvere è legato a questo tema. Molto interessante ad esempio anche il fatto che uno dei sottoposti/collaboratori di Sam, Surrender-not soprannome per il sergente Banerjee un nativo che spiega la sua scelta di entrare a servizio della polizia imperiale che trovo di un pragmatismo degno di nota.

“Banerjee riflettè prima di parlare. «Io ritengo, signore, che un giorno potremmo davvero avere un governo autonomo all’interno dell’impero britannico, o addiruttura la totale indipendenza. Ma a differenza del signor Gandhi, non credo che questo porterà pace universale e collaborazione tra i miei connazionali. Ci saranno ancora degli omicidi in India. E se un giorno voi ve ne andrete davvero, noi indiani dovremmo essere in grado di gestire i posti che abbandonerete. Questo vale per la polizia come per tutto il resto.»”

 

La particolarità è che è narrato in prima persona, voce narrante è lo stesso Sam. La narrazione è piuttosto lineare e semplice anche se è farcita/ricca di espressioni indiane o di inglese coloniale con tantissimi termini specifici per ruoli e cose, che permettono di entrare ancor meglio nell’ambientazione. È sicuramente un libro più di trama che di forma, ma è molto interessante, intrattiene, l’ho trovato un buon giallo dove non mancano i colpi di scena, con il plus dell’ambientazione che permette di volgere lo sguardo su un momento storico preciso (e se vogliamo distante da noi) ma anche molto affasciante seppur con tutte le problematiche conseguenti. È il primo volume di una serie che sicuramente continuerò.

Fatemi sapere se lo conoscete.


venerdì 12 luglio 2024

THE BIG BANG THEORY - SERIE TV

TITOLO: The big bang theory
AUTORE: Chuck Lorre e Bill Prady
GENERE: sitcom
LUOGHI VISITATI: Pasadena California (USA) primi anni 2000







The Big Bang Theory è la classica sit com americana, perfetta per staccare la spina e divertirsi, i nostri protagonisti (Sheldon, Leonard, Howard e Raj) sono quattro ricercatori alla California Institute of Tecnology e vivono a Pasadena (California), in particolare Sheldon e Leonard sono coinquilini e vivono nell’appartamento 4A al 2311 North Los Robles Avenue, che è anche il loro principale punto di ritrovo. Sono dei nerd, hanno un intelligenza molto sviluppata e nel loro campo sono quasi delle istituzioni ma sono piuttosto imbranati e impacciati nella vita quotidiana, assistiamo ad una sorta di scontro tra la vita nerd e la vita normale; quando non lavorano passano il loro tempo leggendo fumetti e giocando a videogame e giochi di ruolo. Tutto procede al meglio fino a che arriva una nuova vicina Penny e in qualche modo gli equilibri cambiano, se non altro perché Leonard se ne innamora e farà di tutto per cercare di conquistarla. Non dico altro sulla trama perché in realtà non c’è molto da dire se non voglio fare spoiler, seguiamo la vita quotidiana dei nostri protagonisti che sono alle prese con il mondo che li circonda e tutto è piuttosto ironico.

Veniamo ai protagonisti:

Sheldon Cooper - probabilmente il protagonista, almeno per me è lui il principale – interpretato da Jim Parson, condivide un appartamento con l’amico Leonard. È un fisico teorico, che si occupa della teoria delle stringhe e sogna di vincere il Nobel. Ha un passato da bambino prodigio, arrivando al primo dottorato di ricerca da adolescente, ha un quoziente intellettivo fuori dal comune, una personalità da maniaco compulsivo (esempio ha un proprio posto sul divano, e non si può cambiare) è estremamente abitudinario ed è anche un bel po’ spocchioso e arrogante, è ben conscio della sua superiore intelligenza e se ne fa un vanto, si reputa proprio superiore agli altri e fa di tutto per dimostrarlo, è completamente avulso dalla normali regole di convivenza sociale che spesso non comprende oltre a non condividere.

“L’intera istituzione dello scambio di regali non ha alcun senso. Mettiamo che io esca e spenda 50 dollari per un tuo regalo. Sarebbe un’attività laboriosa, perché dovrei immaginare cosa ti serve, mentre tu sai già cosa ti serve. Potrei semplificare la cosa dandoti 50 dollari direttamente, e tu potresti darmene 50 al mio compleanno e così via, finché uno di noi morirà lasciando l’altro più ricco di 50 dollari. Quindi ti domando: ne vale la pena?”

Leonard Hofstadter, interpretato da Johnny Galecki, è il miglior amico e coinquilino di Sheldon, è anche lui un fisico quantistico e ha un quoziente intellettivo elevato (meno però di Sheldon che infatti lo sminuisce) è piuttosto goffo e simpatico, si innamora praticamente subito di Penny.

Penny, interpretata da Kaley Cuoco, è la nuova vicina di Leonard e Sheldon, è una ragazza esuberante, allegra e con una vita sociale molto impegnata, praticamente l’opposto dei suoi vicini nerd con cui però stringe amicizia.

Howard Wolowitz, interpretato da Simon Helberg, è un ingegnere aerospaziale ed è amico di Shaldon e Leonard e frequenta spesso il loro appartamento; vive con la madre ed ha un grandissimo interesse per le ragazze.

Raj Koothrappali, interpretato da Kunal Nayyar, è un astrofisico indiano, è il miglior amico di Howard e amico di Shaldon e Leonard. È un personaggio ambiguo e strano (per certi versi più di Shaldon) almeno agli inizi è affetto da una sorta di mutismo selettivo che gli impedisce di parlare con le ragazze e devono aiutarlo gli amici, soprattutto Howard.

È una serie che ha avuto un grandissimo successo sia di pubblico che di critica vincendo molti premi di settore. Ha un prequel “Il giovane Sheldon” che racconta l’infanzia del bambino prodigio Sheldon.

Serie tv perfetta per staccare la spina, presenta episodi brevi di circa venti minuti di puro intrattenimento, per ora ho visto le prime tre stagioni ma sicuramente continuerò tutta la serie.

Fatemi sapere se vi piace, perché penso che la conoscano tutti.


venerdì 5 luglio 2024

CONFUSIONE di ELIZABETH JANE HOWARD

TITOLO: Confusione (volume 3 saga Cazalet)
AUTORE: Elizabeth Jane Howard         traduzione di: Manuela Francescon
EDITORE: Fazi
PAGINE: 526
PREZZO: € 18,50
GENERE: letteratura inglese, saga famigliare, saga dei Cazalet 
LUOGHI VISITATI: Inghilterra e Londra primi anni '40
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Confusione è il 3° volume della saga famigliare dei Cazalet, attenzione possibili spoiler sui volumi precedenti!

Continuiamo a leggere delle vicende dei Cazalet questo volume è ambientato tra il marzo del 1942 e il 1945. Siamo nel pieno della Seconda Guerra Mondiale ed Elizabeth Jane Howard, attraverso le vicende dei Cazalet, ci racconta la vita in Inghilterra e a Londra durante quegli anni. Anche se non si è mai combattutto sul suolo inglese la guerra c’è e si fa sentire con tutta la sua devastante presenza: i bombardamenti su Londra, il richiamo alla armi, i bombardamenti su Londra, la tessera annonaria, il razionamento e le difficoltà a reperire oggetti e materiali ma anche il cibo, gli impieghi nel sistema guerra e le attività di volontariato. Ma ci racconta anche della vita normale che continua, dei locali aperti, dell’andare al cinema e a ballare e al ristorante; e poi ci si sposa, si muore, si conoscono nuove persone, nascono amicizie e amori...

La narrazione è concentrata sulle cugine Louise, Polly e Clary ma senza dimenticarsi degli altri, in particolare si alternano capitoli dedicati ad una delle cugine con capitoli dedicati all’intera famiglia.

In questo terzo volume succedono tante cose, senza svelare troppo, anche Polly e Clary lasciano Home Place per trasferirsi a Londra dove seguono un corso di dattilografia e iniziano a fare dei lavoretti; Louise ottiene il matrimonio che vuole ma la vita quotidiana sarà molto diversa da quello che si aspettava. In generale la vita continua, con i limiti del periodo, continua per tutti con i soliti problemi, preoccupazioni e tradimenti, la guerra non cambia il modo d’essere dei nostri personaggi. Tutti sperano e attendono la fine della guerra e il ritorno alla normalità.

“Dopo la guerra. Quante volte si sentiva pronunciare quella frase! Erano anni che tutti vagheggiavano quel momento: il momento in cui sarebbe iniziata una vita nuova, le famiglie si sarebbero ricongiunte, la democrazia avrebbe prevalso e le ingiustizie sociali sarebbero state sanate in blocco.

Come negli altri romanzi c’è una magnifica interpolazione tra la Storia e le vicende personali dei Cazalet, offrendo un interessante spaccato storico e culturale; inoltre la Howard per scrivere la storia delal famiglia Cazelet si è ispirata a fatti ed esperienze che ha vissuto realmente. Mi dispiace sempre salutare i Cazalet mi sento una di famiglia, gioisco e soffro con loro, ma al contempo non vedo l’ora di vedere come va avanti.

Consiglio assolutamente di leggere la saga nella sua interezza.

Vi aspetto nei commenti per sapere se lo avete letto.